La stanza del buio
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La stanza del buio

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Ognuno di noi ha un legame speciale con un oggetto.
Nessuno ha il diritto di spezzarlo.
Men che meno una madre.
È un legame indissolubile quello tra una madre e un figlio. Tra Anna e Luca. Il cielo e la terra hanno stretto un patto d’amore: nessuno dei due potrà separare persone fatte l’una dell’altra. Intenso, toccante, commovente, il romanzo di Daniela Rabia penetra in questo rapporto con la sensibilità di chi sa che deve fermarsi sull’uscio. Oltre proverà ad arrivare il lettore, semmai. “La stanza del buio” non si spalanca, la porta resta sbarrata, non si socchiude neanche, ma quel buio lentamente si dissolve, facendo entrare la luce della fede. “La stretta al cuore si affievolisce piano piano e la luce del giorno, a tratti, ricompare nell’orizzonte dell’oscurità” afferma Alberto Scerbo nella prefazione. Francesco A. Cuteri nell’introduzione suggella il testo in questo messaggio “Daniela si muove lieve nel suo raccontare e affronta un tema così delicato con profonda sensibilità. Si immedesima così tanto nella madre da riproporne il respiro, spesso gli affanni, con straordinaria intensità; è come se avesse raccolto mille esperienze per narrare quanto narra. Daniela, insomma, ci parla del buio, ma tiene accanto a sé una lanterna. Ci offre uno spiraglio di vita, di speranza”. Scrive l’autrice “La vita non insegna a morire ma la morte dovrebbe insegnarci a vivere” fornendo le parole chiave a un testo che si legge d’un fiato per poi lasciare senza fiato.

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Informazioni

Collana
Romanzi
diretta da
Antonio D’Elia
Daniela Rabia
La stanza del buio
LPE.webp
ISBN 979-12-205-0100-2
Proprietà letteraria riservata
© by Luigi Pellegrini Editore srl – Cosenza – Italy
Stampato in Italia nel mese di marzo 2022 per conto di Luigi Pellegrini Editore srl
Via Luigi Pellegrini editore, 41 – 87100 Cosenza
Tel. (0984) 795065 – Fax (0984) 792672
Sito internet: www.pellegrinieditore.it
I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
A tutte le mamme che hanno perso un figlio.
A tutte le persone che hanno perso qualcuno
di insostituibile come un figlio.
Se non avete mai pianto e volete piangere, fate un figlio.
David Foster Wallace
Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo.
Paula – Isabella Allende
Tu sei la sola al mondo che sa del mio cuore,
ciò che è sempre stato, prima d’ogni altro amore.
Supplica a mia madre – Pier Paolo Pasolini

Introduzione

Mi capita spesso, prima di entrare nella stanza di Bruno, di bussare con delicatezza.
Attendo qualche istante, lascio parlare il silenzio, replico con il mio e, seppur nella certezza che nessuno mi risponderà, ci riprovo sempre; è diventato quasi un rito, come se questo gesto potesse riportare in vita ciò che è stato.
La stanza è rimasta sempre quella. Poche le cose spostate, alcune andate via, in una divisione fraterna di reliquie.
Ma mia madre in quella stanza non ci ha mai più rimesso piede, e ci raccomanda sempre di assicurarsi che la porta sia ben chiusa. Non reclama spiragli. Non vuole che lo sguardo si posi dentro neanche per sbaglio, non desidera tornarci e anche se la tapparella è alzata la stanza rimarrà per sempre colma di buio e di dolore.
Ci sono alcune cose che per lei sono incomprensibili, profondamente, e tra queste il modo improvviso in cui suo figlio se n’è andato: l’averci parlato pochi istanti prima e poi il silenzio. Quell’aver detto vado a sdraiarmi un attimo per non rialzarsi mai più. Non si dà pace, neanche adesso che son passati alcuni anni.
Per gli uomini il tempo è un amico, per le madri no. Per le madri che hanno perso un figlio il tempo è indifferente, non scalfisce neanche per un istante, o la scalfisce appena, quella corazza di sofferenza che le avvolge.
Ne parliamo spesso, e a volte accanto a lei mi sento un traditore, per essere riuscito a trasformare, non sempre a dire il vero, il dolore in dolcezza, il ricordo in presenza, quell’ultimo abbraccio in una stretta di sempre. Metà di me è andata via, ne sono consapevole, ma ne ho tratto insegnamento, ho messo in atto un diverso modo di vivere, di essere me stesso.
Ne parliamo spesso, e quando le chiedo di essere forte mi risponde: Ma io sono mamma, lo capisci? E con questa espressione scandaglia le profondità dell’abisso che separa me, fratello, da lei, madre. Mamma.
Immobile, seduta nella conca di una poltrona, scorre la vita dei figli, di chi c’è e di chi manca all’appello, e s’interroga. Consapevole che la pace ha un alto prezzo, che mai si smette di pagare, e che il silenzio non sempre è un dono. A volte è sinonimo di vuoto.
I giorni però si susseguono e lei va avanti con tenacia; la fede diventa luce, sta...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione
  2. Prefazione
  3. La stanza del buio
  4. Fili d’erba
  5. La scuola
  6. Tua nonna, tuo padre
  7. Il compleanno di Martha
  8. Le rondini
  9. Il buio dei ricordi
  10. Venuto al mondo
  11. Il sangue
  12. Capelli
  13. I figli
  14. Occhi
  15. Parole
  16. Dilemmi
  17. Don Fabio
  18. La macchia rossa
  19. La scuola
  20. Mamme
  21. Motori spenti
  22. Matrimonio
  23. Le parole sorde
  24. Le vie del Signore
  25. Il mare del dolore
  26. Compleanno altrove
  27. Quando piove il cielo piange
  28. Amori mai nati
  29. Parlando d’amore
  30. Parlando male
  31. Benedizione
  32. A casa di Clara
  33. Libri, personaggi, frasi
  34. La solitudine sfaldata
  35. La vocazione
  36. Contare il tempo
  37. Ai fornelli
  38. Atti di forza
  39. Via Zara n° 4
  40. Sorelle
  41. La morte di Matteo
  42. La scacchiera
  43. Abiti nuovi
  44. La balena spiaggiata
  45. È festa al Santuario
  46. La lettera
  47. Una visita
  48. La notte di San Lorenzo
  49. Stelle cadenti
  50. Madre per sempre
  51. Messaggio ai lettori