Dio che dimora
eBook - ePub

Dio che dimora

  1. Italian
  2. ePUB (disponibile sull'app)
  3. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Dio che dimora

Dettagli del libro
Anteprima del libro
Indice dei contenuti
Citazioni

Informazioni sul libro

"Dio che dimora", l'ultimo libro della serie OLTRE, approfondisce la conoscenza del luogo dove Dio ha deciso di abitare: il tabernacolo. L'Eterno desiderava e desidera ancora oggi, stare in mezzo al Suo popolo ed essere l'unico Dio. Il Suo amore lo ha spinto a non abbandonare coloro che ha scelto, ma ad essere per loro la guida perfetta che li ha condotti fino alla terra promessa. Durante il giorno, la Sua grazia li copriva con una nuvola che li proteggeva dal sole e dal caldo del deserto, mentre la sera, la Sua potenza si manifestava attraverso una colonna di fuoco che illuminava il loro cammino e forniva loro il calore necessario per scaldarsi durante la notte. Il tabernacolo è l'opera perfetta e complessa della Sua dimora. Mosè ha ricevuto direttamente da Dio tutte le istruzioni per la sua costruzione, facendo così emergere tutti i talenti e i doni di cui il popolo era dotato. Ognuno ha messo mano alla realizzazione della dimora di Dio, ciascuno secondo le proprie abilità o le proprie ricchezze. Questo a dimostrazione della complementarietà del Corpo di Cristo e della necessità che ognuno di noi metta a disposizione dell'altro, ciò che gli è stato donato da Dio. L'unità si realizza anche grazie ad un obiettivo comune, che non è certo quello di glorificare se stessi, ma di innalzare il nome di Gesù, affinché il Suo regno possa avanzare.

Domande frequenti

È semplicissimo: basta accedere alla sezione Account nelle Impostazioni e cliccare su "Annulla abbonamento". Dopo la cancellazione, l'abbonamento rimarrà attivo per il periodo rimanente già pagato. Per maggiori informazioni, clicca qui
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui
Entrambi i piani ti danno accesso illimitato alla libreria e a tutte le funzionalità di Perlego. Le uniche differenze sono il prezzo e il periodo di abbonamento: con il piano annuale risparmierai circa il 30% rispetto a 12 rate con quello mensile.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì, puoi accedere a Dio che dimora di Ministero Rehoboth in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Theology & Religion e Religion. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Anno
2022
ISBN
9791221401233
Categoria
Religion

VII. CONTA SU DI ME !

La gioia di una madre che guarda con amore e ammirazione il proprio figlio osservando la bellezza e perfezione della vita ed investigando che nulla manchi a quel corpicino così perfetto, fa battere il cuore a chiunque ne sia testimone. Più o meno dev’essere stata la stessa emozione di Mosè al termine della costruzione del tabernacolo. Ora era completo di tutti i suoi elementi, il cortile, il luogo santo e il luogo santissimo e ogni area era stata completata con tutto il necessario. Dio aveva prescritto con devozione di particolari come doveva essere costruito ed arredato il luogo in cui avrebbe dimorato. Ogni cosa era stata posizionata correttamente, non mancava nulla, tutto era perfetto e al termine dei lavori Dio si manifestò come scritto in Esodo 40:34: “Allora la nuvola coprì la tenda di convegno, e la gloria del Signore riempì il tabernacolo”.

1. Dio chiama tutti a dare

Il tabernacolo è il simbolo del corpo di Cristo, quindi della chiesa, che non va intesa come “edificio”, bensì come “il luogo” di appartenenza di coloro che avendo creduto in Gesù Cristo, ne condividono la fede e collaborano insieme allo scopo di innalzare e celebrare il loro Dio.
Dio chiama tutti a far parte della Sua chiesa e chiama ognuno a dare la propria offerta, a donare se stesso e il proprio contributo per edificare e far crescere il corpo nel suo insieme.
Al contrario, ciò che non aggrada a Dio è il nostro isolamento. Lui stesso quando creò l’uomo disse: «Non è buono che l’uomo sia solo… gli farò un aiuto che sia adatto a lui». (Genesi 2:18) Egli sapeva che né l’uomo, né la donna dovevano rimanere soli e che l’uno aveva bisogno dell’altro. Disse anche “state insieme” ovvero abbiate comunione, create una relazione, crescete e moltiplicatevi. Tutti noi per crescere e moltiplicarci abbiamo bisogno l’uno dell’altro, perché ognuno ha qualcosa di specifico da offrire e portare “sull’altare” a Dio affinché il nostro prossimo sia edificato e la fede di coloro che ci circondano possa crescere sempre più!
Mosè non poteva costruire da solo il tabernacolo, aveva bisogno della collaborazione di tutti e che tutti presentassero la propria offerta. Dio infatti disse a Mosè: «Di’ ai figli d’Israele che mi facciano un’offerta». (Esodo 25:2) Ecco che Dio chiamò tutti i figli d’Israele ad uscire dalla loro “piccola tenda” invitandoli alla costruzione di una tenda “più grande”. Ognuno era chiamato ad offrire ciò che aveva e a metterlo a disposizione degli altri; ogni cosa data era utile per edificare il luogo dove Dio avrebbe in seguito dimorato.
Il tabernacolo diventa quindi il luogo scelto da Dio per ripristinare la comunione con l’uomo (dopo la caduta di Adamo) e manifestare la Sua potenza e presenza. Dio in forma veterotestamentaria applicava quanto scritto in Matteo 18:20: “Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì io sono in mezzo a loro”. Ecco la chiave giunta ai giorni nostri per innalzare Dio e manifestare al mondo che Gesù è vivo ed è presente: l’insieme, la chiesa, non il singolo.
Ora analizziamo perché Dio invitò il popolo d’Israele a presentare la propria offerta.
Israele grazie all’intervento divino, era uscito dall’Egitto con tante ricchezze: oro, argento, pietre preziose, tessuti pregiati… tutti avevano quindi l’opportunità di fare un’offerta.
img
Terumà è il vocabolo ebraico che indica non solo l’offerta, ma anche il “dono o contributo”. Tutti erano in grado di donare qualcosa e collaborare per un solo scopo: edificare il luogo dove Dio avrebbe abitato! Ad ognuno di noi Dio ha dato almeno un dono, un talento da offrire e da mettere al Suo servizio per aiutare gli altri. In Giacomo 1:17 sta scritto: “Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre”.
In altre parole possiamo dire che Dio nella Sua infinita bontà, ha prelevato dal Suo regno celeste delle “ricchezze” e le ha deposte in ognuno di noi. Tutti abbiamo almeno un dono che possiamo offrire per i progetti di Dio e Lui desidera che ne siamo consapevoli. Una cosa che Lui disprezza è quando mossi da egoismo, pigrizia o paura, tratteniamo per noi quel dono invece di metterlo sul Suo altare ed offrirlo per il Suo regno. Possedere un dono di Dio, equivale ad avere un’enorme quantità d’oro. Siamo consapevoli che Dio ha tanto amato il mondo da donare il proprio unigenito Figlio Gesù? Ovvero la più grande ricchezza del regno dei cieli? Capiamo quanto Gesù, fattosi uomo, ha riversato su di noi tutte le Sue ricchezze senza risparmiare nulla di sé? La Parola afferma che Egli si svuotò completamente della Sua deità per offrire a noi tutta la Sua ricchezza. Tutto ciò è stato voluto dal Padre Celeste ed anche noi siamo chiamati a fare lo stesso: donare agli altri con cuore “disposto” il dono che abbiamo ricevuto.

2. Dare con un cuore disposto

Se non ci metti il cuore non serve a nulla!
Dio disse a Mosè: «Accetterete l’offerta da ogni uomo che sarà disposto a farmela di cuore. Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro». (Esodo 25:2;8)
Dio sta parlando a Mosè spiegandogli come raccogliere le offerte ed è interessante evidenziare come Dio non obblighi nessuno, ma al contrario, indichi a Mosè la predisposizione di cuore richiesta ad ognuno, perché Lui gradisce solo offerte fatte col cuore. Il nostro grande e immenso Dio non ha certo bisogno di un nostro contributo per realizzare ciò che desidera, ma ci insegna come offrirgli qualcosa che reputiamo prezioso.
A tutti è capitato di chiedere aiuto dicendo: “Ho bisogno di te…Faresti questa cosa per me?” e ognuno di noi ha sperimentato almeno una volta nella vita, la sensazione che il nostro interlocutore, se avesse potuto, ci avrebbe negato il suo sostegno; la sensazione che la sua mano tesa fosse dettata dal suo senso del dovere, dalla sua compiacenza o da qualsiasi altra cosa… tranne che dal desiderio del suo cuore. Quando ciò accade, vorremmo non aver mai chiesto aiuto… Come sarebbe stata differente la nostra emozione se avessimo ricevuto una risposta sincera, se ci avessero detto: “Certo! Conta pure su di me! Sono felice di poterti essere utile! Sono qui per questo!” e avessimo percepito queste parole come sgorgate direttamente dal cuore del nostro interlocutore.
Ricordiamoci che Dio respinge le offerte distanti dal cuore ed accetta chi si dona con gioia. In 2 Corinzi 9:7 sta scritto: “Dia ciascuno come ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso”. Dio ama un donatore volenteroso che non sente il peso di donare. Purtroppo l’essere umano, a causa della sua natura peccaminosa, tende ad essere egoista e ad ottenere tutto quello che gli è possibile, ma la Parola di Dio afferma che c’è più gioia nel dare che nel ricevere e questo piace a Dio, perché quando doniamo senza aspettarci nulla in cambio, sarà Lui stesso ad intervenire per “renderci” il doppio di ciò che abbiamo dato.
Genesi 4:2-5 racconta la differenza delle offerte presentate a Dio da parte di due fratelli: Caino e Abele. Il primo lavorava la terra, mentre il secondo era un pastore di pecore. Ora, mentre Caino offrì i frutti della terra che gli avanzarono, Abele diede a Dio i primogeniti del suo gregge. Nella Bibbia leggiamo che il Signore guardò con favore Abele e la sua offerta, ma non guardò con favore Caino e la sua offerta. Si può intuire che la differenza tra le due offerte è da ricercare nella predisposizione di cuore dei due fratelli. Sappiamo bene quanto il nostro cuore sia importante per Dio (tanto da sceglierlo come dimora dello Spirito Santo), ma se il nostro cuore non è un cuore sincero e disposto ad offrirsi per Dio, il Signore avrà la sensazione di essere respinto. «Figlio mio dammi tutto il tuo cuore» leggiamo in Proverbi 23:26.
In questo caso non esistono mezze misure o compromessi (così tanto amati dall’uomo), perché solo un cuore disposto apre le porte alla manifestazione dello Spirito Santo.
In Luca 21 troviamo altri due tipi di offerte, una gradita a Dio ed una da Lui respinta. Gesù trovatosi nel tempio, vide che c’erano dei ricchi che mettevano il loro obolo nella cassetta delle offerte e una vedova molto povera che faceva altrettanto offrendo solo pochi spiccioli. Rivolgendosi ai Suoi discepoli disse: «In verità vi dico che questa povera vedova ha messo più di tutti; perché tutti costoro hanno messo nelle offerte del loro superfluo; ma lei vi ha messo del suo necessario, tutto quello che aveva per vivere». (Luca 21:1-4)
Era tipico di Gesù porre attenzione su ogni cosa in modo da insegnare continuamente ai suoi discepoli ed è per tale ragione che colse l’opportunità di discernere i due tipi di offerta. Una indubbiamente cospicua, ma data senza cuore e senza amore, ed una minima, ma molto preziosa, donata della povera vedova. Nel versetto citato è come se dicesse: “La vedova è un esempio da imitare! Questa è un’offerta che mi piace, perché fatta con tutto il suo cuore!” La vedova, se pur in condizioni misere, aveva offerto a Dio tutto quello che possedeva, si era quindi completamente abbandonata a Dio consegnando tutta se stessa.
Il gesto compiuto dalla donna ci riporta a ciò che Gesù ha compiuto sulla croce, alla Sua passione, alla Sua morte e alla Sua resurrezione. Il dono di quella vedova anticipa ciò che Gesù ha compiuto: il dono della sua stessa vita per il bene e la salvezza di tutti noi. Gesù ha offerto a Dio tutta la Sua vita e come ci ricorda Paolo: “(Gesù) essendo ricco, si è fatto povero per voi, affinché, mediante la sua povertà, voi poteste diventare ricchi”. (2 Corinzi 8:9). L’autore evidenzia come Dio ci abbia donato il suo amato Figlio, affinché potessimo imparare cosa significhi donare noi stessi, affinché coloro che ci stanno accanto potessero beneficiarne. Come scritto in 1 Corinzi 12:7: “A ciascuno di noi è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune.” I doni che Dio ci ha fatto, non sono quindi “ad uso e consumo personale”, ma devono essere utilizzati in primis per il benessere altrui e di conseguenza per il nostro.

3. Dio dimora dove il corpo è “uno”

Dio disse a Mosè: «Essi (cioè l’insieme di coloro che danno le loro offerte con un cuore disposto) mi faranno un santuario, e io abiterò in mezzo a loro». (Esodo 25:8) Il popolo d’Israele ogni volta che si spostava da un luogo all’altro, doveva smontare e rimontare la tenda; tutti erano coinvolti in questo lavoro e tutti, con gioia e armonia, all’unisono, collaboravano come se non fossero dei singoli individui distinti, ma un unico corpo composto da più elementi e la presenza di Dio era viva in mezzo a loro. “Come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche in Cristo… e noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo”. (1 Corinzi 12:12)
img
Dio ama l’unità nelle diversità dove le differenze del singolo si uniscono formando un solo corpo, un solo spirito e una sola mente, perché è lì che Dio si rende visibile al mondo. La Trinità ne è l’esempio lampante: Gesù era uno con il Padre e lo Spirito Santo, tre divinità in una, come citato appunto in Corinzi. Tutto questo riguarda anche la chiesa come corpo e sposa di Cristo ed è proprio per questo che Gesù poco prima di morire pregò il Padre dicendo: «Padre fa’ che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te, anch’essi siano uno in noi, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. Io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno, come noi siamo uno. (Giovanni 17:21-22)
Possiamo certamente notare in questa preghiera quanto fosse forte il desiderio di Gesù di vedere l’unione dei discepoli e della Sua chiesa. L’unione tra il Figlio e il Padre era ed è perfetta ed è questo il modello di riferimento a cui la chiesa deve ambire per innalzare e glorificare Dio. Gesù è l’esempio per eccellenza da seguire, perché in tutto ciò che ha compiuto sulla terra, fino alla fine, non ha mai distolto il Suo sguardo dal Padre e ha sempre fatto la Sua volontà! Quello a cui la chiesa deve ambi...

Indice dei contenuti

  1. DIO CHE DIMORA
  2. INDICE
  3. FRONTESPIZIO
  4. COPYRIGHT
  5. I. INTRODUZIONE
  6. II. VIA LIBERA
  7. III. NON FERMARTI
  8. IV. SENSO UNICO
  9. V. VENGO ANCH’IO
  10. VI. TI AMMIRO
  11. VII. CONTA SU DI ME !
  12. VIII. INTRODUZIONE
  13. IX. LA PORTA E L’ALTARE DEGLI OLOCAUSTI
  14. X. LA CONCA DI RAME
  15. XI. LA TAVOLA DEI PANI DI PRESENTAZIONE
  16. XII. IL CANDELABRO D’ORO
  17. XIII. L’ALTARE DEI PROFUMI
  18. XIV. L’ARCA
  19. XV. IL PROPIZIATORIO
  20. XVI. LA SHEKINA
  21. XVII. CONCLUSIONE
  22. XVIII. TABELLA RIASSUNTIVA