Il «deputato della Nazione»
Sidney Sonnino e il suo collegio elettorale (1880-1900)
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Informazioni sul libro
La figura di Sidney Sonnino, tra i principali politici dell'Italia liberale, è stata soggetta nel tempo a giudizi e fortune alterne. Il carattere spigoloso e riservato, la rigidezza e l'austerità con le quali intese l'ufficio politico ne hanno spesso fatto esempio di un modello politico integerrimo, alieno da compromessi e perciò destinato all'insuccesso. Se riportato alla sua duratura attività di deputato, tale giudizio appare però limitato. Contrario a pratiche negoziali di scambio tra elettorato e potere centrale e assertore di una concezione della rappresentanza parlamentare votata alla difesa dell'interesse generale della nazione, nel costruirsi un proprio consenso Sonnino dovette venire a patti con gli interessi particolari del collegio e dei suoi elettori e con pratiche di controllo del voto spregiudicate quanto diffuse. Senza derogare alla propria visione universalistica dell'agire politico egli cercò di adattarla alle parzialità della lotta politica, in un singolare quanto precario equilibrio tra rispetto delle norme e logiche pragmatiche.
Domande frequenti
Informazioni
Indice dei contenuti
- Copertina
- Il «deputato della Nazione»
- Copyright
- Indice
- Sigle e abbreviazioni
- Introduzione. Sonnino: un anti-Machiavelli?
- 1. Il collegio prima di Sonnino
- 2. L’esordio di Sidney Sonnino nel collegio di San Casciano
- 3. «Votar la quaderna come un sol uomo»: Sonnino e lo scrutinio di lista
- 4. Di nuovo all’uninominale: la solitaria affermazione di Sonnino
- 5. «Pecore» e «Pastori»: Sonnino e la raccolta del consenso
- 6. Rapraesentatio in toto o singulariter? Sonnino tra nazione e campanile
- Nota conclusiva. Un modello politico sublime destinato a sfortuna
- Note
- Bibliografia
- Indice dei nomi