SINDROME DELLA CAPANNA
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SINDROME DELLA CAPANNA
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ARTICOLI
Fonte
https://www.grupposandonato.it/news/2020/ottobre/sindrome-capanna-covid-come-affrontarla#:~:text=L'effetto%20collaterale%20pi%C3%B9%20evidente,ci%20ha%20fatto%20sentire%20al
DEFINIZIONE TECNICA
L’effetto collaterale più evidente conseguente al lockdown, collocabile con l’avvio della fase 2 dell’emergenza Covid-19, è stata definita sindrome della capanna o del prigioniero: si tratta della paura di uscire e lasciare la propria casa, sinonimo di luogo di protezione assoluta dal virus, riparo da qualsiasi pericoloso agente esterno, nel periodo forte dell’isolamento sociale.
SIGNIFICATO, ORIGINI E SIINTOMI
Il termine sindrome della capanna ha iniziato a far il suo ingresso ufficiale nel lessico psicologico, in termini divulgativi, a partire dalla fine del primo lockdown italiano, precisamente nel maggio 2020.
Secondo le stime della Società italiana di psichiatria (Sip), riportate in un articolo datato 7 Maggio 2020 di cui si riporta l’URL per una rapida consultazione, “sono oltre un milione gli italiani colpiti dalla sindrome della capanna che, in individui predisposti, aumenta il rischio di sviluppare psicopatologie e disturbi dell’adattamento” (https://www.ilmattino.it/primopiano/sanita/fase_2_sindrome_capanna_cosa_e_oggi-5214206.html).
A seguito dei due mesi di confinamento domestico, quale forma di contenimento dei contagi da Covid 19, si è notato, nella popolazione generale, lo sviluppo repentino di una serie di sintomi quali ansia, irritabilità, frustrazione, legate alla necessità e possibilità di ricominciare a uscire di casa e riprendere le normali attività di vita quotidiana.
I sintomi più comuni di tale sindrome sono elencabili in episodi di irritabilità, tristezza, paura, angoscia, frustrazione, stato di letargia, difficoltà ad alzarsi al mattino, necessità di riposare frequentemente, difficoltà di concentrazione, scarsa memoria, demotivazione.
Non si tratta in realtà di un fenomeno del tutto nuovo, bensì di una condizione già nota in quei paesi nordici dell’Europa e dell’America dove, a causa delle rigide condizioni climatiche invernali, la popolazione era costretta a restare a casa, isolata, per lunghi periodi: una situazione specifica che avrebbe, come conseguenza, la fatica a uscire da una sorta di letargo, abbandonando la propria casa-rifugio.
L’origine della sindrome si può fare risalire al 1900, epoca della corsa all’oro negli Stati Uniti durante la quale i cercatori erano costretti a passare interi mesi all’interno di una capanna, sperimentando uno stato di isolamento seguito da sentimenti di paura, rifiuto di tornare alla civiltà, sfiducia nei confronti del prossimo, stress e ansia.
In definitiva la sindrome della capanna si configura come un disagio correlato al dover abbandonare le mura domestiche all’interno delle quali si era trovato rifugio e protezione per ricominciare a vivere come prima, un paradossale effetto di automutilazione e restrizioni sociali autoimposte, con conseguenze a lungo termine deleterie a livello bio-psico-sociale (https://istitutosantachiara.it/sindrome-della-capanna-sintomi/).
LE CAUSE
Molteplici sono le cause responsabili di un comportamento protettivo di tale natura, tra queste si ricordano il terrore verso il mondo esterno, la paura di ammalarsi e di contagiare i propri cari, la convinzione di non ritrovare più il mondo che si conosceva prima.
I SOGGETTI PIÙ ESPOSTI
A partire da una condizione generale di paura diffusa rispetto al possibile contagio virale, i soggetti più colpiti dalla sindrome presentereebbero alcune caratteristiche distintive, come una minore capacità di adattamento ai cambiamenti, l’inclinazione all’ansia e all’ipocondria, una storia clinica, prima dell’esplosione della pandemia, di fobie e altri disturbi psichiatrici.
Un elemento da aggiungere è relativo agli effetti del coronavirus sull’economia e le incertezze professionali che ne sono derivate, in grado di intaccare le sicurezze di molti che, pur di non far ritorno a una realtà più difficile da affrontare, hanno preferito propendere per una permanenza sicura tra le mura di casa propria.
COME AFFRONTARE E SUPERARE LA SINDROME DELLA CAPANNA
Alcune utili strategie per affrontare la sindrome della capanna sono di seguito descritte:
◆ Accogliere le emozioni, azione utile nella normale fase emotiva successiva a un lungo periodo di isolamento
◆ Prendersi cura di sé con piccoli gesti quotidiani finalizzati a soddisfare i propri bisogni
◆ Stabilire obiettivi: gestire il tempo senza lasciare spazio e forza all’insorgere di pensieri e preoccupazioni eccessive, prediligendo attività rilassanti e una programmazione di attività diversificate e appaganti
◆ Organizzare una routine giornaliera che includa azioni quali lavoro, gestione della casa, tempo libero, esercizio fisico
◆ Sapersi ascoltare, essendo consapevoli del proprio disagio nella misura in cui i sintomi della sindrome della capanna potrebbero sottendere disagi pregressi, da cui l’importanza di avvalersi, se necessario, di un aiuto professionale.
◆ Trasformare in positivo quanto accaduto, concependo la pandemia come momento prezioso per riflettere sul valore dell’essenziale, dando rilievo all’importanza degli affetti e degli elementi vitali, ridimensionando l’utilizzo del superfluo (https://www.paginemediche.it/benessere/corpo-e-mente/sindrome-della-capanna-o-del-prigioniero-che-cos-e).
PANDEMIC FATIGUE
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PANDEMIC FATIGUE
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ARTICOLI
COS’È LO STRESS DA PANDEMIA
https://www.dors.it/page.php?idarticolo=3487
https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2021/05/14/fatica-pandemica-imprese/
“Pandemic fatigue”: crescente demotivazione delle persone nel mettere in atto i comportamenti protettivi raccomandati per la tutela della salute dei singoli e delle comunità, secondo l’OMS la “sensazione naturale di stress, stanchezza e sfinimento dovuta a uno stato di crisi prolungato”. Una Fatica pandemica caratterizzata da peculiari comportamenti: nello specifico i messaggi fondamentali riguardanti il lavarsi le mani, l’indossare le mascherine e il mantenere il distanziamento fisico sembrano sempre meno efficaci.
Secondo gli studi condotti dall’OMS a ottobre 2020, più del 60% dei cittadini europei si troverebbe oggi in condizioni di pandemic fatigue e gli ultimi studi della Società Italiana di Psichiatria (SIP) segnalano che un italiano su tre ne sarebbe coinvolto (https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2021/05/14/fatica-pandemica-imprese/). Diverse componenti legate alla motivazione individuale sono fortemente influenzate dalla longevità della pandemia. In primo luogo, la minaccia percepita del virus può diminuire man mano che le persone si abituano alla sua esistenza, anche se i dati epidemiologici mostrano...