Un mondo sostenibile in 100 foto
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Un mondo sostenibile in 100 foto

Enrico Giovannini, Donato Speroni

  1. 240 pages
  2. Italian
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  4. Available on iOS & Android
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Un mondo sostenibile in 100 foto

Enrico Giovannini, Donato Speroni

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100 fotografie raccontano lo stato del nostro Pianeta e la maggiore sfida del nostro tempo: costruire le premesse per un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

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Information

Year
2019
ISBN
9788858139691

CLIMA ED ENERGIA,
LA QUESTIONE PIÙ URGENTE

Il clima sta cambiando

La Terra in un’immagine scattata dalla missione satellitare Nasa Aqua, 2007.
Le alte concentrazioni di anidride carbonica sono in rosso, quelle basse in blu. La missione si occupa di raccogliere informazioni sul ciclo acquatico terrestre, l’evaporazione degli oceani, precipitazioni e molto altro.
Ormai non ci sono dubbi. Le temperature mondiali stanno aumentando e l’uomo è il principale responsabile di questo cambiamento climatico. L’Ipcc, la Commissione internazionale sul cambiamento climatico che riunisce scienziati di tutto il mondo sotto l’egida dell’Onu, ha stimato “che dall’inizio della rivoluzione industriale le attività umane abbiano già causato approssimativamente un grado di riscaldamento globale”. La principale causa del riscaldamento è l’aumento delle emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas che creano nell’atmosfera un “effetto serra”. La quantità di CO2 dipende soprattutto dai combustibili fossili utilizzati (carbone, petrolio, gas naturale, legname o altri combustibili biologici), ma anche da altre cause, come il metano emesso dai grandi allevamenti di bovini. D’altra parte la deforestazione, soprattutto nelle aree tropicali come l’Amazzonia, ha ridotto l’effetto benefico dell’assorbimento di CO2 da parte della vegetazione.
Quali sono gli effetti del riscaldamento globale? Alcuni già li conosciamo: aumento dei fenomeni meteorologici estremi, quali inondazioni, mareggiate, tifoni; scioglimento dei ghiacci sulle montagne e anche ai poli, tanto che il Mar Glaciale Artico sta diventando navigabile per gran parte dell’anno. Altri si aggraveranno nei prossimi decenni, ad esempio l’innalzamento del livello dei mari, che potrebbe minacciare isole e città costiere. Purtroppo gli esperti avvertono che gli effetti del cambiamento climatico non sono lineari. Superate certe soglie, potrebbero prodursi conseguenze imprevedibili, come il blocco della Corrente del Golfo, o lo scioglimento del permafrost, lo strato gelato che ricopre vaste aree della Siberia e di altre zone del Nord, facendo sprofondare le costruzioni e rilasciando ulteriori quantità di metano imprigionate nel sottosuolo.
Tutto il mondo è in allarme per le prevedibili conseguenze del cambiamento climatico e nella Conferenza di Parigi del 2015 sono state concordate misure minime necessarie per ridurre le emissioni con l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura entro i 2 gradi centigradi e possibilmente 1,5 gradi entro fine secolo. Purtroppo, neanche questi interventi trovano il consenso di tutti i governi: alcuni paesi, infatti, non vogliono rinunciare ai combustibili fossili meno costosi e di cui hanno maggiori disponibilità, come il carbone.

Aumentano tempeste e inondazioni

Salvataggio durante le inondazioni provocate dall’uragano Katrina, Mississippi (Usa), 29 agosto 2005.
Volontari della Bay St. Louis Emergency Management Agency raggiungono la famiglia Taylor intrappolata sul tetto della sua auto.
I cambiamenti climatici stanno causando crescenti danni economici. Secondo l’Ufficio dell’Onu per la riduzione dei rischi da disastro, negli ultimi vent’anni le catastrofi hanno provocato perdite dirette per quasi tremila miliardi di dollari, più del doppio rispetto al ventennio precedente, con gli eventi meteorologici estremi che causano il 77% delle perdite totali.
I dieci pericoli maggiori stimati dagli esperti, a causa dell’aumento dei fenomeni meteorologici estremi, sono: ondate di calore, piogge torrenziali, straripamento di corsi d’acqua, tempeste di vento, frane, siccità, incendi boschivi, valanghe, grandinate e mareggiate. Il fenomeno climatico con costi più ingenti è rappresentato dalle inondazioni (40%), seguito da tempeste (25%), siccità (circa il 10%) e ondate di calore (5%). Un danno non solo economico ma soprattutto umano. Nello stesso periodo di riferimento, terremoti, tsunami e disastri ambientali in genere hanno ucciso più di un milione di persone e più di quattro miliardi sono rimaste ferite, senza casa, sfollate o con bisogno di assistenza.
Una situazione insostenibile soprattutto nei paesi a medio e basso reddito dove, secondo le stesse fonti, le persone hanno una probabilità di morire a causa di disastri naturali sette volte maggiore rispetto a chi vive in paesi sviluppati. Anche in Europa, tuttavia, le conseguenze non mancano. Un recente rapporto stima che tra il 1980 e il 2015 il totale delle perdite registrate nei paesi europei ammonta a 433 miliardi di euro.
In ogni caso, non sarà possibile arrestare totalmente il cambiamento climatico e le conseguenze che ne derivano. Di conseguenza, ogni paese, oltre che nella collaborazione internazionale per mitigare l’aumento delle temperature, è impegnato nella formulazione di propri piani di adattamento alle mutate condizioni climatiche, piani che richiederanno una grande attenzione e crescenti investimenti da parte delle politiche pubbliche nei prossimi anni.

I ghiacciai si stanno sciogliendo

Un aereo Dhc-3 Otter della Nasa sorvola i ghiacciai montani dell’Alaska (Usa), 2017.
La perlustrazione è parte della missione Nasa Operation IceBridge-Alaska sugli effetti del riscaldamento globale nell’Artico.
Dal 1912 a oggi, le famose nevi del Kilimanjaro, la montagna più alta dell’Africa, sono diminuite dell’80%. Si stima che entro il 2035 gran parte dei ghiacciai himalayani saranno spariti. Lo strato di ghiaccio che copre la Groenlandia si sta assottigliando. Come scrive il «National Geographic», “dall’Artico al Perù, dalla Svizzera ai ghiacciai di Man Jaya in Indonesia, i grandi campi di ghiaccio, i giganteschi iceberg, i mari impercorribili d’inverno si stanno sciogliendo”. Il fenomeno riguarda anche le montagne del nostro paese. Secondo il nuovo catasto dei ghiacciai italiani, concluso nel 2015, in cinquant’anni la superficie complessiva è passata da 527 a 368 chilometri quadrati. Ciò ha portato all’estinzione di 180 ghiacciai.
Gli effetti più rilevanti del riscaldamento climatico si riscontrano ai poli. Le rotte dall’Estremo Oriente all’Europa possono essere abbreviate navigando lungo la costa siberiana anziché passando dal Canale di Suez. L’accesso facilitato al Mar Glaciale Artico rende anche più appetibili i giacimenti di petrolio sotto le sue acque, anche se il loro sfruttamento può comportare grandi rischi ambientali. Popolazioni nordiche, come gli eschimesi, rischiano di vedere compromesse le proprie fonti di sostentamento mentre specie animali come l’orso bianco sono minacciate di estinzione.
In Antartico, il principale effetto del riscaldamento ...

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