Il corpo dell'artista
La traccia nascosta della vita nell'arte
Andreas Beyer, Francesco Peri
- 336 pages
- Italian
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Il corpo dell'artista
La traccia nascosta della vita nell'arte
Andreas Beyer, Francesco Peri
About This Book
Nella sua ricerca della corporeitĂ perduta, Beyer si occupa per la prima volta e in modo completo della fondamentale influenza del corpo dell'artista sulla produzione delle opere. Un cambio di prospettiva necessario per cominciare a scrivere una storia dell'arte nuova e sensuale. Normalmente si interpretano le opere d'arte lasciando nell'ombra la figura del loro autore, nonostante vi sia un'unitĂ inscindibile tra la persona dell'artista e la sua opera: forme e corpi ovunque, ma mai un essere umano in carne e ossa. Nel contrastare questa concezione plurisecolare, Andreas Beyer restituisce alla corporeitĂ dell'artista l'importanza che merita, portando in primo piano la fisicitĂ e la vita quotidiana degli antichi maestri rinascimentali e, mentre circoscrive l'incessante ridefinirsi del rapporto fondante tra corpo e opera, allarga la visuale su alcune esperienze artistiche a noi piĂș vicine (da Vincent Van Gogh a Marcel Duchamp, da Marina AbramovicÂż a Tracey Emin). Jacopo Pontormo annotava meticolosamente i suoi pasti e le fasi digestive, Michelangelo disegnava non solo capolavori ma anche le liste della spesa per andare al mercato. E se DĂŒrer manifestava un ambizioso sentimento di sĂ© come individuo e artista negli autoritratti, e persino ideando le scarpe perfette per il suo piede, Francesco Borromini spinse la critica al proprio lavoro di architetto fino al punto di suicidarsi. A lungo questi aspetti non hanno trovato spazio nei dibattiti che fin dal Rinascimento indagano su cosa sia lo stile personale di un artista e cosa lo renda unico e irripetibile. La storia dell'arte finiva cosĂ per rimanere in gran parte una storia intellettuale dove scompaiono i bisogni e le peculiaritĂ dei corpi. Ma se ignoriamo il corpo dell'artista raccontiamo soltanto metĂ della storia.«La storia dell'arte ha molto lavorato sulle condizioni di esercizio dell'attivitĂ creatrice, sui fattori di contesto, e continua a lavorarci del tutto a ragione. Anzi, negli ultimi decenni abbiamo dato sempre piĂș spazio alla committenza, ai presupposti materiali, alla critica istituzionale, alla teoria delle reti sociali, alla storia della ricezione, ai fenomeni politici e socioculturali concomitanti - oltre che appunto alle logiche iconiche e alle leggi intrinseche del fenomeno visivo. In queste pagine vorrei far risaltare l'individuo, presentandolo come un aspetto non secondario e non meno essenziale di quelli giĂ citati: non per ridimensionare il peso dei condizionamenti esterni, ma per quantificare l'apporto specifico dell'Io, il contributo della physis e della psiche di un artista, il ruolo giocato dal corpo e dalla mente: quell'elemento di ipseitĂ irriducibile che di volta in volta interviene. Insomma la "caparbietĂ " del singolo in quanto si oppone ai fattori deterministi, il suo voler fare a modo proprio: un'ostinazione in senso buono, da intendere come l'insieme delle qualitĂ personali e dei bisogni, delle disposizioni mentali e sensoriali, della soggettivitĂ , del sentimento di sĂ©, della tenacia e della capacitĂ di resilienza di ciascun individuo».