- 208 pagine
- Italian
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Un mondo fuori asse
Informazioni sul libro
Il nostro è un mondo fuori asse: autocompiaciuto, borioso e insensibile, convinto di non avere alternative, che si lascia vivere alla giornata facendo finta di 'potercela fare'. Contro lo spirito di questo mondo nuovo, Bauman scrive pagine indimenticabili, condividendo il principio magnificamente espresso dallo scrittore H.G. Wells: «Nessuno più dovrà vivere o essere al di sotto del proprio meglio».
Le grandi distopie immaginate da Orwell o da Huxley esprimevano la propria visione degli orrori del mondo solido-moderno abitato da produttori e soldati irreggimentati e ossessionati dall'ordine. Essi credevano nei sarti su misura, cioè nella possibilità di confezionare un futuro su ordinazione. Temevano gli errori di misurazione, i tagli scadenti o la corruzione dei sarti, ma non pensavano certo che le sartorie potessero fallire e scomparire. Le distopie del presente rappresentano un mondo in cui i sarti non ci sono più, in cui ci si crea da sé il proprio futuro che nessuno controlla, né vuole o sa controllare. In un mondo come questo non può che crescere lo scoramento e il disfattismo, l'incapacità di agire e la sensazione di essere condannati a soccombere. Eppure, secondo Bauman, questa è soltanto la descrizione di quello che stiamo vivendo. Non è vero che è «sempre la stessa storia»: il futuro non si deduce dal presente, il futuro non è un destino. Ancora una volta Zygmunt Bauman illumina, legge, interpreta e traduce ogni piega del tempo che viviamo.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Del senso e dell’insensatezza di tenere un diario
- La reincarnazione dell’Angelo della storia...
- Impotenti guidati da un cieco
- Danni collaterali e vittime dei tagli
- La fiducia che svanisce e l’arroganza che prospera
- I nuovi volti della disuguaglianza
- Medie
- Del diritto di arricchirsi
- Del diritto di essere arrabbiati
- La risocializzazione del sociale
- Tante culture e un insabbiamento
- Rom e democrazia
- Cervantes, padre degli studi umanistici
- I dilemmi del credere
- La guerra per porre fine alle guerre
- Non far male a una mosca e ammazzare la gente
- Gerusalemme-Atene: una rivisitazione
- Perché gli studenti si agitano di nuovo
- Coltivare parole
- Del rispetto e del disprezzo
- Gli amici che hai e quelli che credi di avere
- Alcuni dilemmi
- Se «democrazia» significhi ancora qualcosa e, se sì, che cosa
- La crescita ci serve davvero?
- Della sostenibilità: stavolta della socialdemocrazia...
- Consumi più ricchi e pianeta più povero
- Della giustizia, e di come riconoscerla
- Internet, anonimato e irresponsabilità
- Scuri immorali e boia morali
- Tenerlo dentro facendosi lasciare fuori
- La gente scende in strada
- La glocalizzazione diventa maggiorenne
- Che fare dei giovani
- Uno tsunami umano, con quel che segue
- Essere fuori ma dentro, e dentro ma fuori
- Miracoli, e non proprio miracoli
- Facebook, l’intimità e l’«estimità»
- Costruire fortezze assediate
- L’ultimo sogno e testamento di H.G. Wells, che è anche il mio