Nota bibliografica
1. Opere di Gramsci
1.1. Lettere
Una prima raccolta di 218 lettere dal carcere venne pubblicata dall’editore Giulio Einaudi nel 1947. Non erano tutte integrali. I tagli discendevano da tre ordini di considerazioni: 1°, per il gruppo di lettere dal confino di Ustica, il calcolo politico, oggi severamente giudicato, di nascondere la cordialità dei rapporti fra Gramsci e Bordiga; 2°, escludere i riferimenti privati che i familiari di Gramsci ancora in vita potevano desiderare di non pubblica conoscenza; 3°, ridurre ogni lettera alle sue linee essenziali, con la soppressione di aspetti marginali. Malgrado l’incompletezza della raccolta e i tagli, il ritratto intellettuale e morale di Gramsci emergeva abbastanza netto, ed ancora oggi quell’edizione può essere letta da chi voglia un primo vigoroso abbozzo del personaggio. – Una scelta di queste lettere apparve, per gli Editori riuniti, nel 1961. Vi era premesso il notevole discorso pronunziato da Luigi Russo nell’aula magna della Scuola Normale Superiore di Pisa il 27 aprile 1947, dieci anni dopo la scomparsa di Gramsci. – Altre lettere, messe via via a disposizione dai familiari o da altri corrispondenti, sono uscite in giornali e riviste. Le hanno raccolte, insieme ad una parte di quelle edite da Einaudi e ad altre inedite, Giansiro Ferrata e Niccolò Gallo per le edizioni del Saggiatore (secondo volume dell’antologia 2000 pagine di Gramsci). Il volume, apparso nel 1964, comprende 64 lettere del periodo 1912-1926 e 268 lettere dal carcere. È rilevante il lavoro di annotazione dei due curatori. – Infine una raccolta completa di lettere dal carcere è uscita nella Nuova Universale Einaudi a cura di Sergio Caprioglio e di Elsa Fubini (1965). Sono 428 lettere in gran parte riscontrate sugli originali. I curatori vi hanno premesso notizie sui corrispondenti (ma non tutto ciò che riguarda la famiglia Schucht è completamente esatto) ed una molto puntuale cronologia dove sono schematicamente riferite le svolte e i fatti salienti della vita di Gramsci. Conclude l’opera l’indice dei libri e dei periodici citati nelle lettere. Eccellente è il lavoro di annotazione, con molti contributi originali alla conoscenza di Gramsci.
La produzione gramsciana può essere distinta in due grandi periodi: gli articoli ed i saggi usciti in giornali e riviste dal 1914 al 1926; i Quaderni del carcere.
1.2. Scritti del periodo 1914-1926
L’editore Einaudi ha pubblicato finora gli articoli usciti in «Il Grido del Popolo», in «La Città futura» e nell’«Avanti!» dal 1914 al ’18 (Scritti giovanili, 1958); una raccolta della rubrica Sotto la Mole, che appariva quotidiana sull’«Avanti!» (Sotto la Mole, 1960); gli scritti dell’«Ordine nuovo» settimanale (L’Ordine nuovo. 1919-1920, 1954). Ancora da Einaudi è uscita nel 1963 una antologia dell’«Ordine nuovo» settimanale, curata da Paolo Spriano, autore di un esemplare saggio introduttivo (ripubblicato dagli Editori riuniti nel 1965 col titolo Gramsci e L’Ordine nuovo). Scritti del periodo precedente l’arresto appaiono in 2000 pagine cit. Ferrata e Gallo vi hanno ordinato, oltre ad una scelta di testi già pubblicati nelle edizioni einaudiane, articoli del periodo 1921-26, tolti da «L’Ordine nuovo» quotidiano, da «L’Ordine nuovo» quindicinale, da «Stato operaio» e da «l’Unità». L’antologia del Saggiatore comprende anche l’intervento di Gramsci alla Camera dei deputati del 16 maggio 1925, la lettera al PCUS dell’ottobre ’26 ed il saggio incompiuto Alcuni temi della quistione meridionale, pubblicato per la prima volta a Parigi nel gennaio del 1930 su «Stato operaio». 2000 pagine (che d’ora in avanti indicheremo D) è aperto da una lucida prefazione di Ferrata, che si amplia e continua a svolgersi nelle successive premesse ai diversi gruppi di scritti gramsciani. – Elsa Fubini cura attualmente l’edizione degli scritti 1921-22 e 1923-26.
1.3. I Quaderni
Le 2.848 pagine di trentadue quaderni che Gramsci riempì, negli anni del carcere, di note e di appunti sono la grande eredità lasciata alle nuove generazioni. «Le 2.848 pagine dell’originale – ha scritto il primo ordinatore dei Quaderni, Felice Platone, in «Rinascita» dell’aprile 1946 – corrispondono a circa quattromila pagine dattilografate. Appena entrata in possesso dei quaderni, Tatiana Schucht provvide a numerarli applicando a ognuno di essi un’etichetta sulla copertina e una sul dorso, ma nella numerazione non tenne alcun conto dell’ordine in cui i quaderni erano stati scritti (così il quaderno scritto per primo e iniziato l’8 febbraio 1929 porta il numero 16); uno dei quaderni, contrassegnato da Gramsci con la cifra III e intitolato La filosofia di Benedetto Croce, per motivi che ignoriamo, non è stato numerato come gli altri. Ventuno quaderni sono stati scritti (o almeno iniziati) nel carcere di Turi di Bari e recano su ogni foglio il timbro della Casa Penale; ogni foglio è numerato a cura della Direzione del carcere e la copertina o la prima pagina recano la scritta: “Il presente quaderno contiene fogli numerati dall’uno al... appartenente alla M.la 7047 Gramsci Antonio”. Qualche volta questa scritta è sostituita dalla semplice dicitura: “M.la 7047 fogli...” seguita dalla firma del direttore del carcere. Gli altri undici quaderni, e precisamente il 3, il 5, il 6, il 10, l’11, il 12, il 17, il 31, il 23, il 25 e il 27 secondo la numerazione di Tatiana Schucht, non sono timbrati e non recano nessun’altra indicazione della Casa Penale: sono quindi stati scritti negli anni 1934-35 dopo il trasferimento di Gramsci alla clinica di Formia. Nel 1935, Gramsci interruppe, e per sempre, il lavoro: la sua lucidità e il suo vigore intellettuale erano rimasti intatti come attestano coloro che poterono intrattenersi con lui in quegli ultimi mesi della sua vita; ma le sue energie fisiche erano esaurite.»
Il lavoro di datazione delle note presenta difficoltà notevoli. L’edizione Einaudi le pubblica in sei volumi in questo ordine: Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, 1948; Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura, 1949; Il Risorgimento, 1949; Note sul Machiavelli, sulla politica e sullo Stato moderno, 1949; Letteratura e vita nazionale, 1950 (comprende anche le cronache teatrali apparse sull’«Avanti!» dal 1916 al 1920); e Passato e presente, 1951. Nei sei volumi einaudiani sono organicamente raggruppati temi svolti in quaderni diversi, anche a distanza d’anni. Un’antologia di scritti gramsciani (articoli, lettere, note del carcere) è uscita per gli Editori riuniti nel 1963 a cura di Carlo Salinari e Mario Spinella. Col titolo Elementi di politica è anche uscita nel 1964, sempre per gli Editori riuniti, una raccolta curata da Mario Spinella.
Vasta è la letteratura critica sul pensiero di Gramsci. In mancanza di una bibliografia generale [ma cfr. le Note bibliografiche di...