Parola di ragazzo
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Parola di ragazzo

15 password per entrare in dialogo con gli adolescenti

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Parola di ragazzo

15 password per entrare in dialogo con gli adolescenti

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Informazioni sul libro

Diario a più voci, compagno di viaggio, breviario minimo, mappa operativa per accompagnare i ragazzi in quella "età di mezzo" che è l'esordio dell'adolescenza. Questo libro ha più dimensioni, riflessive e operative, offerte da un'esperta che lavora quotidianamente nelle scuole attraverso laboratori di affettività e stanze di dialogo con ragazzi e famiglie. Il filo che unisce ciascun capitolo sono 15 password, parole chiave per "entrare in connessione" e affrontare insieme (tra genitori e figli, ma anche in esperienze di gruppo e di oratorio) la fatica di crescere, le domande scomode, le emozioni, i progetti e le speranze di una vita tutta da vivere.

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Informazioni

Anno
2022
ISBN
9788892232112
Argomento
Education

A tutti i ragazzi incontrati in questi anni.
A quelli dallo sguardo acceso dai desideri
e a quelli dal cipiglio arrabbiato.
A chi, triste, non ha avuto nemmeno
il coraggio di alzare gli occhi,
a chi ha avuto la vivacità della leggerezza.
A tutti e a ciascuno per il dono di averli incontrati
e nell’incontro aver scoperto che c’è ancora tanto
da imparare e custodire.

INTRODUZIONE

Dare parola ai vissuti dei ragazzi

Da anni vado nelle scuole di ogni ordine e grado con un progetto sull’affettività. Tuttavia, pur lavorando con tutte le fasce d’età, sono ormai giunta alla consapevolezza che l’attività più impegnativa viene svolta dalla mia équipe nelle scuole medie, percorso scolastico veloce e a volte poco considerato. Una specie di corridoio di passaggio tra la fanciullezza giocosa della primaria e la giovinezza esplosiva della scuola superiore.
Il tratto delle medie resta una specie di limbo, pur nell’evidenza che proprio in quei tre anni accadono i cambiamenti più significativi e dirompenti nella vita di un ragazzo e di una ragazza. È per questo che ogni volta che inizio un nuovo progetto in una scuola, so che sto per incontrare tante storie diverse, uniche e bellissime. Una bellezza che non è esente da fragilità, proprio perché i racconti che mi vengono consegnati arrivano principalmente da ragazzi che, nel pieno della loro crescita, sono alla ricerca di risposte, o semplicemente di ascolto alle domande sollevate da quel crocevia misterioso che è l’adolescenza.
In questi anni di attività ho imparato a cogliere gesti e silenzi e a intercettare i vissuti dei più giovani come mai avevo fatto prima. Sono loro stessi ad avermelo insegnato, per quella magia naturale che si crea quando ci si lascia plasmare dalla relazione. Ho incontrato anche tanti genitori, alcuni con domande assolutamente distanti dal vissuto dei figli, altri con quesiti più vicini ai ragazzi, molti spaventati da una comunicazione incistata nel mezzo del groviglio delle emozioni adolescenziali. Ascoltare, mediare e aiutare a rintracciare il bandolo della matassa è stato spesso il mio ruolo.
Nasce così Parola di ragazzo, nelle aule della scuola, spazio privilegiato di crescita, tra un «Dottoressa perché mi sento così?» e un «I miei sono un vero disastro, ma non voglio deluderli».
Il libro dunque è la storia di un desiderio diventato urgenza: condividere le parole preziose consegnatemi dai ragazzi. Le ho messe nero su bianco sperando che possano essere comprese come portatrici di dubbi, ma anche di aspirazioni e sogni dall’orizzonte alto, contrariamente a quanto il mondo adulto possa pensare.
Se riusciamo a vivere l’adolescenza di un figlio non solo come uno tsunami emotivo da cui difendersi, ma anche come un tempo privilegiato per diventare più attenti ai suoi bisogni, allora lo spazio di ascolto e di dialogo si apre magicamente. Le storie di ognuno dei ragazzi incontrati, l’imbarazzo iniziale, la voracità e l’ansietà del racconto, la leggerezza nel finale di colloquio, mi hanno resa consapevole di mondi inesplorati. Ho imparato così che i pianti, le scuse, la delusione delle aspettative e i sensi di colpa, quando consapevolizzati, aiutano non solo il rapporto con i figli, ma anche la propria e la loro crescita. Perché è certo che come ogni relazione, anche quella educativa, pur nella differenza fondamentale dei ruoli, rinnova entrambi gli attori coinvolti in essa.
Nei laboratori realizzati ho avuto conferma che nulla è più potente del racconto per dare un nome a emozioni e pensieri che ci sfuggono per paura o non conoscenza. Vedendoli scritti tra le parole, si riesce a prenderne la distanza, ad ammetterli come propri e poi anche a esercitarsi a contenerli.
Per questo ho pensato a Parola di ragazzo come a un diario a più voci.
Ci sono quelle di due adolescenti, Leo e Nina, con le loro domande, che partono però da esperienze e prospettive diverse. Sono loro a rappresentare i tanti ragazzi incontrati in questi anni. Ci sono poi quelle dei quattro genitori, in cui il maschile e il femminile si intrecciano dando voce alla complessa quotidianità in cui è immersa la genitorialità di tutti noi. A guidare il racconto ­quindici parole chiave, quindici password che non hanno la presunzione di svelare tutto quello che riguarda l’adolescenza, ma che vogliono proporsi come una forma di accesso mediato alle domande più o meno scomode dei ragazzi. Il resto, esattamente come accade con le password dei vari device, è lasciato alla voglia di utilizzare al meglio e in modo personale quanto ci è stato appena consegnato dalla chiave. Il mio è soprattutto il tentativo di mettere in comunicazione il mondo adulto con quello dei ­ragazzi.
Il desiderio è stato così folle da pensare a una lettura prima personale e poi a più mani, genitori e figli insieme. Non per trovare soluzioni ma per cercare appigli per parlarsi e per dirsi, anche a gesti piccoli, ciò che a volte sembra così difficile da consegnare. Per fare esperienza viva di quanto auspicato da papa Francesco nella Christus Vivit:
Lo sguardo attento di chi è stato chiamato ad essere padre, pastore e guida dei giovani consiste nell’individuare la piccola fiamma che continua ad ardere, la canna che sembra spezzarsi ma non si è ancora rotta (cfr. Is 42,3). È la capacità di individuare percorsi dove altri vedono solo muri, è il saper riconoscere possibilità dove altri vedono solo pericoli. Così è lo sguardo di Dio Padre, capace di valorizzare e alimentare i germi di bene seminati nel cuore dei giovani. Il cuore di ogni giovane deve pertanto essere considerato “terra sacra”, portatore di semi di vita divina e davanti al quale dobbiamo “toglierci i sandali” per poterci avvicinare e approfondire il Mistero (67).
Con questo intento sono stati pensati anche i focus presenti in ogni finale di capitolo; anch’essi si prefiggono come uno stimolo a porsi una domanda in più sulle parole dette e su quelle non dette dall’altro, sia esso mamma, papà, figlio o figlia.
C’è poi una proposta che viene dalla musica. Una canzone per ognuno dei quindici temi, anche solo una strofa o un ritornello, per cercare un altro modo per dirsi dove siamo e dove vorremmo andare insieme. La musica è qui pensata a integrazione al diario, come ponte tra generazioni; un ponte creativo che ancora una volta deve essere tracciato secondo quella che è la vita che abbiamo davanti.
Perché educare è un lavoro soprattutto artigianale, che chiede cuori pronti sempre a ricominciare e verificare il lavoro iniziato.
Da ultima, ma non per ultima, in mezzo alle storie ho voluto che entrasse la Storia.
Nel mare magnum delle emozioni degli adolescenti, non c’è dubbio o idea che non possa trovare luce nella Parola. Allora perché non offrirla loro, in modo diretto, agganciata al vissuto? Forse anche questa scelta è stata frutto di una suggestione troppo ardita, ma fatta nell’assoluta convinzione che non c’è parola di ragazzo che non possa essere ascoltata e poi illuminata dalla Parola.
Buon ascolto e buon cammino!

I PAROLA

– VITA –

COSA MI SUCCEDE?

Ti lodo, perché mi hai fatto
Come un prodigio.
(Sal 138)
Simbolo diario
DAL DIARIO DI NINA
«Settimane difficili; con mamma non ci parlo perché è una vera rompiscatole. So che mi vuole bene, ma mi guarda così a fondo che pare possa vedere cosa c’è nelle parti più nascoste di me. Io, invece, non voglio proprio che si intrometta in quello che sto vivendo. Montagne russe, emozioni a palla e tanta paura. Con mio padre è invece molto più difficile anche stare in silenzio. Lui è quello delle parole essenziali, poche e che vanno dritte al cuore. Con lui è da sempre una magia. È il mio grande e generoso papà. Ora però la magia che ci ha visto protagonisti da sempre, la NOSTRA magia, pare essersi interrotta. Che sia colpa del crescere? Non so! Certo che è difficile diventare una ragazza responsabile e matura, come tutti si aspettano da me. Le attese degli altri le avverto dritte sulla schiena. Così passo giorni a chiedermi chi io sia realmente. Mi guardo allo specchio e vedo due occhi spenti e immersi in mille noiosissime lentiggini. Dio solo sa quante volte ho provato a nasconderle, per evitare le solite prese in giro. Ma niente: quelle restano lì imperterrite e riemergono puntigliose come le domande che si muovono dentro di me. Per non parlare del resto del mio corpo. Nonna dice sempre che sono bellissima, ma credo che sia solo l’amore per me a farla parlare. Sono piatta e priva di quel minimo di forme che dovrebbero fare di me una ragazza carina. Nessuna voglia di diventare grande. Ho troppa paura di scoprirmi inadatta. Vorrei mandare indietro il tempo. Ma come si fa? Impossibile! Insomma un vero disastro!»
Simbolo diario
DAL DIARIO DEL PAPÀ DI NINA
«Nina sta diventando grande eppure, se chiudo gli occhi e la penso, non riesco a non ricordarla da piccola, quando la trovavo nel pieno della notte accucciata nel suo lettino, piangente e spaventata da un brutto sogno. Era così facile allora consolarla: bastava la giusta ninna nanna, ereditata dai nonni, l’abbraccio della mamma, un mio sorriso e il sonno riprendeva sereno. A mano a mano che passa il tempo e lei si fa grande, siamo io e mia moglie a sentirci spaventati e inadeguati. Potremmo tranquillamente esserci noi, in quel letto, accucciati. Nina cresce e la nostra paura è quella di non poterla più proteggere dal mondo fuori casa, da ciò che la spaventa e la preoccupa. La magia, per cui da bambina si avviluppava alle mie gambe e tutto passava, è svanita e la responsabilità di essere padre a volte mi schiaccia. Mi sciolgo solo di fronte alle sue mille lentiggini, quelle che ora lei odia e che invece la rendono unica e bellissima. Le forme appena accennate mi...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Quarta
  3. Autore
  4. Frontespizio
  5. Colophon
  6. Indice
  7. Introduzione
  8. I PAROLA – VITA