Lessico di politica internazionale contemporanea
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Lessico di politica internazionale contemporanea

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Lessico di politica internazionale contemporanea

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Dalla A di Apartheid alla Y di Yalta, dalla E di Ecosoc alla S di Spread, dalla G di Glasnost alla O di Opt out: il linguaggio della politica internazionale cambia continuamente ed è tutto un affiorare di nuove sigle o di nuove definizioni non sempre di immediata comprensione.Questo Lessico è un sussidio utile per tutti coloro che affrontano per la prima volta temi politico-economici ma anche per chi, pur essendone esperto, si imbatte in espressioni ambigue, polivalenti o poco conosciute.

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Informazioni

Anno
2012
ISBN
9788858104699

C

Cable
Letteralmente vuol dire «comunicazione via filo» o comunque comunicazione telegrafica (quando il termine è usato in modo estensivo). Sino all’avvento dell’età multimediale il cable era la forma tecnica (usata soprattutto, ma non solo, nel mondo anglosassone) nella quale venivano (e vengono) trasmessi messaggi. In particolare messaggi diplomatici di lunghezza variabile. Possono, in questo caso, essere non segreti, riservati, segreti, segretissimi, cifrati o codificati in maniera tale da non essere compresi da lettori indesiderati.
Canale diplomatico
È un’espressione idiomatica per dire che una notizia o una merce vengono trasmesse o consegnate mediante agenti diplomatici.
Capitolazione
Atto giuridico con il quale, in caso di conflitto bellico, una delle parti capitola, cioè si arrende militarmente al vincitore. Esempio: la capitolazione della Germania l’11 novembre 1918 a Compiègne; quella ancora della Germania, il 7-8 maggio 1945. La capitolazione non contiene di norma accordi politici e riguarda solo l’interruzione di un conflitto. Un caso particolare fu però la resa italiana alle forze militari britanniche e statunitensi (Cassibile, 3 settembre 1943) che, essendo definita come unconditional surrender (resa incondizionata) prevedeva che un successivo armistizio definisse le modalità di amministrazione del territorio italiano. Ciò richiama l’attenzione sulla distinzione fra capitolazione e armistizio (v.). Secondo un’affermazione fatta dal presidente Franklin Delano Roosevelt, una resa incondizionata sarebbe stata quella del generale Robert E. Lee, comandante delle forze sudiste nella guerra civile americana, nelle mani del generale Ulysses S. Grant, comandante delle forze nordiste. Esiste tuttavia qualche dubbio sulla «incondizionalità» di tale capitolazione, così come ne esistono su quella italiana del 1943. Fu invece una capitolazione senza condizioni quella tedesca del 1945; non quella giapponese, del 14 agosto 1945, poiché questa conteneva clausole riguardanti la posizione dell’imperatore Hirohito.
Capitolazioni
Non si tratta del plurale di capitolazione bensì di una questione giuridica del tutto differente. In diplomazia, veniva chiamato regime delle capitolazioni un insieme di privilegi di origine bizantina, concessi ai cittadini europei che svolgevano la loro attività sul territorio di Stati extraeuropei e soprattutto dell’Impero ottomano. Con la concessione del regime delle capitolazioni (del quale beneficiarono in particolare francesi e veneziani a Costantinopoli o in altre città portuali), lo Stato ospite rinunciava a esercitare la propria giurisdizione sui cittadini degli Stati convenzionati e costoro, se del caso, venivano sottoposti al giudizio dei rappresentanti del paese d’origine (i consoli).
Carta atlantica
Si tratta di una dichiarazione di principi sottoscritta dal presidente F.D. Roosevelt e dal primo ministro britannico W.S. Churchill il 14 agosto 1941 (cioè prima che gli Stati Uniti fossero coinvolti nella seconda guerra mondiale), nella quale erano elencati in otto punti i principi che ispiravano i due governi nella lotta «per la distruzione definitiva della tirannia nazista».
Carteggio diplomatico
Espressione usata per indicare l’insieme di una corrispondenza diplomatica. Viene utilizzata di solito per la corrispondenza fra capi di Stato o ministri degli Esteri o per definire la corrispondenza dei diplomatici accreditati all’estero con i loro superiori.
Casus belli
Termine latino per indicare un evento o una serie di eventi che portano alla guerra. Per esempio: l’assassinio del granduca Francesco Ferdinando principe ereditario dell’Impero austro-ungarico, il 28 giugno 1914, a Sarajevo.
Casus foederis
Termine latino per indicare l’evento il cui verificarsi dovrebbe provocare le azioni previste da un’alleanza (v.). Di solito il casus foederis è un’aggressione non giustificata.
Caucaso
La catena montuosa che ha questo nome è sin dalle origini dell’umanità una delle aree geografiche di maggior importanza nel mondo e, al tempo stesso, un agglomerato di situazioni critiche e divergenze etniche. Il Caucaso è anzitutto una delle linee di separazione tra l’Asia e l’Europa. Dal Mar Nero esso giunge sino al Mar Caspio, segnando una divisione apparentemente netta. Al suo confine meridionale vi sono la Turchia e l’Iran; al suo confine settentrionale vi era, sino al 1991, l’Unione Sovietica. Questa situazione è stata modificata, con la fine del controllo sovietico, dal proliferare di Stati indipendenti e dall’affiorare di profonde diversità etniche, spesso tali da provocare una radicata conflittualità. A nord vi è ora la Repubblica federativa russa, con sei regioni autonome alcune delle quali, come la Cecenia, spesso ferocemente impegnate a combattere per conquistare la piena indipendenza. A nord-ovest si sono costituite la Repubblica di Georgia e quella di Armenia, dalla popolazione cristiana. L’estremo lembo occidentale della Georgia, l’Abkhazia (che gode di una quasi indipendenza de facto), è tuttavia rivendicato dalla Russia, mentre l’area centrale del confine settentrionale georgiano è caratterizzata dall’esistenza di due province, motivo di aspra rivalità tra la Georgia e la Russia: l’Ossezia del Nord, sotto la sovranità russa; l’Ossezia del Sud,
georgiana ma in pratica sotto controllo russo. A sud della Georgia vi è l’Armenia, che vanta l’esistenza di minoranze in Turchia. L’area orientale del Caucaso costituisce lo Stato islamico dell’Azerbaijan, il cui territorio è reso meno omogeneo, nell’area sudoccidentale, dall’esistenza della provincia del Nagorno Karabak, abitata da popolazioni armene dalla forte propensione autonomistica. Tutta la zona di confine tra la Turchia, l’Iran, l’Iraq è poi connotata dalla presenza di una forte minoranza curda, priva di un’organizzazione statuale propria ma proiettata verso una continua rivendicazione di indipendenza. Si tratta, dunque, in genere, di un territorio profondamente diviso da rivalità che hanno radici remote, il che alimenta instabilità e conflitti.
Ceca
Acronimo per Comunità europea del carbone e dell’acciaio. Durante la seconda guerra mondiale, Jean Monnet lanciò l’idea che i governi franco-tedeschi, anziché combattersi in continue lotte per il dominio del bacino carbosiderurgico della Ruhr e di tutta l’area renana, si accordassero per governare congiuntamente un’area di così grande importanza economica e strategica. La proposta venne ripresa dal governo francese che il 9 maggio 1950 lanciò il piano Schuman (dal nome del ministro degli Esteri Robert Schuman) che proponeva la creazione di un’Alta autorità alla quale fossero affidati tutti i poteri riguardanti la produzione carbosiderurgica non solo franco-tedesca ma anche (come fu deciso in un secondo tempo) dei paesi del Benelux e dell’Italia. Il piano, che prevedeva una vera e propria cessione di sovranità a un’autorità sovrannazionale, fu discusso a lungo e approvato nell’aprile 1951, per entrare in vigore, dopo il processo di ratifica, il 25 luglio 1952. Ispirazione europeistica, spinta internazionale e volontà di affrontare in modo nuovo i problemi europei portarono alla nascita dell’unico soggetto europeo dotato di poteri autonomi e sovrannazionali, affidati al governo di un’Alta autorità. La scelta europeistica si rivelò efficace sino a quando la Ceca non venne, nel 1967, incorporata nella Cee (v.) per essere poi abolita, in quanto organizzazione separata dall’Unione europea, nel 2002.
Cecenia
Oggi la Cecenia è una Repubblica autonoma interna alla Repubblica federativa russa. Situata nella regione settentrionale del Caucaso e abitata da una popolazione fortemente animata da sentimenti indipendentistici, durante l’esistenza dell’Unione Sovietica la Cecenia fu unita all’Inguscezia a formare una delle repubbliche sovietiche. Dopo il 1991 i ceceni proclamarono la propria indipendenza da Mosca e la difesero con ferocia sia in guerra contro i russi, dal 1991 al 1997, sia attuando una serie di clamorosi attentati in particolare a Mosca. La pace non durò a lungo poiché le ostilità ripresero nel 1999, frutto della volontà russa di reprimere radicalmente le basi del terrorismo ceceno e le ambizioni indipendentistiche dei nazionalisti ceceni. L’attacco del 2000 contro Groznyj, capitale della regione, fu il momento culminante di una campagna militare di inaudita crudezza, conclusa nel 2006 con la restaurazione del dominio russo e la creazione di una Repubblica autonoma caratterizzata dalla persistenza di venature indipendentistiche.
Ced
Acronimo di Comunità europea di difesa. La creazione della Nato (v.) venne condizionata, da parte degli Stati Uniti, alla partecipazione di forze armate della Repubblica federale di Germania. Per attutire l’opposizione (specialmente francese) verso la rinascita di un esercito tedesco, il governo di Parigi cercò di trovare una soluzione inserendo anche questo tema nella cornice europeistica. Nell’ottobre 1950 il ministro della Difesa francese René Pleven presentò agli alleati la proposta di costituire un esercito europeo integrato. I negoziati sul piano Pleven ebbero inizio nel febbraio 1951 e furono conclusi il 26-27 maggio 1952 con l’approvazione di due documenti fra loro collegati. Con il primo si definivano gli «accordi contrattuali» fra le potenze occupanti e la Germania federale in termini adeguati a consentire al governo del cancelliere Konrad Adenauer di sottoscrivere (il 27 maggio) il trattato istitutivo della Ced. Questa era, a sua volta, costituita secondo il modello della Ceca ma, a differenza di essa, l’esecutivo della Ced (Commissariato) non aveva poteri sovrannazionali ma potestà in definitiva condizionate dalla volontà del Consiglio dei ministri che rappresentava i paesi partecipanti. L’iter per la ratifica del trattato coincise con uno dei periodi più drammatici della storia francese, dominato dall’andamento della guerra in Indocina. Il trattato Ced incontrava non solo l’ostilità delle sinistre comuniste e di parte di quelle socialiste, ma anche l’opposizione dei gollisti e di altri gruppi nazionalisti. Nonostante i tentativi di trovare compromessi che modificassero il trattato per renderlo compatibile con le esigenze di una parte dell’opposizione, al momento del voto, il 30 agosto 1954, l’Assemblea nazionale francese bocciò l’inizio della discussione sulla base di un’eccezione procedurale. Ciò esprimeva ostilità verso la formula europeistica ma non verso il riarmo della Germania. Il tema infatti venne immediatamente ripreso per iniziativa britannica e il riarmo tedesco ebbe luogo nell’ambito dell’Unione europea occidentale (Ueo; v.). Quando si considera la questione della Ced non si deve trascurare peraltro il potenziale sviluppo collegato all’applicazione dell’art. 38 del trattato. Questo prevedeva la possibilità che fosse istituita un’assemblea eletta a suffragio universale e tale da diventare una sorta di Assemblea costituente europea. Su proposta dell’italiano Alcide De Gasperi fu creata un’assemblea ad hoc (v.) che tra l’autunno 1952 e il marzo 1953 elaborò il testo dello statuto di una possibile Comunità politica europea. La bocciatura del trattato trascinò con sé la caduta di tale progetto.
Cee
Acronimo di Comunità economica europea. Dopo la bocciatura della Ced, cioè di un progetto fortemente connotato dalla pressione degli Stati Uniti, il movimento per l’integrazione europea riprese vigore sia grazie al completamento della ricostruzione economica postbellica, sia grazie alla persistente vocazione e spinta europeistica di personalità europee, prima fra tutte Jean Monnet che, nominato presidente dell’Alta autorità della Ceca, rinunciò nel novembre 1954 al suo mandato per dedicarsi con piena energia al progresso della creazione di una comunità comprendente gli Stati europei che facevano parte della Ceca stessa. Una serie di contatti con uomini politici dei paesi interessati portò alla Conferenza di Messina (conferenza del rilancio europeo) del 2-3 giugno 1955, nel corso della quale venne deciso l’avvio di un negoziato per dare vita a due nuove comunità, la prima per disciplinare l’uso pacifico dell’energia atomica (in sigla Euratom) e la seconda alla quale era affidato il compito di costituire «a tappe» «un mercato comune europeo all’interno del quale fossero aboliti tutti i diritti di dogana e tutte le restrizioni quantitative». Le due conferenze lavorarono lentamente sino al maggio 1956; solo dopo l’esito infelice della spedizione anglo-francese a Suez (fine ottobre-novembre 1956) le esitazioni francesi vennero superate e fu possibile giungere, anche sotto la spinta del Comitato d’azione per gli Stati Uniti d’Europa, formato da Monnet nell’ottobre 1955, alla firma, il 25 marzo 1957, a Roma, dei trattati istitutivi della Comunità economica europea e del trattato Euratom (v.). Il trattato Cee affidava a una commissione di 9 membri il compito esecutivo ma sulla base del parere del Consiglio dei ministri dei paesi membri (questo restava dunque il dominus dell’attività comunitaria); un’Assemblea di 142 membri eletti su designazione dei rispettivi parlamenti e una Corte di giustizia completavano la struttura comunitaria. Quanto agli obiettivi del trattato, essi prevedevano due fasi: nei primi 12 anni sarebbero stati rimossi gli ostacoli alla creazione di un mercato comune; nella fase successiva il Consiglio avrebbe predisposto le misure volte alla elaborazione di una politica economica comune.
Il trattato entrò in vigore il 1° gennaio 1958. La presidenza della commissione venne affidata al tedesco Walter Hallstein. Nella prima fase lo smantellamento delle restrizioni commerciali ebbe luogo celermente. Le difficoltà ebbero inizio dopo il 1964 anche per effetto dell’azione politica che Charles de Gaulle, divenuto frattanto presidente francese, pose in essere per dare alla Comunità un segretariato politico e una voce dominata dalla Francia, sulla base di un progetto poi affidato allo studio di una commissione diretta da Christian Fouchet, stretto collaboratore di de Gaulle. La commissione operò dal 1961 alla primavera del 1962 ma i progetti elaborati non vennero accolti dagli altri paesi membri, mentre prese corpo il dissenso sulla distribuzione dei poteri comunitari tra la commissione e il Consiglio dei ministri. Il tentativo di Hallstein di far approvare, fra il 1964 e il 1965, una serie di delibere relative alla politica agricola comune portò a uno scontro così aspro da indurre i francesi a sospendere la loro partecipazione ai lavori della commissione (giugno 1965). La Comunità fu vicina alla completa rottura, evitata grazie a un compromesso raggiunto nel Lussemburgo il 29 gennaio 1966, con il quale di fatto veniva ribadito il primato della volontà dei governi su quella comunitaria. Solo nel 1969, dopo la fine della presidenza de Gaulle e mentre restava aperto il problema della richiesta d’adesione della Gran Bretagna, la Comunità riprese a progredire, dapprima con l’adesione della Gran Bretagna, della Danimarca e dell’Irlanda, poi con l’inizio di discussioni per la formazione di una politica economica comune (1974-75) e p...

Indice dei contenuti

  1. — dedica
  2. Premessa
  3. A
  4. B
  5. C
  6. D
  7. E
  8. F
  9. G
  10. H
  11. I
  12. J
  13. K
  14. L
  15. M
  16. N
  17. O
  18. P
  19. Q
  20. R
  21. S
  22. T
  23. U
  24. V
  25. W
  26. Y