Partitura finale
eBook - ePub

Partitura finale

  1. 476 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Partitura finale

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

L'ispettore Rebus è alle soglie della pensione. Ma, appena dieci giorni prima di terminare definitivamente il suo servizio, arriva un ultimo omicidio a movimentare il finale della sua carriera: un poeta dissidente russo viene trovato morto, con un foro di proiettile alla nuca. Parallelamente, in città arriva una delegazione di uomini d'affari e dai piani alti spingono perché il caso venga chiuso nel modo più rapido possibile. A complicare le cose subentra però un altro brutale omicidio, un tecnico del suono letteralmente bruciato vivo. Poco tempo dopo anche Big Ger Cafferty, un tempo re della mala di Edimburgo e vecchia conoscenza di Rebus, viene aggredito. Rebus inizia a intravedere un filo sottilissimo che lega i tre crimini e scende in strada per scoprirlo. Ma qualcuno pensa di sospenderlo, pur di levarselo dai piedi. Come se questo bastasse a tenere Rebus lontano dai guai.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Partitura finale di Ian Rankin in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Letteratura e Letteratura poliziesca e gialli. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
BUR
Anno
2019
ISBN
9788858699065
SETTIMO GIORNO

Giovedì 23 novembre 2006

27

Rebus era parcheggiato in Gayfield Square, dall’altro lato rispetto alla stazione di polizia, con una buona visuale sulle troupe dei notiziari: secondo l’orario d’arrivo, c’era chi montava le telecamere e chi le smontava. I giornalisti percorrevano il marciapiede con i telefonini incollati alle orecchie, tenendosi a rispettosa distanza gli uni dagli altri per non essere tentati di origliarsi a vicenda; i fotografi, invece, si chiedevano come trarre qualcosa di guardabile dalla tetra facciata della stazione. Rebus aveva visto un discreto numero di colleghi salire gli scalini ed entrare alla spicciolata: alcuni li aveva riconosciuti – Charlie Reynolds, per esempio – mentre altri gli erano nuovi ma avevano comunque facce da Investigativa, quindi erano stati aggregati alla squadra. Diede un morso al panino bacon e salsiccia e masticò piano. Con il sandwich aveva comprato anche caffè, succo d’arancia e giornale; sfogliandolo aveva trovato notizie fresche del povero Litvinenko – l’avvelenamento rimaneva avvolto nel mistero – ma nemmeno una parola su Todorov e solo un trafiletto su Charles Riordan, che in calce rimandava alla pagina dei necrologi. Apprese così che negli anni ’80 Riordan aveva partecipato a diverse tournée di gruppi rock, tra i quali i Big Country e i Deacon Blue; secondo il virgolettato di un musicista, «Ray era capace di missarti una cosa dolcissima in un hangar dell’aeroporto.» E prima ancora aveva fatto il session man, suonando in dischi dei Nazareth, di Frankie Miller e dei Sutherland Brothers: quindi Rebus possedeva sicuramente qualche vinile con il suo nome sul retro.
L’avessi saputo, si disse.
Con lo sguardo rivolto al circo giornalistico, si domandò chi avesse fatto trapelare la notizia che i decessi di Todorov e Riordan erano collegati: ma non era poi così importante, presto o tardi sarebbe venuto fuori. Certo lui ci aveva perso in influenza: gli serviva un piccolo favore, e poter offrire in cambio quel bocconcino gli avrebbe fatto comodo…
Ancora nessun segno della sua preda, comunque. Però si era avvicinata una macchina dall’aria ufficiale e ne era spuntato Corbyn, che poi si era fermato per un paio di scatti in alta uniforme, berretto rigido e guanti di pelle nera. La scusa era quella di rialzare il morale della truppa, ma Rebus sapeva che Corbyn era al corrente della presenza mediatica: niente ravvivava l’umore di un capo della polizia come un raduno di giornalisti famelici. Gli avrebbero mangiato in mano. Compose il numero di Siobhan sul telefonino.
«Allarme Alte Sfere» la avvisò.
«Chi e dove?»
«Corbyn in persona, in posa per la stampa. Dagli due minuti e te lo ritrovi addosso.»»
«Quindi sei qui sotto anche tu…»
«Non preoccuparti, non mi vede. Come vanno le cose?»
«Dovremo parlare con Nancy Sievewright per l’ennesima volta.»
«Il bancario la tormenta ancora?».
«Non che io sappia.» Siobhan s’interruppe un istante. «E tu che altro combini, a parte il servizio di sorveglianza mattutina!»
«A dirti la verità sono contento di non dover venire in ufficio, stamani… così non devo competere con inquirenti del calibro di Rodi-culo Reynolds.»
«Taci.»
«Mi è parso di veder entrare anche il giovane Todd, abito stirato e tutto quanto…»
«Infatti.»
«Pensavo lo avessi mollato, ora che c’è di mezzo anche suo fratello.»
«Phyl la pensa come te, ma Todd ha il suo daffare con duecento ore di sedute della Commissione incise su nastro da Charles Riordan, il che dovrebbe tenerlo fuori dai guai.»
«E il capo, hai informato anche lui?»
«Questi sono fatti miei e non tuoi.»
Rebus fece un fischio e osservò Corbyn che guadagnava l’ingresso dopo un ultimo saluto ai cronisti. «È entrato» disse al microfono.
«Allora devo fare la faccia sorpresa.»
«Piacevolmente sorpresa, Shiv. Magari sono altri dieci punti.»
«Parlerò con lui della tua sospensione.»
«Non servirà a niente.»
«Comunque sia…» Siobhan prese fiato. «Parli del diavolo…» Il cellulare tacque. Rebus lo chiuse e si mise a tamburellare le dita sul volante.
«Ma dove sei, Mairie?» borbottò. Non appena ebbe pronunciato quelle parole, tuttavia, ecco Mairie Henderson sbucare dall’angolo di East London Street, diretta a passo elastico verso la stazione di polizia: con un bloc-notes in una mano, penna e dittafono nell’altra, una grossa cartella nera a tracolla. Rebus suonò il clacson ma lei non ci badò. Lui ci riprovò, ancora una volta invano; non volendo attirare l’attenzione si arrese, smontò dalla macchina e ci si piazzò accanto con le mani in tasca. Mairie si era messa a parlare con un collega; poi bloccò un reporter e gli chiese che foto aveva fatto. Rebus lo riconobbe, gli pareva di ricordare che si chiamasse Mungo o qualcosa di simile, sapeva che aveva già lavorato con Mairie in passato. Le arrivò un messaggio sul cellulare e lei lo controllò mentre stava ancora parlando col paparazzo, poi premette due tasti ed effettuò una chiamata. Col telefonino all’orecchio si allontanò dalla ressa per andare verso il fazzoletto d’erba al centro di Gayfield Square dove, parlando, si mise a guardare di traverso l’immondizia abbandonata a terra: bottiglie vuote e incarti di fast-food. Poi alzò gli occhi e vide Rebus. Che sorrideva. Gli tenne gli occhi addosso finendo di parlare e, a conversazione terminata, fece il giro dell’aiuola. Lui era risalito in auto; inutile farsi vedere da altri. Mairie Henderson prese posto accanto a lui, posandosi la cartella sulle ginocchia.
«Come butta?» gli chiese.
«E buongiorno anche a te, Mairie. Come va l’industria della stampa quotidiana?»
«A rotoli» confessò lei. «Tra la “free press” e internet, le persone disposte a pagare per sapere le ultime notizie stanno scomparendo.»
«E con loro gli introiti pubblicitari, eh?» dedusse Rebus.
«Risultato: tagli ovunque.» Mairie fece un sospiro.
«Quindi i freelance come te non trovano da lavorare.»
«Le storie da raccontare ci sono e sono tante, John, solo che i direttori dei giornali non vogliono più pagarle. Non so se hai notato che i tabloid, adesso, chiedono ai lettori di inviare notizie e fotografie…» Posò il capo sul poggiatesta e chiuse gli occhi un istante.
Rebus sentì un improvviso moto di comprensione: conosceva Mairie da anni, durante i quali si erano scambiati dritte e informazioni, ma prima di quel momento non l’aveva mai vista così abbattuta. «Forse posso darti una mano» le disse.
«Todorov e Riordan?» fece lei, aprendo gli occhi e voltandosi.
«Risposta esatta.»
«Com’è che sei qui fuori, anziché là dentro?» chiese lei, indicando la stazione di polizia.
«Perché mi serve un favore.»
«Cioè vuoi che io mi metta a scavare?»
«Tu mi conosci troppo bene, Mairie.»
«Be’, di certo so che in passato ti ho fatto un mucchio di favori, John, e che lo scambio non è mai stato alla pari.»
«Stavolta potrebbe essere diverso.»
Lei fece una risatina stanca. «Altra battuta che ripeti invariabilmente.»
«E va bene, allora diciamo che sarà il tuo regalo di pensionamento per l’amico John.»
Lei lo guardò più attentamente. «Mi ero dimenticata che tra poco sarai fuori.»
«Sono già fuori. Corbyn mi ha sospeso.»
«E perché?»
«Perché ho sparlato di un suo amichetto, tale Sir Michael Addison.»
«Il banchiere?» Il tono di Mairie si risollevò insieme al suo umore.
«C’è un legame – flebile, bada – tra lui e Todorov.»
«Quanto flebile?»
«Tutti e sei i gradi canonici.»
«Interessante comunque.»
«Lo sapevo che avresti detto così.»
«E tu mi racconti tutto?»
«Io ti racconto quello che posso» precisò Rebus.
«In cambio di cosa, per l’esattezza?»
«Di uno che si chiama Andropov.»
«L’industriale russo.»
«Seconda risposta esatta.»
«Che di recente è stato qui con una delegazione commerciale.»
«Sono tornati tutti a casa, ma lui è rimasto.»
«Questo non lo sapevo.» Lei corrugò le labbra. «Allora, cos’è che vorresti sapere?»
«Chi è e come ha fatto i soldi. Anche qui c’è un nesso con Todorov.»
«Perché sono tutti e due russi?»
«Ho saputo che si conoscevano, due o tre vite fa.»
«E…?»
«E la notte che è morto, Todorov aveva bevuto nello stesso bar del suo ex compagno di scuola.»
Mairie Henderson cacciò un fischio basso e prolungato. «Giura, l’hai detto solo a me?»
Rebus confermò con un cenno del capo. «C’è dell’altro, e non poco.»
«Se esco sui giornali, i tuoi capi non potranno non indovinare chi è la fonte.»
«Tra due giorni la fonte tornerà a essere un privato cittadino.»
«Niente ritorsioni, quindi?»
«Niente ritorsioni» confermò lui.
Lei socchiuse gli occhi. «Scommetto che potresti servirmi un piatto ben più ricco.»
«Mi tengo da parte qua...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Partitura finale
  4. PRIMO GIORNO. Mercoledì 15 novembre 2006
  5. SECONDO GIORNO. Giovedì 16 novembre 2006
  6. TERZO GIORNO. Venerdì 17 novembre 2006
  7. QUARTO GIORNO. Lunedì 20 novembre 2006
  8. QUINTO GIORNO. Martedì 21 novembre 2006
  9. SESTO GIORNO. Mercoledì 22 novembre 2006
  10. SETTIMO GIORNO. Giovedì 23 novembre 2006
  11. OTTAVO GIORNO. Venerdì 24 novembre 2006
  12. NONO GIORNO. Sabato 25 novembre 2006
  13. EPILOGO. Lunedì 27 novembre 2006
  14. Copyright