eBook - ePub
Medea
La condizione femminile
Giuseppe Pucci, AA.VV., Giuseppe Pucci
This is a test
- Italian
- ePUB (handyfreundlich)
- Ăber iOS und Android verfĂźgbar
eBook - ePub
Medea
La condizione femminile
Giuseppe Pucci, AA.VV., Giuseppe Pucci
Angaben zum Buch
Buchvorschau
Inhaltsverzeichnis
Quellenangaben
Ăber dieses Buch
Medea viene da un mondo arcaico e selvaggio, la Colchide, da dove porta conoscenze magiche che risalgono a tempi antichissimi, per questo infatti è â insieme a Circe â la maga per eccellenza della mitologia greca. La sua storia a noi è nota soprattutto attraverso Euripide e Apollonio Rodio â e i loro emuli latini â che la raccontano in momenti diversi: il primo trasmette alla cultura europea l'immagine di Medea assassina, il secondo la descrive come una fanciulla innamorata. Due facce di un'unica medaglia che hanno contribuito a innervare poderosamente il mito di Medea prima nella cultura antica e poi in quella moderna.
Häufig gestellte Fragen
Wie kann ich mein Abo kĂźndigen?
Gehe einfach zum Kontobereich in den Einstellungen und klicke auf âAbo kĂźndigenâ â ganz einfach. Nachdem du gekĂźndigt hast, bleibt deine Mitgliedschaft fĂźr den verbleibenden Abozeitraum, den du bereits bezahlt hast, aktiv. Mehr Informationen hier.
(Wie) Kann ich BĂźcher herunterladen?
Derzeit stehen all unsere auf Mobilgeräte reagierenden ePub-Bßcher zum Download ßber die App zur Verfßgung. Die meisten unserer PDFs stehen ebenfalls zum Download bereit; wir arbeiten daran, auch die ßbrigen PDFs zum Download anzubieten, bei denen dies aktuell noch nicht mÜglich ist. Weitere Informationen hier.
Welcher Unterschied besteht bei den Preisen zwischen den Aboplänen?
Mit beiden Aboplänen erhältst du vollen Zugang zur Bibliothek und allen Funktionen von Perlego. Die einzigen Unterschiede bestehen im Preis und dem Abozeitraum: Mit dem Jahresabo sparst du auf 12 Monate gerechnet im Vergleich zum Monatsabo rund 30 %.
Was ist Perlego?
Wir sind ein Online-Abodienst fßr Lehrbßcher, bei dem du fßr weniger als den Preis eines einzelnen Buches pro Monat Zugang zu einer ganzen Online-Bibliothek erhältst. Mit ßber 1 Million Bßchern zu ßber 1.000 verschiedenen Themen haben wir bestimmt alles, was du brauchst! Weitere Informationen hier.
UnterstĂźtzt Perlego Text-zu-Sprache?
Achte auf das Symbol zum Vorlesen in deinem nächsten Buch, um zu sehen, ob du es dir auch anhÜren kannst. Bei diesem Tool wird dir Text laut vorgelesen, wobei der Text beim Vorlesen auch grafisch hervorgehoben wird. Du kannst das Vorlesen jederzeit anhalten, beschleunigen und verlangsamen. Weitere Informationen hier.
Ist Medea als Online-PDF/ePub verfĂźgbar?
Ja, du hast Zugang zu Medea von Giuseppe Pucci, AA.VV., Giuseppe Pucci im PDF- und/oder ePub-Format sowie zu anderen beliebten BĂźchern aus Storia & Storia dell'antica Grecia. Aus unserem Katalog stehen dir Ăźber 1Â Million BĂźcher zur VerfĂźgung.
Information
Thema
StoriaIl racconto del mito
Lo scultore francese Paul Gasq scelse di rappresentare lâatto estremo di Medea per questo gruppo scultoreo conservato nel Jardin des Tuileries a Parigi.
In una strada dellâantica Corinto un uomo, in preda a una grande agitazione, batte alla porta di una casa. Chiede a gran voce che gli siano resi i suoi figli. Ma la porta resta chiusa. Finalmente sul tetto compare una donna. Ha accanto a sĂŠ due corpicini esanimi, lordi di sangue. ÂŤEccoli, i tuoi figli!Âť, gli dice. ÂŤEbbene sĂŹ, li ho ammazzati. Con queste mani. Ma il vero colpevole sei solo tu: tu che hai tradito tutti i giuramenti, tu che mi hai abbandonato per unâaltra donna piĂš giovane. Credevi davvero che avrei accettato di essere trattata cosĂŹ? Come potevo lasciarti impunito e farmi ridere dietro da tutti? Dovevo colpirti in quello a cui tenevi di piĂš: prima ho fatto morire la tua nuova mogliettina, poi ti ho ucciso i figli. Ora davvero non ti resta piĂš nulla. Soffrirai finchĂŠ vivrai. AddioÂť.
Ă cosĂŹ che si conclude, in un crescendo di inaudite atrocitĂ , la storia di Giasone e di Medea. Nella mitologia greca troviamo nefandezze di ogni tipo (incesti, parricidii, matricidii, antropofagia e altro ancora), ma nulla ci appare tanto mostruoso e inaccettabile quanto il figlicidio perpetrato da una moglie per vendicarsi del proprio compagno.
Come si è arrivati a questo epilogo? Chi sono i protagonisti di questa tragica vicenda mitica e come si sono intrecciate le loro esistenze? Comâè possibile che Medea sia giunta a fare violenza al piĂš forte dei sentimenti, comune a tutte le specie animali, lâamore di una madre per i figli? Cosa lâha portata a cristallizzarsi per sempre nel nostro immaginario in quel gesto estremo?
Lâantefatto: la storia del vello dâoro
Tutto ha inizio con la storia del vello dâoro. Il re di Orcomeno, Atamante, aveva avuto dalla prima moglie due figli, Frisso ed Elle. Poi si era risposato con Ino, ma le matrigne, si sa, spesso si dimostrano ostili nei confronti dei figliastri, e anche Ino aveva cercato di eliminare i figli di primo letto a vantaggio dei propri. Prima aveva subdolamente provocato una terribile carestia, poi aveva convinto il marito che lâunico rimedio fosse sacrificare il suo primogenito. Ma proprio mentre Atamante era sul punto di sgozzare Frisso, ecco comparire un ariete volante dal vello in filamenti dâoro. Frisso e la sorella ci montano in groppa e si eclissano in cielo. Elle durante la fuga cade nel tratto di mare che da lei prenderĂ il nome â lâEllesponto â mentre il fratello viene trasportato dal prodigioso animale nella Colchide, allâestremo limite orientale del mondo allora conosciuto. Regnava su quella terra Eeta, figlio del Sole. Frisso, per ringraziarlo dellâasilo ricevuto, dopo aver sacrificato lâariete a Zeus, ne donò il vello al sovrano.
Oltre che per il suo valore intrinseco, il vello dâoro era prezioso per un altro motivo: un oracolo aveva predetto a Eeta che avrebbe conservato il potere regale fino a quando esso fosse rimasto in suo possesso. Il re lo aveva perciò nascosto nel folto di un bosco, affidandolo alla custodia di un drago sempre insonne.
Ă a questo punto che entra in scena Giasone. Questi era figlio di Esone, re di Iolco, che però era stato detronizzato dal malvagio fratellastro Pelia. Il padre, per proteggere il bambino, lo aveva affidato al sapiente centauro Chirone perchĂŠ lo nascondesse e lo educasse. Una volta cresciuto, Giasone si dirige a Iolco per reclamare il trono che gli spetta. Per strada incontra una vecchia â in realtĂ la dea Hera sotto mentite spoglie â e la aiuta ad attraversare un fiume, guadagnandosi la sua riconoscenza. Perde però un sandalo nel guado, sicchĂŠ compare davanti a Pelia con un piede scalzo. Ora, un oracolo aveva predetto al re di guardarsi da un uomo con un solo sandalo. Pelia, per sbarazzarsi di Giasone, si dice disposto a rendergli il regno, ma a una condizione: che gli porti il favoloso vello dâoro.
La spedizione degli Argonauti
Giasone accetta la sfida. Per prima cosa si procura una nave adatta ad affrontare il mare aperto (fino a quel momento non ne esistevano): lâArgo. Giasone sa bene che non può compiere lâimpresa da solo, pertanto lancia una specie di bando alla meglio gioventĂš del tempo e recluta una cinquantina di compagni â gli Argonauti â con i quali farĂ rotta verso la Colchide. Il viaggio è lungo e pieno di insidie, e una volta giunti alla meta il re accoglie gli stranieri con malcelata ostilitĂ . Se Giasone vuole il vello dâoro â gli fa sapere â dovrĂ prima superare delle prove. E si tratta di prove terribili, dalle quali Giasone, per quanto coraggioso, non avrebbe mai potuto uscire vivo. Ma il giovane eroe è fortunato: lassĂš qualcuno lo ama. Hera, la sua protettrice, si rivolge ad Afrodite e questa a sua volta ordina al figlio Eros di colpire con una delle sue frecce una figlia di Eeta in modo che si innamori di Giasone. Costei è Medea. Dalla Teogonia di Esiodo sappiamo che Eeta la generò con Idia, una figlia di Oceano, e che sua zia paterna è Circe, anchâessa figlia del Sole. Medea è dunque una mortale, ma ha ascendenze divine. Appena raggiunta dalla freccia di Eros, la donna avvampa di incontenibile passione per lo straniero e da quel momento il suo destino si lega indissolubilmente a quello di Giasone.
Lâeroe e la fanciulla innamorata: il poema di Apollonio Rodio
Gli avvenimenti che hanno luogo in Colchide ci sono stati raccontati in dettaglio da Apollonio Rodio (III secolo a.C.) in un poema epico in quattro canti intitolato Le storie argonautiche. Il primo e il secondo canto descrivono il viaggio degli Argonauti verso la Colchide. Medea compare solo negli ultimi due canti. Dopo il primo fatale incontro, la donna ha un sogno: in esso Giasone non è venuto per il vello ma per lei, per portarla via e farla sua sposa. La fanciulla si desta sgomenta, combattuta tra il suo pudore verginale, la pietĂ filiale e lâamore da cui è posseduta. Infine decide: aiuterĂ Giasone, ma subito dopo, per espiare il tradimento, metterĂ fine ai suoi giorni. Ă giĂ scritto però che le cose andranno diversamente. La mattina seguente Giasone la raggiunge nel tempio di Hecate, di cui è sacerdotessa, e le chiede di aiutarlo. Le parole che le rivolge sono ÂŤsimili a carezzeÂť. Si fa umile, si appella alla sua bontĂ , la lusinga con la promessa della fama che gliene verrĂ tra i Greci. Medea, che teme di non poter ottenere lâamore di Giasone senza legarlo con un debito di riconoscenza, acconsente, anche perchĂŠ lui le promette solennemente che se lo seguirĂ la sposerĂ e niente potrĂ mai separarli. Medea, che come la zia Circe conosce tutti i segreti delle erbe, gli dĂ un unguento che lo rende invulnerabile e quando si separano, ÂŤper la felicitĂ la sua anima â dice Apollonio â volava alta fra le nuvoleÂť. Grazie a Medea, Giasone, ottemperando ai comandi di Eeta, aggioga senza danno dei mostruosi tori spiranti fiamme, ara con essi un campo, dove semina dei denti di drago, e quindi neutralizza i giganti armati nati per incanto da questi ultimi. Anche per la cattura del vello Giasone si limita a eseguire le direttive di Medea; dopodichĂŠ fugge con i compagni portandosi dietro la ragazza, sempre piĂš innamorata.
Subito lâidillio comincia a scontrarsi con la realtĂ : Assirto, il fratello di Medea, si lancia al loro inseguimento e Giasone, cominciando a rivelarsi per quello che è, le fa capire che bisognerebbe trovare il modo di liberarsene. Medea, ormai schiava dâamore, non si tira indietro: attira il fratello in un agguato e lascia che Giasone lo uccida. Apollonio aggiunge che Giasone compie poi sul cadavere il maschalismĂłs, un rito apotropaico noto anche presso altre culture di interesse etnografico, che consiste nel tagliare mani e piedi di una persona uccisa, sistemandoli sotto la sua ascella (in greco maschĂĄle), allo scopo di impedirgli di tornare a vendicarsi. Altre fonti riportano una versione ancora piĂš raccapricciante: Medea stessa uccide il fratello, lo smembra e ne getta i pezzi uno a uno lungo la strada, in modo che gli inseguitori, per raccoglierli, rallentino la loro corsa (è uno stratagemma ricorrente nei racconti folclorici: ci si disfa di qualcosa di prezioso perchĂŠ i nemici perdano tempo a raccoglierla). Come che sia, questo disumano assassinio è un cupo preludio alle vicende ancora piĂš orribili che seguiranno.
Dopo molto altro vagare gli Argonauti sbarcano sullâisola dei Feaci, dove sono accolti dal re Alcinoo. Ma un pericolo imprevisto li minaccia. Sono stati preceduti da un contingente di Colchi che pretendono la consegna di Medea. Alcinoo però, su insistenza della regina Arete, risponde che non la consegnerĂ se essa risulterĂ giĂ sposata con Giasone. Gli amanti allora si affrettano a celebrare lo sposalizio quella stessa notte. Il talamo nuziale è il vello dâoro. Molte altre peripezie devono affrontare gli Argonauti, e sempre lâaiuto di Medea risulta determinante. Il poema di Apollonio si conclude quando, dopo ulteriori peregrinazioni, lâArgo approda a Pagase, il porto da cui era partita. La storia degli Argonauti è finita, cosĂŹ non è per quella di Medea.
La Medea che ci presenta Apollonio è una fanciulla ancora inesperta dellâamore, trascinata da una forza piĂš grande di lei e con gravi sensi di colpa. Se fugge con Giasone è anche per paura di essere punita dal padre, di cui conosce la crudeltĂ , ed è per questo che si trasforma in una creatura negativa, arrivando a rendersi responsabile (o complice, a seconda delle versioni) dellâassassinio del fratello. Questa Medea tuttavia non è incompatibile con la vergine innamorata e trepida; è lâesito di una personalitĂ abituata a sottostare alla violenza e che per sottrarvisi non vede altra via che la violenza stessa. Quanto a Giasone, per lui lâamore è chiaramente un mezzo per ottenere i propri scopi: fa grandi giuramenti di fedeltĂ , ma quando i suoi compagni propongono di restituire Medea al padre non la difende con la fermezza che ci si sarebbe aspettata. In definitiva è una figura scialba, che nĂŠ poeticamente nĂŠ drammaticamente è al pari di Medea.
Anche Pindaro, che nella quarta Ode Pitica (462 a.C.) rievocò la saga argonautica, attribuisce le azioni di Medea a un irresistibile condizionamento esterno. Afrodite fa infatti dono a Giasone di unâarma singolare: ÂŤlâuccello che fa impazzireÂť, legato ai quattro raggi di una ruota. Questo uccello, che Pindaro chiama Ăynx, è lo stesso volatile descritto da Aristotele e da Plinio il Vecchio, e corrisponde al nostro âTorcicolloâ (Jynx Torqilla L.), cosĂŹ chiamato perchĂŠ è in grado di allungare il collo e ruotarlo allâindietro. Dato che con il termine Ăynx in greco si intende anche il rombo, ossia un oggetto che, fatto ruotare velocemente per mezzo di cordicelle, produce un sibilo acuto (è uno strumento usato ancora oggi da popolazioni di interesse etnografico in vari rituali magici), probabilmente anche la ruota su cui era legato lâuccello andava fatta ruotare vorticosamente. Lo scopo era quello di âfar girare la testaâ per magia simpatica alla persona amata. Lâincantesimo funzionò, e Medea acconsentĂŹ a partire con Giasone.
La Medea che ci presenta Apollonio è una fanciulla ancora inesperta dellâamore, trascinata da una forza piĂš grande di lei e con gravi sensi di colpa. Se fugge con Giasone è anche per paura di essere punita dal padre, di cui conosce la crudeltĂ , ed è per questo che si trasforma in una creatura negativa, arrivando a rendersi responsabile (o complice, a seconda delle versioni) dellâassassinio del fratello. Questa Medea tuttavia non è incompatibile con la vergine innamorata e trepida; è lâesito di una personalitĂ abituata a sottostare alla violenza e che per sottrarvisi non vede altra via che la violenza stessa.
Uno sguardo antropologico
Fermiamoci un momento ad analizzare il mito per come fin qui lo abbiamo riassunto.
BenchĂŠ i primi riferimenti scritti alla storia di Giasone e di Medea si trovino in tavolette di etĂ micenea (XIII secolo a.C.), lâorigine del mito risale verosimilmente a unâepoca piĂš antica, forse al IV millennio a.C., quando si stabilirono regolari contatti tra il bacino dellâEgeo e le coste del Mar Nero. Lâoro di cui erano ricche alcune regioni asiatiche, fra cui la misteriosa Colchide (corrispondente allâincirca allâattuale Georgia), esercitava una forte attrattiva sullâOccidente. Il vello dâoro è con tutta probabilitĂ la trasposizione mitica delle pelli di montone che le popolazioni locali immergevano nei fiumi del Caucaso per recuperare le pagliuzze dâoro che vi restavano impigliate (lo riferisce il geografo Strabone); e la spedizione degli Argonauti adombra quelle dei primi viaggiatori in cerca di quellâoro. Ma vi entrano in gioco anche altri temi di interesse antropologico, quali il viaggio come esperienza iniziatica che consente allâeroe di assumere, passando attraverso delle prove, la sua piena identitĂ , e la culturalizzazione dello spazio inesplorato, conseguenza dellâinvenzione della navigazione in mare aperto. Questâultima acquisizione, se da un lato rappresenta un progresso, dallâaltro è per la mentalitĂ antica una trasgressione gravida di conseguenze negative. Lo spiega bene Seneca: ÂŤI nostri antenati conobbero unâetĂ di innocenza [...]. Ciascuno pigramente costeggiando i propri lidi, e invecchiando nel campo avito, ricco del poco, non conosceva altre risorse che quelle che produceva il suolo natio. Ma la nave tessala fece un tuttâuno di quelle parti del mondo che una saggia norma aveva disgiunto, e obbligò il pelago a sopportare le frustate dei remi [...]Âť. Si tratta in sostanza di un crimine (nefas) che viola non tanto le leggi di natura quanto quel patto tra gli uomini e la divinitĂ sul quale riposava lâordine primigenio dellâuniverso. Quellâatto aberrante aveva aperto la via a quella che oggi chiameremmo la âglobalizzazioneâ. La facilitĂ delle comunicazioni alimentava la brama di appropriazione delle risorse straniere (dalle materie prime ai generi di lusso) a scapito dellâantica frugalitĂ e corrompeva la societĂ .
Lâimpresa di Giasone si configura come la tipica quest (ricerca): lâeroe si mette in viaggio verso un paese lontano e sconosciuto, o addirittura verso lâaldilĂ â e la Colchide è appunto al di lĂ di tutto quanto ricadeva fino a quel momento nellâesperienza dellâuomo greco â per riportarne un talismano che conferisce prestigio e potere al suo possessore. Come in tutti i racconti del genere, è assistito da un personaggio che viene definito adiuvante (o donatore), dal quale riceve qualcosa di magico che gli facilita il compito. Medea è lâadiuvante principale di Giasone: è lei che, disobbedendo al padre, consente allo straniero di superare tutte le prove, fino a quella piĂš difficile (la terza soglia): la conquista del talismano (il vello dâoro).
Come in tutti i grandi racconti mitologici, anche nella saga argonautica ricorrono situazioni e schemi narrativi comuni al folclore di vari paesi e culture. Câè innanzi tutto la separazione forzata dellâeroe dal suo contesto per lâostilitĂ di una persona a lui vicina (Giasone è costretto a lasciare Iolco per lâostilitĂ dello zio Pelia), e quindi un periodo di segregazione (la sua formazione sotto la guida del centauro Chirone, che lo educa lontano dal consorzio degli uomini). Segue il ritorno, necessario per sanare una mancanza (Giasone deve riottenere per sĂŠ il trono ingiustamente sottratto al padre). Lâinizio della nuova vita coincide con il passaggio di una prima soglia (il fiume che Giasone deve attraversare per recarsi da Pelia) e lâottenimento di un contrassegno speciale (la perdita di un sandalo). Lâuomo con un solo sandalo era nellâimmaginario popolare qualcuno che proveniva dal mondo dei morti, dove aveva dovuto lasciare un sandalo a garanzia del suo ritorno. Si capisce perciò perchĂŠ la comparsa di Giasone in quella tenuta sia per Pelia un presagio funesto, tanto ...
Inhaltsverzeichnis
- Collana
- Frontespizio
- Copyright
- Indice
- Introduzione di Giulio Guidorizzi
- Il racconto del mito di Giuseppe Pucci
- Genealogia
- Variazioni sul mito di Giuseppe Pucci
- Antologia
- Per saperne di piĂš
- Piano dellâopera
Zitierstile fĂźr Medea
APA 6 Citation
Pucci, G. (2021). Medea ([edition unavailable]). Pelago. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3165640/medea-la-condizione-femminile-pdf (Original work published 2021)
Chicago Citation
Pucci, Giuseppe. (2021) 2021. Medea. [Edition unavailable]. Pelago. https://www.perlego.com/book/3165640/medea-la-condizione-femminile-pdf.
Harvard Citation
Pucci, G. (2021) Medea. [edition unavailable]. Pelago. Available at: https://www.perlego.com/book/3165640/medea-la-condizione-femminile-pdf (Accessed: 15 October 2022).
MLA 7 Citation
Pucci, Giuseppe. Medea. [edition unavailable]. Pelago, 2021. Web. 15 Oct. 2022.