Capitolo 1
Il Codice della Strada
1.1. Evoluzione della normativa stradale dal 1865 fino all’approvazione del testo unico delle norme sulla circolazione stradale del 1959
In Italia, la prima disciplina in materia di circolazione stradale è stata rappresentata dalla legge 20 marzo 1865, n. 2248, allegato F.
Questa legge, che disciplinava le opere pubbliche, prevedeva all’art. 77 anche l’emanazione di un regolamento per garantire la libertà di circolazione e la sicurezza del traffico.
Nel 1868 in attuazione del citato art. 77, con la legge R.D. del 15 novembre 1868, n. 4697, veniva approvato ed emanato il primo regolamento di polizia stradale contenente norme in materia di circolazione di veicoli a trazione animale e di comportamento da osservare in caso di attraversamento di pedoni.
Con l’avvento nel paese di un nuovo tipo di veicolo “il velocipede”, iniziarono anche ad affacciarsi nuove problematiche legate alla mobilità che rendevano necessaria una più dettagliata regolamentazione della circolazione stradale che si attuò con la legge R.D. del 16 dicembre 1897, n. 540.
Ma la rivoluzione più grande per la circolazione stradale fu strettamente collegata all’apparizione del veicolo a motore che richiese numerosi e continui adeguamenti normativi del settore.
Con il R.D. 28 luglio 1901, n. 416, fu emanata la prima disciplina per la circolazione delle automobili (per la precisione di tutti i veicoli semoventi senza guida a rotaia).
Dunque agli inizi del 1900, la disciplina della circolazione risultava disposta in tre diversi testi normativi: con il R.D. 10 marzo 1881 n. 124, “Regolamento sulla circolazione dei veicoli e degli animali”; il R.D. 16 dicembre 1897, n. 540, “Regolamento sulla circolazione dei velocipedi” ed infine il testo relativo alla circolazione degli automobili di cui si è appena detto.
Per necessità di coordinamento delle disposizioni esistenti, fu approvato ed emanato il R.D. 8 gennaio 1905, n. 24, “Regolamento di polizia stradale”, che sostituì i precedenti regolamenti vigenti tranne quello riguardante la circolazione dei velocipedi.
Si succedettero poi altri interventi legislativi in materia con la Legge 30 giugno 1912, n. 739, contenente norme sulla circolazione delle automobili in generale, con il R.D. 12 dicembre 1923, n. 3043, considerato per la sua organicità il primo codice della strada e vigente dal 1923 al 1928 anno in cui subentrò con il R.D. 2 dicembre 1928, n. 3179 il secondo codice della strada vigente dal 1928 al 1933 e sostituito poi con il R.D. 8 dicembre 1933, n. 1740, terzo codice della strada, che rimase in vigore sino al 1959.
Questi era suddiviso in quattro Titoli relativi: alla tutela delle strade ed aree ad uso pubblico; alla circolazione dei veicoli, degli animali e dei pedoni; agli autoveicoli e conducenti; alle disposizioni generali.
La sistematica era rimasta praticamente la stessa del codice del 1928, anche se durante il suo lungo periodo di vigenza furono apportate diverse modifiche e aggiustamenti al fine di adeguarlo alle esigenze di una circolazione stradale in continua evoluzione.
Fin qui i principali interventi legislativi che precedettero l’emanazione del codice della strada del 1959 al quale succedette quello attualmente vigente del 1992 di cui si tratterà in seguito.
Lo sviluppo che il parco dei veicoli a motore e in particolare delle autovetture circolanti, ebbe in Italia, nei primi anni Quaranta si arrestò con l’entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale.
Il nostro Paese all’esito dello stesso continuava, per la maggior parte, a spostarsi con mezzi di locomozione animale, riuscendo a stento a permettersi l’acquisto di un’automobile, e creando difficoltà a coloro che la possedevano a causa della requisizione.
La situazione italiana, infatti, rispetto a quella degli altri Paesi d’Europa era molto diversa: nel 1950, nel nostro paese, circolavano un autoveicolo ogni 81,9 abitanti, contro i 48,7 della Germania Occidentale, i 17 della Francia o i 15,2 della Gran Bretagna.
Il periodo bellico determinò una stagnazione sia riguardo la circolazione dei veicoli nei suoi aspetti economico – commerciali, sia l’attività legislativa con la cristallizzazione del R.D. n. 1740 del 1933.
Si osservi, infatti, che nessun testo di legge, regolò per un così lungo periodo temporale la circolazione stradale.
Ma all’indomani del secondo conflitto mondiale, lo sviluppo economico e il miglioramento del tenore di vita della popolazione tra cui l’aumento del numero delle autovetture circolanti, aumentato di ben 47 volte, comportò un notevole aumento della circolazione stradale, da qui la necessità di approntare un codice nuovo e aggiornato rispetto al testo del 1933.
In tal senso studiosi e Enti preposti, s...