Diario di viaggio in Spagna
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Diario di viaggio in Spagna

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Guicciardini ebbe una rapida ascesa nella politica internazionale, ricevendo dalla Repubblica Fiorentina l'incarico di ambasciatore in Spagna presso Ferdinando il Cattolico nel 1512. Da questa sua esperienza nell'attivita diplomatica nacque la Redazione di Spagna, una lucida analisi delle condizioni socio-politiche della Penisola Iberica, e questo diario di viaggio.

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Informazioni

Editore
Booklassic
ISBN
9789635267743
Categoria
Travel
Noi ci partimo di Firenze a dì 29 di gennaio 1511 e la sera andamo a Pistoia a casa Gualtieri Panciatichi, dove come fussimo trattati non accade riferire, perché el principio fu di qualità che se e' mezzi e gli effetti corrispondessino meriteremo troppa invidia.
Da Pistoia ne venimo a dì 30 a Lucca discosto a Pistoia venti miglia, delle qualità della quale non possiamo molto parlare perché ne vedemo più fuora che drento, conciosiaché giunti per la via di Pescia alle mura, l'avemo a girare più che mezza innanzi che trovassimo la porta; nondimeno la terra ci parve maninconica, che è in piano ma molto sotto a' monti; el contado verso Pisa e Pescia è poco; distendesi verso Pietrasanta ed è buono e bene cultivato, e benché da quella banda fussi la pace di Ottaviano, pure vi si stette con poco riposo, perché tutta la notte sentimo campane e gridi di guardie non altrimenti che se fussimo in mezzo la guerra. A Dio piaccia ridurgli in termini che e' non abbino a pensare più alla guardia della terra; e la dichiarazione di queste parole si stenda a senno del savio nostro.
A dì 31 partiti da Lucca e passato da Massarogia villa discosto da Lucca otto miglia e capitati a Pietrasanta lontana miglia otto, benché non entrassimo drento ci parve ricevessi torto grande a essere sotto el dominio de' lucchesi, perché oltre allo essere discosto da Lucca miglia sedici, è grossa terra: ha uno contado felice, bene cultivato, pieno di ulivi, anzi di boschi di ulivi, tutto fertile e fruttifero. La condizione delle cose di Italia, nella quale si sono riparati meglio e' piccoli che e' grandi, ha condotto e' lucchesi signori di una terra di qualità che loro medesimo n'hanno più vergogna che gloria; e se gli è vero che le cose non naturale durino poco, sarà uno governo di pidocchi che non aggiungono a uno mese se non per miracolo.
La sera alloggiamo a Massa discosto a Pietrasanta miglia sei; è terra ricca presso alla marina a uno miglio; ènne signore Alberico Malespina, uomo vecchio e sanza figliuoli maschi, el quale è ancora signore di Carrara, Lavenza, e Moneta, e benché abbi poca entrata, che non passa ducati dumila cinquecento l'anno, pure è signoria di qualche momento per la commodità del luogo, che è in sulla marina, oportuno alle cose di Pietrasanta e Lunigiana, ed avere in Massa una fortezza bellissima e forte.
Partimo da Massa a dì primo di febraio, e passati allato a Serezzana dalla banda di Serezzanello, che è discosta da Massa dieci miglia, alloggiammo più là otto miglia a uno castello chiamato Lagula; la qualità de' luoghi dove noi passamo possiamo poco referire, perché tuttodì continuamente avemo la neve con vento grande nel viso, in modo che, non che potessimo considerare el paese, a pena potavamo discernere dove e' cavalli posassino e' piedi. Lagula è luogo piccolo: è de' marchesi Malespini, e' quali sono tanti, che quando fussi in Italia spento el seme de' marchesi, potrebbe risurgere per loro; sono poveri di entrate e di stato, e non potendo valersi de' sudditi suoi, perché non hanno forze da tenergli, ma bisogna se gli conservino con amore e col lasciargli asenti, attendono a valersi in su' forestieri che passano con dazi, gabelle e mille mangerie.
Venimo al secondo dì di febraio a Pontriemoli discosto da Lagula miglia dodici; la quale terra fu anticamente di quegli dal Fiesco. Di poi a tempo del duca Filippo diventò dello stato di Milano; ed oggi come parte di quello è in dominio del re di Francia, el quale la tiene in governo de' Palavisini. La terra è in piano in sulla Magra, ed ha a torno a torno si può dire, montagne. Non ricoglie grano ma vini assai bruschi e dello olio commodamente; el paese è sterile in modo che gli abitanti vi fanno male se la strada non corre: perché se non si vagliono di qualche industria non possono vivere, non ricogliendo tanto che basti. La terra è lunga e stretta e come uno grande borgo di case murato e non è punto civile. Una parte abitano e' ghibellini, l'altra e' guelfi, che divide el fiume; e quegli che sono verso Serezzana sono ghibellini, quegli verso la montagna sono guelfi; fa, secondo dicono, circa a fuochi 500.
Da Pontriemoli partiti a dì 3 ne venimo per la montagna dello Apennino; la quale dista circa a miglia dodici, ma è montagna facile e non ha comparazione con quella di Bologna; e passati da Berzei, villa discosto da Pontriemoli miglia dodici, alloggiamo la sera a Cassio, di là da Berzei miglia otto...

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