- 149 pagine
- Italian
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Informazioni sul libro
Quando i filosofi pensano, per lo più dimenticano di pensare al loro corpo e soprattutto al modo in cui il corpo si costruisce e si modifica: attraverso il cibo. Dunque, si potrebbe dire, tra il pensiero e la pancia esiste una rete complessa di affinità e relazioni che sarebbe un grave errore trascurare. Diogene sarebbe stato il critico dei costumi che fu senza la sua passione per il polpo crudo? Il Rousseau del contratto sociale avrebbe fatto l'apologia della frugalità se la sua dieta non fosse stata composta quasi solo di latticini? Sartre, i cui incubi sono pieni di granchi, non ha pagato, nella sua vita teorica, l'avversione per i crostacei? In questo saggio, decisamente nietzscheano e feuerbachiano, Michel Onfray ha deciso di restituire dignità filosofica a merluzzi e minestre, all'orzo e al vino, ai salumi e al caffè aromatizzato, che - da Fourier a Marinetti, da Kant agli esistenzialisti - segnano i cammini imprevedibili della gaia scienza. Una critica della ragione dietetica, come recita il sottotitolo? Un abbozzo di «diet-etica»? Innanzitutto, un tentativo di sorprendere l'istante, e la pietanza, a partire dai quali il corpo cattura lo spirito e gli detta le sue leggi.
Domande frequenti
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Indice dei contenuti
- Presentazione
- Introduzione - Saggio di autobiografia alimentare
- Capitolo primo - Il banchetto degli onnivori
- Capitolo secondo - Diogene o il sapore del polpo
- Capitolo terzo - Rousseau o la via lattea
- Capitolo quarto - Kant o l’etilismo etico
- Capitolo quinto - Fourier o il petit pâté cardinale
- Capitolo sesto - Nietzsche o le salsicce dell’Anticristo
- Capitolo settimo - Marinetti o il porcoeccitato
- Capitolo ottavo - Sartre o la vendetta del crostaceo
- Conclusione - La gaia scienza alimentare
- Appendice
- Note
- Bibliografia
- Indice