Capolavori
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Capolavori

Il gabbiano. Zio Vanja. Tre sorelle. Il giardino dei ciliegi.

  1. 336 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Il gabbiano. Zio Vanja. Tre sorelle. Il giardino dei ciliegi.

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Informazioni sul libro

«I monologhi di Anja, di Sonja, di Masha, di Oľga, di Irina, nei quali il futuro luccica coi suoi colori come nelle sfere di cristallo delle veggenti … somigliano ai finali di certi film di Chaplin, dove l'eroe si allontana svanendo in una lunghissima strada … In realtà la durevole attesa dei personaggi cechoviani si risolve in una torpida assenza, che per noi non è troppo diversa da quella dei due clown che aspettano il misterioso Godot». Angelo Maria Ripellino

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2015
ISBN
9788858418758
Argomento
Letteratura
Categoria
Teatro

Tre sorelle

Personaggi

Prozorov, Andrej Sergeevič
Natal´ja Ivanovna, sua fidanzata, poi moglie
Ol´ga
Maša
Irina
images
sue sorelle
Kulygin Fëdor Il´ič, professore di ginnasio, marito di Maša
Veršinin Aleksandr Ignat´evič, tenente colonnello, comandante di batteria
Tuzenbach Nikolaj L´vovič, barone, tenente
Solënyj Vasilij Vasil´evič, primo capitano
Čebutykin Ivan Romanovič, ufficiale medico
Fedotik Aleksej Petrovič, sottotenente
Rode Vladimir Karlovič, sottotenente
Ferapont, usciere dell’amministrazione locale, vecchio
Anfisa, balia, vecchia ottantenne
L’azione si svolge in un capoluogo di governatorato.

ATTO PRIMO

In casa Prozorov. Salotto con colonne, dietro le quali si scorge una grande sala. È mezzogiorno: fuori splende il sole, è allegro. Nella sala da pranzo stanno apparecchiando la tavola per la colazione.
Ol´ga, che veste un’uniforme blu da insegnante del ginnasio femminile, corregge indefessamente i compiti delle scolare, in piedi e passeggiando. Maša, vestita di nero, col cappellino sulle ginocchia, è seduta e legge un libro. Irina, vestita di bianco, è in piedi, assorta nei suoi pensieri.
OL´GA Nostro padre è morto esattamente un anno fa: il cinque maggio, il giorno del tuo onomastico, Irina. Faceva un freddo, c’era una neve! Io pensavo che non sarei sopravvissuta, tu eri svenuta, parevi morta. È passato solo un anno e ce ne ricordiamo appena, ora. Tu porti un abito bianco, e ti brillano gli occhi. (L’orologio batte le dodici). Anche allora l’orologio batteva l’ora. (Pausa). Ricordo che mentre portavano via nostro padre, suonava la banda, e al cimitero spararono a salve. Era un generale di brigata, lui, eppure non era venuta molta gente. Sarà stato per la pioggia, che cadeva a catinelle: che tempaccio, faceva! E quanta neve!
IRINA A che pro ricordare?
Dietro le colonne della sala da pranzo compaiono, vicino al tavolo, il barone Tuzenbach, Čebutykin e Solënyj.
OL´GA Oggi fa caldo, si possono anche tenere le finestre spalancate. Ma le betulle non hanno ancora messo le foglie. Il papà ricevette l’incarico e partimmo tutti assieme da Mosca ben undici anni fa, e, lo ricordo perfettamente, era proprio l’inizio di maggio, come ora, tutta Mosca era in fiore, inondata di sole, faceva già caldo. Sono passati undici anni e ricordo tutto come se fossimo partiti ieri. Dio mio! Stamani mi sono svegliata ed ho visto tanta di quella luce, è arrivata la primavera! Ho provato una tale gioia nell’anima, e una tale nostalgia per la mia città…
ČEBUTYKIN Ma proprio per niente!
TUZENBACH Sta’ pur certo che è una sciocchezza!
Maša, sovrapensiero, legge il libro fischiettando una canzone.
OL´GA Non fischiare, Maša! Come ti salta in mente! (Pausa). Sarà andare a scuola tutti i giorni e poi dare lezioni private fino a sera; fatto sta che ho sempre un gran mal di testa e certe volte mi metto a pensare come una vecchia. Davvero, sono quattro anni, ormai, che insegno al ginnasio, e mi sembra che ogni giorno che passa ho una goccia in meno di forza e di giovinezza. Ormai non vivo che per un unico, grande sogno…
IRINA Andare a Mosca. Vendere la casa, piantare tutto, qui, e correre a Mosca!
OL´GA Sí! A Mosca e il piú in fretta possibile!
Čebutykin e Tuzenbach scoppiano a ridere.
IRINA Nostro fratello diventerà professore, non resterà di certo qui. L’unico ostacolo è la povera Maša.
OL´GA Maša verrà a Mosca d’estate, ogni anno.
Maša canticchia piano la sua canzone.
IRINA Si aggiusterà tutto, se Dio vorrà. (Guarda dalla finestra) Oggi è proprio bello. Non so perché, ma mi sento piena di luce nell’anima! Stamattina mi sono ricordata che oggi è il mio onomastico, e mi sarei messa a saltare dalla gioia! Mi sono rivista bambina, quando era ancora viva la mamma. E che pensieri meravigliosi sono venuti a emozionarmi, che idee bellissime!
OL´GA Sei proprio un raggio di sole oggi! Non sei mai stata cosí bella. Anche Maša è bella. Andrej sarebbe carino, se non fosse ingrassato: sta male, cosí! Io, invece, sono invecchiata, sono dimagrita: quelle sguaiate, al ginnasio, mi fanno troppo disperare. Ecco, vedi, oggi che è vacanza e non devo lavorare la testa ha smesso di dolermi, anzi, mi sento piú giovane di ieri! In fondo, ho solo ventotto anni… Oh Signore, sia fatta la tua volontà; certo che se mi avessi mandato un marito, sarei stata tutto il giorno a casa, e sarebbe stato indubbiamente meglio! (Pausa). Io vorrei bene, a mio marito.
TUZENBACH (a Solënyj) Basta, mi sono stancato di stare ad ascoltare tutte queste scemenze. (Entra in salotto) Ah, dimenticavo! Oggi verrà da voi in visita Veršinin, il nostro nuovo comandante. (Si siede al piano).
OL´GA Oggi? Mi fa davvero piacere!
IRINA È vecchio?
TUZENBACH No, non molto. Avrà al massimo quaranta, quarantacinque anni. (Suona sommessamente) A vederlo, sembra una persona per bene. Niente affatto stupido, lo si capisce subito. Un po’ loquace forse, questo sí.
IRINA Ma è un uomo interessante?
TUZENBACH Sí, abbastanza. Comunque ha già moglie, due figlie, ed una suocera. Non solo, ma è al secondo matrimonio. Ogni volta che va in visita da qualche parte, dice sempre che ha moglie e due bambine; vedrete, lo dirà anche qui. La moglie non ci sta tanto con la testa, porta la treccia fino a terra proprio come le bambine dell’asilo, parla solo di alta filosofia e ogni tanto tenta il suicidio. Cosí, tanto per fare un dispetto al marito. Io me ne sarei andato da un bel pezzo, al suo posto, ma lui la sopporta e si limita a lamentarsi.
SOLËNYJ (passando con Čebutykin dalla sala da pranzo in salotto) Io con un braccio solo sollevo venti, venticinque chili e con due arrivo a sessanta, sessantacinque. Da questo si capisce che due persone sono non due ma tre, anche quattro volte piú forti di una…
ČEBUTYKIN (legge il giornale camminando) Per contrastare la perdita di capelli… otto grammi di naftalina in mezzo litro d’alcol. Agitare ed applicare una volta al giorno. (Scrive sul taccuino) Segniamocelo un po’! (a Solënyj) Dunque, state bene attento: nel turacciolo della bottiglia bisogna far passare un tubicino di vetro… Poi prendete un pizzico di allume, semplice, volgare allume…
IRINA Ivan Romanyč! Caro Ivan Romanyč!!
ČEBUTYKIN Che cosa c’è, bambina mia, gioia mia?
IRINA Mi sapete spiegare come mai oggi mi sento cosí felice? È come se io veleggiassi in un grande cielo azzurro, sopra di me volano stormi di grandi uccelli bianchi. Ma come mai? Come mai?
ČEBUTYKIN (le bacia tutte e due le mani, con tenerezza) Il mio bell’uccellino bianco…
IRINA Quando stamattina mi sono svegliata, mi sono alzata e mi sono lavata, e di colpo ci ho visto chiaro. Ho visto il mondo com’è, come bisogna vivere. Caro il mio Ivan Romanyč, so tutto. Il dovere dell’uomo consiste nel faticare, nel lavorare duro, con il sudore della propria fronte, perché è questo il senso della sua vita, la sua felicità, il suo appagamento. Ah, come deve essere bello fare il manovale e alzarsi all’alba per spaccare pietre, oppure il pastore, o anche l’insegnante o il macchinista delle ferrovie… Dio, a che serve se no essere uomini? Meglio essere un bue, un semplice cavallo e lavorare, piuttosto che una di ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Capolavori
  3. Il teatro di Čechov di Angelo Maria Ripellino
  4. Nota biobibliografica
  5. Capolavori
  6. Nel laboratorio di Čechov. Il gabbiano.
  7. Il gabbiano
  8. Nel laboratorio di Čechov. Zio Vanja.
  9. Zio Vanja
  10. Nel laboratorio di Čechov. Tre sorelle.
  11. Tre sorelle
  12. Nel laboratorio di Čechov. Il giardino dei ciliegi.
  13. Il giardino dei ciliegi
  14. Postfazione di Mauro Martini
  15. Il libro
  16. L’autore
  17. Dello stesso autore
  18. Copyright