I consigli della tata del sonno
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I consigli della tata del sonno

Orari, pisolini e poppate tra 0 e 4 mesi

  1. 224 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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I consigli della tata del sonno

Orari, pisolini e poppate tra 0 e 4 mesi

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Informazioni sul libro

Si chiama Elena Biondi ma tutti la conoscono come la Tata del sonno. Tata neonatale esperta di sonno infantile, da oltre quindici anni propone un approccio gentile e positivo alle prime notti, accompagnando moltissime mamme e moltissimi papà nel viaggio più spettacolare che ci sia: diventare genitori. In questo manuale completo sulla fascia d'età 0-4 mesi, parlerà delle prime notti, delle diverse fasi di sviluppo del neonato, dell'importanza dell'ambiente e del contatto, degli orari, dei pisolini e di molto altro ancora. Per sfatare i miti più comuni sul sonno e ricordare che dormire bene è un percorso, da intraprendere assieme come famiglia.

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Informazioni

Anno
2022
ISBN
9788865977354
1.

UNA NUOVA PROSPETTIVA

Come ci cambia il diventare genitori

QUANDO SI DIVENTA GENITORI?

Diventiamo genitori molto prima del parto.
In realtà, in alcuni casi accade persino prima di ricevere la fatidica notizia, e cioè quando una certa idea inizia a prendere forma nella nostra mente e nei progetti della coppia. Allora, in quel momento, cominciamo a guardare con occhi differenti le famiglie che passeggiano per strada o a sorridere quando una bambina ci saluta goffamente con la mano e si imbarazza, nascondendosi veloce tra le braccia della madre. Avete presente questa sensazione?
Altre volte diventiamo genitori sentendo di amici che lo sono diventati, oppure in una domenica come tante, in giro per negozi, magari sotto Natale, quando tutto è illuminato e per un istante, anche uno solo, il mondo sembra pieno di speranza, proprio come quando eravamo noi, i bambini.
Già, diventare genitori è qualcosa che può accaderci in mille modi e in mille momenti differenti della vita, ma sempre con lo stesso risultato: lo stravolgimento di ogni nostra prospettiva. E così ci ritroviamo a non svegliarci più allo stesso modo, a non riuscire più a spendere come facevamo prima e a lavorare, spesso, con più entusiasmo, dato che ormai non lo facciamo più per noi, ma guardando al futuro di qualcun altro.
Un giorno, presto o tardi, anche voi potreste provare una sensazione come questa e, ve lo assicuro, a prescindere da come accadrà, sentirete il cuore straripare d’amore. In quel momento si spalancherà di fronte a voi un percorso che potrebbe sembrarvi quasi spaventoso. Insieme a tutte le cose belle vi sorprenderete a pensare a quelle preoccupanti: vi chiederete se sarete all’altezza, rimuginerete sul passato, vi creerete pericolose aspettative, ma va bene così: anche questo fa parte del gioco.
Magari vi è già successo e avete deciso di comprare questo libro alla ricerca di specifiche indicazioni; oppure semplicemente non volevate farvi trovare impreparati e avete preferito mettervi da subito a studiare la direzione. Una scelta saggia! Entrambi questi desideri, in effetti, fanno parte di quell’incredibile esperienza che è il diventare genitori: un’avventura differente da qualunque altra potreste mai affrontare, e proprio per questo intensa e straordinaria. Sarà un viaggio che vi accompagnerà per tutta la vita e che vi cambierà, che lo vogliate o meno.

NON SIETE SOLI

I primi tempi possono essere esacerbanti.
Mille cose a cui pensare, la casa da mettere in ordine, il lavoro, il piccolo, gli amici, i parenti. Una frase piuttosto frequente che sento (soprattutto dalle mamme) è la frase: «Doveva essere il momento più bello della mia vita, ma non me lo sto godendo».
Non è una situazione affatto rara e, in particolar modo i primi tempi, l’apprensione per tutte le cose da fare o il timore di non saper capire i bisogni del bambino potrebbero quasi farci sentire un passeggero. Al contrario, siamo noi al volante: dovete sempre ricordarlo.
Non siete soli. Questo ve lo posso assicurare! Sia che abbiate la possibilità di ricevere il supporto da parte dei vostri familiari o degli amici, sia che non ne abbiate e per questo vi siate rivolti a consulenti o specialisti del settore, non c’è vergogna nel chiedere aiuto e non c’è assolutamente alcuna aspettativa su di voi, nessuno si aspetta che diventiate genitori perfetti da un giorno all’altro. State imparando, state affinando le vostre competenze e questa è una cosa che richiede tempo e che richiede aiuto, ve lo assicuro.
Nel mondo, milioni di altre mamme e di papà stanno vivendo i vostri stessi dubbi e le vostre preoccupazioni. Riservatevi dunque il diritto di essere imperfetti e di amarvi per i genitori che siete. Solo accettarlo vi porterà ad apprezzare tutta la strada che avete già percorso e quella che ci sarà ancora da fare. L’importante è lavorare sempre per il loro bene, che è senz’ombra di dubbio la vostra priorità più grande.
Ripetetelo ancora una volta con me: non siete soli.
Realizzato questo, e compresa la sorprendente bellezza che ne deriva, non vi resterà che mettervi in cammino.

I GENITORI DI OGGI

Come tara del sonno il mio lavoro principale è quello di accompagnare mamme e papà lungo quella meravigliosa fase di transizione che sono i primi passi nella genitorialità.
Nel corso degli anni ho avuto l’occasione di aiutare moltissimi genitori un po’ in tutto il mondo: molti di loro mi hanno cercata dopo il parto, con le difficoltà delle prime notti e la missione (in quel momento apparentemente impossibile) di organizzare al meglio le giornate; altri lo hanno fatto più avanti, oltre il quarto mese, alla ricerca di una strategia per affrontare delle possibili disregolazioni legate al sonno infantile, che tendono sempre ad avere un impatto sul sonno (e quindi sul benessere) di tutta la famiglia. Eppure, non è raro che io venga contattata ancor prima del parto, in preparazione per quello che verrà: partiamo da qui.
Voglio intraprendere questo viaggio raccontandovi di una gravidanza.
Mi sono interrogata a lungo su quale fosse la storia più adatta per iniziare con il piede giusto questo dialogo emotivo con voi, ma alla fine ho scelto quella di una persona a me vicina.
Quella che vi sto per raccontare è la storia di una mamma come tante, unica ma uguale a molte altre nelle sue preoccupazioni, anche lei divisa tra lavoro e maternità, tra presente e futuro, rinunce e conquiste, come accade a parecchie donne nel corso dei fatidici nove mesi che precedono il parto. In fondo, non credo esista nulla di più eccezionalmente naturale nella vita del diventare genitori: e se a farlo poi è la tua migliore amica, be’, quell’emozione diventa anche un po’ la tua!
Credo che la storia della gravidanza di Valentina sia molto emblematica. Come tante mamme in questi ultimi due anni, anche lei è stata costretta a regolare le proprie aspettative alla luce della pandemia.
Oltre a stravolgere tutte le nostre abitudini, il Covid ha cambiato le consuetudini della gravidanza: i corsi pre-parto sono diventati online, la possibilità di ricevere aiuto dai familiari e dagli amici si è ridotta, molti papà non hanno potuto assistere al parto e molte mamme si sono trovate a vivere difficoltà mai provate prima, dovendosi preoccupare non solo della propria salute, ma anche di quella di una nuova vita: da proteggere a ogni costo.
Diventare genitori in questo secolo presenta problematiche uniche e intense, che hanno reso l’esperienza genitoriale molto diversa da quella del passato. Tanti studi lo hanno dimostrato: lo stile di vita moderno ha portato forme di apprensione tutte nuove. In un certo senso, sembra che essere genitori oggi sia più difficile che mai: ma è davvero così?
Se lo sia in generale non posso dirlo, ma sotto alcuni punti di vista lo è certamente. Dopotutto, non diventiamo più mamme o papà all’interno di un villaggio, ovvero all’interno della comunità in cui siamo nati e cresciuti, come accadeva un tempo. Non abbiamo più nemmeno la fortuna di poter contare su genitori che vivono alla porta accanto, o su vecchie zie o nonni sempre disponibili per badare ai nostri piccoli. Molto più di frequente rispetto al passato, le donne oggi vivono la gravidanza lontane da casa, magari in un altro Stato, in età più avanzata, continuando fino all’ultimo a lavorare, con le pressioni che ne conseguono e senza molte opportunità per delegare.
In questo senso, nella sua straordinarietà, la storia di Valentina non è poi così diversa da quella di molte altre mamme d’oggi, costrette a sommare le problematiche legate a questo periodo storico alle già mille difficoltà che ogni donna vive fisiologicamente durante la gravidanza: dal distacco all’incertezza del futuro.
Procediamo con ordine, però! La prima di queste difficoltà è certamente lo sconvolgimento emotivo che si prova subito dopo la scoperta, e anche in questo Valentina non è stata un’eccezione.
Ciascuna maternità porta con sé un’aspettativa di felicità, ma questo sentimento spesso finisce per scontrarsi contro i naturali cambiamenti che il diventare genitori comporta. Ricordo quando ricevetti la telefonata da parte di Valentina, in una giornata d’inverno come tante: nella sua voce si sentiva un misto di gioia e di paura.
Dovete sapere che la mia amica è una persona straordinaria, tenace e combattiva. Per anni l’avevo seguita dedicarsi con tutta se stessa al lavoro, cercando di farsi strada nel suo settore con grande dedizione. Ne avevamo parlato spesso, ma diventare mamma, mi aveva confessato, non era mai stata una sua particolare priorità: almeno fino al primo lockdown, quando la chiusura generale l’aveva costretta a fermarsi, a pensare e a riscoprire dentro di sé un desiderio che fino ad allora non era mai emerso. Quello di dare la vita. Era stato in quel periodo che lei e il suo compagno ne avevano parlato per la prima volta ed evidentemente – cosa abbiamo detto riguardo il diventare genitori? – in quel momento Valentina si era sentita pronta.
Eppure, dopo che tutto era accaduto velocemente, la notizia della gravidanza l’aveva sorpresa in un momento particolare. Fuori per lavoro e lontana da casa, aveva scoperto di aspettare un bambino da sola, senza nessuno con cui poterlo condividere dal vivo. Grazie al telefono era comunque riuscita a dirlo al suo compagno, ai genitori e a me, ma non era la stessa cosa. E so che questo molte di voi potranno capirlo.
È davvero importante durante la gravidanza non sentirsi sole e avere sempre persone con le quali aprirsi e confidarsi in ogni momento, siano esse i propri partner, gli amici o i genitori. Una problematica molto diffusa oggi è la sensazione di isolamento che il lavoro telematico e le grandi distanze possono fisiologicamente far provare. Ricordate però sempre, sin dal principio, che la genitorialità non è un percorso nato per essere affrontato da sole. È un viaggio che si intraprende l’uno a fianco all’altro, assicurandosi sempre il giusto supporto necessario.
Per fortuna Valentina tutte queste cose le sapeva già, in parte forse anche perché negli anni mi deve aver sentito parlare di certi argomenti fino allo sfinimento! Dalla sua voce si percepiva fosse un po’ dispiaciuta di non avercelo potuto dire di persona, ma ricordo che disse: «Voglio guardare al lato positivo», il che mi aveva fatto tirare un sospiro di sollievo.
Anche durante la vostra gravidanza potranno esserci inconvenienti, cambi di programma o piccole delusioni. La speranza di avere tutto il più possibile sotto controllo può rivelarsi logorante e controproducente. È normale che possa non andare tutto come vogliamo noi.
Vivere serenamente la gravidanza approcciandovisi con una componente emotiva distesa è il primo passo verso una maternità focalizzata sulla scoperta e sull’apprezzamento di quanto c’è di bello. Ogni aspettativa, come vedremo nei prossimi capitoli, porta con sé una forma di dispiacere, mentre la cosa migliore sarebbe sempre concentrarsi sulla scoperta, sulle sensazioni che si provano e sulle novità, magari coinvolgendo i papà il più possibile, confessando loro cosa ci passa per la testa.
Ne ero sicura: Valentina sarebbe diventata una mamma straordinaria. Eppure, è normale che ci voglia tempo per immedesimarsi nella parte.

ENTRARE NELLA PARTE

Non tutte le donne una volta rimaste incinte si sentono immediatamente mamme, così come non tutti gli uomini si sentono subito papà.
Per una serie di ragioni, questo sentimento è assolutamente legittimo. Molte donne e molti uomini, anzi, percepiscono al contrario una forma d’ansia nel ricevere la fatidica notizia. Capita che i papà si sentano inadeguati e le mamme sopraffatte al pensiero delle cose che dovranno fare dopo il parto, finendo entrambi a volte per non godersi le meravigliose settimane che hanno davanti.
Il timore di non essere all’altezza del compito che la natura ci ha affidato può portarci a reagire in molti modi. Alcune donne ad esempio vivono l’esperienza della maternità in maniera intensa sin da subito, facendo quasi fatica a non tenersi la mano sulla pancia anche se sono passate solo poche settimane; altre tendono a essere più timorose, riservate; altre ancora, a vivere i primi mesi quasi come se nulla fosse. Ci sono mamme che decidono di studiare ogni singolo argomento, per arrivare “preparate” al grande giorno, e mamme che preferiscono...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. I CONSIGLI DELLA TATA DEL SONNO
  4. INTRODUZIONE
  5. 1. UNA NUOVA PROSPETTIVA. Come ci cambia il diventare genitori
  6. 2. GODERSI IL VIAGGIO. Come tenere sotto controllo la propria sfera emotiva
  7. 3. CONOSCERE LA STRADA. Il sonno infantile tra gli 0 e i 4 mesi
  8. 4. LA GIUSTA ATTREZZATURA. Cosa non può mancare in casa nei primi mesi dopo il parto
  9. 5. PASSO DOPO PASSO. Le abitudini durante i primi mesi
  10. CONCLUSIONE
  11. RINGRAZIAMENTI
  12. BIBLIOGRAFIA
  13. Copyright