Basta salari da fame!
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Basta salari da fame!

  1. 192 pagine
  2. Italian
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Basta salari da fame!

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Tutto il discorso di Basta salari da fame!è condotto non da una prospettiva esterna e al più solidale, ma interna e partecipe: gli autori sono parte di quella classe che esortano, esortando perciò anche sé stessi, a farsi carico della questione salariale.Luca Casarotti

Un libro militante.Roberto Mania, "Robinson – la Repubblica"

Ormai il mercato del lavoro è una giungla con una sola certezza: stipendi bassi e precari. Paghe da fame per un lavoro povero. E se fosse proprio questo il problema che impedisce alla nostra economia di crescere? E se ricominciassimo a parlare di lotta salariale?

Ci è stato detto che bisognava rendere il mercato del lavoro più flessibile e abbassare i salari per aumentare la competitività delle aziende e saremmo stati tutti più ricchi: l'abbiamo fatto ma siamo solo più poveri e ricattabili.

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Informazioni

Anno
2022
ISBN
9788858148204
Argomento
Economics

La struttura dell’occupazione

Dal 1993 fino agli anni più recenti si assiste a una non banale trasformazione della struttura occupazionale che coinvolge tanto le qualifiche professionali quanto i settori produttivi. La terziarizzazione dell’economia, per cui il peso della produzione si sposta dalla manifattura ai servizi, è un fenomeno che interessa la maggior parte delle economie a capitalismo maturo e che inevitabilmente si ripercuote sull’occupazione.
Poiché la terziarizzazione scaturisce principalmente dalla divisione internazionale del lavoro, che a sua volta è influenzata dai nuovi regimi di accumulazione, le differenze nelle strutture produttive e occupazionali tra paesi ne riflettono la collocazione relativamente al resto del mondo o a una data macroregione, come potrebbe essere l’Europa. L’industrializzazione dei paesi con bassi livelli salariali e la deindustrializzazione di quelli a capitalismo avanzato, con salari relativamente superiori, sono due facce della stessa medaglia. Questo però non significa che i profitti della manifattura di un determinato paese avanzato stiano diminuendo: molto dipende proprio dalla penetrazione delle aziende di un determinato paese nei processi produttivi globali. Dal modo cioè con cui queste sfruttano condizioni per loro più vantaggiose fuori dai propri confini per produrre beni manifatturieri e/o altamente tecnologici; il cosa produrre rimane comunque una scelta.
Analizzando la struttura occupazionale italiana, tra il 1993 e il 2016, così come emerge dai dati dell’Indagine sui redditi e la ricchezza delle famiglie (Shiw, acronimo di Survey on Household Income and Wealth) a cura del...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Viaggio al centro della terra
  3. Le prime lotte: dal dopoguerra allo sviluppo economico
  4. L’età della sconfitta: 1973-1984
  5. Futuro passato: dal 1993 a oggi
  6. La struttura dell’occupazione
  7. Salari e produttività: il grande inganno
  8. Salari e profitti: a che serve la tecnologia?
  9. Il prossimo agnello da sacrificare
  10. Il salario minimo fa bene
  11. Il salario minimo in Italia: tabù a sinistra, proposte a destra
  12. Conclusioni: la posta in gioco
  13. Bibliografia