Canto alla durata
Peter Handke, Hans KitzmĂŒller
- 72 pages
- Italian
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Canto alla durata
Peter Handke, Hans KitzmĂŒller
Ă propos de ce livre
Prendendo spunto da Goethe, «maestro del dire essenziale», Handke propone in questo poemetto una sua personale ricerca sul concetto di durata, l'entitĂ che fornisce contorno a quanto ha la tendenza a dissolversi. Connessa al ripetersi degli eventi quotidiani, ma al contempo svincolata dalla permanenza in luoghi o itinerari consueti, la sensazione della durata Ăš l'esito della fedeltĂ a ciĂČ che l'individuo sente come piĂș profondamente proprio: fedeltĂ al divenire di una persona, fedeltĂ a «certe piccole cose» che ci accompagnano «in tutti i traslochi», fedeltĂ infine a determinati luoghi, un lago, una piazza, una sorgente alla periferia di Parigi. La durata tuttavia non esiste a priori, bisogna cercarla, andarle incontro, trovare un punto di mai definitiva, instabile quiete. La poesia - dice Handke - Ăš uno dei migliori supporti in questa ricerca interiore. Ed Ăš dunque naturale che questo libro di meditazione filosofica sia stato scritto in versi, quasi per bussare alla porta di quella condizione sapienziale tipica della poesia di ogni tempo.
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Peter Handke
Canto alla durata
Traduzione e postfazione di Hans KitzmĂŒller
Canto alla durata
Gedicht an die Dauer
Ă da tanto che voglio scrivere qualcosa sulla durata,non un saggio, non un testo teatrale, non una storia âla durata induce alla poesia.Voglio interrogarmi con un canto,voglio ricordare con un canto,dire e affidare a un cantocosâĂš la durata.Quante volte ho avvertito la duratanei primi segni di primavera alla Fontaine Sainte-Marie,nel vento notturno della Porte dâAuteuil,nel sole estivo del Carso,nellâincamminarmi allâalba verso casa dopo unâintesa.Quel senso di durata, cosâera?Era un periodo di tempo?Qualcosa di misurabile? Una certezza?No, la durata era una sensazione,la piĂș fugace di tutte le sensazioni,spesso piĂș veloce di un attimo,non prevedibile, non controllabile,inafferrabile, non misurabile.Eppure con il suo aiutoavrei potuto affrontare sorridendo ogni avversarioe disarmarloe se mi considerava un uomo malvagiolâavrei convinto a pensare:«Egli Ăš buono!»e se esistesse un Diosarei stato la sua creaturafinchĂ© provavo quella sensazione della durata.Proprio ieri nel Waagplatz a Salisburgonel frastuono della folla sempre intenta a far la spesa,udendo una vocecome proveniente dallâaltra parte della cittĂchiamare il mio nome,mi sono accorto in quello stesso istantedi aver dimenticato su una bancarellail testo della Ripetizioneche stavo portando alla postae nel tornare indietro di corsa ho sentito quellâaltra voceche un quarto di secolo primanel silenzio notturno di un sobborgo di Graz,dallâaltro capo di una lunga strada diritta e deserta,si era rivolta a me con eguale premura e come dallâaltoe mi venne cosĂ di descriverela sensazione della duratacome il momento in cui ci si mette in ascolto,il momento in cui ci si raccoglie in se stessi,in cui ci si sente avvolgere,il momento in cui ci si sente raggiungereda cosa? Da un sole in piĂș,da un vento fresco,da un delicato accordo senza suonoin cui tutte le dissonanze si compongono e si fondono assieme.«Ci vogliono giorni, passano anni»:Goethe, mio eroee maestro del dire essenziale,anche questa volta hai colto nel segno:la durata ha a che fare con gli anni,con i decenni, con il tempo della nostra vita:ecco, la durata Ăš la sensazione di vivere.Inutile forse direche la durata non nascedalle catastrofi di ogni giorno,dal ripetersi delle contrarietĂ ,dal riaccendersi di nuovi conflitti,dal conteggio delle vittime.Il treno in ritardo come al solito,lâauto che di nuovo ti schizza addossolo sporco di una pozzanghera,il vigile che col dito ti fa cennodallâaltro lato della strada, uno con i baffi(non quello ben rasato di ieri),la morchella che ogni anno rispuntain un angolo diverso nel folto del giardino,il cane del vicino che ogni mattina ti ringhia contro,i geloni dei bambini che ogni invernotornano a pizzicare,quel sogno terrorizzante sempre ugualedi perdere la donna amata,lâeterno nostro sentirci improvvisamente estraneifra un respiro e lâaltro,lo squallore del ritorno nel tuo paesedopo i tuoi viaggi di esplorazione del mondo,quelle miriadi di morti anticipatedi notte prima del canto degli uccelli,ogni giorno la radio che racconta un attentato,ogni giorno uno scolaro investito,ogni giorno gli sguardi cattivi dello sconosciuto:Ăš vero che tutto questo non passaâ non passerĂ mai, non finirĂ mai â,ma non ha la forza della durata,non emana il calore della durata,non dĂ il conforto della durata.Necessario invece distinguere:neanche «i ...
Table des matiĂšres
- Copertina
- Canto alla durata
- Postfazione
- Il libro
- Lâautore
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