Putin il Neozar
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Putin il Neozar

Dal KGB all'aggressione dell'Ucraina

  1. 148 pagine
  2. Italian
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Putin il Neozar

Dal KGB all'aggressione dell'Ucraina

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Informazioni sul libro

Il potere di Vladimir Putin sulla politica e sulla società sovietica non conosce praticamente più confini. I suoi uomini controllano tutti i gangli vitali di un paese in cui le condizioni di vita della maggioranza dei cittadini si sono pesantemente deteriorate nel corso degli ultimi anni. Sulla base di una ricchissima documentazione di prima mano l'autore ricostruisce l'inarrestabile ascesa di Putin dal Kgb ai vertici di uno Stato che sembra voler recuperare le sue tradizioni assolutiste tornando anche a rivendicare un ruolo imperiale sullo scacchiere geopolitico. Sacrificando, senza troppi complimenti, la vita democratica e il benessere dei cittadini russi.

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Informazioni

Anno
2022
ISBN
9791280124760
Argomento
Storia

1. Tra democrazia e dispotismo

La Russia, il paese più esteso del mondo, ricchissimo di risorse naturali e grande potenza militare, anche se un po azzoppata, si trova a un bivio drammatico. Quale strada sceglierà? Si allargheranno o si restringeranno gli spazi di democrazia, o si giungerà addirittura alla instaurazione di un potere personale per il quale sono state poste in questi anni molte premesse? Dalle colonne di un settimanale russo assai diffuso un noto giornalista ha cercato di dimostrare che Putin non sarà un secondo Stalin. Gli argomenti portati sono, tuttavia, poco convincenti. I principali sono due. Il primo è questo: Putin finora non ha mai violato la Costituzione della Russia, non esiste il culto della sua personalità nonostante gli sforzi di molti mass media. Il secondo argomento è che Putin non può diventare Stalin, non per mancanza di carattere e pugno di ferro, ma soprattutto perché la Russia odierna non è più quella del tempo degli zar o del regime sovietico. Questa diversità rispetto al passato la porterebbe ad esigere che anche i suoi leader siano diversi da quelli che li hanno preceduti. Si tratta di argomenti abbastanza lontani dalla realtà di un paese che si è lasciato da tempo alle spalle il «sogno democratico» di Eltsin e non considera più la democrazia un valore. A parlare con molti russi di democrazia oggi si ha la stessa sensazione che si aveva nellUrss prima della Perestrojka: semplicemente mostrano di non comprenderne il significato. Senza contare il peso della rivalutazione storica e culturale degli zar in corso in Russia, alla quale contribuisce insieme alla chiesa ortodossa anche lattuale regime, e i cui riflessi emergono negli orientamenti politici ed istituzionali di numerosi cittadini. La simbiosi tra chiesa e potere è stata nella storia russa la levatrice di numerosi zar. Per questo viene vista con preoccupazione da numerose persone, scienziati, uomini di cultura. Ne è testimonianza la lettera aperta con cui dieci scienziati, tra cui i premi Nobel Vitalij Ginzburg e Zh. Alfiorov, membri dellAccademia, si sono rivolti a Vladimir Putin chiedendo che sia impedita la clericalizzazione del paese. La lettera degli accademici pubblicata il 26 luglio 2007 su alcuni giornali ha avuto leffetto di una bomba in una società in buona parte tesa alla riconquista della religiosità persa durante il regime sovietico e disponibile ad accettare qualsiasi revisione della storia ad opera delle autorità ecclesiastiche. Revisioni che si riducono in sostanza a una divisione manichea dei protagonisti della storia. I «buoni» ovviamente sono gli zar, in particolare lultimo, Nicola II fucilato insieme alla sua famiglia dai bolsceviki (i «cattivi»).

Voglia di Zar

Oggi la voglia di zar è palpabile. Una buona parte dei russi desidera un uomo forte al comando del paese e lo identifica nello zar. Sono delusi dai partiti per la loro tendenza a trasformarsi da parte in tutto. Questo antipartitismo, alimentato da varie teorie e da certe tradizioni culturali russe, sembra essere il brodo di cultura delle più diverse aspirazioni zariste. Guardando con disappunto alla vita dei partiti politici e alle loro trame i cittadini tornano a ciò che è tradizionale nellanimo russo, il buono «zar» che, come un padre, può pensare a tutti, è al di sopra di tutto, e anche delle leggi. Questi nostalgici dello zar pensano che almeno non ruberà essendo già ricco di suo. Lo zar, dallalto del suo trono, potrebbe esercitare il suo potere con equilibrio e puntare solo alla stabilità senza imbarcarsi in spericolate avventure.
Quando Vladimir Putin, il 1° ottobre 2007, annunciò lintenzione di non ripresentare la propria candidatura per ottenere un terzo mandato presidenziale, in molti sorse il sospetto più che fondato che dietro questa decisione ci fosse il desiderio suo e dei suoi seguaci del partito «Russia Unita» di continuare a governare la Russia in altra veste. Appunto quella di zar. In lingua russa il termine «zar» (dal latino caesar) fu usato per la prima volta da Ivan III per indicare il suo potere assoluto di monarca di tutte le Russie, che si avvaleva anche del titolo di «autocrate», di origine greca. Il titolo di zar, tuttavia, non si riferisce esclusivamente al monarca, ma anche a colui che domina con la propria influenza le persone che lo circondano. Designa, insomma, chi abbia instaurato un proprio stabile potere personale. In russo, di una persona un po stupida si dice che non ha lo zar nella testa.
Persino un giornale noto per le sue simpatie verso il regime ha scritto preoccupato: «Poiché il popolo è debole avremo Putin per sempre». Del resto non è accaduto così in varie repubbliche dellex Unione Sovietica, dove il potere viene consegnato a vita a un dirigente e viene poi ereditato da unaltra persona a lui vicina dopo la sua morte?
Nella storia della Russia è possibile trovare numerosi esempi di grandi personaggi che acclamati dal popolo sono stati elevati al trono di zar. Anche oggi una grande parte della popolazione, di boiari contemporanei e di ecclesiastici ortodossi implora Putin di restare presidente della Russia. Il 40% dei russi sarebbe perfino disponibile a rinunciare anche a quei limitati spazi di democrazia e di libertà politica ancora esistenti purché Putin resti al potere.
E non vè dubbio che Putin, dopo la famosa rinuncia, resterà comunque al potere. In un memorandum pubblicato il 17 ottobre 2007 da Rossijskaja Gazeta Boris Gryzlov, attuale speaker della Duma e capo di «Russia Unita», afferma chiaramente che Putin continuerà a governare anche non essendo più presidente. Gryzlov svolge nel panorama politico russo, in folta compagnia, il ruolo di voce del padrone. In quel m...

Indice dei contenuti

  1. Indice
  2. Nota di redazione
  3. Una autonomia indispensabile e disarmata per la pace Tommaso Di Francesco
  4. «Operazione militare speciale»Osvaldo Sanguigni
  5. 1. Tra democrazia e dispotismo
  6. 2. Un «ragionevole Terminator»
  7. 3. I cocci della Russia
  8. 4. La Russia e il resto del mondo
  9. 6. Un futuro imperiale per la Russia?