Dicevo... nessuna nasce «imparata». Fidatevi di me che di donne, nella mia vita professionale di ginecologa, ne incontro davvero molte, di tutte le età e con i problemi più svariati: alcune sono consapevoli di se stesse e del proprio corpo; le più spavalde arrivano nel mio studio con una diagnosi già fatta, spesso sbagliata, per la quale si sono affidate al dottor Google; altre, invece, si presentano all’appuntamento terrorizzate perché amiche o conoscenti hanno detto loro che la visita ginecologica è peggio di una tortura cinese, quando le vedo varcare la soglia, mi sembrano pronte per andare al patibolo; altre ancora mi guardano con occhi sbalorditi appena dico loro che per fare pipì non è necessario togliere l’assorbente interno perché l’urina non esce dalla vagina…
Insomma, ognuna è diversa e c’è chi è più o meno consapevole del proprio corpo e della propria femminilità. Quindi, per fugare ogni dubbio, compreso quello sull’orifizio da cui esce la pipì, cominciamo da un po’ di anatomia. Sapere come siamo fatte e come funziona il nostro apparato genitale è un argomento di fondamentale importanza e cercherò di dirvi tutto ciò che c’è da sapere in modo scientifico e divertente insieme!
1. Come siamo fatte
Avere una corretta informazione sull’anatomia femminile può aiutarci a conoscerci meglio, ad acquisire una maggiore confidenza con il nostro corpo e ad accettare con serenità le differenze che fanno di ognuna di noi una persona speciale. In sostanza, può aiutarci a capire meglio noi stesse e ad amarci di più.
Più volte nella vita ci troviamo a parlare di genitali: in occasione delle mestruazioni, degli assorbenti, del parto. Nonostante ciò, molte donne ne hanno una conoscenza superficiale… per dirla tutta, non hanno realmente idea di cosa ci sia di preciso lì sotto.
Se qualcuno ci chiede, però, com’è fatta la nostra bocca, sarà facile rispondere che abbiamo le labbra, la lingua, le gengive, i denti e così via. Ma allora perché dei genitali sappiamo spesso poco o nulla?
Probabilmente il problema è di tipo socioculturale: intorno ai genitali e a tutto ciò che rappresentano (la sessualità, il ciclo mestruale) ci sono sempre stati mille tabù e un grande problema comunicativo sia all’interno della famiglia e della scuola sia nella vita di tutti i giorni. Quante volte avete chiesto a un’amica che tipo di depilazione utilizza o dove abbia comprato un reggiseno che vi piace? Le avete mai chiesto, invece, come sono fatte le labbra della sua vulva oppure se ha dei pallini sui capezzoli? Magari fate parte dell’eccezione alla regola, ma so che alcune di queste domande intime rimangono per lo più mute.
Procediamo allora insieme alla scoperta del nostro apparato genitale, perché dare un nome a ciascuna delle sue parti è il primo passo per superare ogni tipo di imbarazzo e vergogna nel rapporto con la propria zona intima e rompere alcuni tabù su aree del corpo che sono fondamentali e meritano la stessa attenzione e lo stesso trattamento di salute e benessere che riserviamo alle altre.
Partiamo dicendo che il termine «genitali» include i genitali esterni e i genitali interni.
1.1 I genitali esterni
Nel loro insieme costituiscono la vulva e comprendono il monte di Venere, le grandi labbra, le piccole labbra, le ghiandole di Bartolino, il clitoride e l’imene.
Hanno fondamentalmente tre funzioni:
- proteggono gli organi genitali interni da virus, batteri e funghi (non i porcini, ma quelli tipo la candida!);
- favoriscono il piacere sessuale;
- consentono l’ingresso dello sperma.
Ma vediamoli nel dettaglio.
1. Il monte di Venere è una protuberanza di tessuto adiposo, cioè grasso, coperto da peluria. Contiene ghiandole che rilasciano sostanze coinvolte nell’attrazione sessuale chiamati «feromoni».
2. Le grandi labbra sono delle pieghe di tessuto adiposo ricoperte di peli che racchiudono e proteggono gli altri organi genitali e producono secrezioni lubrificanti.
3. Le piccole labbra si trovano all’interno delle grandi labbra. Partono al di sopra del clitoride andandone a formare il cappuccio e scendono in basso fino alla forchetta vaginale (la porzione inferiore dell’ingresso della vagina con una forma a V; non fatevi fuorviare dal nome pensando a un tridente con cui arrotolare un po’ di amatriciana); con la loro faccia interna, quindi, delimitano l’ingresso vaginale.
Durante la stimolazione aumentano di volume e sensibilizzano la zona, favorendo l’atto sessuale. Servono inoltre per indirizzare il getto di pipì che fuoriesce dall’uretra (il buchino posto tra il clitoride e l’ingresso vaginale che collega la vescica con l’esterno permettendo all’urina di uscire). Se non ci fossero, la nostra pipì andrebbe un po’ ovunque, come se utilizzassimo una pistola ad acqua.
4. Le ghiandole di Bartolino secernono il liquido che permette la lubrificazione durante il rapporto.
5. Il clitoride è il nostro organo deputato al piacere! Si tratta di quella piccola sporgenza nella porzione superiore delle piccole labbra, tipo un fagiolo, molto sensibile, che può inturgidirsi durante l’eccitazione andando così incontro a erezione. La sua stimolazione può inoltre portare all’orgasmo. Nonostante la sua porzione esterna e visibile sia molto piccola, internamente si estende nel canale vaginale per diversi centimetri.
Il clitoride si può dividere in tre parti: le due radici, il corpo e il glande. Le radici avvolgono la vagina e, insieme alla parte posteriore del corpo, sono interne e quindi non si vedono. In realtà la maggior parte del clitoride si trova all’interno del corpo della donna (pensate che può arrivare a 10 centimetri), fuoriuscendo solamente per un piccolo tratto (il glande, che in realtà è il più famoso e forse l’unica porzione conosciuta alla maggior parte delle persone).
Ah! Qualcuno dice il clitoride, qualcun altro la clitoride... entrambi i modi sono corretti, ma a me piace di più al maschile.
6. L’imene è una membrana mucosa che si trova subito all’ingresso della vagina e serve per proteggere il nostro apparato riproduttivo da virus e batteri quando siamo piccine; non chiude completamente l’ingresso della vagina perché deve consentire la fuoriuscita di sangue mestruale e delle secrezioni interne. In molte donne è sottile, elastico e poco innervato.
Imene e verginità
Il fatto che la verginità si perda con la rottura dell’imene è più un luogo comune che altro, un retaggio culturale! Questo perché l’imene può rompersi in tantissimi modi: andando in bicicletta, a cavallo, facendo sport, con l’utilizzo di assorbenti interni o coppette, ma questo non significa nulla.
Talvolta invece rimane integro fino ai primi rapporti, quando si può rompere causando più o meno dolore e una perdita di sangue scarsa o un po’ più cospicua, a seconda del suo spessore e della sua rigidità.
Insomma, la verginità è un concetto astratto e molto più profondo, che non si può legare esclusivamente a una membrana vaginale!
Molte ragazze spesso si sentono a disagio con i propri genitali, un po’ perché forse non ne hanno visti altri e non sanno se sono normali oppure no, un po’ per i tabù che vi girano intorno e per tutti i motivi che dicevamo prima (la carenza di educazione sessuale nelle scuole o per eccesso di pudore in famiglia).
Se da una parte i ragazzi hanno il vantaggio di potersi spesso guardare e confrontare anche sotto la doccia degli spogliatoi dopo aver fatto sport, la stessa cosa si verifica più raramente tra le ragazze. Del resto, anche volendo indagare meglio, se osserviamo un’altra donna sotto la doccia possiamo vedere il suo pube, il tipo di depilazione che utilizza o al massimo intravedere le sue grandi labbra... ma è difficile andare oltre, così com’è difficile chiedere a un’amica: «Aurora, scusami, puoi sdraiarti e aprire le gambe così paragono la mia vulva con la tua?». E da qui nascono i nostri mille dubbi.
Alcune ragazze ritengono di avere i genitali troppo sporgenti, altre di averli troppo asimmetrici oppure troppo piccoli: insomma i motivi per sentirsi «strane» possono essere tantissimi; ma vorrei dirvi una cosa super importante: LA VULVA PERFETTA NON ESISTE! Siamo tutte diverse come lo sono i nostri genitali.
In linea generale possiamo distinguere cinque tipi di vulva, ma alcune donne possono avere delle caratteristiche intermedie tra due tipologie:
- vulva a tenda: è la forma più comune. Le piccole labbra sono più lunghe delle grandi labbra e spesso «penzolano». Molte donne si sentono in imbarazzo per questa caratteristica che invece, a livello sessuale, avvolgendo il pene, può dare maggior piacere all’uomo e, a livello igienico, porta a una maggiore protezione dei genitali interni;
- a ferro di cavallo: l’apertura della vulva è larga nella parte superiore e si chiude scendendo verso il basso;
- a tulipano: le piccole labbra sporgono appena;
- a sbuffo: è la cosiddetta «vulva paffutella», con le grandi labbra piene e cicciottelle che nascondono le piccole;
- a barbie: le piccole labbra sono piccolissime e rinchiuse all’interno delle grandi labbra come in uno scrigno;
1.2 I genitali interni
Sono i genitali che si trovano all’interno del nostro corpo e comprendono la vagina, l’utero, le tube e le ovaie.
Vediamo anche questi nel dettaglio.
1. La vagina collega i genitali esterni con l’utero. Si tratta in realtà di un canale virtuale, non perché non sia reale ma perché si dilata solo durante il rapporto, la visita ginecologica o il parto, altrimenti è «collassato».
La porzione esterna è muscolare e si contrae involontariamente e ritmicamente durante l’orgasmo. Al suo interno è rivestita da una mucosa «umidiccia», un po’ come l’interno della bocca, per la presenza delle secrezioni prodotte dalla vagina stessa e dalle ghiandole della cervice (o collo dell’utero, ovvero la porzione di utero che arriva in vagina). È normale qu...