- 216 pagine
- Italian
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La porta stretta
Informazioni sul libro
Primo grande successo letterario di Gide, La porta stretta - il cui titolo richiama la parabola del Vangelo di Luca sull'importanza della fede - racconta di una forma di eroismo esistenziale: la costrizione volontaria, che inevitabilmente conduce alla tragedia. Tra le pagine di questo romanzo, nel quale si può cogliere l'eco letteraria della parabola esistenziale dell'autore, troviamo Alissa e Jérôme, cugini che si amano di un amore casto, platonico: un sentimento puro, potente e ricambiato, nonostante il quale e a causa del quale Alissa si abbandonerà alla morte per volontario sacrificio religioso. Un rapporto contrastato, quello che tratteggia Gide senza fornire al lettore facili giudizi, tra natura e cultura, tra l'ideale e il sensuale, irrisolto e forse insolubile. Riproposta nella storica traduzione di Oreste Del Buono per la prima edizione BUR, La porta stretta (1909) è l'opera di un narratore maturo che volendo fare "la satira dell'idealismo" scrive invece "un toccante romanzo idealistico" e testimonia la sua lotta spirituale tra rigida educazione borghese e scoperta della propria sessualità.
Domande frequenti
Informazioni
Capitolo V
«...La grande agitazione di Juliette ha ceduto solo verso la mattina alle medicine prescritte dal dottore. Supplico Jérôme di non venire per qualche giorno. Juliette potrebbe riconoscerne il passo o la voce, e le è necessaria la più grande calma...Temo che le condizioni di Juliette mi debbano trattenere qui. Se non riesco a ricevere Jérôme prima della sua partenza, digli, cara zia, che gli scriverò...»
«Lascio queste due righe perché tu non ti preoccupi. Rimanere a Le Havre, così vicino a Juliette, m’era insopportabile. Mi sono imbarcato per Southampton ieri sera, quasi subito dopo averti lasciato. Terminerò queste vacanze a Londra, in casa di S... Ci ritroveremo a scuola.»
«Perdonami, caro Jérôme, se non t’ho scritto prima. Lo stato della nostra povera Juliette non me n’ha lasciato il tempo. Dopo la tua partenza non l’ho più abbandonata. Avevo pregato la zia di darti mie notizie e credo che l’abbia fatto. Saprai dunque che da tre giorni Juliette va migliorando. Ringrazio già Dio, ma non oso ancora rallegrarmi.»
«...Ammira la mia docilità; secondo il tuo desiderio ho ricevuto Teissières; ho parlato a lungo con lui. Riconosco che s’è dimostrato perfetto, e comincio quasi a credere, lo confesso, che questo matrimonio potrà riuscire meno infelice di quanto abbia dapprima creduto. Certo, Juliette non l’ama; ma lui mi pare di settimana in settimana sempre meno indegno d’essere amato. Parla della situazione con chiarezza e non s’inganna quanto al carattere di mia sorella; ma confida molto nell’efficacia del suo affetto per lei e si vanta che non esista nulla che la sua tenacia non possa vincere. Cioè è proprio innamorato.Effettivamente sono molto commossa per tutte le attenzioni che Jérôme ha per mio fratello. Penso che si comporti in tal modo per dovere, poiché il carattere di Robert non è molto congeniale al suo – e forse anche per far piacere a me – ma indubbiamente ha già potuto comprendere come più il dovere che uno si assume è arduo, più educa l’anima e l’eleva. Ma che riflessioni sublimi! Non sorridere troppo della tua nipote maggiore, poiché proprio questi pensieri mi sostengono e m’aiutano a considerare il matrimonio di Juliette come un bene.Quanto m’è gradita la tua affettuosa sollecitudine, carissima zia!... Ma non credere che sia infelice; posso quasi dire: è tutto il contrario, poiché la prova che ha appena scosso Juliette ha avuto il suo contraccolpo in me. Quelle parole della Scrittura che ripetevo senza troppo comprenderle si sono improvvisamente chiarite ai miei occhi: “Sventura all’uomo che ripone la sua speranza nell’uomo”. Molto tempo prima di ritrovarmele nella Bibbia avevo letto queste parole su una piccola immagine di Natale che Jérôme m’aveva inviato quando non aveva ancora dodici anni e io ero sui quattordici. C’erano, su quell’immagine, a lato d’un fascio di fiori che allora ci sembravano molto belli, questi versi, una parafrasi di Corneille:Quel charme vainqueur du mondevers Dieu m’élève aujourd’hui?Malheureux l’homme qui fondesur les hommes son appui!1ai quali confesso di preferire infinitamente il semplice versetto di Geremia. Senza dubbio Jérôme allora aveva scelto l’immagine senza prestare molta attenzione ai versi. Ma, se devo giudicare dalle sue lettere, la sua disposizione d’animo è adesso molto simile alla mia, e ringrazio ogni giorno Iddio di averci insieme avvicinati a Lui.Ricordandomi della nostra conversazione, non gli scrivo più così a lungo come in passato, per non turbarlo nel suo lavoro. Certamente troverai che, in compenso, parlo tanto di lui; per paura di continuare, pongo subito fine a questa lettera; per questa volta non rimproverarmi troppo.»
«Caro Jérôme,Pensa al mio stupore di ieri, quando aprendo a caso il bel Racine che mi hai donato, vi ho trovato i quattro versi della tua vecchia immagine di Natale, che conservo da quasi dieci anni nella mia Bibbia.Quel charme vainqueur du mondevers Dieu m’élève aujourd’hui?Malheureux l’homme qui fondesur les hommes son appui!2Li credevo estratti da una parafrasi di Corneille e confesso che non li trovavo precisamente molto belli. Ma, proseguendo la lettura della quarta cantica spirituale, mi sono imbattuta in strofe tanto belle che non posso trattenermi dal trascrivertele. Certamente tu le...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Introduzione. di Oreste Del Buono
- Cronologia della vita e delle opere
- Bibliografia
- LA PORTA STRETTA
- Capitolo I
- Capitolo II
- Capitolo III
- Capitolo IV
- Capitolo V
- Capitolo VI
- Capitolo VII
- Capitolo VIII
- Diario di Alissa
- Epilogo
- Copyright