Atlante del Ventesimo secolo 1969-2000
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Atlante del Ventesimo secolo 1969-2000

I documenti essenziali

  1. 384 pagine
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Atlante del Ventesimo secolo 1969-2000

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Il secolo delle ideologie, il secolo delle masse, il secolo della scienza e della tecnologia. E ancora: il secolo delle guerre, il secolo americano, il secolo delle donne, il secolo della violenza.È ancora presto per dare una definizione conclusiva del Novecento, ma certo è possibile ripercorrerne le complesse vicende.Un'ampia selezione di documenti – in quattro volumi – consente di avvicinarsi direttamente ai momenti più significativi e ai protagonisti del secolo, così da misurare i propri interessi e verificare le proprie scelte di campo.

Un trentennio di profondi rivolgimenti quello testimoniato nell'ultimo volume dell'Atlante del Ventesimo secolo. Il colpo di Stato in Cile, la sconfitta americana in Vietnam, lo scandalo del Watergate e le dimissioni del presidente Nixon. In Europa, mentre la Spagna torna alla democrazia, l'Italia vive l'incubo del terrorismo. Dal 1978 la Chiesa cattolica guidata da Giovanni Paolo II, il polacco Karol Wojtyla, svolge un ruolo decisivo nella politica mondiale favorendo la crisi del mondo comunista. Nel 1979 la rivoluzione khomeinista in Iran cambia gli assetti in una delle regioni più conflittuali del pianeta, nel 1989 crolla il muro di Berlino, agli inizi degli anni Novanta gli scandali di Tangentopoli delegittimano la classe politica italiana e consentono l'affermarsi di Berlusconi, figura dominante della Seconda repubblica.

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Informazioni

Anno
2016
ISBN
9788858124475
Argomento
History

1.
l’uomo sulla Luna
(21 luglio 1969)

Il progetto di far arrivare l’uomo sulla Luna entro l’anno 1970 era stato annunciato dal presidente americano John Fitzgerald Kennedy nel maggio del 1961: si trattava della risposta ai successi spaziali raggiunti dall’Unione Sovietica, che nel 1957 aveva lanciato il primo satellite artificiale, lo Sputnik, e nell’aprile dello stesso ’61 aveva inviato nello spazio il primo uomo, Jurij Gagarin. Dopo una serie di missioni preparatorie, il 16 luglio del 1969 iniziò quella che sarebbe passata alla storia: dalla base di Cape Canaveral, in Florida, fu lanciata nello spazio la navicella «Apollo 11» con a bordo gli astronauti Neil Armstrong, Edwin Aldrin e Michael Collins. Il 21 luglio la capsula spaziale Lem condusse i primi due sulla Luna: una telecamera riprese Armstrong mentre, sceso dalla capsula, posava i piedi sulla superficie lunare. Era il primo uomo a camminare sulla Luna. Le televisioni di tutto il mondo mandarono in onda le immagini dei due astronauti intenti a muoversi sul suolo lunare; accanto a loro la bandiera americana lanciava il messaggio di una recuperata egemonia statunitense ben oltre i confini della terra. L’impresa dell’«Apollo 11» avrebbe aperto la strada a una nuova stagione tecnologica, con implicazioni civili e militari di importanza strategica, grazie al perfezionamento di satelliti per le telecomunicazioni, per la meteorologia e, soprattutto, per scopi militari.
L’astronauta Neil Armstrong e la bandiera americana sulla Luna
L’astronauta Neil Armstrong e la bandiera americana sulla Luna.

2.
La rivoluzione in Libia
(1969)

Il 1° settembre 1969, in Libia un colpo di Stato incruento portò al potere un gruppo di ufficiali guidato dal ventisettenne capitano (poi colonnello) Mu‘ammar al-Gheddafi. La Libia era stata colonia italiana dal 1912 al 1943, quando gli inglesi avevano definitivamente sconfitto le truppe italo-tedesche sul fronte dell’Africa settentrionale. Nel 1951, dopo un periodo di amministrazione militare anglo-francese, le Nazioni Unite avevano favorito la formazione di una monarchia federale, il Regno Unito di Libia, affidato a re Mohammed Idris, nipote del Gran Senusso (i senussi erano una confraternita islamica fondata da Muh.ammad ibn ‘Alı¯ al-Sanu¯sı¯ – il Gran Senusso – stabilitasi in Cirenaica dal 1842). Dopo il colpo di Stato fu abolita la monarchia e la guida del paese fu assunta da Gheddafi (ancora oggi a capo della Repubblica araba di Libia). Il nuovo governo provvide subito a nazionalizzare le grandi imprese, in particolare quelle impegnate nell’estrazione del petrolio, a chiudere le basi militari inglesi e americane, e a confiscare tutti i beni dei cittadini italiani che ancora vivevano nella ex colonia e tutte le proprietà ebraiche. Intrecciando ideologia panaraba e socialismo, Gheddafi si schierò apertamente contro gli Stati Uniti e contro Israele, a sostegno delle rivendicazioni arabe.
Si pubblicano di seguito due documenti: il primo è il discorso radiofonico col quale, il 1° settembre del 1969, Gheddafi annunciava l’avvenuto colpo di Stato; il secondo è invece il testo di un intervento del 16 aprile del 1973 volto a lanciare la «rivoluzione culturale» libica, compimento della rivoluzione del ’69.

L’annuncio della rivoluzione

Popolo di Libia!
Interpretando la tua libera volontà; esaudendo i tuoi voti supremi; accogliendo il tuo appello incessante al cambiamento di regime e la tua aspirazione ad agire; ascoltando le tue esortazioni alla rivolta, le tue forze armate hanno rovesciato il regime reazio­nario e corrotto, il cui fetore ci soffocava, il cui spettacolo ci ri­pugnava.
D’un solo colpo, la tua valente armata ha fatto cadere gl’idoli e li ha mandati in frantumi. D’un solo colpo, essa ha illuminato la notte oscura in cui s’erano succedute la dominazione turca, la dominazione italiana, la dominazione – infine – d’un regime reazionario e putrefatto in seno al quale regnavano la concussione, le fazioni, la fellonia e il tradimento.
La Libia è, a partire da adesso, una repubblica libera e sovra­na, che assume il nome di Repubblica Araba Libica e che, per grazia di Dio, si mette all’opera. Essa procederà sulla strada del­la libertà, dell’unità e della giustizia, garantendo a tutti i suoi fi­gli l’equità e la fratellanza ed aprendo dinanzi a loro le porte di un’attività onesta, dalla quale saranno bandite l’ingiustizia e lo sfruttamento, dove non ci saranno né servi né padroni, dove tutti saranno liberi fratelli. Questa attività si collocherà in un mondo che vedrà regnare, per la grazia di Dio, il bene comune e la giu­stizia.
Tendete a noi le vostre mani, aprite a noi i vostri cuori, di­menticate le avversità e fate fronte, uniti in un unico blocco, al nemico della Nazione Araba, al nemico dell’Islam, al nemico del­l’Uomo, a colui che ha bruciato i nostri templi e ha dileggiato il nostro Onore. Noi costruiremo l’edificio della nostra gloria, fa­remo rivivere il nostro retaggio, vendicheremo la nostra dignità offesa e i nostri diritti spogliati.
O voi che siete stati testimoni della sacra lotta del nostro eroe Omar El-Muktar1, lotta per la Libia, per l’Arabismo e per l’Islam; o voi che avete combattuto al fianco di Ahmed El-Sherif2 per un giusto ideale; voi, i figli del deserto; voi, i figli delle nostre antiche città; voi, i figli delle nostre verdeggianti campagne; voi, i figli dei nostri bei villaggi: l’ora dell’azione è arrivata.
Andiamo avanti, e che la pace sia con voi.

La rivoluzione culturale islamica

O grande popolo, la nostra vera rivoluzione comincia oggi: gli ultimi tre anni sono stati semplicemente un preludio necessa­rio a preparare la strada al giorno in cui le masse prenderanno il potere nelle loro mani. Gli ultimi tre anni non fanno parte della no­stra vera rivoluzione; comunque, essi sono stati un inevitabile pre­ludio alla vera rivoluzione, nella quale il popolo prenderà il potere per governarsi da solo. Il Consiglio del Comando Rivoluzionario è soltanto uno strumento per eseguire la volontà del popolo, e questo è lo scopo reale per cui noi abbiamo dato il via alla rivo­luzione.
Perciò noi chiediamo a ogni villaggio, città, facoltà, istituto o scuola di costituire dei comitati del popolo, allo scopo di attuare i Cinque Punti che ho enunciati ieri nel discorso di Zuara in nome del popolo.
Ogni aeroporto, ogni porto, ogni organizzazione popolare de­ve formare un comitato del popolo al fine di prendere il potere reale e dare il via a un effettivo cambiamento.
L’obiettivo della rivoluzione popolare che noi stiamo comin­ciando oggi dovrebbe essere molto evidente. Esso consiste nel dare il via a una rivoluzione culturale avente lo scopo di distrug­gere le idee d’importazione e di annientare tutte le corrotte con­cezione reazionarie, vengano esse dall’Occidente o dall’Oriente.
Dovrà prevalere soltanto la vera concezione, che è quella che emerge dal Sacro Corano. Dovrà esserci spazio soltanto per quel­le idee in cui si manifesta il vero arabismo, il vero Islam, così come esso fu originariamente rivelato da Dio. Quanto alle con­cezioni travianti ed ambigue importate dall’Oriente e dall’Occi­dente, concezioni settarie e reazionarie, esse dovranno venir spaz­zate via, poiché sono contraddittorie nella loro essenza. Soltanto il pensiero che emerge dal libro di Allah, autentica espressione di arabismo, Islam, umanità, socialismo e perfezionamento, dovrà prevalere. Poiché esso è, in effetti, l’unica concezione vera; tut­to il resto deve essere bruciato e noi daremo alle fiamme tutti i libri che contengono concezioni corrotte.
O grande popolo, distruggi tutti i libri importati, nei quali non si esprimono i nostri valori arabi, islamici, socialisti e rivo­lu­zionari. Distruggi, ripeto, tutti i libri che non parlano di so­cia­lismo islamico, ma parlano invece di un falso socialismo.
Noi siamo contro il capitalismo e il comunismo; di conseguen­za, basta con la putrida ideologia del capitalismo, basta con il marxismo ingannatore.
O popolo, distruggi tutte le librerie che non contengono la vera luce che guida l’uomo fuori dalle tenebre; distruggi quelle librerie che sono ricettacolo di corruzione. La corruzione alligna nelle ideologie importate, nelle concezioni reazionarie, nelle idee capitaliste ed ebraico-comuniste.
Distruggi tutto quanto è falso; risparmia soltanto ciò che è voluto dal popolo e piace ad Allah.
O grande popolo, brucia e distruggi tutti i programmi acca­demici che non rispettano la nostra mentalità araba, distruggi tali programmi che riempiono di vacuità i nostri cervelli. Brucia tutti i programmi che non riconoscono la vera origine di questo popo­lo, le nostre speranze e aspirazioni.
Distruggi tutte le carriere che si affermarono durante il de­funto regime reazionario, le carriere propiziate da mani visibili e invisibili durante l’era coloniale. Noi vogliamo che rimanga soltanto ciò che è retaggio di questo popolo. Circa la battaglia amministrativa, di cui ho parlato nel mio discorso, io vi esorto a calpestare sotto i vostri piedi i burocrati borghesi che vi chiu­dono la porta in faccia rifiutando di rispondere alle vostre esi­genze, e che vogliono semplicemente vivere da parassiti nella nostra società. Schiacciateli sotto i vostri piedi e annientateli per sempre.
Non c’è nessuno spazio fra noi per i settari che vogliono dominare il popolo tramite il loro partito. Nessuno spazio deve essere lasciato ai turlupinatori e agli arrivisti che abusano dell’Islam per imporre se stessi sopra il popolo. Gli ipocriti che ten­tano di sviare il popolo dalla sua volontà, introducendo teorie e principi importati, non devono più esistere nella nostra società rivoluzionaria. Oggi il popolo sta sperimentando il suo metodo di edificazione del paese e di costruzione dell’avvenire, così da riprendere il suo ruolo culturale in questa nazione.
Mai più questo popolo dovrà avere bisogno di partiti o di un leader che sventoli ipocritament...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione generale
  2. Prefazione
  3. 1. l’uomo sulla Luna (21 luglio 1969)
  4. 2. La rivoluzione in Libia (1969)
  5. 3. Willy Brandt e la «Ostpolitik» (1969)
  6. 4. Il manifesto di «Rivolta femminile» (luglio 1970)
  7. 5. Il divorzio in Italia (1º dicembre 1970)
  8. 6. I limiti dello sviluppo (1972)
  9. 7. Il problema della droga (1972)
  10. 8. Il colpo di Stato in Cile (11 settembre 1973)
  11. 9. Enrico Berlinguer e il «compromesso storico» (ottobre 1973)
  12. 10. La crisi energetica (1973)
  13. 11. Le dimissioni di Nixon per lo scandalo Watergate (8 agosto 1974)
  14. 12. Pier Paolo Pasolini (1975)
  15. 13. Le Riflessioni di kissinger sul conflitto in Vietnam
  16. 14. La fine della guerra in Vietnam (1975)
  17. 15. L’«Intervista sul fascismo» di Renzo De Felice (1975)
  18. 16. La Costituzione spagnola (1978)
  19. 17. Sequestro e omicidio di Aldo Moro (16 marzo - 9 maggio 1978)
  20. 18. La legge sull’aborto (22 maggio 1978)
  21. 19. Gli accordi di Camp David (17 settembre 1978)
  22. 20. La rivoluzione khomeinista in Iran (1979)
  23. 21. Postmodernità e codificazione della conoscenza (1979)
  24. 22. La nascita di Solidarność (agosto-novembre 1980)
  25. 23. La scoperta dell’AIDS (1981)
  26. 24. L’attentato a papa Giovanni Paolo II (13 maggio 1981)
  27. 25. La guerra delle Falkland (aprile-giugno 1982)
  28. 26. Bettino Craxi e la vicenda dell’«Achille Lauro» (17 ottobre 1985)
  29. 27. Il disastro di Černobyl’ (26 aprile 1986)
  30. 28. Gorbačëv e la «perestrojka» (1986)
  31. 29. Leonardo Boff e la teologia della liberazione (1986)
  32. 30. L’Intifada (1987)
  33. 31. Rivolta e massacri a Pechino (3-4 giugno 1989)
  34. 32. Rossana Rossanda, «Della difficoltà di essere comunista» (1989)
  35. 33. La caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989)
  36. 34. Achille Occhetto e la «svolta della Bolognina» (12 novembre 1989)
  37. 35. La guerra del Golfo (gennaio-febbraio 1991)
  38. 36. La fine dell’unione sovietica (dicembre 1991)
  39. 37. Il Trattato di Maastricht (7 febbraio 1992)
  40. 38. Tangentopoli (1992)
  41. 39. Giovanni falcone e la mafia
  42. 40. Economia e ambiente
  43. 41. Gli accordi di Oslo I (13 settembre 1993)
  44. 42. La «discesa in campo» di Silvio Berlusconi (26 gennaio 1994)
  45. 43. Il genocidio in Ruanda (primavera 1994)
  46. 44. Contro il capitalismo globale (1995)
  47. 45. Sudafrica: La commissione per la verità e la riconciliazione (1995-1998)
  48. 46. Il nazionalismo serbo e la guerra per il Kosovo (1999)
  49. 47. Giovanni Paolo II e la giornata mondiale della gioventù (19 agosto 2000)