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La rivoluzione in Libia
(1969)
Il 1° settembre 1969, in Libia un colpo di Stato incruento portò al potere un gruppo di ufficiali guidato dal ventisettenne capitano (poi colonnello) Mu‘ammar al-Gheddafi. La Libia era stata colonia italiana dal 1912 al 1943, quando gli inglesi avevano definitivamente sconfitto le truppe italo-tedesche sul fronte dell’Africa settentrionale. Nel 1951, dopo un periodo di amministrazione militare anglo-francese, le Nazioni Unite avevano favorito la formazione di una monarchia federale, il Regno Unito di Libia, affidato a re Mohammed Idris, nipote del Gran Senusso (i senussi erano una confraternita islamica fondata da Muh.ammad ibn ‘Alı¯ al-Sanu¯sı¯ – il Gran Senusso – stabilitasi in Cirenaica dal 1842). Dopo il colpo di Stato fu abolita la monarchia e la guida del paese fu assunta da Gheddafi (ancora oggi a capo della Repubblica araba di Libia). Il nuovo governo provvide subito a nazionalizzare le grandi imprese, in particolare quelle impegnate nell’estrazione del petrolio, a chiudere le basi militari inglesi e americane, e a confiscare tutti i beni dei cittadini italiani che ancora vivevano nella ex colonia e tutte le proprietà ebraiche. Intrecciando ideologia panaraba e socialismo, Gheddafi si schierò apertamente contro gli Stati Uniti e contro Israele, a sostegno delle rivendicazioni arabe.
Si pubblicano di seguito due documenti: il primo è il discorso radiofonico col quale, il 1° settembre del 1969, Gheddafi annunciava l’avvenuto colpo di Stato; il secondo è invece il testo di un intervento del 16 aprile del 1973 volto a lanciare la «rivoluzione culturale» libica, compimento della rivoluzione del ’69.
L’annuncio della rivoluzione
Popolo di Libia!
Interpretando la tua libera volontà; esaudendo i tuoi voti supremi; accogliendo il tuo appello incessante al cambiamento di regime e la tua aspirazione ad agire; ascoltando le tue esortazioni alla rivolta, le tue forze armate hanno rovesciato il regime reazionario e corrotto, il cui fetore ci soffocava, il cui spettacolo ci ripugnava.
D’un solo colpo, la tua valente armata ha fatto cadere gl’idoli e li ha mandati in frantumi. D’un solo colpo, essa ha illuminato la notte oscura in cui s’erano succedute la dominazione turca, la dominazione italiana, la dominazione – infine – d’un regime reazionario e putrefatto in seno al quale regnavano la concussione, le fazioni, la fellonia e il tradimento.
La Libia è, a partire da adesso, una repubblica libera e sovrana, che assume il nome di Repubblica Araba Libica e che, per grazia di Dio, si mette all’opera. Essa procederà sulla strada della libertà, dell’unità e della giustizia, garantendo a tutti i suoi figli l’equità e la fratellanza ed aprendo dinanzi a loro le porte di un’attività onesta, dalla quale saranno bandite l’ingiustizia e lo sfruttamento, dove non ci saranno né servi né padroni, dove tutti saranno liberi fratelli. Questa attività si collocherà in un mondo che vedrà regnare, per la grazia di Dio, il bene comune e la giustizia.
Tendete a noi le vostre mani, aprite a noi i vostri cuori, dimenticate le avversità e fate fronte, uniti in un unico blocco, al nemico della Nazione Araba, al nemico dell’Islam, al nemico dell’Uomo, a colui che ha bruciato i nostri templi e ha dileggiato il nostro Onore. Noi costruiremo l’edificio della nostra gloria, faremo rivivere il nostro retaggio, vendicheremo la nostra dignità offesa e i nostri diritti spogliati.
O voi che siete stati testimoni della sacra lotta del nostro eroe Omar El-Muktar1, lotta per la Libia, per l’Arabismo e per l’Islam; o voi che avete combattuto al fianco di Ahmed El-Sherif2 per un giusto ideale; voi, i figli del deserto; voi, i figli delle nostre antiche città; voi, i figli delle nostre verdeggianti campagne; voi, i figli dei nostri bei villaggi: l’ora dell’azione è arrivata.
Andiamo avanti, e che la pace sia con voi.
La rivoluzione culturale islamica
O grande popolo, la nostra vera rivoluzione comincia oggi: gli ultimi tre anni sono stati semplicemente un preludio necessario a preparare la strada al giorno in cui le masse prenderanno il potere nelle loro mani. Gli ultimi tre anni non fanno parte della nostra vera rivoluzione; comunque, essi sono stati un inevitabile preludio alla vera rivoluzione, nella quale il popolo prenderà il potere per governarsi da solo. Il Consiglio del Comando Rivoluzionario è soltanto uno strumento per eseguire la volontà del popolo, e questo è lo scopo reale per cui noi abbiamo dato il via alla rivoluzione.
Perciò noi chiediamo a ogni villaggio, città, facoltà, istituto o scuola di costituire dei comitati del popolo, allo scopo di attuare i Cinque Punti che ho enunciati ieri nel discorso di Zuara in nome del popolo.
Ogni aeroporto, ogni porto, ogni organizzazione popolare deve formare un comitato del popolo al fine di prendere il potere reale e dare il via a un effettivo cambiamento.
L’obiettivo della rivoluzione popolare che noi stiamo cominciando oggi dovrebbe essere molto evidente. Esso consiste nel dare il via a una rivoluzione culturale avente lo scopo di distruggere le idee d’importazione e di annientare tutte le corrotte concezione reazionarie, vengano esse dall’Occidente o dall’Oriente.
Dovrà prevalere soltanto la vera concezione, che è quella che emerge dal Sacro Corano. Dovrà esserci spazio soltanto per quelle idee in cui si manifesta il vero arabismo, il vero Islam, così come esso fu originariamente rivelato da Dio. Quanto alle concezioni travianti ed ambigue importate dall’Oriente e dall’Occidente, concezioni settarie e reazionarie, esse dovranno venir spazzate via, poiché sono contraddittorie nella loro essenza. Soltanto il pensiero che emerge dal libro di Allah, autentica espressione di arabismo, Islam, umanità, socialismo e perfezionamento, dovrà prevalere. Poiché esso è, in effetti, l’unica concezione vera; tutto il resto deve essere bruciato e noi daremo alle fiamme tutti i libri che contengono concezioni corrotte.
O grande popolo, distruggi tutti i libri importati, nei quali non si esprimono i nostri valori arabi, islamici, socialisti e rivoluzionari. Distruggi, ripeto, tutti i libri che non parlano di socialismo islamico, ma parlano invece di un falso socialismo.
Noi siamo contro il capitalismo e il comunismo; di conseguenza, basta con la putrida ideologia del capitalismo, basta con il marxismo ingannatore.
O popolo, distruggi tutte le librerie che non contengono la vera luce che guida l’uomo fuori dalle tenebre; distruggi quelle librerie che sono ricettacolo di corruzione. La corruzione alligna nelle ideologie importate, nelle concezioni reazionarie, nelle idee capitaliste ed ebraico-comuniste.
Distruggi tutto quanto è falso; risparmia soltanto ciò che è voluto dal popolo e piace ad Allah.
O grande popolo, brucia e distruggi tutti i programmi accademici che non rispettano la nostra mentalità araba, distruggi tali programmi che riempiono di vacuità i nostri cervelli. Brucia tutti i programmi che non riconoscono la vera origine di questo popolo, le nostre speranze e aspirazioni.
Distruggi tutte le carriere che si affermarono durante il defunto regime reazionario, le carriere propiziate da mani visibili e invisibili durante l’era coloniale. Noi vogliamo che rimanga soltanto ciò che è retaggio di questo popolo. Circa la battaglia amministrativa, di cui ho parlato nel mio discorso, io vi esorto a calpestare sotto i vostri piedi i burocrati borghesi che vi chiudono la porta in faccia rifiutando di rispondere alle vostre esigenze, e che vogliono semplicemente vivere da parassiti nella nostra società. Schiacciateli sotto i vostri piedi e annientateli per sempre.
Non c’è nessuno spazio fra noi per i settari che vogliono dominare il popolo tramite il loro partito. Nessuno spazio deve essere lasciato ai turlupinatori e agli arrivisti che abusano dell’Islam per imporre se stessi sopra il popolo. Gli ipocriti che tentano di sviare il popolo dalla sua volontà, introducendo teorie e principi importati, non devono più esistere nella nostra società rivoluzionaria. Oggi il popolo sta sperimentando il suo metodo di edificazione del paese e di costruzione dell’avvenire, così da riprendere il suo ruolo culturale in questa nazione.
Mai più questo popolo dovrà avere bisogno di partiti o di un leader che sventoli ipocritament...