L'azienda Olivetti e la cultura
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L'azienda Olivetti e la cultura

Tra responsabilità e creatività (1919-1992)

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L'azienda Olivetti e la cultura

Tra responsabilità e creatività (1919-1992)

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Le vicende editoriali, nate su iniziativa di Camillo e Adriano Olivetti, non sono state ancora oggetto di uno studio complessivo e sistematico. Questo volume raccoglie i primi risultati di una ricerca dedicata alle riviste aziendali dell'impresa eporediese a partire dai primi anni venti fino agli anni novanta del XX secolo. Oltre a testimoniare l'impegno politico e una visione innovativa del fare impresa, la peculiarità di questa vicenda culturale sta nella continuità di un pensiero e di una azione, che ha le radici nella storia della famiglia fondatrice e che prosegue oltre la scomparsa di Adriano. Tra gli obiettivi del volume vi è quello di rimettere in discussione la vulgata secondo la quale il suo pensiero e la sua azione modernizzatrice si siano concluse con la sua morte nel febbraio 1960. La continuità del pensiero di Adriano Olivetti si evince da una ricca produzione culturale che si distingue per le pubblicazioni e le iniziative di alto livello, e che si incrocia con l'attività dell'impresa, nel corso del secondo Novecento. Dopo l'era di Adriano, «gli olivettiani della seconda ora» portano avanti una nuova operazione culturale con la stessa determinazione del fondatore. Tra la fine degli anni sessanta e a metà degli anni novanta, la società Olivetti prosegue la pubblicazione delle riviste aziendali senza soluzione di continuità. In particolare, il volume ricostruisce un'esperienza editoriale inedita riguardante «GO» (1973-1980), periodico dedicato a cultura, economia e tecnica, rivolto anche a lettori esterni all'azienda. «GO» fornisce indicazioni di modernizzazione della società proponendo una politica, che poteva apparire visionaria, di innovazione e di svecchiamento del paese. L'esperienza di «GO» aiuta a comprendere un altro elemento che caratterizza la storia culturale della Olivetti. Alla responsabilità del pensare e dell'agire va accostato il senso di creatività «non organizzata». Rispetto ai «grandi nomi», spesso transitati nella storia aziendale, merita ricordare figure, meno note, che hanno operato nell'ombra.

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Informazioni

Anno
2022
ISBN
9788855223966
Argomento
Storia

IV. Un’impresa editoriale d’avanguardia: «GO. Informazioni», periodico di cultura, economia e tecnica (1973-1980)

Così l’interazione scienza-tecnica-società costituisce un meccanismo che non può essere lasciato senza controllo né regolazione. È l’oggetto della politica nel senso più nobile del termine. E questa politica deve prima di tutto suscitare il progresso delle cognizioni e la comparsa di innovazioni pertinenti. I pochi elementi di soluzioni indicati in questo rapporto non hanno altro scopo che suscitare nuove riflessioni su ciò che deve essere questa politica, la quale richiede la cooperazione e la comprensione reciproca dei parlamentari, degli scienziati e degli ingegneri, ed esige che l’opinione pubblica sia informata. Questa opinione deve poter essere fondata su riflessioni ragionevoli che solo una cultura moderna capace di rompere i vincoli tradizionali può consentire. Vivere con la scienza è un problema politico; ma è anche un problema culturale.
Questa citazione è la parte conclusiva del rapporto La scienza europea, lo sviluppo industriale e la difesa dell’ambiente di Pierre Piganiol, presentato nell’ambito della quarta Conferenza parlamentare e scientifica del Consiglio d’Europa, svoltasi a Firenze nel 1975 sul tema La scienza e l’avvenire dell’uomo in una società europea. La rivista «GO» (Giornale Olivetti) pubblica uno stralcio di questa relazione nel dicembre dello stesso anno1. Le riflessioni di Piganiol sull’interazione scienza-tecnica-società tratteggiano in modo efficace la Weltanschauung del periodico olivettiano, un’operazione editoriale del tutto innovativa, ideata nel 1973, che veniva considerata una voce particolarmente autorevole e significativa, anche nell’ambito degli house organ italiani2. La sua chiusura improvvisa alla fine del 1980, senza motivazioni ufficiali ma fondamentalmente legata a questioni finanziarie3, testimonia l’ingresso dell’azienda in una fase di cambiamento della sua storia, sullo sfondo di una stagione involutiva dell’Occidente sul piano economico e politico, che corrisponde agli ultimi vent’anni del secolo Ventesimo4.
Tra ricerca storica e memoria, nel periodo che si apre con la scomparsa di Adriano e si chiude con l’insediamento di Carlo De Benedetti5, si manifesta un dualismo interpretativo in cui, da un lato, si «descrive un’azienda ripiegata su se stessa, sottocapitalizzata [che si cullava] sulle glorie passate»6, e dall’altro, nei racconti orali sulla vita aziendale, si testimonia una continuità delle idee di Adriano, benché il suo progetto civile di società e di fabbrica si sia lentamente perduto. All’inizio degli anni settanta, Mario Minardi7, responsabile dell’Ufficio Stampa, con l’avallo di Renzo Zorzi, dà vita a «GO», un mezzo di informazione nuovo, che non ha semplicemente le caratteristiche di house organ. In una lettera del 19 ottobre 1972, indirizzata a Zorzi, allora a capo della Direzione relazioni culturali, disegno industriale, pubblicità con sede a Milano8, Minardi propone la pubblicazione di un nuovo periodico gratuito rivolto all’esterno dell’azienda e, contemporaneamente, distribuito alla clientela delle filiali e delle consociate9. Il giornale si pone l’obiettivo di raggiungere cinquantamila persone che comprendono clienti, potenziali clienti, personalità del mondo economico, politico e culturale, giornalisti.
La rivista, con sottotitolo «periodico di cultura, economia, tecnica», testimonia gli impegni culturali dell’azienda, esplicitati nel breve editoriale del primo numero:
La Società è consapevole – fin dalle origini – delle proprie responsabilità nei confronti dell’ambiente in cui è inserita e a cui si rivolge, in quanto compie determinati atti di cultura non solo nel proprio interno, ma anche verso il tessuto sociale che essa raggiunge con i suoi prodotti e la sua presenza.
Avverte questa sua responsabilità particolarmente nel campo dell’informazione, un settore in cui Adriano Olivetti realizzò iniziative di grande prestigio. Potremmo ricordare «Tecnica e Organizzazione», «SeleArte», il primo giornale regionale apparso in Italia – «La via del Piemonte» –, la rivista «Comunità». Non secondaria è stata l’iniziativa olivettiana nel campo dell’informazione più propriamente aziendale, attraverso periodici come «Notizie Olivetti» e «Notizie di fabbrica», destinati a chi lavora nell’azienda e all’esterno. Con «GO» la Olivetti realizza oggi un mezzo di informazione di tipo nuovo. La società moderna è caratterizzata da uno sviluppo sempre più ampio dell’informazione in ogni suo settore. E nell’evoluzione delle tecniche relative, il giornale sta trovando spazi nuovi grazie ad una formula che nell’immediatezza unisce immagine e commento. Di questa formula intende avvalersi il foglio che oggi si presenta al lettore. Il giornale si propone di offrire fatti, notizie, documenti connessi con la molteplice attività di un’impresa mondiale che opera nel settore del trattamento delle informazioni10.
La sua diffusione in molti ambiti, quali università, scuola, imprese, pubblica amministrazione, testimonia come «GO» abbia l’obiettivo di diffondere le innovazioni scientifiche e tecnologiche in un contesto economico e sociale conflittuale come quello degli anni settanta, offrendo una visione realistica del futuro, fondata sulle enormi opportunità fornite dall’informatica e dalla ricerca scientifica. Informatica, scienza, tecnica, istruzione, amministrazione, fotografia, architettura, letteratura sono i temi ricorrenti al cui centro sta l’idea dell’interazione stretta tra industria, scienza e società, nell’ottica dell’innovazione e del futuro da creare e progettare.
Sebbene sia esplicita l’assenza di un approccio politico nella lettura della contemporaneità, «GO» in realtà fornisce indicazioni di modernizzazione della società, in tutte le sue manifestazioni, e si rivela un’agenda politica visionaria, volta a innovare e svecchiare la nazione in ogni settore: il governo del territorio, la gestione dell’amministrazione pubblica, la formazione scolastica e universitaria, i trasporti e le infrastrutture, le istituzioni culturali.
La pubblicazione di «GO» aiuta a comprendere un altro elemento che caratterizza la storia culturale della Olivetti. Alla responsabilità del pensare e dell’agire, va accostato il senso di creatività «non organizzata»11. A dispetto dell’idea di un mondo manageriale strutturato e di un’immagine monolitica della cultura olivettiana, emergono due caratteristiche, che rinviano all’«era di Adriano»: l’inventiva, come motore di tutte le iniziative, e la flessibilità nella scelta dei collaboratori. All’interno dell’azienda, infatti, è presente una varietà di competenze, che permette la formazione di gruppi di lavoro efficienti, intraprendenti e di ampie vedute. Come emergerà nel paragrafo successivo, rispetto ai «grandi nomi», spesso transitati nella storia aziendale, merita riportare alla luce coloro che hanno operato nell’ombra, spesso dietro le quinte, e che hanno consolidato e portato avanti, lontano dai riflettori, una prestigiosa e innovativa eredità.
Le vicende editoriali dell’azienda Olivetti sono legate una all’altra, da una continuità culturale e da un filo rosso alla cui estremità si colloca l’esperienza di Camillo nel gruppo di intellettuali orbitanti la rivista «Cœnobium». Come è stato evidenziato nel capitolo inziale, il progetto di Bignami, fondatore della rivista luganese, lascia tracce incisive nella vicenda olivettiana: l’idea del simposio, del convivio laico aperto e inclusivo «in cui intellettuali di tutto il mondo avrebbero potuto riunirsi, oltre che per un continuo scambio di idee, per condividere momenti di convivialità operosa e aconfessionale»12. La rivista «Cœnobium», capace di fornire gli strumenti adatti a una discussione basata sul metodo della «libertà» di ricerca e di giudizio, rappresenta le radici delle realizzazioni editoriali dell’azienda Olivetti13. Dopo la scomparsa di Adriano, lo spirito comunitario e di apertura sopravvivono e si insinuano imprevedibilmente nelle vicende culturali dell’azienda.
La presa di coscienza della crescente importanza dell’informazione, settore principale e di prestigio delle attività dell’azienda eporediese, ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Indice
  5. Prefazione di Dora Marucco
  6. Il fondo periodici Olivetti della biblioteca dell’Associazione Archivio Storico Olivetti. Introduzione di Anna Maria Viotto
  7. Premessa
  8. I. Origini di un progetto culturale
  9. II. L’informazione nella storia della Olivetti. La stampa aziendale e la cultura di fabbrica
  10. III. La continuità della tradizione editoriale olivettiana (1960-1992)
  11. IV. Un’impresa editoriale d’avanguardia: «GO. Informazioni», periodico di cultura, economia e tecnica (1973-1980)
  12. V. L’eccezionalità di «GO». Informazione e futurologia
  13. Conclusioni. La cifra distintiva e l’inattualità dell’universo Olivetti
  14. Appendice. I periodici da Camillo e Adriano Olivetti al gruppo Olivetti (1919-1999)
  15. Elenco delle illustrazioni