Billie Eilish. La storia, la musica, il mito. 100% unofficial
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Billie Eilish. La storia, la musica, il mito. 100% unofficial

  1. 180 pagine
  2. Italian
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Billie Eilish. La storia, la musica, il mito. 100% unofficial

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Il primo disco registrato in camera di suo fratello Finneas, l'infanzia a Los Angeles, i milioni di follower e l'affetto dei fan, gli infortuni sul palco e i concerti in giro per il mondo: questa è la storia di una ragazza speciale, da sempre incoraggiata a seguire le proprie passioni, con un amore enorme per la musica e una famiglia pronta davvero a tutto pur di aiutarla a seguire la propria strada. È bastato un singolo, perché il mondo scoprisse il suo incredibile talento. Da Ocean Eyes a oggi, tutto ha confermato che Billie Eilish ha le carte in regola per meritarsi il titolo di più straordinaria rivelazione degli ultimi tempi.

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MUSICA

L’inizio: un giorno d’autunno

Era un giorno d’autunno del 2015 quando Finneas O’Connell entrò nella camera da letto di sua sorella Billie dicendo che aveva una canzone pronta. L’aveva chiamata Ocean Eyes e parlava di “occhi oceanici” in cui precipitare con una caduta mai provata prima, occhi che è impossibile smettere di fissare. Menzionava cieli infuocati e città in fiamme. Era una canzone d’amore disperata e romantica, ma non sdolcinata.
La storia di quella prima canzone è stata raccontata in infinite interviste, ormai.
Finneas l’aveva scritta per suonarla con la sua band di quel periodo, i The Slightlys, ma aveva l’impressione che la voce di Billie sarebbe stata perfetta per interpretarla. Così aveva bussato alla porta della sorella.
Le camere da letto dei giovani O’Connell erano una accanto all’altra e la musica si sentiva attraverso il muro che le separava, così Billie aveva già sentito qualcosa di quel nuovo pezzo.
Finneas glielo spiegò, nota dopo nota, e poi provarono a suonarlo insieme, due voci e la chitarra.
Sì, era proprio una figata, una bellissima canzone.
Tanto che nei giorni seguenti Billie continuava a canticchiarla, quasi senza rendersene conto. Non poteva farci niente, quegli “occhi oceanici” non le uscivano dalla testa.
Qualche tempo prima, l’insegnante del corso di ballo che Billie frequentava le aveva proposto di scrivere una canzone per poi studiarci sopra una coreografia, movimenti e passi di danza per accompagnare la musica. A Billie venne l’idea di mettere insieme le due cose, quel ritornello un po’ ipnotico e la proposta dell’insegnante.
Billie la cantò di nuovo con l’aiuto di Finneas, questa volta registrandola sul Mac che suo fratello aveva comprato con i soldi guadagnati facendo qualche lavoretto. Poi i due fratelli la caricarono su SoundCloud, un sito web che permette agli artisti di mettere on line la propria musica per condividerla; sembrava il modo più pratico e comodo perché l’insegnante di danza di Billie potesse connettersi e ascoltarla, per prepararsi alle lezioni e cominciare a farsi un’idea della coreografia.
Forse Billie e Finneas stavano solo cercando un modo veloce per far sentire Ocean Eyes all’insegnante di danza, ma intanto la loro canzone era a disposizione del mondo intero.
Una volta caricata, Ocean Eyes era ascoltabile da tutti gli utenti di SoundCloud, che a loro volta potevano scegliere di condividerla sui social network e darle visibilità.
BILLIE E FINNEAS NON SI ASPETTAVANO QUELLO CHE POI È ACCADUTO, NON IMMAGINAVANO CHE SAREBBE ESPLOSO UN SUCCESSO COSÌ GRANDE.
Fu sufficiente una notte: già la mattina dopo un incredibile numero di persone aveva ascoltato Ocean Eyes, condividendola. Ogni volta che Billie premeva il tasto per fare refresh e caricare nuovamente il sito SoundCloud, il numero di visualizzazioni aumentava. Cresceva letteralmente sotto i suoi occhi.
What the hell is going on? pensò, guardando stranita lo schermo.
Che diavolo succede?
Billie aveva finito una lezione di danza ed era da Starbucks, la diffusissima catena di caffè americana, quando Finneas la chiamò per darle la grande notizia. Ocean Eyes era arrivata a mille visualizzazioni. Ancora nulla, rispetto a quello che sarebbe successo, ma in quel momento sembrava già un obiettivo enorme. Si mise quasi a urlare per la gioia al telefono, entusiasta. Rimase a lungo a parlarne con Finneas, tanto che a un certo punto lo sguardo scivolò sull’orologio e si rese conto di essere ormai in tragico ritardo per la successiva lezione di danza. Corse via, con un enorme sorriso sulle labbra.
CE L’AVEVANO FATTA, SI ERANO FATTI ASCOLTARE. ERANO ENTUSIASTI E ORGOGLIOSI.
Mille: sembrava incredibile.
Quel numero, però, continuava a crescere.
Raggiunse cinquantamila ascolti. Una cifra tanto gigantesca, per la Billie di quel periodo, che era difficile anche solo da comprendere: cinquantamila persone che ascoltano la canzone che hai scritto con tuo fratello, in casa.
Era abbastanza per farsi notare da Hillydilly, un sito web specializzato proprio nel trovare talenti musicali in rete. Questo portò altra visibilità e contribuì a diffondere ancora di più la canzone, finché non arrivò alle orecchie giuste.
Danny Rukasin era un manager con un buon intuito per individuare il talento. Capì immediatamente che Billie e Finneas avrebbero potuto fare grandi cose, così li contattò, proponendo loro di lavorare insieme.
Tutto questo accadeva nell’autunno del 2015. Billie aveva tredici anni, ne avrebbe compiuti quattordici a dicembre.
La sua folgorante carriera musicale era iniziata.
Ocean Eyes – cantata da Billie, scritta e prodotta da Finneas – è stata ascoltata milioni di volte, ha fatto conoscere il nome di Billie Eilish in tutti gli Stati Uniti e poi oltre i confini, portando la cantante alla popolarità mondiale. Lei rimane la teenager di prima, non si è montata la testa e resta con i piedi ben saldi a terra: quando le hanno dato il prestigioso disco d’oro, riconoscimento dell’enorme numero di copie venduto, pare abbia sollevato un sopracciglio perplessa, domandando che dovesse farsene.

Prima di Ocean Eyes: due fratelli, una passione.

La storia che ha portato alla pubblicazione di Ocean Eyes nel 2015 in verità inizia molto prima.
A casa O’Connell la musica è sempre stata presente, una parte fondamentale della vita di Billie e Finneas. Ci sono video in cui si vedono i due fratelli giovanissimi che strimpellano un piccolo pianoforte. A chi le ha chiesto quando ha cominciato a scrivere musica, Billie ha risposto: «It kind of just happened», è successo e basta.
In casa è cresciuta circondata dagli strumenti musicali, oltre che dai dischi di sua madre e di suo padre. Si può dire che la musica fosse parte del suo ambiente naturale.
È successo e basta, come una grande passione che non scegli con consapevolezza, ma, semplicemente, ti appartiene.
A otto anni è entrata nel Los Angeles Children’s Chorus, il coro dei bambini di Los Angeles, frequentato anche da Finneas. Fondato nel 1986, in città è una vera istituzione. Il coro si esibisce su pezzi musicali che spaziano dal jazz fino ad arrangiamenti di canzoni popolari, ed è composto da decine di bambini provenienti da ogni quartiere della città. L’idea di fondo è quella di fornire una preparazione musicale di alta qualità a tutti i ragazzi appassionati e talentuosi, dando una possibilità anche a chi viene da famiglie meno ricche, che non potrebbero pagare costose lezioni private di canto.
Nella moderna ed elegante sede su East Colorado Boulevard, Pasadena, i bambini stavano sul palcoscenico, uno accanto all’altro, tutti vestiti con la camicia bianca e il maglioncino dello stesso colore. Per Billie quel luogo è diventato una seconda casa, lì ha scoperto la meraviglia di stare insieme a ragazzi che amavano cantare tanto quanto lei. Nel coro ha imparato la teoria e le tecniche necessarie per usare al meglio la sua voce. Le lezioni erano improntate sul canto corale, un genere molto diverso da quello che poi Billie ha scelto come proprio, però è stata comunque un’esperienza che le ha insegnato molto.
Ma non sarebbe giusto fissare l’inizio della sua passione per la musica con il Children’s Chorus. Billie ha sempre cantato, anche prima del coro. Da bambina andava da sua madre Maggie e le chiedeva cosa volesse sentire. Pare che cantasse tanto che qualche volta a casa le chiedevano di smettere.
Molte star della musica raccontano ai giornalisti che li interrogano sulla loro infanzia di quando erano piccoli e adoravano esibirsi in pubblico, come a voler dimostrare quanto il mondo dello spettacolo faccia parte del loro patrimonio genetico. Billie invece non cercava affatto di passare per “bambina prodigio”. Al contrario: talvolta era persino timida, nelle occasioni in cui gli occhi di tutti erano rivolti verso di lei. Alle feste spesso qualcuno della famiglia le chiedeva di intonare qualcosa, e questo la metteva a disagio. Cantava, alla fine.
MA NON LE PIACEVA DOVER DIMOSTRARE AGLI ALTRI IL PROPRIO TALENTO, NON LE ANDAVA DI SENTIRSI DEFINIRE “UNA GIOVANE CANTANTE”.
Ha raccontato che i bambini che lo facevano le sono sempre sembrati un po’ strani. . .
Feste di famiglia a parte, interpretare le sue canzoni preferite le è sempre piaciuto. E quando non cantava, ascoltava musica: Beatles, Green Day, Linkin Park, My Chemical Romance. Magari sentiti allo stereo della macchina di suo padre.
A quattro anni Billie inventava le prime canzoni, su temi e argomenti anche fuori dal comune per una bambina di quell’età. Ce n’era una che parlava di un buco nero in cui cadere dentro. Un’altra invece metteva in musica la frase What a wonderful life, che vita meravigliosa.
Qualche anno dopo cominciò a seguire un corso di musica, e uno dei compiti assegnati prevedeva che guardasse un film e scegliesse alcune frasi da trasformare in una canzone. Dopo aver visto un po’ di episodi di The Walking Dead, scrisse una canzone su un’apocalisse zombi.
SE BILLIE SI PUÒ DEFINIRE UN TALENTO PRECOCE, FINNEAS NON ERA DA MENO.
A tre anni aveva chiesto in regalo una batteria, a circa undici aveva cominciato a scrivere i suoi primi testi, e stava imparando a suonare i pianoforti presenti in casa.
Per due fratelli che vivono sotto lo stesso tetto condividendo la passione per la musica, collaborare era la cosa più naturale del mondo. Lavorare insieme, però, non è sempre facile, specialmente se lavori con tuo fratello. Diversi giornalisti le hanno chiesto come fosse lavorare con Finneas, spesso alludendo alle discussioni che tipicamente possono rendere turbolenti i rapporti tra fratelli. Billie ha sempre detto che, nonostante le differenze di vedute, lei e Finneas hanno sempre trovato il modo di confrontarsi.
L’equilibrio tra i due sicuramente funzionava, perché Finneas continuava a fare musica con la sorella benché avesse anche la sua band, composta da altri ragazzi della sua età. I fratelli O’Connell avevano pubblicato due canzoni su SoundCloud già prima di Ocean Eyes, una scritta da Finneas e una da Billie. Volevano solo farle sentire agli amici, di certo non pensavano ai milioni di ascoltatori nel mondo.
Due sole canzoni, prima del grande successo.
Soltanto due.
Billie si è avvicinata da giovanissima alla musica e il successo è arrivato come un lampo.

I primi passi

La Interscope Records è nata alla fine degli anni Ottanta come piccola casa discografica. Tra i primi artisti scritturati c’era Gwen Stefani con i suoi No Doubt, che per tutti gli anni Novanta hanno riscosso un grande successo. Dopo un periodo in cui ha prodotto album rap, la Interscope Records è riuscita ad attrarre grandi nomi pop, come The Black Eyed Peas e U2. Oggi annovera fra i suoi artisti Lady Gaga, Lana Del Rey, Madonna, Selena Gomez. E Billie Eilish.
Benché abituati ai giovani talenti, i manager della Interscope sono rimasti subito colpiti da Billie. Nonostante avesse solo quattordici anni, in lei hanno visto un enorme potenziale. Era un’artista diversa da quelle che dominavano le classifiche di vendita.
COSÌ È BASTATA UNA CANZONE PERCHÉ LEI E FINNEAS OTTENESSERO UN CONTRATTO.
Nell’agosto 2017 è uscito Don’t Smile at Me, che spesso diventa Dont Smile at Me, senza apostrofo. È un EP, cioè una via di mezzo tra un vero e proprio disco e un solo singolo, un formato che permette ai discografici di mettere alla prova un artista e soddisfare la curiosità del pubblico, accorciando i tempi lunghi della produzione di un album completo.
Nella storia della musica degli ultimi decenni non sono rari i casi di cantanti che guadagnano un’enorme popo...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. LA STORIA LA MUSICA IL MITO
  4. MUSICA
  5. REBEL
  6. YOUTH
  7. L.A.
  8. FAMIGLIA
  9. STYLE
  10. CELEBRITÀ
  11. Crediti fotografici
  12. Copyright