- 252 pagine
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Credere e non credere
Informazioni sul libro
Credere e non credere (1971) è un libro che, a oltre mezzo secolo dalla prima pubblicazione, resiste tenacemente a qualsiasi tentativo di inquadramento e di riassunto. Nato da una serie di conferenze tenute a Princeton nel 1966, affonda le radici in alcuni spunti che si ritrovano in lettere scambiate dall'autore con Albert Camus a partire dal 1945: è un libro, scrive Chiaromonte, «nato senza premeditazione, in tempi diversi, obbedendo allo stimolo di circostanze e letture diverse. Esso ha tuttavia un tema unico: il rapporto fra l'uomo e l'evento, fra ciò che egli crede e ciò che gli accade. La questione della Storia». Per discutere il problema, e senza alcuna pretesa di risolverlo, Chiaromonte si affida ai grandi romanzieri otto-novecenteschi, a partire da Stendhal e Tolstoj fino a Pasternak e Malraux, e lo fa perché il romanzo è il genere letterario che più di ogni altro ha saputo dare voce al dubbio, all'incoerenza. E perché «è soltanto attraverso la finzione, e nella dimensione dell'immaginario, che è possibile apprendere qualcosa sull'esperienza autentica dell'individuo».
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Prefazione. di Alessandro Piperno
- CREDERE E NON CREDERE
- Premessa
- Fabrizio a Waterloo
- Tolstoi e il paradosso della storia
- L’estate 1914
- Malraux e il demone dell’azione
- Pasternak fra la natura e la storia
- Il tempo della malafede
- Crisi vera e falsa religione
- Credere e non credere
- Postfazione. di Raffaele Manica
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