- 496 pagine
- Italian
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Quello che noi non siamo
Informazioni sul libro
« Distinguere una dittatura da una rivoluzione. Questo è il dissidio che ci racconta Biondillo: l'equilibrio tra arte e potere, tra consenso e libertà. »
La Lettura Ci fu una generazione di architetti che credette nel fascismo perché si illudeva fosse una rivoluzione, come quella artistica che propugnavano: il razionalismo. Combatterono una guerra ad armi impari contro l'accademismo, centralista e romano, senza rendersi conto che mentre Mussolini li ammansiva, li lodava, in realtà sosteneva un'architettura retorica ben più consona alle sue megalomanie.Milano fu la fucina di queste tensioni artistiche che guardavano all'Europa come a una liberazione dall'asfissiante passatismo provinciale del resto della nazione. Venivano da tutta Italia: irredentisti istriani come Pagano, maestri comacini come Terragni, napoletani inquieti come Persico. E poi tutti gli altri, figli del Politecnico: Figini, Pollini, Bottoni, Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers... Nelle trattorie, nei salotti, alle vernici, incrociavano poeti, galleristi, critici, artisti, e di anno in anno l'adesione al regime si faceva sempre più labile, sempre più critica. Ci pensò la Storia a fare il resto: dalle leggi razziali alla disfatta di Russia, fino al cataclisma dell'8 settembre 1943.
Gianni Biondillo racconta, in un romanzo corale, la storia di uomini e donne che presero coscienza del crollo delle false ideologie e che decisero di schierarsi nel nome della Resistenza e della libertà, spesso pagandone le conseguenze: carcerazioni, torture, campi di concentramento. Il ritratto profondo di un'epoca, che ci somiglia più di quanto vogliamo ammettere.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Presentazione
- Frontespizio
- Pagina di copyright
- I. Pagare di persona. 1914-1920
- II. Cosa siamo diventati. 1924
- III. Il sacerdote del sacro culto. 1926-1930
- IV. Il bastone e la carota. 1931-1932
- V. Caffè Craja Bar. 1932
- VI. La butta in caciara. 1934
- VII. Un maestro comacino. 1935
- VIII. Sostanza di cose sperate. 1936
- IX. L’immondo popolo di Giuda. 1936-1938
- X. Milioni di baionette. 1938-1940
- XI. Caddero tutte le nostre speranze. 1940-1941
- XII. Un animale ferito, una bestia dolente. 1942-1943
- XIII. Quello che doveva succedere. 1943
- XIV. Aveva un piano in testa. 1943
- XV. Non piangere, non se lo meritano. 1944
- XVI. Sono andato a Quoram. 1944
- XVII. Il camion si fermò in piazzale Loreto. 1944
- XVIII. Fünf zu fünf. 1944
- XIX. Sei una persona. 1944-1945
- XX. Quel tempo della tua vita mortale. 1945
- XXI. Sic semper tyrannis. 1945
- Dopo tutto questo
- Gratulatoria
- Indice
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