Il diavolo, oggi
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Il diavolo, oggi

Le ultime parole di un grande esorcista

Gabriele Amorth

  1. 168 páginas
  2. Italian
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Il diavolo, oggi

Le ultime parole di un grande esorcista

Gabriele Amorth

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«Il demonio ha una forza immensa. Anche se oggi si cerca di cancellare perfino il ricordo di questo potere. Papa Francesco, invece, ha cominciato fin dai primi discorsi a parlare anche del demonio: e pure Gesù ha iniziato la sua missione pubblica lottando contro il Maligno. L'ha annientato, l'ha superato». Il fenomeno delle possessioni diaboliche non riguarda solo i singoli, ma anche le società e i popoli. Il piano dell'Islam fondamentalista è ispirato da Satana e così le barbare uccisioni dei terroristi; ma sono diabolici anche i femminicidi, gli abusi sessuali sui minori, lo sfruttamento della prostituzione, la riduzione in schiavitù di tanti poveri costretti a lavorare per paghe miserabili, i giochi finanziari dei potenti senza scrupoli.
Padre Amorth lancia un definitivo e drammatico SOS per denunciare la "modernità posseduta dal Maligno" in cui, mai come oggi, occorre ripetere l'invocazione della preghiera del Padre Nostro: «Liberaci dal male».

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Información

Año
2017
ISBN
9788858518281
II

Dalla tentazione alla possessione

1. L’AZIONE ORDINARIA DEL DEMONIO

Adesso passiamo a un altro punto: l’azione ordinaria del demonio. Questa si riferisce alla tentazione: sappiamo, come ha detto, che ogni uomo viene tentato dal demonio, com’è successo anche alla Madonna e a Gesù. Non le sembra che fin dall’inizio la vittoria di Satana consista proprio nel far apparire il male come un bene?
Esatto, la sua azione è cominciata con Adamo ed Eva. Il maligno ha la capacità di far apparire il male come un bene e di far credere che ci apporti un guadagno. Infatti, nel paradiso terrestre ha detto: «Dio vi ha proibito di mangiare di quell’albero? Sapete perché? Perché se voi ne mangiate conoscerete il bene e il male e quindi sarete simili a Lui!».
Ha fatto questo ragionamento e la prima donna ci è cascata. Poi Adamo ha fatto lo stesso e subito dopo ha cercato di giocare a scaricabarile con il Signore.
Questo infatti gli chiede: «Hai mangiato di quel frutto?».
«Sì! È Eva che me l’ha dato!»
«Tu gliel’hai dato?»
«È il serpente che mi ha ingannato!»
Allora il Padre prima punisce il serpente, poi i nostri progenitori: dà a ciascuno il suo.
Potrebbe spiegarci, attraverso la sua esperienza, quali sono le tentazioni più frequenti con le quali Satana agisce?
Senza dubbio quello che interessa di più al demonio è far cadere l’uomo nel peccato, allontanarlo da Dio; vuole che, invece di andare in paradiso, scenda con lui all’inferno. È questo che gli preme, in primo luogo.
Le altre cose, per lui, sono secondarie: però, come dicevamo prima, tenta tenendo conto di quali sono i punti deboli di ognuno e poi attacca proprio lì.
Incomincia da cose piccole, fa apparire il male come un bene, come un guadagno, come un modo di acquistare conoscenze che prima non avevamo.
Ricordo l’episodio di quella ragazzina che poi, dopo essersi convertita, ha pubblicato un libro dove racconta la sua vita1. Un’amica le ripeteva continuamente: «Ma come, non sei ancora andata a letto con un uomo? Non ti vergogni?». Così è stata con un giovane ed è subito rimasta incinta.
Allora si è sentita di nuovo dire: «Ma non ti vergogni di sentirti nei pasticci? Devi abortire, è così semplice! Lo fanno tutte!».
Capita spesso che una persona si senta invitata a fare il male come se fosse un bene: magari si tratta di un’azione molto comune a cui poco per volta si cede e che poi diventa un vizio, un’abitudine. A quel punto si cercano mille giustificazioni, ma non si pensa più all’essenziale, cioè che quella cosa è contraria alla legge del Signore. Si perde completamente il senso di Dio e non gli si crede più.
Allora Satana tenterà ogni uomo fino alla morte?
Esatto, fino all’ultimo giorno, e in moltissimi casi ci sono tentazioni fortissime addirittura sul letto di morte.
Per le persone che sono lontane da Dio e per quelli che sono già nelle mani del diavolo non c’è più bisogno di niente, ormai sono già perduti! Certamente, però, Satana li sorveglia sino alla fine, perché non si convertano all’ultimo momento.
Ho avuto un grande maestro di esorcismi, padre Candido Amantini, un vero e proprio santo, per il quale è stata avviata la causa di beatificazione. Ha compiuto il suo ministero per trentasei anni a Roma, ma negli ultimi giorni ha subito attacchi molto intensi da parte del demonio. Io l’ho assistito giorno e notte e ho visto che prima si contraeva e poi si rasserenava: quel finale significava che aveva vinto lui, resistendo. Con quale forza è stato assalito, poco prima di morire!
Ci sono tante persone che muoiono serenamente, però il maligno sa chi dover tentare fino all’ultimo; infatti sa che chiunque gli sfugge per lui è perduto. Lui, infatti, vorrebbe tutti all’inferno e si dispera quando vede qualcuno raggiungere il paradiso.
È vero che una delle grandi tentazioni con le quali il demonio attacca gli uomini è togliere dal cuore la fiducia nella misericordia di Dio?
Certo, anche quella è una tentazione! Dobbiamo sempre ricordare che Dio è amore, Dio è misericordia: Gesù ha ottenuto il perdono per noi.
Nel Padre Nostro diciamo: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori».
Quando ripeto questa frase penso sempre: “Signore, dacci la grazia di saperlo fare!”. Dobbiamo perdonare per essere perdonati; se non perdoniamo non possiamo essere perdonati.
L’assoluzione che riceviamo nel confessionale non è valida se ci sono rancori che non riusciamo a superare nei confronti di qualcuno.
Il Vangelo riporta una parabola illuminante che illustra questo concetto. È quella del padrone che chiama il suo servo e gli dice: «Tu hai un debito enorme con me». Possiamo immaginare una cifra molto alta, pari a cento miliardi; l’altro si butta in ginocchio e implora: «Aspetta, abbi pazienza, ti risarcirò».
Il creditore sa che non riuscirà mai a pagare e allora lo lascia andare: gli rimette il debito. Lo ha perdonato.
Uscendo, però, l’uomo incontra un compagno che gli doveva una piccola somma, sui cinquanta euro, indicativamente. Allora lo prende per la gola urlando: «Dammeli, dammeli!». L’altro si mette in ginocchio, si scusa, gli promette di restituirgli tutto.
Lui, però, non si lascia intenerire e lo fa mettere in prigione. Gli altri servi che hanno assistito a questo episodio vanno dal padrone e gli riferiscono quanto successo.
Questo, quindi, lo manda a chiamare: «Ha agito così con il tuo collega? Allora ritiro il condono che ti ho dato. Pagherai fino all’ultimo centesimo».
Prima l’aveva perdonato, ma ora ritira il perdono.
La conclusione è questa: «Così agisce il Padre mio con voi». Questo significa che se noi gli chiediamo il perdono Lui ce lo concede, ma se non ci comportiamo allo stesso modo, Lui lo cancella e non c’è niente da fare!
Perdonate e sarete perdonati. Se non perdonate, non sarete perdonati.
Mi sono dilungato molto su questo argomento, ma ritengo che siano cose davvero molto belle.
Molte volte la gente che viene tentata dal demonio si sente sola, priva del sostegno del prossimo. Lei certamente ha avuto casi di persone in questa situazione: com’è riuscito ad aiutarle?
Prima di tutto invitandole a pregare: anche se nessuno ci aiuta, il Signore e la Madonna ci seguono e ci sono vicini ed è a loro che dobbiamo rivolgerci.
Nessuno è solo, perché tutti abbiamo Dio.
Come fanno, gli eremiti, a vivere nel deserto, isolati da tutti, per anni e anni? Ebbene, non si sentono mai abbandonati, perché hanno il Padre celeste, la Vergine, gli angeli: una compagnia stupenda.
Quindi dobbiamo tornare a pregare. Allora sentiremo il Creatore che ci parla. Tante volte Gesù ha detto: «La comunione e l’adorazione sono due momenti in cui concedo tante grazie; eppure, anche se arrivo con le braccia piene di doni e mi metto all’ascolto, gli uomini non mi chiedono niente e resto deluso. Non sanno che posso offrire molto: basta chiedere e io darò loro quello che desiderano».
Dobbiamo rivolgerci al Signore, che non ci lascia mai; Lui c’è sempre e ci stanno accanto anche Maria, l’angelo custode e i santi, per esempio quello di cui portiamo il nome.
Se ci apriamo al mondo celeste non possiamo sentirci soli, perché il paradiso comincia già su questa terra, quando ci sentiamo uniti a chi ci ama.
Ecco perché i santi, anche nel dolore, erano allegri.
Faccio un esempio: Goethe, il grande poeta tedesco autore del Faust, ha lasciato scritto: «Oggi compio ottant’anni: le mie giornate sono state tutte tristi». Ho letto una frase di san Leonardo da Porto Maurizio, in un’epoca diversa, che comincia allo stesso modo, ma termina in tutt’altro tono: «Oggi compio ottant’anni: tutte le mie giornate sono state serene, anche quelle attraversate dalla croce». Che differenza rispetto al primo!
Ecco, se ci affidamo a Dio saremo sempre in sua compagnia.
L’arma migliore è rivolgersi a Dio, chiedere aiuto alla Madonna, a Gesù e ai santi?
Certo, se chiediamo aiuto lo riceveremo, però ci vuole fede! Infatti è importante pregare con fede: non basta limitarci a balbettare parole pensando, per esempio, alla partita di calcio.
In quel caso non funziona. Se invece ci rivolgiamo a Lui con cuore sincero possiamo essere certi che il Signore ci ascolta sempre: su questo non c’è dubbio.
Tra i mezzi spirituali utili per vincere la tentazione, la Chiesa raccomanda la vigilanza, la preghiera, la lotta spirituale per rifiutare il male. Potrebbe aggiungere qualcosa su questi modi di protezione?
Questi tre punti sono chiari e tutti molto importanti. Aggiungo che dobbiamo darci molto da fare e impegnarci per evitare che la tentazione ci vinca: dipende molto dalle compagnie che frequentiamo, da quello che leggiamo, dagli spettacoli a cui assistiamo, dall’uso che facciamo della televisione, di internet, eccetera. Solo se evitiamo tutte le cose negative siamo sicuri di resistere.
Se invece ci abbandoniamo a tutto ciò – se guardiamo programmi pornografici, se ammiriamo soltanto chi è ricco, chi ha soldi, chi ha macchine di lusso… – allora non supereremo mai le tentazioni, perché saremo orientati ai beni terreni e non a quelli celesti. Così cadremo nel peccato. Dobbiamo essere guardinghi e fuggire le occasioni potenzialmente pericolose.
È famoso un episodio che una volta era riportato in tutti i libretti chiamati Massime Eterne, che in passato erano molto diffusi e contenevano preghiere e storielle.
Si dice che una volta un cavaliere andò a trovare un eremita e gli chiese: «Padre, mi dica, che cosa debbo fare per essere gradito a Dio?». L’altro gli rispose: «Fuggi le tentazioni!».
«Lo so bene, grazie, ma mi dica un’altra massima importante per la vita!»
«Fuggi le tentazioni!»
«Grazie padre, ma vorrei un altro insegnamento che mi possa giovare!»
«Fuggi le tentazioni!»
Ecco, se non facciamo così e cominciamo a guardare le cose contrarie alle leggi di Dio, diventiamo vittime del male. Se invece stiamo attenti, ci salviamo.
Dobbiamo cercare di essere come la Madonna, che ha vissuto una vita in cui non c’è mai stata l’ombra di un peccato, ma nemmeno la curiosità di vedere qualcosa che fosse contro il Signore.
Sapeva custodire se stessa, custodire la vista, custodire il pensiero, custodire l’immaginazione, custodire il cuore. Se non riusciamo a proteggere i nostri sensi, cadiamo nelle tentazioni.
Quando custodiamo i sensi evitiamo le occasioni per cadere al peccato?
Sì, perché se cediamo alla tentazione da questa nasce necessariamente il peccato.
Uno dei mezzi per evitare le tentazioni è la lotta contro il peccato: la gente deve combattere per non cedere. Potrebbe spiegare meglio e commentare questo concetto?
Io dico questo: quando lottiamo contro il peccato e risultiamo vittoriosi, Dio ci regala una gioia che supera qualunque soddisfazione che avremmo avuto cedendo al male!
Il Signore, infatti, premia coloro che vincono le tentazioni, e lo fa subito: dona una mente serena, un sorriso perenne. Grazie a questo non cadiamo nel malumore e nella depressione, che oggi credo sia la malattia più diffusa.
Nelle farmacie pare che gli antidepressivi siano le medicine più richieste. Questo perché non abbiamo saputo rifiutare le p...

Índice

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. IL DIAVOLO, OGGI
  4. Prefazione
  5. Introduzione
  6. Domande introduttive
  7. I. L’azione di Satana nei tempi moderni
  8. II. Dalla tentazione alla possessione
  9. III. Le cause della vessazione, dell’ossessione, dell’infestazione e della possessione
  10. IV. L’esorcismo
  11. V. Come vivere dopo la liberazione dalla possessione
  12. VI. Chi può pregare per la liberazione delle persone?
  13. Domande conclusive
  14. Copyright
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Amorth, G. (2017). Il diavolo, oggi ([edition unavailable]). EDIZIONI PIEMME. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3297722/il-diavolo-oggi-le-ultime-parole-di-un-grande-esorcista-pdf (Original work published 2017)

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Amorth, Gabriele. (2017) 2017. Il Diavolo, Oggi. [Edition unavailable]. EDIZIONI PIEMME. https://www.perlego.com/book/3297722/il-diavolo-oggi-le-ultime-parole-di-un-grande-esorcista-pdf.

Harvard Citation

Amorth, G. (2017) Il diavolo, oggi. [edition unavailable]. EDIZIONI PIEMME. Available at: https://www.perlego.com/book/3297722/il-diavolo-oggi-le-ultime-parole-di-un-grande-esorcista-pdf (Accessed: 15 October 2022).

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Amorth, Gabriele. Il Diavolo, Oggi. [edition unavailable]. EDIZIONI PIEMME, 2017. Web. 15 Oct. 2022.