Cominciare dal bambino
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Cominciare dal bambino

scritti didattici, pedagogici e teorici

  1. 276 pagine
  2. Italian
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Cominciare dal bambino

scritti didattici, pedagogici e teorici

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Cominciare dal bambino, pubblicato per la prima volta nel 1977, è il testo caposaldo dell'attività pedagogica di Mario Lodi, a cui ancora oggi fare riferimento per una riflessione sul rapporto tra i bambini e la scuola. Interprete culturale della ricostruzione nell'Italia del dopoguerra, il suo lavoro ha segnato i momenti più alti di riflessione sul mondo della scuola e dell'infanzia attraverso un impegno concreto e quotidiano. Proprio nel rapporto mai interrotto con i suoi alunni, nell'attenta osservazione del loro modo di pensare e apprendere, Mario Lodi ha ridisegnato il senso e il valore della scuola a partire dall'aula come luogo di scambio e confronto. L'esperienza di Mario Lodi e le sue successive elaborazioni sono state fondamentali nel far nascere una nuova consapevolezza sui bambini e sul loro essere portatori di una vera e propria cultura da rispettare e valorizzare: un libro che oggi, a cent'anni dalla nascita di Lodi, è più che mai attuale e prezioso per le presenti e future generazioni di insegnanti, pedagogisti e genitori.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2022
ISBN
9788831807050

I principi dell’educazione linguistica democratica e le esperienze

Tutta l’esperienza degli educatori del Movimento di cooperazione educativa che hanno introdotto nella scuola, sia pur criticamente, le fondamentali tecniche «liberatrici» di Freinet, assume oggi, dal punto di vista dell’apprendimento linguistico democratico, un particolare interesse. Per quanto mi riguarda, dopo aver riletto le Dieci tesi per l’educazione linguistica democratica1 e la formulazione finale dei principi, mi è parso utile presentare, per ognuno di essi, uno o più momenti della mia diretta esperienza che a tali principi, più o meno precisamente, si richiamano. Ovviamente non è possibile collocare le esperienze entro i limiti di una formulazione perché tali esperienze di tipo non esercitativo sono fondate sulla vita dei bambini e possono avere quindi riferimenti con altri, a volte con tutti gli altri principi fra di loro organicamente collegati. La scelta è stata fatta principalmente per dare, con l’esemplificazione, punti di riferimento reali per la riflessione critica sulla possibilità di calare l’enunciato teorico nella prassi quotidiana, o viceversa. Le esperienze si riferiscono in gran parte alle prime classi elementari perché l’educazione linguistica dovrebbe essere iniziata, il più presto possibile, alla scuola dell’infanzia, dove già esistono notevoli differenze di livello dovute soprattutto alle condizioni socio-economiche delle famiglie, e proseguita negli otto anni della scuola del diritto costituzionale.
Principio 1: Lo sviluppo delle capacità verbali va promosso in stretto rapporto reciproco con una corretta socializzazione, con lo sviluppo psicomotorio, con la maturazione ed estrinsecazione di tutte le capacità espressive e simboliche.

Il teatro creativo del corpo (classe I elementare, 21 novembre 1973)

Scene drammatizzate ce ne sono tutti i giorni. Gli argomenti delle scene sono molti, in genere sono lo specchio di situazioni che il bambino coglie dai discorsi della gente, dalla televisione o che vive direttamente. Questo gioco del teatro è un eccezionale stimolo alla immaginazione oltre che il soddisfacimento del bisogno di movimento e di dialogo. Spesso coinvolge pure me: sei lì che guardi e un bambino viene da te, ti porge la mano per entrare nella sua scena e allora sei nel gioco e ci stai e capisci molte cose. Di solito le scene rappresentano personaggi tipici della nostra società negli schemi convenzionali: la mamma che fa sempre la minestra e i lavori di casa, il papà che va a lavorare fuori, i bambini piccoli che fanno arrabbiare, i genitori che generalmente contrastano l’amore dei giovani, i giovani che alla fine si sposano sempre con chi amano.
La prima scena di oggi, di cui sono autori e protagonisti Marzia, Luisa, Federica, Stefania e Giovanna, presenta appunto due famiglie che cercano di impedire a due giovani delle stesse di vedersi e di sposarsi. I due giovani dicono ai genitori che vanno in chiesa e invece si incontrano e vanno a ballare. Le famiglie poi litigano fra di loro, ma i giovani vincono e alla fine si sposano e ballano felici nella grande festa dove non manca mai la torta (finta) che mangio anch’io.
La seconda è la rappresentazione della fiera nei particolari divertimenti. Tutti i bambini vi partecipano. A un tratto un colpo di… armadio annuncia il temporale e la festa è interrotta. Tutti corrono a ripararsi in attesa che passi (danza delle gocce). Poi il sole ritorna e così l’allegria. Alla fine grande scena del circo equestre con salti sul tappeto di tutti noi, diventati pagliacci, cavalli, leoni. Musica inventata tutti insieme e applausi.
Un giorno il papà di Marzia porta a scuola il pianino elettrico della figlia e un gruppo lo utilizza per drammatizzare la scena dell’arrivo di santa Lucia in una famiglia di bambini piccoli. Con la pianola vengono sottolineati i momenti più suggestivi della favola inventata da loro.
Un’altra drammatizzazione, realizzata vicino a Natale, descrive momenti della vita nel paese di Gesù sulla base di informazioni ricavate dai Vangeli e comunicate da me. Sono ricostruite, con interessanti effetti sonori, queste scene: la pesca al lago, la vendita del pesce al mercato, i pastori con le pecore sulla collina, il contadino che ara la terra, Giuseppe che lavora nella sua bottega di falegname, Maria che lava la lana. I personaggi parlano fra loro, discutono dei loro affari, si incontrano nelle botteghe e sulla piazza. Da qui è incominciata la storia di Gesù…2
La poesia collettiva.
4 aprile: una grande, bianca, frastagliata nuvola si è formata nel cielo che poco prima era azzurro e tutti insieme la guardiamo. La nuvola, con i suoi mutamenti, provoca la nostra immaginazione, che scatta quando Giambattista dice che per lui una nuvola di primavera è (sembra) una pecora bianca.
Allora anche gli altri bambini esprimono quel che ci vedono e io, alla lavagna, lo scrivo. Nasce così quella che abbiamo chiamato poesia fatta insieme. La trascrivo dal giornalino: a fianco dei versi i nomi dei bambini.
«Una nuvola di primavera
Giambattista
quando il vento la fa andare
»
è una pecora bianca
»
è panna montata
Sergio
è una sposa bella che esce di chiesa
Luisa
col velo lungo
»
può essere anche una grande margherita
Federica
nel giardino del cielo
Vanni
grembiuli bianchi
Loredana
neve che se ne va via col vento
Rossella
in Svizzera
»
indiani con le penne bianche.
Vanni
Una grandissima nuvola
Marzia
è piena di tutte le fantasie
»
e di tutta la felicità dei bambini».
»
Poesie individuali, dette o scritte da bambini che nei fatti raccontati avevano notato qualcosa di diverso (vocaboli, ritmo) dal solito narrare.
Bella margherita | sei bianca | pulita. (Rossella). (Questa poesia è stata musicata da Luisa).
Il lampo | è una fiamma di fuoco | e penso | che c’è dentro | un re. (Federica).
Mare mi piaci | perché dai le sberle | alle barche. (Sergio).
Il tuono | è più pigro del lampo | arriva sempre dopo. (Marzia).
Se mi specchio nel sole | mi spunta dai piedi l’ombra | e fa quello che faccio io. | Io la voglio pestare | ma lei scappa. (Sergio).
Il tuono è il passo del lupo | che si avvicina | e il vento | che sbatte la finestra: è lui che salta dentro e ci mangia. | Io gioco al lupo | quando c’è il temporale. (Sergio).3
Canzone del sole.
«Pioveva e mia mamma non voleva che andassi fuori. Allora io ero arrabbiata e sono andata di sopra. Ho aperto la finestra e ho guardato il cielo per vedere se veniva qualche raggio di sole. Ma il cielo era tutto scuro. Allora ho chiamato il sole inventando questa canzone:
Piove,
non posso uscire,
sono triste perché non posso uscire
con le mie amiche.
Questa canzone la canto per te o sole,
vorrei che tu venissi per me,
a farmi contenta». (Antonella G.)
Questo testo è tratto da un audiovisivo (proiezione di diapositive scattate dai bambini e registrazioni su nastro) realizzato in una classe IV di Vho nel corso di un esperimento a tempo pieno con la partecipazione di Elisa Lupano, una studentessa della Scuola per educatori di Torino. L’audiovisivo è stato proiettato nelle famiglie perché dalla viva voce dei bambini, per mezzo di testi, disegni, grafici, fotografie e conversazioni, sono emersi alcuni problemi della vita in famiglia e con gli adulti. Sono emerse cose che i genitori non avrebbero voluto sentirsi dire, soprattutto dai bambini, i quali però forse erano gli unici in grado di dirle, aiutando così i genitori a capirle e a modificare il loro atteggiamento nei confronti dei figli. I testi sono stati raggruppati per argomenti, anche se è difficile classificare il racconto di un fatto che, pur trattando di un argomento in particolare, comprende tutto un insieme di relazioni. Alla fine di ogni argomento erano riportate delle sintesi o delle conversazioni. Sono conclusioni a cui si è arrivati collettivamente, che sono servite a mettere a fuoco e forse anche a superare, razionalizzandoli, i problemi vissuti individualmente. Un ampio estratto dell’esperienza è stato pubblicato nei fascicoli 13, 14, 5 della «Biblioteca di Lavoro», Editore Luciano Manzuoli, Firenze, con il titolo Chi siamo.
La pittura dei sentimenti.
Quella che poi abbiamo chiamato pittura dei sentimenti è nata due anni prima del Prato fiorito di Carolina. Il gran foglio era tutto verde come un vero prato, di un tenue verde di erba al sole, ma la composizione punteggiata e geometricamente disposta nello spazio, di reale aveva ben poco. Tant’è vero che suscitò domande e perplessità: «Quelli non son fiori». «Sono punti messi a caso.» «Hanno colori inventati che i fiori non hanno.»
«Per me sono fiori» risponde Carolina.
«Se sono fiori, perché non li hai fatti come sono?» ribattono i compagni.
«Io li ho pensati così perché sono più belli e il prato sembra una festa di colori» spiega Carolina.
«Allora chiamalo Festa di colori e non Prato fiorito» propongono.
«Lo chiamerò così» dice Carolina, e aggiunge: «Io sono contenta di questa pittura. È più bella così perché se facevo i fiori era come la fotografia del prato, invece a guardarlo mi pare di correrci dentro e di avere allegria».
I bambini restano perplessi di fronte a quella pittura che per la prima volta, invece di descrivere la realtà esterna, tentava di comunicare ciò che il bambino sentiva dentro. Qualcuno però mostrò interesse.
L’anno seguente Cosetta scrive un testo in cui parla della paura del buio e lo illustra con una strana pittura che della realtà non ha proprio nulla. La reazione dei compagni è positiva e la spiegazione dell’autrice ritenuta legittima.
«È vero» si conclude «quel quadro non spiega esattamente la cosa, ma si capisce che c’è qualcosa di pauroso che ti viene addosso».
L’uso di tale tecnica espressiva diventa sempre più frequente e sempre più normale nella comunicazione di situazioni emozionali. La usa Mirella per dire il dolore quando sua madre è stata ricoverata all’ospedale, Donatella per descrivere la felicità che prova quando gioca in libertà, Cosetta un’altra volta per raccontare ciò che ha provato ascoltando una musica, Lorena per esprimere la gioia che ha provato quando ha saputo di essere stata concepita dalla madre, Tiberio per rendere il dolore di un padre cui è morto il figlio.
Alcuni esempi:
La paura del buio, di Cosetta:
«Dentro al grosso cerchio nero ci sono dei colori chiari, dove ci vedo ancora. A un certo punto mi trovo davanti al buio forte, che sarebbe quella specie di nero. Allora io ho paura. Quelle punte nere ci sono quando mi ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Non ditemi che è difficile
  4. Premessa
  5. COMINCIARE DAL BAMBINO
  6. Tavola rotonda Mce a Torino
  7. Scuola come liberazione
  8. Perché no ai libri di testo
  9. Una scuola da bruciare
  10. Le due scuole
  11. I molti ostacoli del tempo pieno
  12. Cristo a scuola
  13. Gesù oggi
  14. Il bambino che crea
  15. Come la scuola «decapita» i bambini
  16. Il libro di testo
  17. Scuola e caserma
  18. Le pagelle
  19. Riflessioni sull’apprendimento linguistico
  20. Decreti delegati e scuola democratica e antifascista
  21. Oggi si fa teatro
  22. Il teatro a scuola
  23. L’autovalutazione
  24. I libri scritti insieme. Il bambino produttore di cultura
  25. I principi dell’educazione linguistica democratica e le esperienze
  26. Il bambino, la famiglia, la scuola, la società
  27. La «Escola d’Estiu» di Barcellona
  28. L’istruzione di base in URSS: una riforma che fa discutere
  29. Cominciare dal bambino a difendere la qualità della vita
  30. Nota ai testi
  31. Copyright