Due corna e una capanna
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Due corna e una capanna

Come si tradisce oggi. Dalle storie più incredibili di Alta infedeltà

  1. 208 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
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Due corna e una capanna

Come si tradisce oggi. Dalle storie più incredibili di Alta infedeltà

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A questo mondo, le mode tramontano, le abitudini si evolvono, i destini possono invertire la rotta da un giorno all'altro. Ma c'è qualcosa che non cambia dalla notte dei tempi, anzi prende sempre più piede: l'irresistibile pulsione a tradire il proprio partner "ufficiale". Lo sanno bene Andrea&Michele che su Radio DeeJay hanno condotto otto stagioni della rubrica Alta infedeltà, in cui gli ascoltatori - protetti da "anonimato garantito" - si abbandonavano a esilaranti racconti veri, anche se al limite dell'incredibile, delle loro scappatelle. Tuttavia, in queste esperienze - si sono accorti Andrea&Michele - non c'era solo da ridere. C'era anche tanta vita. Perciò hanno deciso di coinvolgere la sessuologa Nada Loffredi perché li aiutasse a capire che cosa scatti nella mente di un uomo o di una donna che "mette le corna", insomma perché lo fa. È nato così questo libro che raccoglie le migliori storie pervenute in radio - da Furgonara che si giostra tre amanti in un unico furgone a Idraulico Tappabuchi che non nega mai una prestazione fuori fattura, all'effervescente Cognatazza, capace di barcamenarsi fra Abele e Caino - e le restituisce nello stile inconfondibile della rubrica facendoci sbellicare dalle risate. Ma al tempo stesso ci porta a capire i reali motivi dell'infedeltà. C'è chi tradisce perché si sente ferito e vuol dare pan per focaccia. Chi sta vivendo la vita di un altro e cerca la propria vera identità. Chi è compulsivo. Chi ha stipulato un tacito accordo con il partner. Chi è narciso, e allora buonanotte… Insomma, con Andrea&Michele si ride, si ragiona e… soprattutto si impara che, in ogni senso, è bene tenere sempre gli occhi aperti!

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Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2020
ISBN
9788831801027

PAN PER FOCACCIA

ovvero
il tradimento aggressivo

Il tradimento aggressivo

di Nada Loffredi
Forse non è un caso che la maggior parte delle protagoniste delle storie di tradimento aggressivo siano donne: le donne subiscono eventuali tradimenti precedenti in maniera più silenziosa e passiva. Spesso pensano di aver superato o elaborato la rabbia che, invece, viene agita a un certo punto cogliendo quella che sembra un’occasione “casuale”.
La prima tipologia di tradimento che presentiamo in questo libro accomuna quelle forme di infedeltà, molto frequenti, che vengono “innescate” dalla scelta, più o meno consapevole, di ripagare della stessa moneta il proprio partner.
Talvolta c’è stato, infatti, un precedente effettivo tradimento. Ma spesso non è così: di concreto, può esserci anche solo un sospetto di infedeltà.
In altri casi, il tradimento non è dato nemmeno dalla presenza di un o una amante, ma riguarda le aspettative che si hanno da un compagno o da una compagna che invece ci ha deluso profondamente per una qualsiasi ragione: magari non condivide le nostre passioni personali (sportive, culturali…), i nostri ideali politici, il nostro credo religioso, oppure non riesce a instaurare con noi quella relazione di complicità e intimità psicologica tipica della coppia.
Solitamente questa tipologia di “infedeltà aggressiva” è accompagnata da sensi di colpa che, però, non vengono portati totalmente alla coscienza, così come non c’è consapevolezza dei motivi che l’hanno causata. Il traditore in questione si sente “cattivo”, soprattutto quando, a scatenare il “pan per focaccia”, c’è solo il sospetto di tradimento oppure quando, apparentemente, il tradito non ha fatto nulla di male, se non aver deluso le aspettative del partner.
Come nel classico tradimento aggressivo Maestra insegna come far pagare a un marito patologicamente geloso il conto salato del controllo subito per tanti anni, dimostrando chiaramente che il controllo non garantisce la fedeltà.
L’aggressività di Nuora emerge nella misura in cui riesce, in un colpo solo, a prendere il potere di entrambi (padre e figlio) manipolandoli e mettendoli uno contro l’altro senza scrupoli. Non è la semplice aggressività rivolta verso un uomo specifico ma verso l’intero universo maschile.
Si può considerare un tradimento “aggressivo” anche quello di Cardiologo che non sospetta nessuna infedeltà da parte della moglie, ma si sente deluso da lei come donna.
Analogamente nella storia di Puttanesca emerge una grande aggressività verso il compagno Trudi che ha un’unica colpa: essere troppo tenero e passivo per poter rappresentare un oggetto di desiderio.
Consideriamo poi la storia di Prima Volta in cui lei, senza saperlo, “ripaga della stessa moneta” il marito che sembra divertito dal fatto che gli amici, per ravvivargli le vacanze, lo abbiano iscritto a Tinder. Forse è il segnale che il matrimonio con lei non è più tanto divertente? Prima Volta finisce poi per ritrovarsi in conflitto con se stessa per averlo fatto e sentirsi in colpa a fronte dell’apparente innocenza di lui.
In Pazza Idea l’aggressività è grande perché è ancora più peccaminosa la modalità di tradimento e Pazza Idea ne è consapevole quando afferma, appunto che lui “impazzirebbe di gelosia se lo sapesse”.

Maestra

Quella di Maestra non è una storia tranquilla, magari perché lei non è una tipa tranquilla lei di suo (e vedremo poi più nel dettaglio quanto non lo sia), forse perché alla fine tutte le vicende in cui c’entrano matrimoni, letti, corna e gelosia sono sempre in qualche modo tempestose. Come certe cime. O come certe ceppe. Ceppe Tempestose, potremmo dire in questo caso!
Ma non sveliamo tutto subito e vediamo innanzitutto di conoscere meglio Maestra.
Vent’anni di matrimonio alle spalle, non proprio un idillio perché il marito è un tipo gelosissimo, di quelli che controllano i tuoi spostamenti e ti fanno il terzo grado se appena dici «esco con le amiche» o quant’altro… e vabbé, potrebbe pensare qualcuno, ci sono uomini che sono fatti così (e anche donne, se è per questo), è un problema di carattere, in fondo, e l’unica è farci il callo o spedirli dallo strizzacervelli se proprio diventa una roba patologica. Solo che il marito di Maestra non è esattamente fatto così, no: ci è diventato a causa sua! Ora, lei sui dettagli di questa trasformazione mantiene un certo riserbo ma non si stenta a immaginare di cosa si sia trattato…
E anche se Mister Gelosia tra le lenzuola non batte poi nemmeno tanto la fiacca, dopo un certo numero di anni di questo andazzo Maestra comincia a sentirsi parecchio scoglionata. La vita coniugale le va stretta, sempre più stretta, e lei non ne può veramente più. Non esiste fare solo casa-lavoro lavoro-casa senza poterci mai infilare dentro (nella sua routine, specifichiamo prima che qualcuno pensi male) un minimo di divertimento, qualcosa di nuovo, qualcosa…
A un certo punto, poi, quattro anni e mezzo fa, l’incontro fatale: quello con il Mago.
Il Mago, così chiamato per certe sue specifiche abilità di cui diremo tra poco, non è un cartomante e nemmeno un sensitivo e nemmeno un supplente di Hogwarts in libera uscita, è il tipo per cui Maestra perde la testa. E lui per lei, naturalmente.
Il Mago magari è un po’ incasinato nella vita privata ma migliore in tutto rispetto a Mister Gelosia, sia per quanto riguarda la dotazione fisica tout court sia per quanto riguarda l’abilità nell’utilizzo della stessa. Infatti, se a letto il marito di Maestra è da otto (risultato più che lusinghiero), il Mago, be’, va oltre, ma oltre oltre, va letteralmente fuori scala… già, perché è uno da cento, lui!
Le difficoltà logistiche non mancano, ma la nostra e il Mago trovano comunque modo di frequentarsi. E ben presto, un po’ come un mago d’altro genere tirerebbe fuori il classico coniglio dal cilindro, lui da Maestra tira fuori un animale più inconsueto per un numero di magia, ovvero la porca… e che gioia essere finalmente apprezzata in questo senso, che gioia non sentirsi più costretta a interpretare (anche a letto, perché a Mister Gelosia piace così) la parte della mogliettina perfettina ina ina ina, che gioia tutto quanto, insomma!
Baci roventi, sculacciate e molto, molto altro ancora… tra l’ufficio del Mago e il suo pied-à-terre padovano succede un po’ di tutto, e non c’è da stupirsi perché da uno come lui – uno da cento, ricordiamolo – aspettarselo è praticamente il minimo, no?
A dire la verità, comunque, non è tutto solo giochi, divertimento e messaggi bollenti, non sempre almeno, perché il Mago è impegnato con un’altra, e quando gli partono i sensi di colpa (sempre dopo aver consumato, che strane coincidenze a volte nella vita, eh?) può anche capitare che se ne esca con cose del genere «no dài basta, diamoci un taglio, non vediamoci più…» ma con Maestra, che non manca mai di rinfrescargli la memoria riguardo alle sue lusinghe, i saldi propositi del Mago assumono quasi subito la consistenza di un biscotto gelato dimenticato sotto il sole nella giornata più calda d’estate a Pantelleria.
E non è finita qui, gente, perché c’è un ulteriore colpo di scena…
Notando la sempre più prorompente porcaggine di Maestra, che nei momenti d’intimità ormai fatica a contenersi anche con lui, a un certo momento Mister Gelosia capisce come stanno le cose, e ci sta male, malissimo, non ne fa mistero, anzi magari ci marcia pure un po’. (E a lei un filo dispiace chiaro…)
Ma se lui pensa di riaverla facendo leva sui sensi di colpa ha sbagliato a capire, ahilui: tra il suo otto e il cento del Mago ci sono giusto novantadue buoni motivi per cui gli converrebbe mettersi il cuore in pace (e anche qualcos’altro già che c’è)!

Nuora

«La forza di una famiglia, come la forza di un’armata, si basa sulla lealtà reciproca» diceva Mario Puzo, che di famiglie un po’ ingombranti se ne intendeva. In che senso, dite? Avete presente Il Padrino? Ecco, lo ha scritto lui! In questa storia, però, diciamolo subito, la lealtà non la si vede passare neanche per sbaglio, mentre la famiglia c’è eccome, c’è anche troppo… c’è decisamente troppo!
Ma prima di tutto, facciamo la conoscenza della nostra protagonista: Nuora.
Fidanzata da cinque anni, e innamoratissima, da un anno convive con il fidanzato che, di qui a tre mesi, dovrebbe diventare suo marito. Solo che, si sa, non c’è niente di più pericoloso di un condizionale in una storia di corna… con l’eccezione, forse, di un condizionale nella storia di corna in cui la tua promessa sposa ti tradisce non col benzinaio, non col solito collega di lavoro, e nemmeno col restauratore che a caro prezzo ha rimesso a posto la cassapanca della nonna, ma… Con tuo padre!
Sì, avete letto bene: Nuora se la fa con quello che fra tre mesi, salvo imprevisti, diventerà suo suocero.
Ma andiamo per ordine, e cerchiamo di capire com’è potuta succedere questa cosa che praticamente sconfina nella tragedia greca o in Beautiful, a scelta. La nostra protagonista, dicevamo all’inizio, è innamoratissima del suo lui, che però, se proprio vogliamo trovargli un difetto (e Nuora lo vuole) è un po’ un tontolone, un tipo un po’ molle, se vogliamo trovargliene un altro (e Nuora ci tiene, come sopra), il tipo d’uomo che, forse in senso figurato o forse in senso letterale (Nuora non lo ha specificato quindi possiamo solo fare congetture al riguardo), ha quell’inconfondibile consistenza da crème caramel che non a tutte piace. E vabbé, fin qui pazienza, non è che, se uno è meno che Vin Diesel, gli sputi in faccia e provi pure a spingerlo giù dalle scale, no? Se lo dev’essere detto anche Nuora perché non ci risultano spiacevoli accadimenti di questo tipo tra lei e CC (sta per crème caramel, per chi si fosse distratto), ma ci risulta qualcosa di ancor più spiacevole in un certo senso, qualcosa di abbastanza inconsueto nelle storie di tradimenti e cornazze varie: gli sguardi vogliosoni vogliosoni del padre di lui!
Nuora, che non è mica nata ieri, di questa cosa non tarda ad accorgersi ma sì, insomma, tra gli inequivocabili apprezzamenti del futuro suocero (comunque un bell’uomo sebbene di una certa età e quasi parente) e l’idea di darglisi senza ritegno alcuno nella casa nuova barra nido d’amore in via di ristrutturazione dopo il sopralluogo del parquettista ce ne passa o quantomeno ce ne dovrebbe passare… ma così non è per Nuora e il papy di CC che, com’è come non è, si ritrovano a fare esattamente questo.
“Almeno hanno aspettato che andasse via il parquettista” staranno forse pensando gli afflitti da ottimismo cronico, e pur senza essere eccessivamente polemici ci sorge spontanea la domanda: ma si può sapere che vi siete fumati? Sul serio secondo voi, con una storia come questa, c’è modo di dimostrare che, sì, tutto sommato il bicchiere è mezzo pieno?
Ma al di là dei bicchieri, che siano mezzi pieni, mezzi vuoti o ancora sulla lista nozze, tra la nostra Nuora e il piacente suocero dall’occhio malandrino non si accontentano di una botta e via mentre scelgono le piastrelle del bagno di servizio o gli infissi, no, e infatti continuano. Magari non consumano sempre lì a casa anche perché il parquettista bisogna pur lasciarlo lavorare, pover’uomo, e a seconda dei giorni e delle contingenze si servono dell’ufficio di lui in azienda (che tanto è sua, quindi non c’è il classico capo che potrebbe arrivare a rompere i coglioni sul più bello) o di un sempre classico motel.
Malgrado le possibili conseguenze catastrofiche nel caso venissero scoperti, Nuora la vive abbastanza bene, dice che in fondo è un momento di passione come sarebbe potuto capitare con chiunque altro, e il fatto che a lei sia capitato col futuro suocero non cambia poi tantissimo…
Perché tanto lei il suo fidanzato lo ama e ci vuole stare, lo ama e ci vuole stare anche se a letto non vale la metà del padre, lo ama e ci vuole stare nonostante tutto e alla fine che problema potrà mai essere, giusto?
In fondo l’amore c’è, e quando c’è l’amore (un po’ come quando c’è la salute) c’è tutto… corna comprese, in certi casi!

Cardiologo

Passiamo ora alla storia di Cardiologo, un soprannome che (attenzione, gente) non deve fuorviare. Perché parliamo di un tipo di cardiologo molto particolare, un cardiologo che, invece di risolvere i problemi di cuore, be’, li causa!
Precisiamolo subito, a scanso di equivoci, e per non tenere nessuno col fiato sospeso: la fortunella che grazie alle “cure” del nostro Cardiologo ha quasi rischiato l’infarto, ovvero sua moglie, ora sta bene, e anzi è viva e vegeta come non mai. Ma prima di entrare nel merito, due parole sul nostro prode specialista del corazón
Che all’inizio di questa storia si è appena fidanzato, e lui e la sua tipa vanno assolutamente d’amore e d’accordo. Tra i due piccioncini non c’è un problema che sia uno, manco ad andarlo a cercare col lanternino, manco a farsi aiutare dai Ris col Luminol e tutto il resto. Così un anno dopo si sposano, ovviamente, e fin lì tutto bene. Ma non per molto.
Già, perché, una volta impalmata, la dolce metà di Cardiologo ben presto attacca a comportarsi come… be’, come quel tipo di moglie. Quella che ha sempre da ridire su tutto ciò che fai e pure su ciò che non hai ancora fatto, quella che per qualsiasi questione al mondo dà retta sempre alla sua famiglia e a te nemmeno per sbaglio, quella che giusto un masochista può sperare di ritrovarsi accanto, insomma.
Dopo un mese di questo andazzo, Cardiologo comincia a porsi delle domande. Dopo due, comincia a darsi delle risposte. O meglio: sono le risposte che gli si danno, perché le sue risposte sono altre donne. E grazie al fatto che il nostro viaggia molto per lavoro – per non dire poi della sua notevolissima faccia di tolla che lo avvantaggia negli approcci – Cardiologo non ha problemi a fare nuove conoscenze. Anche in caso di due di picche, talvolta fisiologico come sanno bene tutti i tacchinatori seriali d’Italia e del mondo, lui non si perde d’animo. Ogni lasciata è persa, dice il saggio, e Cardiologo infatti lascia raramente. Quasi mai, a dire il vero.
Trascorrono così (si sieda chi è debole di cuore, giusto per restare in argomento) otto anni. Otto. Vale a dire novantasei mesi durante i quali Cardiologo colleziona la bellezza di (si sieda chi non si era già seduto prima – è il momento, fidatevi) trenta avventure piazzando quindi altrettante paia di corna alla sua dolce metà. Magari non saranno state proprio tutte tutte modelle di Victoria’s Secret, ovvio, ma comunque… trenta? Sì, trenta.
E il nostro, anche raggiunto un simile traguardo, non ci pensa proprio a fermarsi.
Anzi, comincia a corteggiare anche un’amica della moglie dandole appuntamento una sera. Lui offre un caffè, lei accetta, si mettono a chiacchierare, e – com’è come non è – finiscono a letto. Per la prima volta in tanti anni Cardiologo si ritrova a giocare in casa e non più in trasferta. E, per quanto più pericolosa, la cosa gli piace.
Così, ogni volta che non è via per lavoro, dopo cena prontamente afferra il guinzaglio e trascina fuori Oscar (il cane) che magari dopo un’oretta o giù di lì rientrerebbe volentieri a casa ma non è tanto semplice, perché Cardiologo e la migliore amica con un’oretta o giù di lì non ci fanno nemmeno la birra.
No, per loro la base d’asta è dalle due ore in su.
Ragion per cui il povero Oscar impara ad armarsi di pazienza quando si trova ad assistere alle loro copule a casa della migliore amica… alla quale – dài e dài, vedila oggi e rivedila domani – comincia pure ad affezionarsi, cosa insolita per lui che è scontroso con tutti, a parte Cardiologo e sua moglie.
Purtroppo, però (purtroppo per Cardiologo e, in misura minore, per il cane), è proprio Oscar ad accendere involontariamente la miccia sotto la polveriera.
Un ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Prefazione. … scagli la prima pietra! di Rudi Zerbi
  4. Due corna e una capanna
  5. Introduzione. Che sensazione di leggera follia…
  6. Per capirci di più. di Nada Loffredi (sessuologa e psicoterapeuta)
  7. PAN PER FOCACCIA. ovvero il tradimento aggressivo
  8. ME NE FREGO. ovvero il tradimento egoistico
  9. QUANDO VA BENE A TUTTI. ovvero il tradimento collusivo
  10. VALE TUTTO PUR DI CRESCERE. ovvero il tradimento assertivo
  11. COME UNA DROGA. ovvero il tradimento narcisistico
  12. LUSSURIOSE E DOLOROSE TRAPPOLE. ovvero il tradimento nevrotico
  13. Copyright