- 368 pagine
- Italian
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Longanesi Narrativa
Informazioni sul libro
« «Ci sono mani che odorano di buono è un romanzo generoso, perché generosa è la scrittura, uguale solo a se stessa, capace di soluzioni imprevedibili. È generosa la trama perché è un romanzo ricco anche di colpi di scena ed è generosa la visione del mondo e degli esseri umani di Sara Gambazza.» »
Chiara Gamberale « La solitudine, le vite ai margini, la forza di amare nonostante tutto in un potente romanzo d'esordio » « «Siamo un popolo di aspiranti scrittori: le case editrici sono sommerse di manoscritti, farsi notare è quasi impossibile. Eppure, a volte i miracoli accadono. Come testimonia la storia di Sara Gambazza.» »
Maria Tatsos « «Forse è tutto qui il realismo sorprendente con cui Gambazza si inserisce tra i nuovi narratori della provincia italiana: spostando la sentenza gattopardesca del «tutto cambi perché tutto rimanga com'è» dal palcoscenico delle rivoluzioni rumorose al silenzioso bisogno del prendersi cura dell'altro.» »
Katia D'Addona « "È un esordio narrativo di notevole spessore quello di Sara Gambazza con il romanzo Ci sono mani che odorano di buono, un titolo che apre a una scrittura in libera uscita, che arriva direttamente dal cuore e dai sensi." »
Famiglia Cristiana - Mariapia Bonanate Un pomeriggio d'inverno, freddo da spezzare le ossa, Bina si ritrova sola. Ha ottantatré anni e aspetta suo nipote al parco del Cinghio, un quartiere da cui è meglio tenersi alla larga ai margini di una cittadina perbene. Marta, che di anni ne ha venticinque, e che al Cinghio è cresciuta imparando che il mondo è storto e non lo si può aggiustare, la osserva dalla finestra: la vede farsi rigida su una panchina sfondata, il naso gocciolante, un berretto rosa calato sugli occhi spauriti. Decide di offrirle un tetto per la notte. Poi per la notte dopo e per quella dopo ancora. Marta finisce così per prendersi cura di Bina, e intorno a lei, a proteggere quaranta chili di ossa e grinze, si stringono gli abitanti dell'intera palazzina. Poche strade più in là, Fabio viene preso a pugni: ha sgarrato con la persona sbagliata ed è nei guai, grossi guai. Fabio è il nipote di Bina e, mentre Marta prepara il letto per la nonna, lui bussa alla porta di Genny, un'ex prostituta in grado di raccogliere i cocci altrui senza fare domande. Bina e Fabio vivono giorni sospesi, in un luogo duro e sconosciuto, nell'attesa che qualcosa accada. Qualcosa accadrà. E il destino rimescolerà il mazzo, distribuendo ai giocatori nuove carte. Quei giorni freddi si faranno via via più caldi dentro le palazzine di appartamenti rattoppati: tra coperte rimboccate, il rumore del caffè che sale nella moka, il profumo del sugo e una carezza sulla fronte, Marta, Bina, Fabio e Genny scopriranno che dietro ogni abbandono, nascosti sotto ogni solitudine, sopravvivono sempre la forza di amare e il bisogno di prendersi cura l'uno dell'altro.
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