Storia religioni comparazione
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Storia religioni comparazione

Ricordando Ugo Bianchi nel centenario della nascita

  1. 302 pagine
  2. Italian
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Storia religioni comparazione

Ricordando Ugo Bianchi nel centenario della nascita

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Il 13 ottobre del 2022 si compiono i cento anni dalla nascita di Ugo Bianchi. Tale ricorrenza offre l'opportunità a un gruppo di suoi discepoli in collaborazione con altri studiosi di rendere omaggio a questo grande storico delle religioni, mettendo in evidenza in particolare il valore e l'attualità del metodo storico-comparativo da lui sviluppato. Le domande in gioco sono di grande portata. La complessità della cognizione del fenomeno religioso, che si manifesta sia sul piano teorico che su quello esperienziale, richiede la constatazione di fatti specifici verificabili in contesti particolari connessi a più vasti orizzonti culturali. La valenza della storia è di conseguenza fondamentale per comprendere il religioso e il metodo comparativo permette di cogliere quelle affinità e divergenze che ne consentono la stessa individuazione. Certo, studi disciplinari diversificati, che focalizzano dati secondo metodologie proprie, adducono apporti irrinunciabili, da cui potrebbero emergere non solo ipotesi ma opportunità di confluenze e di approfondimenti, se non prevalgono posizioni preconcette o aprioristiche. L'insufficienza di ogni ambito disciplinare concepito in sé è evidente nell'epistemologia attuale. Ciò è più evidente quando si tratta di ricerche storiche, in quanto il fenomeno storico stesso sottende un riferimento ontologico-relazionale. Nella prospettiva delle ricerche connesse al ROR, nella cui collana appare il volume, la forza del metodo storico-comparativo di Ugo Bianchi può essere identificata proprio in una epistemologia "laicale", che riesce a far emergere le relazioni stesse dall'interno del fenomeno studiato, senza proiettare su di esso preconcetti teologici o ideologici. Da questa prospettiva il metodo storico-comparativo di Ugo Bianchi merita di essere conosciuto e pensato con attenzione, come preziosa eredità che ci può guidare nel passaggio delicato tra modernità e post-modernità.

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Informazioni

Editore
EDUSC
Anno
2022
ISBN
9791254820391

Religioni e relazione: epistemologia e studio della storia

Giulio Maspero
Pontificia Università della Santa Croce


1. Introduzione etimologica

Per affrontare la questione dell’epistemologia comparativa nell’ambito degli studi della religione o delle religioni può essere interessante partire proprio dalla discussa etimologia di questo termine. La sua origine latina religio viene ricondotta fondamentalmente a due radici, la prima relegĕre indicata in ambito pagano da Cicerone,1 la seconda religāre individuata in un contesto già cristiano da Lattanzio, in dialettica con Cicerone stesso.2 Numerose sono la pubblicazioni dedicate al tema.3 Qui può essere sufficiente rifarsi alla trattazione di Émile Benveniste, il quale giunge essenzialmente a due conclusioni: a) la radice originaria è quella ciceroniana, per la quale, però, viene evidenziato il senso soggettivo dello scrupolo, del trattenersi, di fronte a una dimensione che eccede perché precede, e che quindi va osservata con scrupolo;4 b) la radice cristiana avrebbe una componente più oggettiva, legata alla novità dell’esperienza religiosa vissuta e al vincolo personale che essa ha introdotto.5 La prima definizione evidenzia l’elemento semantico, mentre la seconda rinvia a una dimensione sintattica.
La questione è particolarmente interessante perché illustra come la dinamica comparativa è ineludibile e intrinseca al pensiero e alla lingua dell’uomo. Nel parlare di “storia delle religioni” bisogna, infatti, domandarsi quanto la concezione della storia, radicalmente trasfigurata dalla rivelazione cristiana, influisca sulla percezione del fenomeno religioso non solo ad intra, rispetto alla propria tradizione, ma anche ad extra, in generale e in riferimento ad altre esperienze. Nel considerare il passaggio da una prima approssimazione a tale ambito di studio nel contesto di un’epistemologia di taglio positivista a quella più recente segnata dalle scienze cognitive e dalle neuroscienze contemporanee, può essere interessante interrogarsi su quanto il pensiero cristiano, nel cui contesto il ricercatore moderno e post-moderno si muove anche se inconsciamente (o dialetticamente), abbia introdotto l’elemento della relazione per come è presente nel proprio bagaglio grazie alla dottrina trinitaria.
Il tentativo di risposta a tale domanda sarà articolato in tre livelli: (a) una prima approssimazione fenomenologica al confronto tra Scrittura e religioni non cristiane nel pensiero di René Girard, il cui metodo si rivela profondamente comparativo; (b) da tale prima prospettiva scritturistica, si passerà a quella patristica, attraverso tre esempi tratti rispettivamente dai secoli III, IV e V d.C. per illustrare come la coscienza della ineludibilità di una dimensione comparativa nel confronto con le altre religioni fosse insita nel pensiero dei Padri della Chiesa; (c) infine, un breve passo più teologico-filosofico cercherà di proporre una lettura dei dati offerti alla luce dell’ontologia relazionale e dell’epistemologia che da essa discende.
La tesi qui sostenuta è che la dimensione comparativa è ineludibile quando si assume una prospettiva autenticamente storica, nel senso oggettivo ed ontologico dischiuso dalla rivelazione cristiana. Infatti si può parlare davvero di storia, nell’accezione che la modernità ha ereditato dal cristianesimo, pur in forma secolarizzata, solo se si attribuisce alle relazioni che connettono i diversi momenti cronologici una rilevanza non meramente accidentale. Si ha scienza, infatti, solo quando è possibile accedere allo studio delle cause, delle quali le relazioni intra-storiche sono diventate luogo epifanico alla luce dell’evento cristiano. Ugo Bianchi ha affermato, con grande chiarezza, che la storia delle religioni non può prescindere da un elemento filologico né dalla fenomenologia sociologica, ma nello stesso tempo non si riduce ad essi, proprio per l’elemento storico che caratterizza essenzialmente la propria ricerca.6
Seguendo l’ispirazione del grande storico delle religioni italiano si tenterà di far convergere il dato etimologico e quello sociologico su una lettura autenticamente storica. Infatti, il discorso sulla storia delle religioni si è concentrato molto su cosa è una religione dando per scontato l’elemento storico, che invece ora appare in crisi profonda, fino all’estremo di mettere a rischio l’esistenza stessa della disciplina. E, purtroppo, lo stesso destino inc...

Indice dei contenuti

  1. Introduzione al volume (Angela Maria Mazzanti )
  2. Introduzione alla serie (Giulio Maspero)
  3. Ugo Bianchi: un essenziale profilo (Lorenzo Bianchi)
  4. A proposito di terminologia, tipologia e storia (Ugo Bianchi)
  5. Il metodo storico-comparativo alla prova: un confronto con la “Scienza cognitiva della religione” (Giulia Sfameni Gasparro)
  6. Contributi per un dibattito sul metodo della storia delle religioni (Natale Spineto)
  7. Lo studio storico (e comparativo) delle religioni. Riflessioni a partire dalla lezione metodologica di Ugo Bianchi (Maria Vittoria Cerutti)
  8. Ripensare lo gnosticismo: decostruire e ricostruire una categoria storico-religiosa (Giuliano Chiapparini)
  9. «Forse non c’è soltanto il bisogno della fame tra i bisogni primordiali»: Ugo Bianchi e la «Soteriologia dei culti orientali nell’Impero Romano» tra metodologia e lasciti (Ennio Sanzi)
  10. Un metodo per paragonare religioni. Il confronto fra politeismo mesopotamico e monoteismo biblico in un recente lavoro di G. Buccellati (Jonah Lynch)
  11. Epistemologia patristica e metodo interpretativo (Jeronimo Leal)
  12. Religioni e relazione: epistemologia e studio della storia (Giulio Maspero)