Ai miei nonni,
che mi hanno insegnato
a non aver paura di amare,
a vivere per gli altri
e a riconoscere l’Amore
ai crocicchi delle strade.
PREFAZIONE
A poco serve una prefazione a questo meraviglioso testo che non ha bisogno di alcuna presentazione. Il titolo dice tutto e Maristella ne spiega bene il contenuto nella sua premessa. Io mi soffermo su quello che lei non ha voluto, magari, prendere in considerazione. Ha scritto il perché delle parole Amare, voce e Verbo, ma manca un particolare: i tre puntini di sospensione.
Non sono posti lì a casaccio, giusto per allungare di caratteri il titolo, né tantomeno per alludere semplicemente alla variabile identificativa del verbo, che dà il titolo a ogni capitolo. Questi tre puntini delimitano lo spazio del valore assoluto del Verbo che, senza mezzi termini, Maristella afferma essere Cristo, in persona. Punto. Anzi tre punti!
Il Verbo con la V maiuscola non è una semplice parte del discorso che indica un’azione che il soggetto compie, ma è Dio stesso che, nell’incarnazione, si coniuga con la nostra stessa vita e diventa parola, testo leggibile, meglio ancora Avverbio: dal latino ad verbum cioè la Parola vicina alle nostre parole, la Parola comprensibile all’uomo; l’επίρρημα, la Parola che viene dall’alto per dare ampiezza, respiro, continuità e apertura all’infinito ai lemmi limitati della nostra esistenza terrena, che per questo non possiamo che chiamare “termini”.
I tre puntini dicono sospensione, meglio suspense.
Suspense perché la lettura di ogni capitolo ti spinge inesorabilmente a leggere il successivo e, se ti vuoi fermare per fare una sosta, non ci riesci: è una sorta di processo alchemico che, alla stregua delle ciliegie, ti spinge a divorare il testo in un solo boccone. Poi però, giunto a conclusione, ti rendi conto che devi cominciare daccapo per una rilettura meno avida e più profonda, che ti regala intuizioni sempre nuove e belle.
Suspense perché Maristella racconta il Verbo attraverso la lettura autobiografica della sua stessa vita (viaggi, territori, esperienze missionarie, volti, momenti di preghiera intensa), rivelando, pagina dopo pagina, anche i segreti più nascosti e intimi della sua esistenza, senza vergognarsi di mostrare a tutti quelle profonde ferite che “porta in seno” sin dalla sua fanciullezza.
«…sono cresciuta prima del tempo, ho dovuto conoscere il dolore, le cicatrici sulla pelle che non vanno mai via, così come quelle sul cuore, ho dovuto conoscere la caduta. Cadevo per la prima volta e quanto male ho provato, ma ho visto l’Amore vincere in quel reparto. Ho visto l’Amore vincere ogni paura, ogni sconforto, ogni disperazione, ogni solitudine».
Come a dire, non vergognarti mai di narrare anche le storture della tua vita, di raccontare le tue paure, la tua povertà, i tuoi inestetismi; di rileggerla con i suoi errori e le sue imperfezioni, perché “Dio e innamorato della tua vita” e anche se lo scrivi così, nella sua Grammatica, Lui pone l’accento su di te, non su quello che sbagli o su quello che ti manca.
Suspense perché, di volta in volta, compaiono nel testo i destinatari delle sue parole, i “cuori che lei prende a cuore”. Primi in assoluto i suoi alunni, che sono i suoi maestri contemporanei, senza tralasciare il suo amore viscerale per i suoi amati nonni, «gli esempi più tangibili di un amore duraturo».
Lo scrive lei stessa: «Questo libro non è un manuale illustrativo… È semplicemente un percorso di scoperta dell’Amore che ho fatto insieme a chi ha accompagnato la mia vita fino a ora». Un percorso condiviso con tutti e arrotondato sempre, nonostante le diverse prove da affrontare, alla forma del sorriso che, per chi ha avuto modo di incrociare anche solo per un attimo Maristella, è l’abito conformato alla sua vera essenza, che traduce la sua grande gioia di vivere e vivere sempre.
«Penso che Amare sia voce del Verbo sorridere, perché il sorriso implica felicità e quando si ama non si può non essere felici».
Suspense perché con questo testo Maristella ha innescato la “pandemia dell’amarsi”. Spesso noi uomini viviamo come grandi, grossi, vaccinati all’amore verso noi stessi e, schermati da questo senso di auto-immunità, non riusciamo ad auto-amarci abbastanza.
«Amati. Ama l’imperfetto tuo cuore, l’imperfetto tuo corpo, l’imperfetta tua testa. Amati, sei meravigliosa, meraviglioso. E impara a stare dentro di te, a stare con te, impara a conoscerti, ad apprezzarti, a viverti». Non si tratta di un amore egocentrico, autoreferenziale, ma di un amore riflessivo che, cioè, riflette la passione smisurata con cui Dio ci ama «così come siamo».
Suspense perché la vita non finisce con la netta interruzione del punto fermo della vita, ma si apre alla sorpresa dei tre punti della Vita nuova nella Trinità.
«Risorgere, per me, vuol dire rialzarsi dopo una caduta, resistere, nonostante il vento sia fortissimo e ci scompigli i capelli, vivere da vivi, vivere una vita piena. E la vita piena la si può vivere solo insieme agli altri, solo camminando con gli altri, solo riscoprendo la bellezza del sentirci amati.
Rinasciamo ogni giorno quando ci sentiamo amati, accolti, sostenuti, guariti».
Maristella, grazie…
don Gaetano Amore Luca
PREMESSA
È il 27 novembre 2020, anno abbastanza complicato per il mondo intero, e io sono sul divano della casetta in cui vivo da più di un anno in Piemonte, a pensare all’Amore, alle sue varie forme e al modo in cui si è manifestato nella mia vita.
Non è un caso che io lo scriva in maiuscolo, perché per me è proprio una persona, con un volto, con degli occhi innamorati e delle braccia grandissime da poter abbracciare tutta la Terra. Non è un caso che io scriva anche “Verbo” in maiuscolo, perché è la stessa persona che io vedo nell’Amore.
È il Verbo che si è fatto carne, è venuto ad abitare in mezzo a noi, ha deciso di lenire le nostre ferite, di far Luce tra le feritoie, di prenderci per mano e rialzarci e di toccare anche, e soprattutto, i nostri dolori più profondi, i nostri sbagli più grandi per guarirli, per liberarci… e per farci continuare a sognare.
Giovanni nel prologo del suo Vangelo continua: «Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia. […] Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lo ha rivelato» (Gv 1,16.18). L’Amore ci riempie di grazie, ci fa doni in abbondanza e ci rivela il Padre… che si manifesta in ciascuna donna e in ciascun uomo della Terra. È questa la grandissima novità: riconoscere l’Amore ovunque, in tutto ciò che facciamo, viviamo e in chi incontriamo.
Avrete capito chi è questa persona? È Gesù, Colui che invade d’amore ogni giorno della mia vita e, nonostante spesso io mi allontani, lui resta sempre accanto a me, insegnandomi e rivelandomi l’Amore.
Dio dà voce all’Amore, perché l’Amore parla tutte le lingue del mondo e usa solo parole che leniscono le ferite, alleviano il dolore e sconfiggono il male. Non sono mai parole che distruggono, che violentano, che fanno male…
Dio dà voce all’Amore e vuole che diventi “parola bella”, “ragione” della nostra vita perché sa che è il motore che ci fa camminare, che ci fa andare incontro ad altre persone.
Non so il motivo preciso per cui io abbia deciso di scrivere qualche pagina sul Verbo Amare e sulle sue sfaccettature, ma sono certa sia il motore della nostra vita, di ciascuna donna e di ciascun uomo della Terra, e, forse, è proprio per questo motivo che voglio parlarvene.
Ho pensato a tredici caratteristiche di questo Verbo e al modo in cui si fa concreto nel mondo, tra noi… e a come da Lui potremmo prendere esempio!
Ho 28 anni, quindi non molta vita alle spalle da poter dire esattamente cosa sia questo Amore Vero, ma nei miei anni, lungo la strada che ho percorso, sono sempre stata circondata da tanto amore e mi piacerebbe ricordarlo insieme a voi, per continuare a respirarlo, a mangiarlo e a viverlo.
Siamo in un periodo particolarissimo, il Coronavirus ci ha bloccati in casa, impedendoci di incontrarci, e il distanziamento sociale ci sta portando ad allontanarci anche a livello relazionale. Facciamo fatica, ogni giorno siamo chiamati a fare attenzione, a non distrarci, ad avere gli occhi ben aperti, a essere responsabili nei confronti nostri e degli altri… e mi chiedo, non è anche questo amare? Non è anche questa una sfaccettatura dell’Amore?
Ogni giorno agli alunni e alle alunne che mi sono stati affidati dico proprio questo: stiamo imparando un nuovo modo di prenderci cura, stiamo imparando un nuovo modo di relazionarci, un nuovo modo di amare. Sicuramente questo periodo finirà, io ne sono certa, e forse ne usciremo migliori o peggiori, ma sono sicura che ci avrà insegnato come entrare nelle vite delle persone, magari in punta di piedi, con calma, da persone responsabili.
Voi che state leggendo, sappiate che non è mia intenzione insegnare qualcosa, consigliare o dire come amare. Questo libro non è neanche un manuale illustrativo su “come vivere le storie d’amore”.
È semplicemente un percorso di scoperta dell’Amore, che ho fatto insieme a chi ha accompagnato la mia vita fino a ora: l...