La solitudine di Francesco
eBook - ePub

La solitudine di Francesco

Un papa profetico, una Chiesa in tempesta

  1. 248 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

La solitudine di Francesco

Un papa profetico, una Chiesa in tempesta

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

«Seguiremo la strada della verità ovunque possa portarci», promette Francesco. È un combattente solitario. Sa che i nemici lo aspettano al varco, pronti ad attizzare il fuoco dell'opinione pubblica. Un viaggio negli ultimi anni del pontificato, i più difficili e tormentati, in un mondo divenuto improvvisamente ostile.

Nel cattolicesimo è in corso una guerra sotterranea per mettere Francesco, il pontefice riformatore, con le spalle al muro. Preti, blogger e cardinali conducono un'opera sistematica di delegittimazione e, mese dopo mese, si va compattando un fronte conservatore con notevole forza organizzativa e mediatica. Debole, invece, è la mobilitazione dei sostenitori della linea riformatrice di Francesco: vescovi e cardinali si affacciano poco sulla scena per difendere il papa e appoggiare gli obiettivi di cambiamento. Spira un vento di forte opposizione: «Vogliono un altro conclave», dice il cardinale Kasper. Francesco ha cambiato i rapporti con ortodossi, luterani, musulmani e Cina. Su pace, ambiente, giustizia sociale è un'autorità morale mondiale. Ma anche lo scenario internazionale si è fatto più complesso: l'America di Trump respinge gli accordi su clima e migrazioni, temi non negoziabili per il pontefice; in Italia, intanto, su migranti e integrazione circola un populismo anti-papale; in Europa orientale divampa un cattolicesimo xenofobo. Altre preoccupazioni incombono. La Chiesa è travagliata dalla piaga degli abusi sessuali, dalla insoluta questione del ruolo delle donne, dal sensibile calo delle vocazioni. Confessa il gesuita Antonio Spadaro, intimo collaboratore di Francesco: «È un pontificato drammatico in cui ci sono cardinali che attaccano il papa e atei che lo sostengono».

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a La solitudine di Francesco di Marco Politi in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Economia e Politica economica. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2019
ISBN
9788858138533
Argomento
Economia

II.
Un antipapa in Italia

Il 4 marzo 2018, dopo il voto alle politiche, Francesco si ritrova minoranza in Italia. È come se avesse perso le elezioni. Conquistano il Parlamento il Movimento 5 Stelle e la Lega. Il Partito democratico crolla al 18 per cento. Forza Italia di Berlusconi precipita al 14. Un quarto di secolo di storia finisce polverizzato. Anche per la Chiesa è un colpo.
Qual è stato per cinque anni il messaggio di Francesco, si chiede lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio? «Un messaggio di speranza, di apertura agli stranieri, addirittura di maggior integrazione europea», commenta. Hanno vinto, invece, la rabbia e la paura e un confuso antieuropeismo. Chiesa e mondo cattolico si accorgono che l’elettorato va in un’altra direzione. Una parte dei cattolici ha votato Lega e Movimento 5 Stelle. Per loro i discorsi del papa non hanno avuto nessuna rilevanza: «In qualche modo è una sconfitta della Chiesa», conclude Riccardi24.
Per oltre settant’anni la Chiesa cattolica ha sempre avuto modo di influire sui partiti politici italiani: Dc, Pci, Psi, repubblicani, liberali. Con ogni forza politica, secondo paradigmi differenti, la Santa Sede aveva la sua comunicazione. Massimo influsso sulla Democrazia cristiana, minimo sui radicali. Però Giovanni Paolo II aveva creato un rapporto persino con il «nostro amico» Marco Pannella. Quando finì la Prima Repubblica, il panorama non cambiò. Vaticano e Cei stabilirono l’alleanza con Berlusconi, ma non mancò a tempo debito e in forme a volte anche tese il rapporto con il centro-sinistra del cattolico Romano Prodi, del socialista Giuliano Amato, dell’ex comunista Massimo D’Alema. Praticanti cattolici erano i tecnocrati Carlo Azeglio Ciampi, più volte invitato in Vaticano alla messa mattutina di Giovanni Paolo II, e Mario Monti. Matteo Renzi, poi, aveva cominciato la sua attività politica nelle file del Partito popolare italiano, nato nel 1994 dalle ceneri della Democrazia cristiana.
I nuovi vincitori delle elezioni del 4 marzo hanno un background radicalmente diverso. Il Movimento 5 Stelle, lanciato dal comico Beppe Grillo, inventore dei “Vaffa Days”, raccoglie consensi trasversali da destra a sinistra e ha una linea altalenante nei confronti della Chiesa. Ora ruvida ora dialogante. Grillo nei suoi show di massa mima la distribuzione delle ostie, mettendo in bocca ai suoi seguaci grilli essiccati e annunciando: «Papa Francesco è un grillino, ci ha copiato il programma». Intanto i suoi seguaci attaccano duramente gli enti ecclesiastici per le tasse non pagate e contestano il denaro pubblico che affluisce nelle casse della Cei tramite l’8 per mille. Finisce male un tentativo di avvicinamento tra Cinque Stelle e mondo cattolico, attuato dal direttore di «Avvenire» Marco Tarquinio, che nell’aprile 2017 apre le pagine del giornale dei vescovi ad una lunga intervista di Grillo e nel contempo confida al «Corriere della Sera» che tanti cattolici partecipano alle iniziative del Movimento: «[Sui] grandi temi, dal lavoro alla lotta alla povertà, nei tre quarti dei casi abbiamo la stessa sensibilità»25. Il mondo cattolico non gradisce. Tra forti polemiche, Tarquinio è costretto ad una rapida marcia indietro.
La Cei non vuole nessun tipo di collateralismo con i partiti. Francesco ha deciso di rompere simbolicamente il cordone ombelicale che da Pio XII a Benedetto XVI ha unito Vaticano e politica italiana. Nel settembre 2017 nomina nunzio in Italia lo svizzero monsignor Paul Tscherrig. È una novità assoluta. Non era mai accaduto che l’ambasciatore vaticano presso il governo italiano – incaricato tra l’altro di aiutare i pontefici nella selezione dei futuri vescovi in Italia – fosse uno straniero. Nell’agosto 2018 Francesco compie un secondo passo per affermare la netta distinzione tra Santa Sede e vicende italiane. Nomina Sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato l’arcivescovo venezuelano Edgar Peña Parra. Monsignor Sostituto, come viene abitualmente chiamato, è il numero tre della gerarchia vaticana e da sempre svolge funzioni di supervisione della situazione politica, sociale ed ecclesiale in Italia. L’arrivo di un latinoamericano segna la fine di un’era.
Francesco, sganciando il papato dall’intrico italiano, non si aspettava tuttavia di trovare alla guida del paese una personalità tesa a mettere nell’angolo la sua predicazione. Si chiama Matteo Salvini ed è segretario della Lega, secondo partito della nuova coalizione di governo. Sul piano dei numeri sarebbe relegato in posizione minore. Alle elezioni del 2018 il M5S, guidato da Luigi Di Maio, ottiene infatti il 32 per cento dei voti. La Lega poco più della metà. Eppure in poco tempo Salvini, ben al di là del ruolo formale di vicepremier e ministro dell’Interno, si afferma come l’uomo forte del nuovo assetto di potere. Il cavallo di battaglia, con cui ha portato la Lega dal 4 per cento delle elezioni politiche del 2013 al 17 per cento nel 2018, è la lotta all’“invasione” dei migranti e la loro espulsione in massa. Rimpatriarne mezzo milione è l’obiettivo indicato in campagna elettorale. Rispetto alla predicazione di papa Francesco, il politico Salvini è agli antipodi. Le sue mosse e specialmente il suo linguaggio sospingono verso i margini la Chiesa bergogliana.
Francesco ha inaugurato il pontificato con la visita a Lampedusa per solidarizzare con gli immigrati, che rischiano la morte per approdare in Europa, e non lasciare soli gli abitanti, i volontari, le forze dell’ordine che li assistono. Rivolgendosi all’opinione pubblica mondiale, Francesco ha denunciato la globalizzazione dell’indifferenza e ha puntato il dito contro quanti nell’anonimato «prendono decisioni socioeconomiche che aprono la strada ai drammi come questo»26. Tre anni dopo, accompagnato dal patriarca ecumenico Bartolomeo I e dall’arcivescovo maggiore di Atene Hieronymos, il papa è arrivato nell’isola greca di Lesbo: prima tappa dei profughi mediorientali in cerca di sistemazione in Europa. Al porto di Mitilene i tre lanciano in mare corone per onorare le vittime affogate durante la traversata dalla Turchia. Francesco prega Dio: «Apri i nostri occhi alle loro sofferenze e liberaci dall’insensibilità... Quanti raggiungono le nostre coste [sono] nostri fratelli e sorelle»27. Sul suo aereo il pontefice porta con sé in Vaticano dodici profughi siriani musulmani. Suscitando il malumore dei cattolici conservatori, che lo accusano velenosamente di scarsa attenzione alle persecuzioni contro i cristiani.
Da quando è diventato papa, Francesco batte e ribatte sul tema dell’accoglienza. «Respingere in mare [i migranti] è un atto di guerra», ammonisce. Di colpo, dopo la svolta elettorale, è costretto ad assistere ad un atteggiamento verbalmente violento verso i profughi da parte del governo giallo-verde egemonizzato da Salvini. Il leader della Lega ha cominciato già nel 2015 a contrastare la predicazione del papa. Ai raduni leghisti, indossando la maglietta “Ruspe in azione” (allusione allo sgombero dei campi rom), è stato pesante: «Non si può porgere l’altra guancia a chi arriva in casa tua e ha l’unico obiettivo di tagliarti la gola perché non credi nel suo dio». I vescovi non si mettano in mezzo. «Lo dico da ultimo dei peccatori... il vescovo fa il vescovo e non rompe le palle ai sindaci e agli amministratori!»28.
Di anno in anno Salvini ha sviluppato una strategia calcolata di opposizione al messaggio sociale della Chiesa. Rende omaggi formali a Francesco, elogia la “Chiesa sana” (quella composta da clero e fedeli che condividono la propaganda leghista) e critica le posizioni ecclesiali in tema di migrazioni, cioè la linea del pontefice. In occasione della visita di Francesco a Lesbo, il leader leghista ha postato su Facebook: «Con tutto il rispetto, il papa sbaglia... ci sono i poveri in Grecia ma anche a due minuti dal Vaticano. Forse fa meno chic perché non li vai a prendere con l’aereo; ma sono anche qui»29. Nelle settimane che seguono le elezioni, il capo leghista si dimostra il politico più abile sulla scena italiana. La prima mossa è costringere Di Maio, leader dei pentastellati che hanno un peso elettorale quasi doppio a quello della Lega, a rinunciare al posto di presidente del Consiglio. Diventerà premier Giuseppe Conte, una figura incolore di avvocato e docente universitario. Poi Salvini, insediatosi al Viminale il 1º giugno 2018 come ministro dell’Interno, scatena la sua guerra politica e mediatica per bloccare l’immigrazione.
Nella notte tra il 9 e il 10 giugno la nave “Aquarius” (appartenente a Medici senza frontiere) raccoglie a bordo 623 migranti in sei diverse operazioni di salvataggio, coordinate dalla guardia costiera italiana. La composizione dei profughi è lo specchio di queste disperate fughe attraverso il Mediterraneo e al tempo stesso riflette la crudeltà dei mercanti di esseri umani, che mettono in mare imbarcazioni destinate al naufragio. Vi sono 123 minori non accompagnati, 11 bambini, 7 donne incinte. Il ministro dell’Interno ordina di chiudere i porti italiani. Inizia un braccio di ferro a livello internazionale, che si conclude quando il 17 giugno l’Aquarius arriva nel porto di Valencia. Salvini esulta su Facebook: «Per la prima volta una nave partita dalla Libia e destinata in Italia attracca in un Paese diverso: segno che qualcosa sta cambiando, non siamo più gli zerbini d’Europa».
Il mercantile danese “Alexander Maersk”, che ha salvato 110 persone, deve attendere quattro giorni prima di sbarcare il suo carico umano a Pozzallo, in Sicilia. Il 21 giugno scoppia il caso della nave tedesca “Lifeline”, che ha soccorso 224 migranti. Nuovo no di Salvini: la soluzione arriva soltanto il 26 giugno, quando si concorda la ripartizione dei migranti fra otto paesi. Salvini celebra la vittoria del suo atteggiamento muscolare. Ha anche registrato come successo il fatto che il 23 giugno le motovedette libiche abbiano intercettato sette gommoni alla deriva con 820 disperati a bordo, riportandoli in Libia. Quando a papa Francesco mostrano materiale sui lager, in cui sono rinchiusi i migranti in Libia, rimane estremamente turbato.
Il 20 agosto esplode il caso della nave “Diciotti”, appartenente alla guardia costiera italiana. Ha salvato al largo di Lampedusa 177 migranti. Malta rifiuta l’accoglienza, Salvini pretende una redistribuzione dei profughi tra i paesi europei. I migranti rimarranno bloccati per giorni nel porto di Catania. Il 22 agosto Salvini permette lo sbarco di 29 minori. Tre giorni dopo, per motivi sanitari, arrivano altri permessi. Solo il 25 agosto arriva l’autorizzazione per lo sbarco di tutti. La Chiesa italiana si è impegnata ad accoglierne cento nelle sue strutture, i restanti sono destinati in Albania (dove non andranno mai) e in Irlanda. Al leader leghista interessa l’azione dimostrativa, poco importa che nel frattempo alla spicciolata siano avvenuti altri sbarchi sulle coste italiane. A causa dell’inerzia dell’Unione Europea, la maggioranza dell’opinione pubblica pende dalla sua parte.
È un’Italia che Francesco non riconosce più. U...

Indice dei contenuti

  1. I. Il Dio di Francesco
  2. II. Un antipapa in Italia
  3. III. L’America lontana
  4. IV. L’Europa si incrina
  5. V. L’11 settembre del pontificato
  6. VI. «Francesco dimettiti!»
  7. VII. Nella gabbia della curia
  8. VIII. Un mondo parallelo
  9. IX. Profeta nel caos globale
  10. X. La fuga delle donne
  11. XI. Una Chiesa in affanno
  12. XII. «Io vado avanti»