La grande alienazione
eBook - ePub

La grande alienazione

Narciso, Pigmalione, Prometeo e il tecno-capitalismo

Lelio Demichelis

  1. Italian
  2. ePUB (mobile friendly)
  3. Available on iOS & Android
eBook - ePub

La grande alienazione

Narciso, Pigmalione, Prometeo e il tecno-capitalismo

Lelio Demichelis

Book details
Book preview
Table of contents
Citations

About This Book

L'alienazione sembra scomparsa dalla scena. La tecnica come apparato e il neoliberalismo come ideologia politica offrono una affascinante illusione di individualità, libertà e creatività. Se tutti sono "imprenditori di se stessi" e ognuno è illuso di poter essere creativo e innovativo grazie alla tecnica, nessuno sembra alienato e nessuno si percepisce tale. In realtà l'alienazione non è scomparsa, semmai è più pervasiva di ieri (dalla gig economy alla fabbrica 4.0 ai social media e social network), ma è ben mascherata dallo stesso sistema tecnocapitalista che la produce. L'autore evidenzia la forma più pericolosa di alienazione, tra le molte che compongono la grande alienazione, ossia la crescente delega conferita alla tecnica, dove sono gli algoritmi a decidere. La grande alienazione è una ulteriore tappa della riflessione che Lelio Demichelis svolge da tempo su tecnica e capitalismo. L'autore rilegge la teoria critica francofortese, il pensiero di Michel Foucault e le figure di Narciso, Pigmalione e Prometeo, in nome della riscoperta di un individuo capace di uscire dalla gabbia d'acciaio virtuale/caverna platonica del tecno-capitalismo, per costruire un noi che non sia solo un dover essere connessi in rete o un dover condividere sui social.

Frequently asked questions

How do I cancel my subscription?
Simply head over to the account section in settings and click on “Cancel Subscription” - it’s as simple as that. After you cancel, your membership will stay active for the remainder of the time you’ve paid for. Learn more here.
Can/how do I download books?
At the moment all of our mobile-responsive ePub books are available to download via the app. Most of our PDFs are also available to download and we're working on making the final remaining ones downloadable now. Learn more here.
What is the difference between the pricing plans?
Both plans give you full access to the library and all of Perlego’s features. The only differences are the price and subscription period: With the annual plan you’ll save around 30% compared to 12 months on the monthly plan.
What is Perlego?
We are an online textbook subscription service, where you can get access to an entire online library for less than the price of a single book per month. With over 1 million books across 1000+ topics, we’ve got you covered! Learn more here.
Do you support text-to-speech?
Look out for the read-aloud symbol on your next book to see if you can listen to it. The read-aloud tool reads text aloud for you, highlighting the text as it is being read. You can pause it, speed it up and slow it down. Learn more here.
Is La grande alienazione an online PDF/ePUB?
Yes, you can access La grande alienazione by Lelio Demichelis in PDF and/or ePUB format, as well as other popular books in Politique et relations internationales & Relations de travail et relations industrielles. We have over one million books available in our catalogue for you to explore.

L’ALIENAZIONE BEN MASCHERATA (I)

Nella prima parte dell’era della tecnica e della società industriale, dunque, le emozioni dovevano essere controllate, razionalizzate, posticipate. A dominare doveva essere il principio di realtà e a questo servivano le foucaultiane discipline, l’esercizio, la ripetizione meccanica, l’alienazione come perdita di se stessi e della capacità/volontà di essere se stessi, affinché si potesse essere come gli altri, standardizzati come voleva il sistema tecno-capitalista, nelle emozioni e nel loro controllo, nel fare e nel pensare. Sintetizzava Umberto Galimberti: «Si tratta di un mondo dove la natura è visualizzata solo come materia quantificabile e l’azione dell’uomo solo come prestazione misurata dal massimo coefficiente di razionalità che la tecnica, come “previsione scientifica” rispetto alla “previsione grezza” del mondo-della-vita, è in grado di indicare. (…) Ma ciò significa che prima di ogni impiego e applicazione (…) la tecnica vincola la società a una pratica di comportamenti definibili in termini di funzionalità e di strumentalità a cui i singoli progetti devono necessariamente ricondursi. Ponendosi come condizione imprescindibile d’esistenza, il dominio della tecnica [appare] come il dominio della razionalità intorno a cui convergono tutti gli uomini, che trovano irrazionale qualsiasi forma d’esistenza che dovesse prescindere dalla mediazione tecnica. (…) la tecnica svolge a livello sociale una funzione stabilizzatrice, statica e conservatrice, che neppure la continua rivoluzione delle proprie ipotesi e delle proprie procedure è in grado di scalfire, perché questa rivoluzione resta comunque inscritta in quell’a priori tecnologico che ribadisce quella medesima esperienza di vita che si esprime esclusivamente in termini di “funzionalità” e “strumentalità”» (1999: 386-387) – quella razionalità tecnico-scientifica che Horkheimer e Adorno, nella Dialettica dell’illuminismo, definivano totalitaria, come Marcuse ne L’uomo a una dimensione e che noi abbiamo definito come religiosa (Demichelis, 2015).
Oggi, tuttavia, come si è cercato di dimostrare, questo a priori tecnologico agisce – facendo agire gli uomini, agiti dall’apparato religioso tecno-capitalista, ma in apparente autonomia/libertà – su una razionalità fondata sulla attivazione/industrializzazione delle pulsioni. Il principio di realtà muore nella virtualità e si confonde con il principio di prestazione e soprattutto con il principio di piacere, se non con il principio di auto-godimento. Se ieri le pulsioni dovevano essere soprattutto controllate (o almeno alcune pulsioni), oggi sono stimolate, dopate, esasperate, mobilitate, dinamizzate. La società della prestazione (auto-attivazione in funzione delle esigenze richieste dall’apparato, auto-flessibilizzazione, auto-motivazione, auto-sfruttamento secondo le disposizioni dei dispositivi tecnici) è una società costruita sempre più sull’a priori tecno-capitalista che oggi incorpora totalmente e totalitariamente un’eccitazione crescente di tutti e dell’insieme. La mobilitazione totale e il futurismo si sono fatti di massa.
Si crea il paradosso per cui l’autenticità, l’essere se stessi, il conoscere se stessi – che l’oracolo di Delfi indicava come strada per raggiungere la salute dell’anima ma dove il conosci te stesso era affiancato da un’altra frase: niente di troppo (mentre oggi il dover essere imprenditori di se stessi si basa all’opposto sul tutto e sempre di più) – diventano il mezzo pedagogico/pastorale con cui il sistema piega (e im-piega) gli individui alle proprie logiche funzionali e prestazionali. La sua abilità di pastore/motivatore/attivatore essendo quella di negare che ci sia un pastore, affermando invece e appunto (sono le sue retoriche dominanti – supra) che ciascuno sia libero di seguire la propria strada (e ciascuno sia pastore di se stesso), bastando il gioco tecnico-economico della catallassi a dare ordine alle pulsioni e alle emozioni o meglio agli spiriti animali dello stato di natura tecno-capitalistico. La differenza tra educazione e addestramento, tra insegnare a cercare la via e dare/indicare la via da dover seguire seguendo il pastore è tutta qui. Pur sapendo, con Anders (2003, II: 16), che «è sempre difficile stabilire dove finisce l’educazione e ha inizio l’addestramento». Ma proprio su questa ambiguità agiscono il tecno-capitalismo e il neoliberalismo come biopolitiche per la costruzione deliberata e programmata, sulla base dell’a priori del mercato e della tecnica, dell’uomo nuovo capace di adattarsi alla distruzione creatrice.
L’addestramento trionfa, offrendosi non solo come disciplina ma (biopoliticamente) come educazione/pedagogia, intendendola – richiamando i concetti di socializzazione di ruolo e di funzione – nella sua definizione tradizionale di descrizione del mondo come esso è e come deve essere in quel determinato modo. Consentendo così a tutti di prevedere come andranno le cose e come ci si deve comportare in quel mondo che resta prevedibile anche quando sembra essersi fatto imprevedibile e liquido. Ma, ovviamente ed evidentemente, ogni socializzazione di ruolo/funzione-funzionalità cancella o riduce tendente a zero l’autonomia concreta dell’individuo e ogni possibilità di individuazione attraverso un pensiero aperto e perfino dissidente. Invero, solo una società veramente orizzontale, cioè «senza gerarchie di valori e senza devozione per l’autorità» (Marzano-Urbinati, 2017: 17) può permettere la celebrazione e l’esercizio dell’uguaglianza, «di quella “passione folle” che fa giustizia dei “maestri” e dei “pastori” – dei padri, appunto – e che dichiara, con orgogliosa autosufficienza di non aver bisogno di vertici infallibili, né di autorità depositarie di una verità che non necessita del nostro giudizio per risultare autorevole» (ibid.). Perché per essere veramente se stessi bisogna uscire da se stessi e allontanarsi dall’isola/se stessi (Saramago, Il racconto dell’isola sconosciuta, 2015: 31), solo modo per vedere l’isola e cioè vedere se stessi. Ovvero, occorre uscire dalla gerarchia dei valori, dal paternalismo/pastorato di chi crede di possedere le mappe del vivere e afferma, perentoriamente, che isole sconosciute non ne esistono più (come il re, nel racconto di Saramago) o che sono offerte solo dall’innovazione tecnica. Se un insegnante volesse insegnare la libertà e la libera navigazione alla ricerca di sé, non potrebbe farlo se non smontando i meccanismi biopolitici e disciplinari dell’identità, della comunità, del pastorato e oggi dei social e dei gruppi sul web, facendo al contrario entusiasmare gli allievi per l’erranza, l’andare per via dimenticando le radici/comunità vecchie e nuove, sempre false e immaginarie (come quelle che vorrebbe produrre Mark Zuckerberg, perché funzionali unicamente al suo profitto – supra), per costruirne ogni giorno di nuove: che non devono diventare comunità, appartenenza e identità, ma nuova apertura e ulteriore navigazione verso di sé e verso gli altri.
Anche la scuola neoliberale – matematizzata e prestazionale, sempre più vuota di conoscenze/spirito critico ma sempre più piena di (presunte) competenze volte alla incessante innovazione tecnica e solo tecnica – alla fine produce ancora e sempre disagio della civiltà (Freud): che tuttavia oggi nasce non dalla repressione ma appunto dall’attivazione eteronoma delle pulsioni prestazionali. Riaffermando in altro modo l’essenza dell’individuo moderno che pensa alla libertà come alla possibilità di dominare le cose (la volontà di potenza attraverso la tecnica e il capitalismo), e oggi di poterlo fare in misura n volte maggiore attraverso l’espansione delle sue pulsioni (di Narciso-Prometeo), invece che con il loro controllo responsabile e veramente e liberamente creativo. Re-incantando (è l’illusione offerta dalla tecnica) attraverso la produzione eteronoma di pulsioni funzionali, un mondo ormai disincantato (cfr. Max Weber) per avere perduto non solo il senso teologico e teleologico/escatologico della religione giudaico-cristiana, ma anche il senso della ragione e della responsabilità umane. Scriveva Marcuse, ma nel 1958: «La tecnica e la tecnologia operano perciò come controlli sociali e politici che organizzano dimensioni dell’esistenza privata e pubblica in precedenza incontaminate. Al centro della produzione sociale, oggi la macchina individuale funziona come parte non solo di un complesso tecnico di fabbriche, impianti, branche di industrie, ecc., ma anche di un complesso politico e culturale (catene, networks, mezzi di comunicazione, il regno delle Corporations, il Trust, il Collettivo), che impone i suoi modelli di prestazione e di assoggettamento alla popolazione sottostante» (La società tecnologica avanzata, 2008: 148).
Scriveva ancora Umberto Galimberti: «quando il progresso non è più affidato, come nell’epoca del primato dell’economia, alla contrapposizione tra uomini, ma, come nell’epoca della tecnica, all’automatismo dell’apparato che “vende” agli uomini la vita che già conducono, agli individui non resta che rispondere a ciò che sentono e vedono intorno a loro, rinunciando consciamente o inconsciamente alla specificità del loro essere uomini per trasformarsi, nell’uniformità più rigorosa, in membri di una organizzazione dove tutti riecheggiano, imitano, copiano coloro che li circondano, perché in un apparato tecnico sola la capacità di adattamento garantisce le condizioni di sopravvivenza e, all’interno dell’apparato, anche qualche possibilità di influenza» (1999: 543). L’apparato, continuava Galimberti, non abolisce la libertà degli individui, ma ne appiattisce il concetto su quello di competenza. E «non si dà “interiorità” se non come accoglimento della “esteriorità”, non si dà “dentro” se non come riflesso del “fuori”, non si dà “attività” se non dopo avere ricevuto “passivamente” le regole con cui agire e i contenuti su cui agire, non si dà “libertà” se non nell’ambito circoscritto della “omologazione”» (ivi: 542).
Competenza, invece di conoscenza. E va ricordato come l’apprendimento dello spirito d’iniziativa e dell’imprenditorialità, a prescindere dalla reale creazione di un’impresa, sia tra le competenze basilari raccomandate nel 2006 dall’Unione Europea (ordoliberale per essenza biopolitica) ai governi dei paesi membri; che in un documento del 2016 del Jrc dell’Unione Europea si scriveva che già i bambini di 5 o 6 anni dovrebbero apprendere ad «assumersi rischi», «prendere iniziative», imparare a «mobilitare gli altri»; che serve sempre più una formazione permanente ma non finalizzata a conoscere per comprendere bensì – con una perfetta pedagogia neoliberale/tecno-capitalista – per «imparare i comportamenti adeguati a vivere in società instabili: ovvero ascoltare e rispondere in maniera costruttiva, osservare e osservarsi, riconoscere lo stress e agire di conseguenza, costruire fiducia in se stessi, affrontare le sfide sia singolarmente che in gruppo, prendersi le responsabilità delle proprie azioni e credere nel valore dell’impegno» (Josephine Condemi, Algoritmi educativi programmabili, in «Nòva 24-Il Sole 24 Ore» del 22/04/2018), dove l’accento è posto appunto su adeguamento e su instabilità/squilibrio. Dimenticando come il concetto della meritocrazia si basi su un trucco del neoliberalismo, essendo stato creato, ma in senso peggiorativo, dal labourista inglese Michael Young in un libro del 1958 (The Rise of the Meritocracy) criticando la società dove «una minoranza di privilegiati si avvaleva di criteri di selezione tendenziosi e settari per impedire l’ascesa sociale di quanti erano sfavoriti dal fatto di appartenere alle classi inferiori» (Perniola, 2009: 133) – divenendo poi, girata in positivo e socializzata/moltitudinarizzata, la forma per la continuazione di quella società di privilegiati. Dove «l’incessante addestramento a un sapere solo utile contrae e inaridisce le capacità delle persone di orientarsi riflessivamente nel mondo» (Veca, Il senso della possibilità, 2018: 89). In realtà, come visto, l’apparato vende agli uomini, sempre più e sempre meglio, una uniformità fatta di difformità/singolarità/specificità individuali. Un modello che tutti, ovviamente, riecheggiano, copiano e imitano – perché sempre solo la capacità di adattamento garantisce le condizioni di sopravvivenza all’interno dell’apparato e perfino qualche illusione di poterlo influenzare,...

Table of contents

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. INDICE
  5. Epigrafe
  6. Ringraziamenti
  7. Introduzione: LA GRANDE ALIENAZIONE
  8. IL DETERMINISMO TECNO-CAPITALISTA
  9. L’AUTO-ALIENAZIONE FELICE
  10. NARCISO, PIGMALIONE E PROMETEO
  11. INTERNET DELLE COSE E INTERNET DEGLI UOMINI
  12. DA GUY DEBORD AL TECNO-CAPITALISMO PULSIONALE INTEGRATO
  13. L’ALIENAZIONE BEN MASCHERATA (I)
  14. L’ALIENAZIONE BEN MASCHERATA (II)
  15. IL NOMOS DEL TECNO-CAPITALISMO E LE MALATTIE DELL’UOMO
  16. Bibliografia di riferimento
Citation styles for La grande alienazione

APA 6 Citation

Demichelis, L. (2020). La grande alienazione ([edition unavailable]). Jaca Book. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3045425/la-grande-alienazione-narciso-pigmalione-prometeo-e-il-tecnocapitalismo-pdf (Original work published 2020)

Chicago Citation

Demichelis, Lelio. (2020) 2020. La Grande Alienazione. [Edition unavailable]. Jaca Book. https://www.perlego.com/book/3045425/la-grande-alienazione-narciso-pigmalione-prometeo-e-il-tecnocapitalismo-pdf.

Harvard Citation

Demichelis, L. (2020) La grande alienazione. [edition unavailable]. Jaca Book. Available at: https://www.perlego.com/book/3045425/la-grande-alienazione-narciso-pigmalione-prometeo-e-il-tecnocapitalismo-pdf (Accessed: 15 October 2022).

MLA 7 Citation

Demichelis, Lelio. La Grande Alienazione. [edition unavailable]. Jaca Book, 2020. Web. 15 Oct. 2022.