Il cervello, o encefalo, fa parte del sistema nervoso centrale insieme al midollo spinale. Sono in continua comunicazione fra di loro poiché devono elaborare gli stimoli esterni, o interni al corpo, interpretandoli e comunicandoli poi a tutti gli organi e apparati dell’organismo.
Anche se sembra una struttura unica, il cervello è diviso in due emisferi uguali che controllano le parti opposte alla loro posizione: l’emisfero destro controlla la parte sinistra del corpo e l’emisfero sinistro coordina quella destra. Quest’organo deve avere la massima protezione, perché è il più importante che abbiamo. Ecco il motivo per cui oltre ad avere una struttura esterna, di materiale osseo, possiede anche un rivestimento che lo avvolge, composto da tre foglietti, le meningi. Il ruolo del cervello, e di conseguenza anche del midollo spinale, non è solo quello di distribuire le informazioni a tutto il corpo. È una vera e propria cabina di regia addetta alla regolazione o inibizione di ormoni, della pressione arteriosa; è responsabile della percezione del dolore o del piacere.
Come tutti gli organi, però, è soggetto agli effetti del tempo. Il cervello invecchia come il corpo, e questo è causa di degenerazioni più o meno importanti e invalidanti. Le patologie neurodegenerative rimangono, ancora oggi, quelle dove la medicina tradizionale può fare poco, nonostante siano stati fatti passi da gigante rispetto agli ultimi anni. Un’alimentazione corretta è sicuramente promotrice di salute anche a livello cerebrale, e grazie a questa possiamo fare davvero la differenza.
Alcune patologie del cervello
ALZHEIMER
La malattia di Alzheimer è la più grave forma di demenza senile. Attualmente non esistono cure risolutive. Gli studi più recenti evidenziano che colpisce in numero maggiore il sesso femminile, e si può manifestare in un’età compresa fra i quaranta (precoce) e i settant’anni. L’aspettativa di vita ne viene, ovviamente, ridotta.
Qualcosa invece possiamo dire sulla eventuale profilassi di soggetti che, per motivi genetici (esiste anche una componente ereditaria trasmissibile), potrebbero incorrere in questa patologia. Sarà necessario, a fine preventivo, eliminare il cibo spazzatura che, ahimè, inizia a fare danni già in età infantile; merendine, bibite stracariche di zuccheri fastidiosi, cibi con metalli pesanti, stress, fumo, superalcolici e glifosato sono senz’altro concause di questa malattia.
DEPRESSIONE
È una patologia caratterizzata da sensazioni di forte tristezza, buio mentale, disassuefazione alle gioie della vita. Ovvio che in situazioni così pesanti siano necessari i farmaci, ma a volte si scambia per depressione la malinconia, la stanchezza ricorrente o, più spesso, l’incapacità di affrontare i problemi della vita. Ed è quest’ultimo caso il più frequente, ma siccome alla nostra salute ci tengono in tanti, ecco che vengono consigliati mille farmaci anche per situazioni davvero blande. Nelle forme leggere la depressione può essere ben affrontata con erbe medicali, ma per arrivare a una diagnosi sicura bisogna necessariamente affidarsi a mani esperte.
Alimenti che fanno bene al cervello
CAFFÈ
Descrizione
Il caffè appartiene alla famiglia delle rubiacee. In commercio vengono presentate praticamente soltanto due delle innumerevoli specie possibili di questa pianta, la «arabica» e la «robusta», in prevalenza proveniente dai Paesi africani o dall’America centrale e meridionale.
I frutti si presentano inizialmente di colore tendente al rosso, e devono subire diversi processi prima che si possa usare il chicco brunito che ben conosciamo. Come con il cacao, si deve passare dalla fermentazione, dall’essiccatura e dalla torrefazione (la tostatura). I chicchi crudi contengono sia caffeina, con diverse percentuali nelle varie specie, per esempio meno nella robusta e di più nella variante arabica, sia lipidi, proteine, potassio, magnesio, sali minerali e vitamine. Al termine del processo, però, alcuni eccipienti vengono persi, tra cui i lipidi.
Questa bevanda ha diversi secoli e nacque in Etiopia nella regione di Kaffa (da cui il termine «caffè»), dove i monaci la usavano per aumentare l’attenzione nelle notti di veglia e di preghiera. Da allora è divenuta la bevanda preferita del mondo occidentale. In farmacologia viene introdotta nella categoria degli alimenti nervini, utili quindi per stimolare il sistema nervoso centrale. I suoi effetti sono comunque estremamente soggettivi: c’è chi non riesce a dormire se beve un caffè alle sei del pomeriggio e chi prende un caffè dopo cena e poi si gode un sonno lungo e rigenerante. In ogni caso, a mio avviso, i grandi meriti del caffè sono quelli di permettere la liberazione di endorfine, le molecole della felicità.
Proprietà
La caffeina è la responsabile delle proprietà del caffè, che stimolano un po’ tutti gli organi del corpo. L’attività tonica avviene in risposta a segnali inviati a livello del sistema nervoso centrale, allontanando noia e stanchezza, fornendo energia e uno stato di vigilanza aumentata. Possiede un effetto antidolorifico nel caso si soffra di emicranie e cefalee. Agevola la digestione, stimola la cistifellea e la produzione di bile, che causa aumento dell’attività peristaltica.
Piante che fanno bene al cervello
GINKGO
Descrizione
Appartiene alla famiglia delle ginkgoacee ed è un albero antichissimo, le cui origini risalgono a centinaia di milioni di anni fa; per questo è considerato un fossile vivente. La pianta, originaria della Cina, dove viene chiamata «albero di capelvenere», si coltiva in maniera industriale in Europa, Giappone, Corea e Stati Uniti per l’utilizzo medicinale delle sue foglie. Numerosi e scientificamente rilevanti sono gli studi che attestano le molteplici proprietà terapeutiche degli estratti di Ginkgo biloba.
Ciò ne ha promosso la riscoperta come integratore alimentare, tanto da affermarlo come uno dei dieci prodotti maggiormente consumati nel mondo occidentale. Le proprietà del ginkgo sono da ricercare nei moltissimi costituenti di cui è composto: il bilobalide è quello più presente, mentre una moltitudine di ginkgolidi rappresentano un’altra notevole parte. Inoltre si annoverano quercetina, flavonoidi, fra cui il kampoferolo e le procianidine.
Proprietà
Gli estratti di ginkgo sono stati sperimentati per molti anni su un grandissimo numero di patologie e per alcune di esse si sono ottenuti notevoli riscontri di efficacia. In particolare, le maggiori evidenze scientifiche riguardano il trattamento del declino cognitivo, di alcuni disordini con origini vascolari e di sindromi metaboliche. Gli estratti hanno una potente azione antiossidante, fra le più forti conosciute, e proprio per questo contrastano gli effetti dello stress fisico e mentale, abbassando la concentrazione plasmatica di cortisolo. L’utilizzo di suoi estratti migliora i parametri fisiologici delle sindromi metaboliche e potrebbe perciò rappresentare una terapia di supporto per tali patologie. Per esempio si è dimostrato in grado di migliorare il profilo lipidico, di ridurre la formazione di placche aterosclerotiche e i valori di proteina C-reattiva.
GRIFFONIA
Descrizione
Appartiene alla famiglia delle fabacee (o leguminose). È una pianta originaria dell’Africa, ma anche di tutte le zone tropicali. È chiamata anche «fagiolo africano» a causa dei suoi frutti che appaiono come baccelli, all’interno dei quali troviamo i semi. La droga (la parte di pianta farmacologicamente interessante), ricca di principi attivi, è costituita proprio dai semi. Vi abbonda il triptofano, l’amminoacido precursore della serotonina, l’ormone della felicità.
Proprietà
Dall’estratto secco dei semi si ricava un integratore alimentare utilizzato in erboristeria e in fitoterapia per le sue proprietà, e commercializzato puro come blando antidepressivo e come dimagrante, nonché come conciliante del ciclo sonno/veglia. In formulazione con altri estratti, come quello di valeriana, e/o con la melatonina ha effetto sulla regolazione dell’appetito, rivelandosi utile anche nel contrastare la cosiddetta «fame compulsiva» o «fame nervosa».
LAVANDA
Descrizione
Appartiene alla famiglia delle lamiacee. È molto diffusa nella zona del bacino mediterraneo, nell’Africa del Nord e dall’Arabia all’India. Predilige un clima temperato tropicale, ma soprattutto con una buona percentuale di umidità. L’olio essenziale di lavanda, che comprende linalolo e acetato di linalile, è l’olio eterico più utilizzato in profumeria.
Proprietà
Fin dall’antichità sono ben note le diverse proprietà della lavanda, benefiche sotto molti aspetti: battericide, vasodilatatorie, antisettiche, analgesiche e antinevralgiche riguardo ai dolori muscolari. Essendo inoltre un blando sedativo, viene impiegata anche in aromaterapia come antidepressivo, tranquillizzante, ed equilibrante del sistema nervoso. È un buon decongestionante nel caso di raffreddori e influenza, ed è efficace per abbassare la pressione arteriosa e ridurre i problemi digestivi.
MELISSA
Descrizione
Appartiene alla famiglia delle lamiacee. È originaria dell’Europa meridionale o dell’Asia, ma è ormai comune in tutto il mondo. La forma delle foglie assomiglia molto a quelle dell’ortica e della menta, ma non punge e rilascia un piacevolissimo aroma di agrume se sfregata. Già nell’antichità era conosciuta per gli effetti calmanti e adoperata come tisana prima di coricarsi. Dalla melissa è possibile ottenere un olio essenziale contenente citrale, citronellale e cariofillene. Sono inoltre presenti acido caffeico, rosmarinico, triterpeni e vari flavonoidi.
Proprietà
Le proprietà della melissa sono svariate: è capace di curare disturbi gastrici e nausee da ipereccitabilità, e già nel Medioevo era ricercata per le qualità anti-isteriche e sedative. Attualmente viene impiegata per placare stati d’ansia con somatizzazioni viscerali, grazie alla sua azione spasmolitica.
Curiosità
Wagner, Hitler e le anfetamine
Nacht und Nebel, niemand gleich. «Notte e nebbia, non c’è più nessuno» scriveva Richard Wagner nel suo capolavoro, L’oro del Reno, frase rubata poi da Adolf Hitler per definire il suo infame decreto del 7 dicembre 1941, l’editto Notte e nebbia nel quale descriveva minuziosamente come eliminare i prigionieri politici scomodi, quelli cioè che si erano permessi di criticare il suo operato. Il tutto avvenne dopo la dichiarazione di guerra della Germania agli Stati Uniti, appunto nel dicembre del ’41: si trattava soprattutto di intellettuali e militari tedeschi, i quali, conoscendo l’enorme forza militare degli USA, accusarono Hitler di follia e incompetenza. Que...