Angela Merkel
eBook - ePub

Angela Merkel

La donna che ha cambiato la storia

  1. 372 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Angela Merkel

La donna che ha cambiato la storia

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

La vita pubblica di Angela Merkel è una delle più documentate al mondo, ma si sa molto poco della storia personale. Occorre scavare nei primi trent'anni vissuti nella Germania comunista e utilizzare quanto lei ha accettato di raccontare: l'educazione protestante, la giovinezza nella nube grigia della dittatura, la formazione scientifica, l'amore per la libertà. E ancora oggi il rispetto della sua privacy è assoluto, cementato dalla fedeltà di amici e collaboratori. Per questo la cancelliera appassiona i biografi, che per venire a capo dell'enigma della sua vita devono giocare diversi ruoli: un po' cronisti e un po' storici, un po' psicologi e un po' narratori. "Destino e carattere influenzano la storia di ogni individuo. Nel caso dei leader, si sommano alla capacità di andare oltre il quotidiano, di diventare visionari senza essere ingenui" scrive Massimo Nava, che in questo libro racconta la vita di una donna eccezionale, protagonista assoluta della storia recente d'Europa. Spesso indispensabile, talvolta contestata, mai sconfitta. Nessun leader di Paesi democratici ha resistito più di lei all'usura del tempo e alla stanchezza fisiologica dell'elettorato. Alle emergenze che hanno scandito i suoi sedici anni alla guida della Germania - la crisi dei debiti sovrani, il caos finanziario della Grecia, le ondate migratorie, la crisi ambientale, il terrorismo internazionale e la pandemia - Angela Merkel ha risposto tenendo insieme in un delicato equilibrio interessi tedeschi e ideali europei; e in circostanze eccezionali ha agito d'impulso, come se la spinta morale avesse il sopravvento sulla prudenza. Nel 2015, per esempio, ha aperto le porte della Germania a centinaia di migliaia di migranti in fuga dalla guerra in Siria. Da decenni la sua personalità è descritta senza sfumature: razionale, monotona, in sintonia con il luogo comune della Germania ordinata, programmata, prevedibile. Il racconto appassionato di Massimo Nava ci mostra però che la verità è diversa, più articolata. Nel maggio del 2019, intervenendo davanti a ventimila laureandi dell'Università di Harvard, ha detto: "Continuate a chiedervi: sto facendo questo perché è giusto o solo perché è possibile? Ricordate, l'apertura comporta sempre dei rischi. Per iniziare qualcosa di nuovo è necessario lasciare andare il vecchio. E soprattutto, nulla deve essere dato per scontato, tutto è possibile".

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Angela Merkel di Massimo Nava in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Politica e relazioni internazionali e Biografie in ambito politico. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Prima parte

La ragazza dell’Est

Ogni inizio contiene una magia
che ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi,
senza fermare in alcun d’essi il piede.
Herman Hesse, Gradini
1

Un destino

Ho cercato alcune forme di adattamento, non c’è nulla da rimproverare in questo adattamento.
A.M., intervista a Günter Gaus, 11 novembre 1991
In una grigia giornata del 1978, due agenti della Stasi, la polizia segreta della Germania comunista, avvicinano una studentessa, Angela Kasner, ventiquattro anni. Si è laureata in fisica a pieni voti, ha un curriculum scolastico pieno di encomi e si avvia a una brillante carriera di ricercatrice presso l’Accademia delle scienze di Berlino, prestigioso istituto voluto dall’imperatore Federico II e presieduto, nel 1701, dal filosofo Gottfried Wilhelm von Leibniz.
La sua tesi sarà pubblicata in inglese sulla rivista scientifica «Chemical Physics». Un riconoscimento di grande prestigio per una ricercatrice appena laureata.
La Stasi è un’organizzazione spietata e ramificata, si avvale di migliaia di agenti e funzionari e di un numero incalcolabile di collaboratori occasionali, gli Inoffizieller Mitarbeiter, cittadini qualsiasi ingaggiati per fornire informazioni, spiare vicini di pianerottolo e persino parenti, e prendere parte attiva alla difesa dello «Stato degli operai e dei contadini». È stato accertato che la polizia segreta della DDR poteva contare su novantamila funzionari effettivi e centosettantatremila collaboratori esterni, oltre alle centinaia di attivi in Occidente.
Quel sistema è stato descritto in modo esemplare nell’inquietante film di Florian Henckel von Donnersmarck Le vite degli altri, premiato con l’Oscar nel 2007. Nello stato-prigione della DDR, ogni cittadino-compagno poteva essere classificato come suddito fedele, oppositore, collaboratore, traditore. Si sa, regimi e rivoluzioni divorano i sudditi e, a volte, i loro eroi.
Molti anni dopo, quando un consigliere del presidente francese Nicolas Sarkozy chiese alla Merkel un commento sul film, lei rispose: «Era molto peggio. Non ho mai visto un agente della Stasi di buon cuore come quello del film, uno a cui ci si possa persino affezionare».
Negli archivi della polizia segreta comunista, sono custoditi quarantuno milioni di dossier. Dopo la riunificazione, sono stati catalogati e sono da tempo consultabili. Così, a distanza di anni, le vittime possono scoprire chi erano i loro anonimi carnefici, gli autori di denunce, ricatti, ignobili persecuzioni e grottesche spiate. È una storia infinita, che accompagna almeno due generazioni di tedeschi dell’Est. Nel corso degli anni, fino alla caduta del Muro, tanti insospettabili e specchiati cittadini – politici, intellettuali, addirittura dissidenti – avevano ceduto alle sirene del conformismo e ai ricatti e avevano firmato lo sciagurato patto con il diavolo.
La studentessa Kasner non ha nulla da temere, eppure è inquieta: fin dall’adolescenza, ha imparato a difendersi dai metodi del regime. La rete capillare di informatori raccoglie qualsiasi insignificante dettaglio di appuntamenti, frequentazioni, relazioni, nel presupposto che, prima o poi, l’informazione potrà tornare utile alla stabilità del sistema.
«Quante volte ha ascoltato trasmissioni radio occidentali nell’ultima settimana?» le chiedono. «E quando ha ricevuto l’ultima volta regali dalla Germania Ovest?» Usano toni melliflui, calcolano che la giovane, determinata e ambiziosa com’è, possa essere disposta a qualche compromesso per la carriera. Un’informatrice nell’ambiente accademico può tornare utile. I due scherani la aspettano al varco, come i «bravi» manzoniani, senza sapere che la futura cancelliera non è don Abbondio.
Dopo pochi minuti, vanno al sodo: «Vorrebbe collaborare con noi?».
Angela Kasner non ha tempo per riflettere, ma ha valutato le conseguenze delle risposte. Un «sì» significa tradire compagni, amici, parenti; legarsi a un regime che non approva; venire meno a un’etica della responsabilità che i genitori le hanno inculcato fin da piccola. Ma un «no» significa compromettere la carriera, dire addio alle ambizioni, essere magari schedata come individuo sospetto. Non ha nemmeno interesse ad arruolarsi nella pattuglia di attivisti visionari e oppositori frustrati che sperano di costruire il «socialismo dal volto umano» mentre i VoPos, le guardie di frontiera, sparano a vista su quanti cercano di passare al di là del Muro.
Gli spazi di libertà personale sono esigui. La maggior parte dei tedeschi dell’Est è rassegnata, cerca di sopravvivere alla meglio, rimanendo nell’ombra. Si aspettano mesi per avere servizi e beni di consumo (come il telefono o l’automobile). I prodotti scarseggiano, e se abbondano sono di bassa qualità. L’aria grigiastra delle città è ammorbata dal fumo delle centrali a carbone e dalla pessima benzina. Divenne un’immagine cult, nei giorni della caduta del Muro, l’arrivo delle banane nei supermercati. In compenso, se si tiene una buona condotta, si è assistiti dalla culla alla tomba. Rispetto agli altri Paesi comunisti, il tenore di vita, per quanto modesto, è più alto. Nessuno fa la fame, nessuno ha da temere per il posto di lavoro, se non per questioni disciplinari. Pochi, in realtà, lavorano sodo. Alle catene di montaggio si può leggere un libro, si fanno pause, riunioni di partito, celebrazioni ideologiche e molto altro.
Angela aveva letto di nascosto 1984 di George Orwell. Le era assolutamente chiaro quanto grande fosse l’occhio indiscreto dello Stato. Sceglie allora di pronunciare un «ni», ambiguo, elegante, astuto. «Sono una chiacchierona, non sono capace di tenere un segreto, sarei inaffidabile» dice agli agenti. «Mi confiderei subito con mio marito» aggiunge. Era appena sposata e ancora innamorata: come avrebbe potuto nascondere la sua attività di spia al compagno?
I funzionari restano perplessi, forse disarmati da una reazione ingenua e imprevista, concludono che la giovane scienziata, tutta presa da atomi e molecole, non sarebbe poi tanto utile. Ringraziano e salutano.
Non si sa se le cose siano andate effettivamente così, ma l’incontro con gli agenti della Stasi ci fu e questo è, in sintesi, quanto riferito in seguito da lei stessa.
Certi momenti della vita non si dimenticano, anche se sfumano i dettagli.
Inutilmente, critici e avversari hanno scavato nel passato, negli archivi della Stasi per scoprire una traccia di complicità o sottomissione. Mentre diversi attivisti dissidenti, intellettuali, personalità politiche dell’opposizione e qualche compagno d’università risultarono impigliati nella rete di informatori, nessuna macchia è emersa nella biografia della cancelliera. Solo una sfumata ambiguità, un compromesso per inerzia e quieto vivere, nessuna forma di collaborazionismo, e molta amarezza interiore che si porterà dentro per sempre. Nella ex DDR, ricorda nel libro-intervista Mein Weg, con Hugo Müller-Vogg (2005), «bisognava essere capaci di leggere fra le righe e di ascoltare toni sfumati, di comprendere anche il non detto». Si imparava «a raggiungere un certo grado di soddisfazione anche con mezzi limitati» nonché «l’arte di riuscire a vivere di fronte a tutti i tentativi di repressione».
Occorre ricordare quel momento fatale, l’attimo in cui una reazione può cambiare il corso di ogni vita. È da qui che si possono cominciare a comprendere la traiettoria di un destino e le circostanze straordinarie che hanno trasformato la figlia di un pastore protestante, cresciuta in un regime dittatoriale, nella donna più potente del mondo, cancelliera per sedici anni e quattro legislature, «imperatrice» d’Europa, paragonata – per energia e permanenza al potere – a Caterina II di Russia o a Elisabetta I d’Inghilterra, secondo definizioni giornalistiche efficaci, che tuttavia non rendono giustizia allo spirito di servizio che ha sempre animato la sua azione. Circostanze straordinarie che hanno inciso sul carattere, influenzato la formazione, condizionato la sua cultura politica.
Nella vita di ogni individuo ci sono treni che si lasciano passare o si prendono in corsa. Talvolta si parla di fortuna, ma, come scrisse Montesquieu a proposito di Giulio Cesare, «sarebbe stato ben difficile che non fosse riuscito vincitore, qualsiasi esercito avesse comandato; e che, in qualsiasi repubblica fosse nato, non l’avesse governata».1
Gli storici continueranno a dividersi, le vicende sono ancora troppo fresche e attuali perché la cronaca ceda definitivamente il passo alla Storia e la politica resista alla tentazione di prendere posizione. La differenza fra Mutti e Zarina, a seconda degli interlocutori, è molto sottile.
«La mia decisione di entrare in politica» ha detto la Merkel «nasce da circostanze caotiche ed eccezionali. Non credo che sarei riuscita a fare questo passo nelle condizioni della Germania Occidentale. Qui avrei fatto l’interprete o l’insegnante.»
Le cose, nelle due Germanie degli anni Ottanta, accaddero in fretta e, per chi fosse stato capace di vederlo arrivare, ogni attimo fu decisivo. «Der Spiegel» l’ha definita «un’incarnazione delle circostanze», una donna che, almeno fino alla caduta del Muro, si racconta per il tempo in cui ha vissuto più che per ciò che ha fatto. Sembra che il tempo le vada incontro, secondo un’immagine cara a Shakespeare. Scavare nel suo passato, è un po’ come camminare su uno di quei laghi ghiacciati della Germania in inverno: si rischia di scivolare, di precipitare nelle crepe e di non arrivare dall’altra parte della riva, alla meta di un racconto completo ed esauriente.
Giornalisti e biografi tedeschi hanno raccolto testimonianze di ogni genere, non tutte attendibili né tutte obiettive, qualcuna ostile. Lei, la «fonte» principale, nelle rarissime interviste ha sorvolato sui ricordi, mentre è stata prodiga di discorsi pubblici e conferenze in cui non si parlava di lei, ma della Germania e del suo governo. Alla cancelleria, c’è un quadro di Oskar Kokoschka, il ritratto di Konrad Adenauer, il cancelliere della rinascita tedesca: non un pezzo di Muro e nemmeno qualche fotografia della rivoluzione che cambiò la Germania e in cui la cancelliera ebbe una partecipazione assolutamente marginale. Per raccontare la sua vita bisogna scremare la mole immensa del personaggio pubblico e annaspare alla ricerca di dettagli della sua sfera privata. Per trovare un punto di sintesi, occorre mettere a fuoco dei frammenti e relazionarli a scelte politiche cruciali che da quei frammenti furono con ogni probabilità influenzate.
Quel «ni» agli agenti della Stasi aiuta a comprendere la straordinaria capacità di resistenza e «galleggiamento» nell’altro mondo, la velocità di calcolo, la fermezza morale, il carattere di ferro, la prudenza infinita a volte scambiata per immobilismo.
Quel «ni» va relazionato a circostanze che determinarono il suo destino, momenti incredibili, situazioni improvvise in cui seppe spiegare le vele al vento, prendere la decisione giusta per sé e per il Paese, assumersi responsabilità e rischi, cambiare di colpo la sua stessa vita.
Poteva crescere, come milioni di suoi coetanei, nella prospera, colta e libera Amburgo, la città dove è nata. Ma è ancora in fasce, non ha ancora pronunciato le prime parole, né compiuto i primi passi, che già un altro destino si impossessa della sua vita: il trasloco della famiglia a Est, nell’altra Germania. «Soltanto uno stupido o un comunista poteva compiere una simile scelta» si disse a suo tempo di suo padre, il pastore Horst Kasner, che, come vedremo, fu ispirato dal senso del dovere e da profonde convinzioni morali e religiose, benché inficiate a volte da insinuazioni malevoli, quali appunto la battuta sul dilemma se fosse «stupido o comunista», ovvero furbo e complice.
La piccola Angela vive in un ambiente particolare, in cui intervengono elementi psicologici e educativi intrecciati e complessi. Riceve il sacramento della cresima e ascolta i suoi insegnanti ripetere a memoria le glorie del socialismo. Impara a parlare «diversamente» a seconda delle persone che ha di fronte. È un atteggiamento che la influenzerà nella politica attiva, tanto che qualcuno l’ha definita una «sfinge». È un percorso, il suo, che farà sbocciare un irresistibile anelito di libertà. Libertà come valore, declinato nel privato e nel pubblico, come principio indissolubilmente legato alla democrazia e alla giustizia. Per la futura cancelliera, sarà la bussola della sua visione politica, da cui discendono altri valori: giustizia, solidarietà, diritti, trasparenza dell’informazione. «La libertà è stata la più bella esperienza della mia vita, non c’è nulla che mi infonda più coraggio, che mi spinga ad andare avanti, che mi faccia sentire ottimista quanto il potere della libertà.»
La difenderà nei confronti di dittatori e oligarchi e denuncerà i pericoli che la minacciano nell’era della globalizzazione, della rivoluzione tecnologica, degli scontri di civiltà e dei nazionalismi. La supremazia dei «nostri valori» non è, insomma, garantita. In un celebre discorso tenuto nel 2010 al forum M100 Sanssouci Colloquium sul ruolo dei media negli affari internazionali e nella democrazia, disse che la libertà non può essere scissa dalla responsabilità. «Da una parte c’è la libertà da qualche cosa, dall’altra la libertà di fare qualche cosa.»
Fino a trent’anni, Angela non ha conosciuto nessun tipo di libertà. Ha vissuto in un involucro di calma piatta, di percorsi scolastici programmati, di regole educative accettate o imposte dalla famiglia, di attività sociali, sportive e culturali ritagliate in un tempo libero standardizzato secondo lo spirito dello Stato comunista che tutto vede, provvede e sorveglia. Poi l’improvviso e travolgente cambiamento.
La rivoluzione privata – si sposa, divorzia pochi anni dopo, fa una vita da single un po’ bohémien, lavora come barista part-time, conosce un altro compagno, viaggia – provocherà un deragliamento dai binari della normalità in cui era incanalata la sua esistenza e le offrirà un nuovo orizzonte nel corso degli anni successivi: la politica attiva, al servizio della Germania riunificata. Con energia e tenacia, il marchio di fabbrica dei provinciali che si fanno largo nella metropoli.
1. Montesquieu, Considerazioni sulle cause della grandezza dei Romani e della loro decadenza, Einaudi, Torino 1980.
2

Un viaggio a Ovest

Le diverse esperienze di vita a Est e a Ovest sono un dato di fatto. Dovremmo parlarne di più e sforzarci di capirci l’un l’altro.
A.M., «Der Spiegel», 4 novembre 2019
Negli anni Ottanta, Angela Kasner è una stimata ricercatrice all’Accademia delle scienze, uno dei grigi palazzi neoclassici di Berlino-Adlershof che in seguito sarà abbattuto.
Ogni mattina prende la U-Bahn, la metropolitana, dalla stazione di Prenzlauer Berg, il quartiere dove, da quando è divorziata, vive sola in un piccolo appartamento. All’epoca era una vivace zona popolare, circondata dai palazzi del potere e dalle opprimenti architetture socialiste della Berlino ricostruita dopo i bombardamenti. Dopo la caduta del Muro, è diventato un quartiere chic, frequentato da artisti, designer, borghesi e intellettuali che hanno risanato vecchie case cadenti e ristrutturato loft.
Dal lunedì al venerdì, comincia a lavorare in laboratorio alle sette e mezza del mattino e rientra nel tardo pomeriggio. L’impegno è assiduo, non ci sono distrazioni, non conduce una vita eccitante. In compenso ha qualche possibilità di viaggiare. Anche fuori dai confini, nell’emisfero della ex URSS. Partecipa a conferenze universitarie, congressi, soggiorni organizzati dalla Jugendtourist, l’agenzia turistica della FDJ, la Libera gioventù tedesca, la federazione dei giovani tedeschi che il regime utilizza per inquadrare le attività studentesche e sportive delle nuove generazioni. Anche Angela, come la stragrande maggioranza dei coetanei, è stata un membro attivo della FDJ, ha partecipato a competizioni e ottenuto importanti riconoscimenti, fra cui la medaglia d’oro alle Olimpiadi di lingua russa. In quell’occasione, vince anche un viaggio a Mosca, nell’anno in cui si celebra il centenario della nascita di Lenin.
I viaggi si organizzano nella sfera d’influenza sovietica. Mosca, Budapest, San Pietroburgo (all’epoca Leningrado), Praga, Varsavia. Non ha ancora trentadue anni quando finalmente le si presenta l’occasione di scoprire, da sola, l’altra Germania in cui è nata: ha ricevuto un invito ad Amburgo, alla festa di nozze di un cugino.
Possiamo immaginare il suo stato d’animo, la gioia e l’inquietudine dei preparativi. Passerà per la prima volta il Muro, al posto di controllo di Friedrichstrasse, quello riservato ai tedeschi dell’Est, dove ogni giorno transitano i pochi che possono andare e tornare dall’altro mondo. Le faranno le domande di rito, dove va, quando rientrerà, chi andrà a trovare e, al ritorno, le faranno aprire la valigia. Farà attenzione. I VoPos sequestrano anche i giornali.
Il regime aveva allentato le maglie, ma soltanto a favore di particolari categorie: i pensionati, che rientravano nel Paese con pacchi dono e marchi occidentali e gli oppositori lasciati andare via in cambio di valuta, di fatto «venduti» o segretamente scambiati con agenti arrestati in Occidente. Ma era raro che un cittadino adulto e in età da lavoro potesse partire portandosi dietro il coniuge o la famiglia, e piuttosto complicato che una single, peraltro di alto livello accademico, ottenesse il via libera.
Era già stata nella RFT, la Repubblica Federale, ma da bambina, a trovare la nonna materna Gertrud, che aveva continuato a risiedere ad Amburgo. Ed era andata in vacanza con genitori e fratelli...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Angela Merkel
  4. Introduzione. Mutti
  5. Prima parte. LA RAGAZZA DELL’EST
  6. Seconda parte. LA PRIMA CANCELLIERA
  7. Cronologia essenziale
  8. Ringraziamenti
  9. Bibliografia
  10. Crediti fotografici
  11. Inserto fotografico
  12. Copyright