1. LâAZIONE ORDINARIA DEL DEMONIO
Adesso passiamo a un altro punto: lâazione ordinaria del demonio. Questa si riferisce alla tentazione: sappiamo, come ha detto, che ogni uomo viene tentato dal demonio, comâĂš successo anche alla Madonna e a GesĂč. Non le sembra che fin dallâinizio la vittoria di Satana consista proprio nel far apparire il male come un bene?
Esatto, la sua azione Ăš cominciata con Adamo ed Eva. Il maligno ha la capacitĂ di far apparire il male come un bene e di far credere che ci apporti un guadagno. Infatti, nel paradiso terrestre ha detto: «Dio vi ha proibito di mangiare di quellâalbero? Sapete perchĂ©? PerchĂ© se voi ne mangiate conoscerete il bene e il male e quindi sarete simili a Lui!».
Ha fatto questo ragionamento e la prima donna ci Ăš cascata. Poi Adamo ha fatto lo stesso e subito dopo ha cercato di giocare a scaricabarile con il Signore.
Questo infatti gli chiede: «Hai mangiato di quel frutto?».
«SĂŹ! Ă Eva che me lâha dato!»
«Tu glielâhai dato?»
«à il serpente che mi ha ingannato!»
Allora il Padre prima punisce il serpente, poi i nostri progenitori: dĂ a ciascuno il suo.
Potrebbe spiegarci, attraverso la sua esperienza, quali sono le tentazioni piĂč frequenti con le quali Satana agisce?
Senza dubbio quello che interessa di piĂč al demonio Ăš far cadere lâuomo nel peccato, allontanarlo da Dio; vuole che, invece di andare in paradiso, scenda con lui allâinferno. Ă questo che gli preme, in primo luogo.
Le altre cose, per lui, sono secondarie: perĂČ, come dicevamo prima, tenta tenendo conto di quali sono i punti deboli di ognuno e poi attacca proprio lĂŹ.
Incomincia da cose piccole, fa apparire il male come un bene, come un guadagno, come un modo di acquistare conoscenze che prima non avevamo.
Ricordo lâepisodio di quella ragazzina che poi, dopo essersi convertita, ha pubblicato un libro dove racconta la sua vita1. Unâamica le ripeteva continuamente: «Ma come, non sei ancora andata a letto con un uomo? Non ti vergogni?». CosĂŹ Ăš stata con un giovane ed Ăš subito rimasta incinta.
Allora si Ú sentita di nuovo dire: «Ma non ti vergogni di sentirti nei pasticci? Devi abortire, Ú cosÏ semplice! Lo fanno tutte!».
Capita spesso che una persona si senta invitata a fare il male come se fosse un bene: magari si tratta di unâazione molto comune a cui poco per volta si cede e che poi diventa un vizio, unâabitudine. A quel punto si cercano mille giustificazioni, ma non si pensa piĂč allâessenziale, cioĂš che quella cosa Ăš contraria alla legge del Signore. Si perde completamente il senso di Dio e non gli si crede piĂč.
Allora Satana tenterĂ ogni uomo fino alla morte?
Esatto, fino allâultimo giorno, e in moltissimi casi ci sono tentazioni fortissime addirittura sul letto di morte.
Per le persone che sono lontane da Dio e per quelli che sono giĂ nelle mani del diavolo non câĂš piĂč bisogno di niente, ormai sono giĂ perduti! Certamente, perĂČ, Satana li sorveglia sino alla fine, perchĂ© non si convertano allâultimo momento.
Ho avuto un grande maestro di esorcismi, padre Candido Amantini, un vero e proprio santo, per il quale Ăš stata avviata la causa di beatificazione. Ha compiuto il suo ministero per trentasei anni a Roma, ma negli ultimi giorni ha subito attacchi molto intensi da parte del demonio. Io lâho assistito giorno e notte e ho visto che prima si contraeva e poi si rasserenava: quel finale significava che aveva vinto lui, resistendo. Con quale forza Ăš stato assalito, poco prima di morire!
Ci sono tante persone che muoiono serenamente, perĂČ il maligno sa chi dover tentare fino allâultimo; infatti sa che chiunque gli sfugge per lui Ăš perduto. Lui, infatti, vorrebbe tutti allâinferno e si dispera quando vede qualcuno raggiungere il paradiso.
Ă vero che una delle grandi tentazioni con le quali il demonio attacca gli uomini Ăš togliere dal cuore la fiducia nella misericordia di Dio?
Certo, anche quella Ăš una tentazione! Dobbiamo sempre ricordare che Dio Ăš amore, Dio Ăš misericordia: GesĂč ha ottenuto il perdono per noi.
Nel Padre Nostro diciamo: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori».
Quando ripeto questa frase penso sempre: âSignore, dacci la grazia di saperlo fare!â. Dobbiamo perdonare per essere perdonati; se non perdoniamo non possiamo essere perdonati.
Lâassoluzione che riceviamo nel confessionale non Ăš valida se ci sono rancori che non riusciamo a superare nei confronti di qualcuno.
Il Vangelo riporta una parabola illuminante che illustra questo concetto. Ă quella del padrone che chiama il suo servo e gli dice: «Tu hai un debito enorme con me». Possiamo immaginare una cifra molto alta, pari a cento miliardi; lâaltro si butta in ginocchio e implora: «Aspetta, abbi pazienza, ti risarcirĂČ».
Il creditore sa che non riuscirĂ mai a pagare e allora lo lascia andare: gli rimette il debito. Lo ha perdonato.
Uscendo, perĂČ, lâuomo incontra un compagno che gli doveva una piccola somma, sui cinquanta euro, indicativamente. Allora lo prende per la gola urlando: «Dammeli, dammeli!». Lâaltro si mette in ginocchio, si scusa, gli promette di restituirgli tutto.
Lui, perĂČ, non si lascia intenerire e lo fa mettere in prigione. Gli altri servi che hanno assistito a questo episodio vanno dal padrone e gli riferiscono quanto successo.
Questo, quindi, lo manda a chiamare: «Ha agito cosĂŹ con il tuo collega? Allora ritiro il condono che ti ho dato. Pagherai fino allâultimo centesimo».
Prima lâaveva perdonato, ma ora ritira il perdono.
La conclusione Ăš questa: «CosĂŹ agisce il Padre mio con voi». Questo significa che se noi gli chiediamo il perdono Lui ce lo concede, ma se non ci comportiamo allo stesso modo, Lui lo cancella e non câĂš niente da fare!
Perdonate e sarete perdonati. Se non perdonate, non sarete perdonati.
Mi sono dilungato molto su questo argomento, ma ritengo che siano cose davvero molto belle.
Molte volte la gente che viene tentata dal demonio si sente sola, priva del sostegno del prossimo. Lei certamente ha avuto casi di persone in questa situazione: comâĂš riuscito ad aiutarle?
Prima di tutto invitandole a pregare: anche se nessuno ci aiuta, il Signore e la Madonna ci seguono e ci sono vicini ed Ăš a loro che dobbiamo rivolgerci.
Nessuno Ú solo, perché tutti abbiamo Dio.
Come fanno, gli eremiti, a vivere nel deserto, isolati da tutti, per anni e anni? Ebbene, non si sentono mai abbandonati, perché hanno il Padre celeste, la Vergine, gli angeli: una compagnia stupenda.
Quindi dobbiamo tornare a pregare. Allora sentiremo il Creatore che ci parla. Tante volte GesĂč ha detto: «La comunione e lâadorazione sono due momenti in cui concedo tante grazie; eppure, anche se arrivo con le braccia piene di doni e mi metto allâascolto, gli uomini non mi chiedono niente e resto deluso. Non sanno che posso offrire molto: basta chiedere e io darĂČ loro quello che desiderano».
Dobbiamo rivolgerci al Signore, che non ci lascia mai; Lui câĂš sempre e ci stanno accanto anche Maria, lâangelo custode e i santi, per esempio quello di cui portiamo il nome.
Se ci apriamo al mondo celeste non possiamo sentirci soli, perché il paradiso comincia già su questa terra, quando ci sentiamo uniti a chi ci ama.
Ecco perché i santi, anche nel dolore, erano allegri.
Faccio un esempio: Goethe, il grande poeta tedesco autore del Faust, ha lasciato scritto: «Oggi compio ottantâanni: le mie giornate sono state tutte tristi». Ho letto una frase di san Leonardo da Porto Maurizio, in unâepoca diversa, che comincia allo stesso modo, ma termina in tuttâaltro tono: «Oggi compio ottantâanni: tutte le mie giornate sono state serene, anche quelle attraversate dalla croce». Che differenza rispetto al primo!
Ecco, se ci affidamo a Dio saremo sempre in sua compagnia.
Lâarma migliore Ăš rivolgersi a Dio, chiedere aiuto alla Madonna, a GesĂč e ai santi?
Certo, se chiediamo aiuto lo riceveremo, perĂČ ci vuole fede! Infatti Ăš importante pregare con fede: non basta limitarci a balbettare parole pensando, per esempio, alla partita di calcio.
In quel caso non funziona. Se invece ci rivolgiamo a Lui con cuore sincero possiamo essere certi che il Signore ci ascolta sempre: su questo non câĂš dubbio.
Tra i mezzi spirituali utili per vincere la tentazione, la Chiesa raccomanda la vigilanza, la preghiera, la lotta spirituale per rifiutare il male. Potrebbe aggiungere qualcosa su questi modi di protezione?
Questi tre punti sono chiari e tutti molto importanti. Aggiungo che dobbiamo darci molto da fare e impegnarci per evitare che la tentazione ci vinca: dipende molto dalle compagnie che frequentiamo, da quello che leggiamo, dagli spettacoli a cui assistiamo, dallâuso che facciamo della televisione, di internet, eccetera. Solo se evitiamo tutte le cose negative siamo sicuri di resistere.
Se invece ci abbandoniamo a tutto ciĂČ â se guardiamo programmi pornografici, se ammiriamo soltanto chi Ăš ricco, chi ha soldi, chi ha macchine di lusso⊠â allora non supereremo mai le tentazioni, perchĂ© saremo orientati ai beni terreni e non a quelli celesti. CosĂŹ cadremo nel peccato. Dobbiamo essere guardinghi e fuggire le occasioni potenzialmente pericolose.
Ă famoso un episodio che una volta era riportato in tutti i libretti chiamati Massime Eterne, che in passato erano molto diffusi e contenevano preghiere e storielle.
Si dice che una volta un cavaliere andĂČ a trovare un eremita e gli chiese: «Padre, mi dica, che cosa debbo fare per essere gradito a Dio?». Lâaltro gli rispose: «Fuggi le tentazioni!».
«Lo so bene, grazie, ma mi dica unâaltra massima importante per la vita!»
«Fuggi le tentazioni!»
«Grazie padre, ma vorrei un altro insegnamento che mi possa giovare!»
«Fuggi le tentazioni!»
Ecco, se non facciamo cosĂŹ e cominciamo a guardare le cose contrarie alle leggi di Dio, diventiamo vittime del male. Se invece stiamo attenti, ci salviamo.
Dobbiamo cercare di essere come la Madonna, che ha vissuto una vita in cui non câĂš mai stata lâombra di un peccato, ma nemmeno la curiositĂ di vedere qualcosa che fosse contro il Signore.
Sapeva custodire se stessa, custodire la vista, custodire il pensiero, custodire lâimmaginazione, custodire il cuore. Se non riusciamo a proteggere i nostri sensi, cadiamo nelle tentazioni.
Quando custodiamo i sensi evitiamo le occasioni per cadere al peccato?
SÏ, perché se cediamo alla tentazione da questa nasce necessariamente il peccato.
Uno dei mezzi per evitare le tentazioni Ăš la lotta contro il peccato: la gente deve combattere per non cedere. Potrebbe spiegare meglio e commentare questo concetto?
Io dico questo: quando lottiamo contro il peccato e risultiamo vittoriosi, Dio ci regala una gioia che supera qualunque soddisfazione che avremmo avuto cedendo al male!
Il Signore, infatti, premia coloro che vincono le tentazioni, e lo fa subito: dona una mente serena, un sorriso perenne. Grazie a questo non cadiamo nel malumore e nella depressione, che oggi credo sia la malattia piĂč diffusa.
Nelle farmacie pare che gli antidepressivi siano le medicine piĂč richieste. Questo perchĂ© non abbiamo saputo rifiutare le p...