La democrazia dei followers
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La democrazia dei followers

Neoliberismo e cultura di massa

  1. 136 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La democrazia dei followers

Neoliberismo e cultura di massa

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Dilagano le disuguaglianze, la nostra vita è sempre più precaria, l'ascensore sociale si è rotto. Eppure, invece di indignarci e lottare, passiamo il tempo a mettere like su Facebook e a seguire l'influencer più in voga. Come mai?Alberto Mario Banti, uno degli storici italiani più innovativi e originali, propone una provocatoria interpretazione del nostro tempo, capace di tenere insiemeeconomia, cultura di massa, politica e psicologia sociale.

Le politiche neoliberiste degli ultimi decenni hanno arricchito una minoranza, approfondendo le disuguaglianze e riducendo la mobilità sociale. Eppure a questo stato di cose non corrisponde una reazione di massa, come se le persone fossero impoverite non solo materialmente e fossero incapaci di immaginare un altro scenario.E in effetti, sul piano politico nessuno mette veramente in discussione la logica del 'libero mercato', che viene considerata una legge di natura. La destra sovranista – con Salvini e Meloni – ha aggiornato la retorica nazionalista ottocentesca indicando negli immigrati e nell'Europa i nuovi capri espiatori. La sinistra ha passivamente seguito, illudendosi di poter dare una versione 'progressista' del patriottismo. Entrambe le parti politiche, in Italia come in tutto l'Occidente, si trovano perfettamente unite nell'accettare il 'culto neoliberista' della performance e della vita come competizione per il successo individuale.Questa narrazione ha trovato una potente linfa a suo sostegno in una cultura di massa – sapientemente alimentata dalle grandi corporation dell'intrattenimento – che ha eliminato ogni aspetto tragico della realtà, portando il pubblico a credere a una dimensione inverosimile e infantile in cui il bene trionfa sempre e il male viene punito. Una continua produzione di favoleche incantano e alla fine inducono ad accettare passivamente ogni iniquità e ogni sfruttamento.

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Informazioni

Anno
2020
ISBN
9788858143612

1.
Neoliberismo e globalizzazione

Il 4 maggio del 1979, a Londra, Margaret Thatcher varca la soglia di Downing Street: è la leader del Partito conservatore, ed è il nuovo primo ministro del Regno Unito. Entra in carica con le idee chiare su cosa si debba fare per contrastare la disastrosa crisi economica innescata nel 1973 dall’aumento dei prezzi del petrolio deciso dall’Opec. La risposta della Thatcher consiste nel varo delle (allora) inedite politiche neoliberiste, sostenute e applicate dal 1981 anche dal nuovo presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, e poi impostesi come dottrina economica dominante in tutto il resto dell’Occidente.
In breve, le politiche neoliberiste poggiano su quattro mosse fondamentali1:
a) una drastica riduzione della pressione fiscale, soprattutto sui redditi molto alti: in questo modo si pensa che la più ampia disponibilità di risorse possa stimolare gli animal spirits dei grandi investitori e degli imprenditori, sollecitando l’adozione di soluzioni tecnologicamente innovative; per questo si pensa anche che le risorse date ai ricchi possano indirettamente beneficiare anche il resto della popolazione2;
b) questa netta riduzione della pressione fiscale comporta un più magro bilancio a disposizione dei governi; ne deriva un taglio progressivo e in qualche caso molto pesante della spesa pubblica, che non risparmia settori chiave della vita collettiva (dal sistema sanitario a quello educativo, a quello assistenziale, alle infrastrutture e comunicazioni);
c) a tutto ciò si collega un culto mistico del «mercato autoregolato» in nome del quale si realizzano ampi piani di privatizzazioni: le aziende possedute dallo Stato vengono messe sul mercato e vendute al miglior offerente, e non importa che siano aziende da ristrutturare o che siano aziende promettenti dal punto di vista delle performance economiche; giacché il principio è che un operatore privato (persona fisica o corporation che sia) è un attore economico più razionale ed efficiente di qualunque agenzia che appartenga allo Stato, inesorabilmente dipendente da logiche politiche estranee alla più pura razionalità economica;
d) infine, sempre in nome dello stesso principio, si procede con la «deregulation», ovvero l’attenuazione dei limiti e dei controlli che lo Stato esercita sulle attività produttive: una decisione che ha comportato – tra le altre cose – un monitoraggio meno severo sulle condizioni effettive in cui i lavoratori svolgono le loro attività; e un monitoraggio ancor meno severo sui processi di inquinamento, i quali hanno contribuito all’accelerazione di imponenti cambiamenti climatici che, alla lunga, potrebbero avere conseguenze disastrose per la stessa sopravvivenza della specie umana.
Lo sviluppo delle politiche neoliberiste ha coinciso e si è intrecciato con il pieno dispiegamento della globalizzazione nelle sue plurime declinazioni3. Una di queste declinazioni ha ri...

Indice dei contenuti

  1. Premessa
  2. Ringraziamenti
  3. 1. Neoliberismo e globalizzazione
  4. 2. Destra e sinistra davanti al neoliberismo
  5. 3. Neo-nazionalismi
  6. 4. Nazional-patriottismo pop
  7. 5. La vita come competizione
  8. 6. Segmentazioni virtuali e concentrazioni mediatiche
  9. 7. Mainstream e controcultura
  10. 8. Immaginari collettivi del XXI secolo
  11. 9. Conclusioni
  12. Appendici