Seconda palla
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Informazioni sul libro

Appassionati e cultori di tennis è a voi che il nostro autore vuole rivolgersi attraverso questo libro originale e divertente: avrete la possibilità di riconoscervi descritti nelle parole di Gianluca Caffaratti, naturalmente anche lui tennista di provata fede. Lo stile semplice, emozionale e diretto della narrazione renderà facile radunare tutti i tennisti in un'unica grande famiglia, donando la possibilità di rivivere tutti insieme le sensazioni provate durante il gioco. Per l'autore il tennis è molto più di un semplice sport, si configura quasi come una terapia che alleggerisce dai pesi della vita quotidiana e dona qualcosa di straordinario a chi vi si accinge. Il tennis, inoltre, favorisce un tipo di comunicazione intuitiva di grande valore, affina la capacità di comprensione di chi ci sta intorno attraverso il gioco e l'osservazione, affina lo spirito critico e la capacità di coordinare le proprie intenzioni. Imparare a giocare, come insegnano i grandi pedagogisti, vuol dire imparare a gestire un confronto in maniera sana, proficua e sportiva, apprendendo sia dalle vittorie che dalle sconfitte. C'è chi sostiene che il tennis sia una vera e propria arte, c'è chi lo ritiene parte integrante della propria esistenza, fatto sta che in Italia ci sono tantissimi appassionati e giocatori di questo sport e viene da chiedersi il motivo per il quale così tante persone affollino i campi. Cercheremo di scoprirlo con l'aiuto del nostro autore, attraverso una narrazione semplice e ricca di ottimi consigli ed esperienze condivise. Buona partita a tutti!

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Informazioni

Editore
Kimerik
Anno
2022
ISBN
9791254661604

Capitolo 1 – “Game one: il meteo”
1.1 – Era una mattinata di sole incerto…
Certe volte entrare in campo sembra un’impresa epica fin dal principio.
Capita che, a sottolineare la tensione, proprio quando stavi aspettando da un’intera settimana di appagare la tua passione e il tuo spirito competitivo in campo, arrivi quell’aria frizzante che sembra voler annunciare una tempesta. La si percepisce fin dal momento in cui si fa colazione, e questa si fa sempre più evidente nel cielo per tutto il viaggio verso il circolo.
Il meteo, per chi fa tennis, non è una di quelle chiacchiere da ascensore che avviene tra due persone che non sanno di che cosa parlare e che fanno quindi riferimento ai grandi nuvoloni nel cielo o alla velocità del vento.
Nei discorsi di un tennista, nel momento in cui si trova fuori dal campo da gioco, non si ascoltano frasi come: «No signora, non è tanto il freddo il problema, ma l’umido!». Nella conversazione tra due uomini dotati di racchetta non si percepisce banalità relativa al meteo, ma anzi, si fa evidente un’attenzione
rivolta al tempo, come potrebbe essere quella di un marinaio. Questo cerca di capire se tornerà a casa grondante di acqua, o se sta andando incontro ad una giornata di sole in cui si potrebbe bruciare, nonostante sia marzo; allo stesso modo un tennista scruta il cielo per capire che cosa lo aspetta.
Ci sono i più skillati, quelli che su Internet sanno sempre cosa cercare e che trovano le indicazioni della marina, dell’aeronautica militare o dell’istituto di geofisica, e poi ci sono quelli che si affidano allo scrutamento del cielo, per vedere se “rosso di sera, bel tempo si spera”, sia solo un detto o se possa essere uno strumento di valutazione, oppure anche quelli che sentono i dolori dei propri acciacchi alle ginocchia o alle spalle o alla protesi all’anca e valutano il meteo delle prossime ore.
A volte entrambe le categorie prevedono il meteo per capire se la sera prima della partita possono mangiare qualcosa di buono… e bersi qualche bicchiere di vino in più.
Ti posso garantire, però, che anche se ogni strumento di previsione avesse promesso cielo terso e poco vento, capiterà spesso che ti ritroverai sulla testa la nuvola di Fantozzi. Il bello sta nel cercare di interpretare cosa questa voglia fare: si avvicina, poi si allontana, poi si fa più piccola, poi sembra riparare dal sole, poi dal caldo, e subito dopo sembra voler scatenare un temporale.
Per una particolarità delle “Leggi di Murphy”, il tennista non saprà mai cosa gli toccherà il giorno del gioco; guarderà indispettito il cielo che, come per farlo apposta, aspetterà giusto il primo rimbalzo di palla prima di far cadere quella pioggerellina fastidiosa. È quel tipo di acqua che non sembra nemmeno arrivare a terra, ma che si disperde in una nebbiolina che non bagna, ma pizzica.
Eccola, è lei che crea speranze in chi sta perdendo di poter interrompere la partita; ed è sempre lei che nello stesso momento viene maledetta da chi è in vantaggio.
«Si rimanda?» chiede chi sta sotto e sta già puntando alle docce; «ma no, andiamo avanti, semmai più tardi», risponde quello che sta vincendo e che si sta già pregustando la vittoria e piuttosto di sospendere si metterebbe le pinne. E no, non importa se non stai vincendo nulla, perché nel tennis, anche senza nessun premio o riconoscimento, è sempre meglio vincere.
Quando fa caldo c’è poco da fare, eviti solo le ore più pesanti, ma ci sono certi tennisti coriacei, con la tempra di uno spartano che anche con quaranta gradi, anche quando il caldo sembra squagliare la gomma delle suole e la rete si affloscia, si scambiano palle su palle. Si dice che in una sola partita estiva si perdano due litri di fluidi, ma la cosa strana è che se ne debbano assumere quattro per pareggiare.
Nel tennis, poi, ci sono sempre i due estremi. Ci sono quelli che d’inverno, all’aperto, in una di quelle giornate di gelo in cui il resto del mondo sta a casa al caldo, sono lì sul campo, con le calze un po’ più spesse ed una magliettina termica, pronti a far roteare la racchetta e spandere un odore di crema alla canfora riscaldante; e poi ci sono quelli che, ingannati da una giornata “tutto sommato non così fredda”, arrivano a prendere dalla macchina i guanti, la sciarpa e il berretto, muovendosi ad un decimo della loro velocità pur di giocare, con 10 kg di vestiti addosso. Bisogna solo capire quali dei due modelli di “tennista invernale” sia il più ostinato.
Quale è, dunque, la forza di un tennista? Forse, proprio il fatto che non esistano scuse! Perché non importa il freddo, il tempo o il dubbio sul meteo del pomeriggio: ci si prova sempre. Ci si copre, ci si sveste, si interrompe, si riprende, si posticipa, si torna a casa affranti e con i calzini bagnati di pioggia, ma il tennista non ha scuse. Forse le avrebbe, ma sicuramente le mette da parte perché, quel fascio di luce che illumina il campo dall’alto come un dipinto rinascimentale, spazzando via le nubi, può sempre arrivare e trasformare una semplice giornata, in una giornata perfetta. E il tennista, come per il surfista che cerca l’onda tutta la vita, è sempre alla ricerca della giornata perfetta dove tutti i colpi entrano e ci si sente felici ad ogni cambio campo.
1.2 – L’eclissi in campo
Sia che un giocatore sia in vantaggio o che sia sotto coi punti, arriva il momento in cui la palla la vogliono aggredire entrambi i contendenti, o perché si vuole prendere la vittoria che si stava giù sentendo in tasca o perché si cerca il riscatto, la rimonta, forse vedendo nel raggio di sole un auspicio positivo.
Allora il giocatore alza lo sguardo. Vede il sole, luce e c...

Indice dei contenuti

  1. Prefazione a cura di Andrea Fossati
  2. Prefazione dell’autore
  3. Note biografiche
  4. Note preliminari
  5. Introduzione - Il riscaldamento
  6. Capitolo 1 – “Game one: il meteo”
  7. Capitolo 2 – “Game two: il circolo”
  8. Capitolo 3 – “Game three: il campo è una trincea, il campo è un’oasi”
  9. Capitolo 4 – “Game four: galeotta fu la palla”
  10. Capitolo 5 – “Game five: I bambini”
  11. Capitolo 6 – “Game six: il borsone”
  12. Capitolo 7 – “Game seven: il maestro”
  13. Capitolo 8 – “Game eight: uno sport per la mente”
  14. Capitolo 9 – “Game nine: il torneo”
  15. Capitolo 10 – “Game ten: tennisti, gente superstiziosa di carattere”
  16. Capitolo 11 – “Game eleven: il gioco a squadre”
  17. Capitolo 12 – “Game twelve:
  18. Capitolo 13 – “Game thirteen:
  19. Capitolo 14 – “Game fourteen:
  20. Capitolo 15 – “Game fifteen: si vince o si perde”
  21. Capitolo 16 – “Game sixteen: tennisti, inguaribili nostalgici”
  22. Capitolo 17 – “Game seventeen:
  23. Capitolo 18 – “Game eighteen:
  24. Conclusioni - Stretching
  25. Ringraziamenti