In questa maledetta notte oscura
con una tentazione fui assalita
che ancora in cuore la vergogna dura.
Io cosĂ pudica, cosĂ compita,
vedevo un uomo a me venire piano
e avvolgermi quasi avido la vita;
un altro ne veniva e con la mano
oh delicatamente lui mi apriva,
e un altro e un altro e un altro châera vano
a guerra apparecchiarmi dâarmi priva,
giĂ incatenata, e senza una catena,
nel tempo che la vita non par viva.
«Non vuoi? piccola piccola sirena...»
Posso io non volere e star da lato?
«Oh lasciatemi!» e respiravo appena,
il cuore dalla sua sede saltato.
Con cento mani vinte le mie braccia
tutte le ossa mi avevano contato,
ad ogni cavitĂ davan la caccia;
nel denso, nelle viscere spremuta,
in una tomba di carne che schiaccia
e macina e mette al niente... perduta.
Che mai feci, che mai feci, mio Dio?
mercĂš, pietĂ , perdono, chi mi aiuta?
E mentre brucio in tal rimescolio:
«O Padre nostro scenda il tuo perdono,
annienta tu questi demĂČni châio
sola non so... di te degna non sono».
Se ne fa beffe la schiera impudica
e per mia noia uno su me prono:
«Bada a non farmi far troppa fatica,
piccola morta, non lo sai? dovrai
aprirmi come un fiore la tua fica!»
«Tanto pallore io non vidi mai:
ho quel che serve a farla rinsanguare!»
A mio supremo disgusto, «No! Guai!»,
la parte che non voglio nominare
lui mi premeva in bocca con amore
e tutta me la dava da mangiare.
Cader potessi anchâio dietro il mio cuore,
lasciar la notte greve e maledetta
e la galera di tutte le sue ore,
calando di sorpresa la vendetta.
Fuori lâeternitĂ si conservava
e mio malgrado, in gran mistero astretta,
mentre bevevo umore sugo bava...
Me non avvolgerĂ tanto mistero
e non conoscerĂČ la notte cava.
«Amica mia piccola, benché nero
a te paia ed eterno questo tempo,
in calma accoglilo nel tuo pensiero,
vedrai che il tuo morir sarĂ per tempo.
E merito non Ăš, non Ăš peccato
lâamore che hai invocato fuor del tempo;
il cuore vasto violento e violato
saprĂ , sâĂš anche un sogno realtà ».
E io gridavo loro senza fiato:
«Il vostro sguardo insolente dovrĂ
chinarsi... Voi, bastardi tracotanti,
lâalba che viene tutti squaglierĂ !»
«Si squaglieranno solo i tuoi amanti
in quellâalba che tutti i sogni smura,
goffi fra tremiti e vene, spĂŻanti
lĂ per giocarti, per farci paura.
So che lo sai...» «Non so nessuna cosa,
puliscimi la tua slumacatura».
«Come si sta altera e disdegnosa!
Scosciatela cosĂ che me la prenda
e disbrami la voglia che mai posa».
Poi con le reni in una morsa orrenda,
«Or godi e taci, or... ti resti dentro».
E mi convien tacere, per ammenda.
«Vedi come veloce in te mâinventro,
vedi come lo vuoi e tieni tutto,
vedi che piangi umore dal tuo centro...
ecco rientro, e coli dappertutto.
Via di qui, voi, che piĂș non mi resiste,
in piacere si volta il suo gran lutto».
Altra doglia e delizia insieme miste
intorno ad un calore châio non so
mâingolfavano il cuore e fu ben triste
venire a resa pur gridando «No!»,
per fame di carne grassa di grasso
e sangue... e per mia sc...