'68
Città del Messico: dalle lotte studentesche al massacro di Tlatelolco
- Italian
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Informazioni sul libro
È la notte del 2 ottobre 1968 a Città del Messico, mancano dieci giorni all'inizio dei giochi olimpici messicani. In piazza delle Tre Culture, nel quartiere di Tlatelolco, l'esercito interviene per reprimere le manifestazioni studentesche. Il bilancio è di oltre duecento morti e di centinaia di arresti. Tradotto per la prima volta in italiano, '68 è l'appassionante memoir di Paco Ignacio Taibo II sulla stagione della contestazione in Messico dalla nascita del movimento di protesta, con l'occupazione di scuole e università, fino alla repressione dello Stato e al sanguinoso epilogo. Taibo II, che era membro della Commissione sciopero nella facoltà di Scienze politiche, ritaglia nella sua memoria un collage di ricordi personali che disegnano i giorni esaltanti e tragici della ribellione e forniscono all'autore lo spunto per una riflessione sulle virtù e sui limiti del movimento studentesco messicano.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Circa l’autore
- Frontespizio
- Copyright
- Indice
- Prefazione all’edizione italiana di Gianni Minà
- Prologo Paco Ignacio Taibo II di Elena Poniatowska
- Si spiega che con cose di questo tipo non sono mai riuscito a scrivere un romanzo
- Su come fin dal principio questa storia si riempie di domande
- Amori che durano
- Si racconta l’importanza del Che e di Bob Dylan per alcuni ma non per tutti
- Si informa che noi materialisti non siamo, contrariamente a quanto in genere si pensi, dei camion ribaltabili
- Un fine settimana in cui tutto ebbe inizio
- Il portale sfondato
- Si parla di una riorganizzazione della vita e di un calo delle ore di sonno, dovuti alla perdita del letto abituale
- Coriandoli
- Donne e materassi
- E a volte crediamo nelle virtù informative delle vibrazioni nell’aria
- I figli dell’amico
- Menù
- Quando si ricordano le giornate di gloria, di solito si dimentica che avevano una durata di quattordici ore
- Radio Rumor
- Quando Maricarmen Fernández mi afferrò il culo
- Tirare pannocchie
- Si informano gli smemorati su come ammaccare la blindatura di un carro armato con un tubo
- Topilejo
- Niente telefono
- Con “la Quinta” al Parque Hundido
- Rumore di scarpe
- Si dice che i carri armati stanno arrivando e le mani di notte sudano
- Si raccontano le riscoperte virtù dell’Inno Nazionale
- Fanny e lo sbirro
- Arresto
- Quartiere di Ginza, di notte
- Mimeografi
- Morire ogni tanto
- Persino i bugiardi sanno la verità
- Ogni colpa pesa sulla coscienza del sottoscritto e per sempre
- Tutto è Tlatelolco e il resto solo un aneddoto
- Si specifica che le barricate erette finiscono direttamente nella memoria
- Andarsene ma anche rimanere
- I morti
- Fine ma non “lieto”
- Si torna all’idea dei fantasmi e alla loro permanenza nel tempo
- Epiloghi
- Le carte della memoria