Walter Benjamin
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Una biografia critica

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Una biografia critica

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Walter Benjamin è stato uno dei piú importanti ed enigmatici intellettuali del ventesimo secolo. I suoi scritti, che sovrappongono filosofia, teoria letteraria, analisi marxiana della società e una sorta di sincretismo teologico, sfuggono a ogni tradizionale categorizzazione. E la sua esistenza randagia e spesso in fuga dal minaccioso incalzare degli eventi ha offerto terreno ideale a ogni forma di mitologizzazione. La sua parabola intellettuale muove dal brillante esoterismo dei primi scritti ai saggi che hanno fatto di Benjamin una voce centrale della cultura di Weimar, per arrivare agli anni dell'esilio con le pionieristiche teorie sui media moderni e la nascita del capitalismo di consumo nella Parigi del secondo Ottocento. Questo percorso ha avuto luogo nel corso dei piú catastrofici decenni della moderna storia europea: l'orrore della prima guerra mondiale, la surreale instabilità della Repubblica di Weimar e l'incombente ombra del nazismo. Questa nuova biografia, a firma di due tra i piú affermati studiosi dell'opera dell'intellettuale tedesco, getta, al di là dei miti e del carattere frammentario della sua opera, una nuova luce su uno straordinario protagonista della cultura contemporanea. Howard Eiland e Michael W. Jennings mettono per la prima volta a disposizione del lettore una ricca messe di informazioni che consentono di ricostruire in modo sorprendente una vita tragicamente straordinaria. Gli autori offrono al lettore un ritratto complessivo di Benjamin e della sua epoca cosí come dettagliate analisi delle sue opere principali, dall' Opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica ai saggi su Baudelaire e al grande libro sul Dramma barocco tedesco. Destinata a diventare la biografia di riferimento di questo outsider del pensiero, Walter Benjamin. Una biografia critica costituisce una fonte di inesauribile interesse per gli studiosi dell'intellettuale tedesco cosí come per il pubblico generale dei lettori. *** «Questo fu il talento di Benjamin: trovare le forme nelle quali una profondità e complessità di pensiero, in tutto e per tutto paragonabili a quelle di contemporanei come Heidegger e Wittgenstein, potessero riecheggiare in una prosa immediatamente seducente e memorabile. Leggere i suoi scritti è perciò un'esperienza sensoriale, oltre che intellettuale. È come assaggiare una madeleine imbevuta nel tè: mondi sfuocati nel ricordo rivivono nell'immaginazione. E mentre si fissano, si accumulano e incominciano a ridisporsi, le frasi si armonizzano sapientemente lasciando affiorare una logica combinatoria e rilasciando a poco a poco il loro potenziale destabilizzante. Tuttavia, nonostante la magistrale immediatezza della sua scrittura, l'uomo Benjamin resta inafferrabile. Come è sfaccettata la sua opera, anche le sue convinzioni personali formano ciò che egli definí una "totalità mobile e contraddittoria". Questa efficace formulazione, nella quale sembra di cogliere un appello alla pazienza del lettore, è indicativa della sua forma mentis versatile e poliedrica. Ma l'inafferrabilità di Benjamin denota anche un esercizio consapevole volto a mantenere intorno a sé uno spazio impenetrabile destinato alla sperimentazione. Theodor W. Adorno osservò una volta che il suo amico "non giocava quasi mai a carte scoperte", e questo profondo riserbo, con il suo armamentario di maschere e altre strategie di depistaggio, serviva a salvaguardare lo spazio della sua interiorità».

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2015
ISBN
9788858420829

Note

Introduzione.

1 TH. W. ADORNO, Profilo di Walter Benjamin, in ID., Prismi, Einaudi, Torino 1972, p. 239 [N.d.T.].

I. Un’infanzia berlinese
1892-1912

1 Il fratello di Benjamin, Georg (1895-1942), medico, si iscrisse al Partito comunista nel 1922 e morí in un campo di concentramento nazista. La sorella Dora (1901-46), assistente sociale, si ammalò gravemente negli anni Trenta, fuggí con Walter da Parigi nel 1940 e visse da quel momento in Svizzera.
2 Cfr. H. BENJAMIN, Georg Benjamin. Eine Biographie, Hirzel, Leipzig 1982, 2a ed., pp. 13, 14.
3 Hannah Arendt osserva che la letteratura dell’epoca abbondava di resoconti di conflitti padre-figlio. Si veda la sua introduzione a ID., Illuminations, Harcourt Brace Jovanovich, New York 1968, p. 26 (trad. it. in Il pescatore di perle. Walter Benjamin (1892-1940), Mondadori, Milano 1993, pp. 47-48).
4 OC, V, 401 e n [N.d.T.].
5 OC, VII, 34 [N.d.T.].
6 H. BENJAMIN, Georg Benjamin cit., p. 18.
7 Walter Benjamins Archive fu pubblicato in occasione della mostra di diversi manoscritti e raccolte personali di Benjamin, organizzata nell’autunno 2006 alla Berliner Akademie der Künste. Il «Verzeichnis der gelesenen Schriften» (Elenco dei libri letti) è pubblicato in GS, VII, 437-76; l’elenco delle opere lette prima della fine del 1916 è andato perduto.
8 Hilde Benjamin (nata Lange, 1902-89) ebbe un ruolo determinante nella riorganizzazione staliniana del sistema giuridico della Germania orientale tra il 1949 e il 1967. Come giudice, si guadagnò l’epiteto di «Hilde la sanguinaria» per le numerose condanne a morte da lei decretate. Fu ministro della Giustizia della Repubblica Democratica Tedesca dal 1963 al 1967. La sua biografia del marito, morto nel 1942, fu pubblicata per la prima volta nel 1977.
9 Cfr. H. BENJAMIN, Georg Benjamin cit., pp. 14-15. Si veda anche M. BRODERSEN, Walter Benjamin. A Biography, Verso, London 1996, pp. 17-19 (ed. or. Spinne im eigenen Netz. Walter Benjamin. Leben und Werk, Elster, Buhl-Moos 1990).
10 SA, 18-19.
11 Frammenti, <fr 160> Il paesaggio di Haubinda (ca. 1913-14), in OC, VIII, 191.
12 Si veda l’articolo commemorativo anonimo Deutsche Landerziehungsheime, citato in GS, II, 827-28. Come afferma Brodersen (Walter Benjamin cit., p. 25), alla tendenza sciovinista della scuola si associò presto un «malcelato antisemitismo». Per una breve descrizione delle serate in «cappella» a Haubinda si veda OC, IV, 39.
13 Si veda il saggio del 1911 La Freie Schulgemeinde, OC, I, 36-39.
14 G. WYNEKEN, Schule und Jugendkultur, Diederich, Jena 1919, 3a ed., pp. 5-12. In una lettera del 23 maggio 1914 Benjamin osservò su quest’opera: «La sua teoria non tiene il passo della sua visione» (GB, I, 231).
15 OC, I, 271 [N.d.T.].
16 «Tra i compagni di scuola di Benjamin c’erano Ernst Schoen, Alfred Cohn, Herbert Blumenthal (poi Belmore), Franz Sachs, Fritz Strauss, Alfred Steinfeld e Willy Wolfradt […] essi formavano un circolo che si riuniva regolarmente per leggere e commentare opere letterarie. Fritz Strauss mi ha raccontato che questo gruppo vedeva in Benjamin il suo leader: la sua superiorità intellettuale era evidente a tutti» (SA, 19).
17 OC, I, 11-13 [N.d.T.].
18 Si veda anche M. VOIGTS, Oskar Goldberg. Der mythische Experimentalwissenschaftler, Agora, Berlin 1992, pp. 127-28. Sui rapporti di Benjamin con Hiller, risalenti al 1910 circa, cfr. SA, 35-36.
19 Scholem ricorda un sogno fatto da Benjamin tre giorni prima del suicidio della zia: «“Giacevo in un letto, dove c’erano anche un’altra persona e mia zia, ma ognuno era separato dagli altri. Passava della gente che guardava dentro da una finestra”. In seguito si rese conto che si era trattato di una premonizione della morte della zia» (SA, 105). Questo sogno assume ben altro significato se lo si considera alla luce del suicidio dello stesso Benjamin.
20 Il certificato di diploma di Benjamin registra la «frequenza regolare» e il «comportamento esemplare», ma anche la «pessima grafia» (BRODERSEN, Walter Benjamin cit., pp. 30, 32).
21 In una lettera del 6 settembre 1913 a Siegfried Bernfeld, un membro del movimento giovanile, Benjamin accenna a questa «Bierzeitung» delle superiori, sulla quale in occasione del diploma pubblicò l’Epilogo, come al giornale umoristico «della mia generazione, particolarmente significativo perché fu mostrato agli insegnanti. Due amici e io lo avevamo messo insieme all’oscuro della classe e alla festa di congedo sorprese sia gli studenti sia gli insegnanti» (GB, I, 172). I due amici erano forse Fritz Strauss e Franz Sachs, ma sembra che fosse coinvolto anche Ernst Schoen.

II. Metafisica della gioventú
Berlino e Friburgo, 1912-1914

1 Si veda infra, cap. III. Benjamin parla piú volte di Heidegger nei «Passages» di Parigi; si veda in particolare OC, IX, 517 e 609. Anche GB, II, 76; III, 503, 522; IV, 332-333, 341; V, 135, 156; VI, 138 [cfr. anche OC, IX, 1045, 1062, 1088]. Heidegger fa un breve accenno a Benjamin nella corrispondenza con Hannah Arendt, in occasione della conferenza su Benjamin da lei tenuta a Friburgo nel 1967, a cui assistette lo stesso Heidegger. (Questa conferenza costituisce il nucleo dell’introduzione a Illuminations). Cfr. H. ARENDT e M. HEIDEGGER, Lettere 1925-1975 e altre testimonianze, Einaudi, Torino 2007, pp. 119, 239. Si veda anche W. FULD, Walter Benjamin. Zwischen den Stühlen, Fischer, Frankfurt am Main 1981, pp. 290-92. La differenza tra i due, ovviamente legata al loro diverso retroterra, si manifesta anche nella vita studentesca: Heidegger non ebbe infatti mai nessun interesse per il movimento giovanile, cosí importante per Benjamin.
2 Young Germany di Walter Laqueur è tuttora lo studio in lingua in...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Walter Benjamin. Una vita
  3. Elenco delle illustrazioni
  4. Introduzione
  5. Ringraziamenti
  6. Abbreviazioni
  7. Avvertenza
  8. Walter Benjamin
  9. I. Un’infanzia berlinese. 1892-1912
  10. II. Metafisica della gioventú. Berlino e Friburgo, 1912-1914
  11. III. Il concetto di critica. Berlino, Monaco e Berna, 1915-1919
  12. IV. Affinità elettive. Berlino e Heidelberg, 1920-1922
  13. V. Nomadismo accademico. Francoforte, Berlino e Capri, 1923-1925
  14. VI. Intellettuale a Weimar. Berlino e Mosca, 1925-1928
  15. VII. Il carattere distruttivo. Berlino, Parigi e Ibiza, 1929-1932
  16. VIII. Esilio. Parigi e Ibiza, 1933-1934
  17. IX. I «passages» di Parigi. Parigi, Sanremo e Skovsbostrand, 1935-1937
  18. X. Baudelaire e le strade di Parigi. Parigi, Sanremo e Skovsbostrand, 1938-1939
  19. XI. L’Angelo della Storia. Parigi, Nevers, Marsiglia e Port Bou, 1939-1940
  20. Epilogo
  21. Note
  22. Bibliografia
  23. Indice analitico
  24. Il libro
  25. Gli autori
  26. Copyright