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TRAUMATOLOGIA FORENSE
con la collaborazione di Paolo Fais e Federica Fersini
Nel capitolo della Traumatologia forense si considerano tradizionalmente gli effetti lesivi sull’organismo degli agenti traumatizzanti, di quegli agenti dotati cioè di intrinseca capacità di produrre, con violenza, un’alterazione somatica, anatomica o funzionale. Poiché la capacità lesiva di questi agenti è funzione della loro energia, gli effetti lesivi possono distinguersi non solo per le caratteristiche del meccanismo di azione degli agenti ma anche per i livelli di energia che li caratterizzano.
Lo studio della Traumatologia in Medicina Legale ha finalità eminentemente applicative, essendo compito del medico-legale il riconoscimento della natura delle lesioni e dei mezzi che le hanno prodotte. Ma non si esaurisce in questo il compito del medico-legale, perché hanno interesse, oltre agli accertamenti sugli effetti lesivi e sulle loro conseguenze cliniche, anche quelli volti a stabilire quali siano state le compromissioni funzionali, le conseguenze temporanee o permanenti sull’integrità fisica o psichica, sull’incapacità al lavoro o alle ordinarie occupazioni, ecc..
Di solito lo studio delle lesioni traumatiche segue criteri di classificazione che si basano sulle caratteristiche degli agenti traumatici e anche in questa esposizione si seguirà questo criterio.
Se volessimo considerare in modo unitario i possibili agenti responsabili di lesioni, si dovrebbe cercare di considerare i diversi agenti lesivi sia in rapporto alla loro natura che in rapporto al loro livello energetico. In tale concezione potremmo ordinare gli agenti lesivi di natura fisica in una scala crescente di livelli energetici e iniziare con le lesioni da energia meccanica, per terminare, almeno attualmente, con le lesioni da energia radiante.
Un tentativo di giungere ad un simile tipo di classificazione potrebbe essere rappresentato dallo schema annesso.
Recentemente, partendo da una concezione unitaria della patogenesi dei danni traumatici, si è giunti ad una distinzione dei diversi tipi di trauma, intendendo per trauma ogni evento di danno somatico, con o senza alterazioni strutturali, dovuto all’interazione dell’organismo con agenti fisico-chimici e con conseguente trasferimento di energia ai tessuti. Il danno può assumere l’aspetto esteriore o morfologico di una lesione, di una ferita, o anche di uno scompenso funzionale, come nel caso delle reazioni riflesse vasomotorie o per l’evocazione di riflessi cardio-inibitori.
Nella concezione sopraddetta i traumi potevano essere distinti, a seconda del tipo di energia responsabile degli effetti dannosi, in:
a. traumi meccanici, nei quali la forza lesiva è rappresentata dall’energia meccanica;
b. traumi chimici, nei quali l’energia lesiva deriva da uno scambio energetico per reazione di un prodotto chimico con il substrato biologico;
c. traumi termici, da temperature alte o basse, nei quali i danni derivano dallo scambio di temperatura tra tessuti e sorgente termica;
d. traumi elettrici, dovuti al trasferimento di energia elettrica;
e. traumi barici, nei quali i danni sono dovuti alle modificazioni biofisiche derivanti dal cambiamento, in più od in meno, del normale livello barico ambientale, sia in aria che in mezzi liquidi;
f. radiolesioni, dovute ad interazione tra materia ed energia radiante.
Vi sono Autori che sottolineano l’opportunità, nella Traumatologia Medico-legale, non già - come è classico fare - di distinguere le lesioni in ragione degli stru-menti o mezzi che le hanno prodotte, ma di fare riferimento all’azione che tali strumenti e mezzi possono realizzare per produrre lesioni (azione pungente, tagliente, contundente, ecc.). Le stesse caratteristiche statiche che condizionano le particolarità lesive di un’arma, strumento nato con un determinato fine, possono essere infatti possedute da strumenti costruiti con finalità lavorative o da oggetti che solo occasionalmente assumono una determinata sagomatura (ad es. lo spezzone di un vetro, un frammento di lamiera); d’altra parte lo stesso mezzo può produrre effetti diversi secondo la modalità con cui esso agisce. Lo studio medico-legale delle lesioni traumatiche è anzitutto identificazione dell’azione lesiva; il riconoscimento specifico del mezzo - se disponibile - segue in termini di compatibilità o di affidante attribuzione per altri criteri (stigmate del mezzo, presenza di tracce biologiche su di esso ecc.).
10.2 LESIONI DA ENERGIA MECCANICA
Le lesioni da energia meccanica costituiscono il gruppo causale più importante della traumatologia, quello che ricorre con maggiore frequenza nell’ambito delle lesioni accidentali, in particolare quelle connesse con lo svolgimento delle attività lavorative, con il traffico veicolare ed anche le più ricorrenti nel settore dei reati contro la vita e l’incolumità individuale. A questo gruppo si deve quindi dare una conveniente considerazione.
10.3 LESIONI DA CONTUNDENTE
Sono agenti contundenti quegli agenti solidi che operano, per ledere, esplicando la loro energia meccanica mediante un’azione di pressione.
L’energia di cui sono dotati è direttamente proporzionale alla loro massa ed alla loro accelerazione e l’azione lesiva si realizza nel momento in cui questi mezzi trasferiscono la loro energia su un corpo che si oppone al trasferimento stesso.
Gli agenti contundenti non hanno caratteristiche fisiche e morfologiche peculiari, dato che l’azione contundente è realizzata da corpi sprovvisti della capacità di concretare altre azioni lesive, come quella di tagliare, pungere, fendere, ecc. È per questo motivo, che è praticamente illimitato il numero dei corpi contundenti e che qualsiasi oggetto purché provvisto di una massa conveniente, può agire come contundente. Per questo motivo è opportuno distinguere tra gli agenti contundenti i mezzi di offesa-difesa naturali degli esseri animali (come i pugni, le ginocchia, i gomiti, i piedi e - entro certi limiti - anche i denti) dagli strumenti artificiali di offesa quali le mazze, i tirapugni o pugno di ferro, gli sfollagente. Da questi si distinguono gli strumenti di offesa-difesa occasionali e gli agenti contundenti accidentali. Dei primi fanno parte oggetti che realizzati per azioni diverse possono essere impiegati per ledere sotto la spinta di necessità impellenti (rami di alberi, pietre, bottiglie, utensili vari), tra i secondi si annoverano invece le ruote dei veicoli, gli ingranaggi di macchine utensili, ecc.
Può essere che il meccanismo lesivo non sia unicamente quello pressorio, essendo possibile che si associ un meccanismo di trazione, quando la resistenza della struttura compressa favorisca movimenti di dislocazione, per cui si verificano lesioni dovute a stiramento di quelle strutture che in qualsiasi modo si oppongano alle dislocazioni.
Sono tipiche lesioni contusive le:
· irritazioni,
· escoriazioni,
· ecchimosi,
· ferite lacero-contuse,
· lacerazioni viscerali,
· fratture scheletriche.
Sono sicuramente la forma più lieve delle lesioni contusive, causate da traumi di moderata violenza lesiva e capaci di provocare solo turbe di carattere funzionale che si manifestano, a livello cutaneo-mucoso, con disturbi vasomotori (pallore o arrossamenti, edemi) e neurologici (reazione dolorifica) di breve durata, effetti che di solito non giungono all’osservazione del medico. Sotto il profilo penalistico le irritazioni cutanee configurano tipicamente il delitto di percosse.
Talora le irritazioni possono rendersi manifeste anche a livello di altre strutture funzionalmente importanti, quali quelle vascolari o nervose, potendone derivare fatti lesivi di maggiore importanza, come nel caso di atonia della parete arteriosa o dell’evocazione di riflessi inibitori.
A livello cutaneo l’irritazione può assumere l’aspetto di un fatto cronico, per il ripetersi di traumatismi ravvicinati nel tempo e agenti sempre nella stessa sede. In questi casi possono verificarsi delle ipercheratosi, come nel caso delle callosità professionali, delle lesioni distrofiche e dei quadri di edema cronico.
Le escoriazioni sono le lesioni contusive provocate da un’azione lesiva dotata di non rilevante energia, distribuita su una superficie più o meno ampia, da parte di un corpo dotato di superficie irregolare o scabrosa. Il fatto lesivo caratterizzante è rappresentato dall’asportazione degli strati più superficiali della cute, l’epidermide, con esposizione del corion. La perdita dell’epidermide è causa di emorragia o di essudazione sierosa, ragion per cui l’escoriazione presenta un’evoluzione con formazione di una crosta, al di sotto della quale si verifica la cicatrizzazione.
Le escoriazioni si producono per effetto di un duplice meccanismo di pressione e strisciamento, quest’ultimo esercitante una trazione sulle strutture epidermiche che sono sottoposte ad una dislocazione che favorisce la formazione di lembetti epidermici il cui orientamento indica la direzione con la quale lo strisciamento si è verificato (vedi
Fig. 10.1).
Poiché le escoriazioni si producono per effetto dell’attrito tra superficie contundente e superficie resistente, il fondo delle escoriazioni è irregolare e può riprodurre le irregolarità del corpo contundente; questa irregolarit...