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Informazioni sul libro
La silloge si struttura in varie "stanze" amore, natura, nostalgia, male di vivere, strategie di ripresa, incontri.
Prevale l'amore, non solo quale sentimento nei confronti di qualcuno, ma come colore dello sguardo, tono di voce, sostanza del sentire e del dire i transiti dell'essere e la ricerca di senso. C'è di più nella realtà, sempre sottinteso, catturabile a tratti - tramite analogie, assonanze, metafore, ritmi - nelle continue, infinite vibrazioni dell'energia di cui siamo fatti. In sintesi, la raccolta è esercizio di colloquio ininterrotto di un sé con un sé più oscuro e misterioso.
Maria Teresa Coppola. Salentina di nascita, toscana di adozione, si laurea in Giurisprudenza a Pisa, dove vive tuttora. Breve fase di ricerca presso l'Istituto di Filosofia del diritto e di esercizio della professione di procuratore legale, poi docente di Discipline giuridiche. La poesia le è familiare sin da piccola. A casa del poeta Girolamo Comi frequenta letterati quali Alfonso Gatto, Diego Valeri, Arturo Onofri, Oreste Macrì. Ad accentuare l'amore per la poesia contribuisce in seguito l'affettuosa contiguità col poeta e critico d'arte Raffaele Carrieri.
Varie sue liriche sono presenti in più antologie, nel volume collettaneo "Argeste 2023", Aletti Editore, con altri cinque autori, ed ha pubblicato la silloge autonoma "Sottovoce", Helicon editore, con la quale ha vinto il Premio Casentino 2023.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- “Fra l’ultima parola detta
- Prefazione di Alessandro Quasimodo
- Voglio arance candite per te,
- Quando mi parli
- Ti stendo
- Ho riposto in soffitta
- Facciamo accadere
- Ti nutrirò come un baco,
- Hai inciampato su di me
- Ci vogliono farfalle
- Io non avevo
- Vorrei salutarti col fuoco
- Non destarti.
- Mi neghi
- Non ho
- Ritrovo
- Quante cose ho tralasciato,
- Ne ho abbastanza delle rose
- Ti vesti
- È solo difesa questa spina,
- Ci sono giorni in cui il cielo ti respira
- Non mangerò
- Fillodoce scalda di rosa gli angoli bui,
- Da qualche tempo
- Alberi che ci osservate
- Non spazzerò una foglia
- Troppo uguali
- Dalle persiane chiuse
- Oscillo tra l’algida Toscana
- Il letto era l’isola,
- Il glicine, i lillà, i garofani forse,
- Sono nata in ritardo sul tempo
- In ogni gesto,
- C’è, sospesa nelle luci di Natale,
- La casa abbandonata
- Troppo tristi giornate
- Non chiudere gli occhi
- Tra sagome indifferenti
- Non pensar che,
- Se ti schiaccia
- Anche se non ci sei,
- Annegare le domande
- Hai conosciuto
- Al bar del centro la notte
- “Allacciati le scarpe
- Dietro i versi mi nascondo
- Dacci oggi i nostri fiori quotidiani
- C’è di più.
- Camminare, d’ora in poi,
- Quando la vita ti assegna fuoco
- Adesso che è sera ritrovo
- Cumuli di neve sporca
- Occhi balocchi
- Non chiedermi l’accesso
- Mi lavo le mani,
- Posso cantare solo in solitudine.
- Il mio passato dorme
- Nascosto,
- Se a volte mi accolgo
- Mi leggeva la giornata
- Da troppo tempo è tedio,
- Alla locanda del Parco
- Se il grigio dei giorni
- Primavera saliva
- Non hanno mai il resto
- Venire da te