- 74 pagine
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Il mondo sia lodato
Informazioni sul libro
Soltanto un poeta poteva compiere oggi l'azzardo di una lode del mondo, basata sull'immaginazione e sulla sensibilità. Tornando alla forma già sperimentata del poemetto, Franco Marcoaldi sviluppa un flusso verbale dal ritmo incalzante che orchestra i temi della vita quotidiana e dello spirito in un rimando continuo dall'universo naturale al mondo storico, dall'autobiografia alla letteratura in una libera e viva scorribanda nei territori del pensiero analogico. All'apparenza Il mondo sia lodato è una preghiera laica di intonazione francescana sulla bellezza e la meraviglia del creato. In realtà Marcoaldi loda il mondo nonostante gli infiniti turbamenti in cui incorre chi lo abita, e proprio quel nonostante è l'anima nascosta del libro. Nel suo procedere, il poemetto attraversa l'amarezza delle cose umane nella loro vicissitudine di violenza, malattia, depressione, morte, ma incontra anche il demone erotico, e con esso il sogno, la fantasia, e i libri e le figure del passato che illuminano il presente. Se l'invocazione di lode resiste come un mantra è per lo sforzo generoso di una pietas consapevole e di un'attenzione costante alle pieghe infinite e alle corrispondenze sotterranee dell'esistenza. Cosí il poemetto che loda il mondo si fa mondo, e convoca in coro altre voci, altri poeti, altri pensatori, in una ridda di rimandi e citazioni che immancabilmente si accordano nell'antifona ricorrente: «Mondo, ti devo lodare». Espressione ultima ed estrema di umiltà e gratitudine nei confronti della vita.
Domande frequenti
Informazioni
XI.
dove stanno acquattati i nostrimorti? in quali angusti anfrattidella mente, in quali sconfinatispazi aperti? in quali tremolantiporti? Il loro passo è lento efiero – atletico amorevolesevero. Non bussano alla portadelle case, loro, non vanno maidi fretta. Di rado compaiononei sogni, appena un cenno;buttano l’amo, avanzano un quesito… e abbandonano la scena. Nostrae soltanto nostra resta la penaper quell’incontro troppo fugace.Perché lo so,o venerato Mondo,che senza il confortosagace dei miei mortimai ti potrei lodareper quell’illogica bontà stupidae cieca, istintiva, ricorrente,che inonda quanto è vivo– un cervo agonizzante accuditoda un fratello casuale, il ramoscorticato che un passantefascia perché aderiscameglio al tronco.Sono quelle schegge di bontàsenza ritorno, piccole crepenel grande mare dell’indifferenza,spicciole figure d’immortalitàfiglie di debolezza, granellidi sabbia che si libranonel vento a inceppareil meccanismo ferocee onnipresente del maligno.A loro, ai morti, chiedodi offrirmi qualche appiglio.Lo chiedo a un padre che hofrainteso, malgrado fossi figliosuo in tutto: bocca e naso,sbalzi d’umore, daimon d’amore,scatti d’ira, frivola leggerezzae una gravezza incupita e repentina.Lui conosceva a menaditoinsetti e piante e stelle,l’avessi temuto un po’ di menoe apprezzato un po’ di piúoggi dalla gioia non stareinella mia pelle, perché è proprionei prodigi di natura, a meper buona parte ignoti,che intravvedola possibilità di colmarei miei piú dolorosi vuoti.Chiedo tardivo aiutoa un fratello che ho persotroppo presto e non hoamato a sufficienza.Tra noi, la vicinanza dell’infanziasi era crepata nell’età oscuradell’adolescenza – e a lungoun’ideologica arroganza mi impedídi accogliere la sua fragilitàsfacciata ed esibita, il gustoteatrale di volersi conquistarea tutti i costi un’altra vita.Lo vedo ancora avvoltonella sua elegantissimavestaglia, combattere con ironicoeroismo l’ultima, disperatissimabattaglia.E mi domando:che ho fatto io delle bassescatole di legno utilizzateda mio padreper infilzare insetti? del coraggiosfrontato di un fratello,catodico ecce homo, che difeseinnanzi al mondo i malaticome lui considerati alla streguadi appestati postmoderni,di paria, di reietti?Poco, ne ho fatto. E oggimi restano solo delle povereparole per provare a restaurareaffreschi di esperienza stinti ormaiper troppa pioggia e troppo sole.Eppure continuo a cercaretra i morti e continuo a chiedereaiuto ai trascorsi maestri di versi,ideatori di catene di segniche battono il tempotrovando nel ritmo quantoaltri non vede – anche questaè questione di ...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Il mondo sia lodato
- Risonanze
- I. perché gli occhi si aprono e
- II. per chi nuota da anni nella stessa
- III. sii porta, fatti porta.
- IV. una vecchia e imponente mimosa
- V. per il sonno, preziosissimo sposo
- VI. seduto a una tavola calda
- VII. Mondo, ti devo lodare
- VIII. se un giorno, all’improvviso,
- IX. prometto, sorvolerò queste
- X. anche quando mi trovo
- XI. dove stanno acquattati i nostri
- XII. s’affretta l’onda spinge,
- Echi, ricordi, amnesie
- Il libro
- L’autore
- Dello stesso autore
- Copyright