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Beni comuni, diritti individuali e ordine evolutivo
Informazioni sul libro
I beni comuni sono spesso evocati quale strumento di lotta nei confronti del mercato e delle libertà individuali. Questo volume mostra invece come una società aperta veda emergere in maniera spontanea proprietà condivise e in questo senso comuni, le quali non sono una negazione della proprietà e dell'ordine giuridico, ma anzi ne rappresentano una possibilità fondamentale.La dimensione relazionale e associativa dei rapporti di mercato fa sì che gli uomini diano vita a forme istituzionali plurali. L'assetto proprietario che emerge dalla libera iniziativa delle persone lascia quindi spazio ai beni individuali come a quelli comuni, perché spesso ci si appropria di qualcosa contemporaneamente ad altri e anche perché, in varie situazioni, si ama condividere ciò che si possiede per risolvere al meglio specifici problemi.Nel testo i beni comuni sono allora presentati non come un'alternativa alla proprietà, bensì come una forma specifica della proprietà stessa e un'istituzione che, se lasciata crescere, è in grado di erodere spazio alla sovranità forgiata dall'assolutismo monarchico, ridimensionando quel potere coercitivo che lo Stato continua a esercitare sugli individui e sulle comunità.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Title page
- Introduzione
- Capitolo 1 - Perché la proprietà
- Capitolo 2 - La proprietà al plurale
- Capitolo 3 - Collettivizzare la proprietà e annullare il diritto: in nome della moltitudine
- Capitolo 4 - L’origine spontanea dei beni condivisi
- Capitolo 5 - Beni comuni e fallimenti di Stato
- Capitolo 6 - Un rompicapo tra storia e teoria: le enclosure
- Capitolo 7 - Le nuove città private quali comunità volontarie
- Capitolo 8 - Proprietà in rem e proprietà in personam
- Conclusione
- Bibliografia