Arianna
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Arianna

Le insidie dell'amore

Silvia Romani,Gabriele Dadati, AA.VV., Silvia Romani

  1. Italian
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Arianna

Le insidie dell'amore

Silvia Romani,Gabriele Dadati, AA.VV., Silvia Romani

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Informazioni sul libro

Decifrare il nome di questa eroina sembra difficile, ma in realtà non lo è poi così tanto: la potremmo chiamare la "tutta pura", la "tutta bella", la "tutta luminosa". Niente di strano se pensiamo che Arianna è la figlia di Pasifae, la "luminosa" per l'appunto, a sua volta nata dal Sole; e che suo fratello Asterione (uno dei nomi con cui veniva chiamato il Minotauro) aveva radici di stella. La figlia di Minosse ricorda, quindi, una stella cadente e non è difficile immaginarla nel ruolo di signora del labirinto, capace di attrarre senza rimedio lo sguardo e il cuore del capitano di una nave che viene da Atene, portando con sé un presagio di morte.

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Informazioni

Editore
Pelago
Anno
2021
ISBN
9791280714473

Antologia

Dioniso e Arianna guidano una quadriga di pantere sul portale della facciata del Teatro dell’Opera di Dresda.
Dioniso e Arianna guidano una quadriga di pantere sul portale della facciata del Teatro dell’Opera di Dresda.

Arianna dalla bella chioma

Non sappiamo quale identità artistica si celi dietro il primo poeta della cultura occidentale, Omero, né se questi abbia composto sia l’Iliade sia l’Odissea. Quel che sappiamo per certo, tuttavia, è che l’Iliade era pensata come una sorta di enciclopedia della cultura omerica: una società che non conosce l’uso della scrittura e che quindi si affida al canto, orale, per conoscere se stessa e il mondo. Il XVIII canto è qualcosa di più: rappresenta un tentativo di rendere a parole un’immagine, anzi un oggetto; lo scudo famoso che il dio fabbro Efesto aveva forgiato per il più grande degli Achei, Achille, rimasto privo di armatura. Sul prezioso balteo si srotolavano in cerchi concentrici lavori nei campi e processi, città e campagne, viti, zolle umide e una danza: la celebre danza del labirinto che l’artigiano Dedalo aveva inventato per compiacere la figlia del suo signore, Arianna, e intrattenerla. Era ballata da giovani danzatori provenienti dalla miglior gioventù cretese: metà ragazzi, metà ragazze che si tenevano per mano e correvano veloci sulla superficie dello scudo.
E lì una danza intrecciò lo zoppo famoso
simile a quella che un tempo nella vasta Cnosso
Dedalo aveva inventato per Arianna dalla bella
chioma. Qui giovani e fanciulle che valevano molti
buoi danzavano, tenendosi i polsi con le mani;
le une indossavano veli leggeri, gli altri chitoni
raffinati, che lucevano dolcemente d’olio.
Le ragazze portavano belle corone, i ragazzi
spade d’oro e cinture d’argento.
Talvolta, fidando nei piedi, correvano veloci,
come la ruota ben fatta quando il vasaio
seduto fra le mani la fa girare, per osservarne
il moto. Altre volte correvano gli uni verso gli
altri, in fila. Attirata dal fascino della danza, si
adunava una folla rapita.a
Immagine di Arianna

Fedra e Arianna

È la maga Circe a guidare Odisseo verso il mondo tenebroso dei Cimmeri, che vivono immersi nell’ombra, senza mai vedere la luce del sole. Quando la nave dell’eroe getta l’ancora di fronte a quelle terre nebbiose, sa bene di trovarsi di fronte a uno degli accessi al mondo infernale. Oltre la corrente di Oceano vivono infatti le “teste senza vita” dei morti: ombre pallide, senza memoria e senza speranza, a cui Odisseo si rivolge nel tentativo di distinguere, in quell’oscurità, il fantasma dell’indovino Tiresia, il solo in grado di rivelargli la rotta per tornare a casa, a Itaca. Gli verranno incontro gli spiriti senza corpo di persone comuni e di grandi eroi, ma anche la madre Anticlea e una nutrita serie di donne del mito, ormai confinate per sempre ad abitare una galleria gotica di ritratti smorti. Fra queste, l’una a fianco all’altra, come non sono mai state in vita, ecco le due sorelle Fedra e Arianna, figlie di Minosse funesto. Una lettura inconsueta della fine di quest’eroina cretese ci permette di collocare nello stesso momento, su una spiaggia insulare, Teseo, Dioniso e la dea Artemide che qui viene invocata nel suo ruolo mortifero.
Vidi allora Fedra e Procri e Arianna la bella,
figlia di Minosse funesto, che un tempo Teseo
voleva condurre con sé da Creta alla sacra
rocca d’Atene, ma non ne godette; l’uccise prima
Artemide a Dia cinta dai flutti, con Dioniso a
testimone.b
Immagine di Arianna

Le Vite parallele

«Ci sia consentito dunque di sottomettere l’elemento mitico, purificato, alla ragione e di fargli prendere sembianze di storia» (traduzione italiana di Carmine Ampolo): con queste parole Plutarco di Cheronea, in Beozia, il più prolifico autore di tutta la letteratura greca, chiarisce lo scopo del suo lavoro; quello di presentare, nella forma di Vite parallele, le vicende esemplari di figure storiche e, talvolta, di personaggi nati nel territorio del mito, ai fini di rivelare somiglianze e diversità, ma soprattutto di sottomettere al logos il territorio anarchico e, talvolta, irrazionale della biografia eroica. Quando non c’è credibilità o certezza, là abitano i poeti e i mitografi, dice ancora Plutarco. Teseo è messo a confronto con Romolo e talvolta pare, attraverso gli occhi dello scrittore, un esempio un po’ zoppo di eroe, preso com’è fin dall’inizio della sua vita dalla sua patologica passione per le donne e dalla brama di potere. Un’anima nera che strappa più di una volta esclamazioni di disapprovazione al suo biografo: uomo politico, viaggiatore, biografo, filosofo, storico, ma anche, e forse soprattutto, sacerdote del tempio di Delfi nel I secolo d.C.
[19] Quando raggiunse Creta con la sua nave, la maggior parte degli storici e poeti ci dice che ottenne da Arianna, che si era innamorata di lui, il famoso filo, ed essendo stato istruito su come districarsi nei meandri del Labirinto, uccise il Minotauro e salpò con Arianna e i giovinetti. Ferecide racconta che Teseo distrusse anche le navi cretesi, privandoli quindi della possibilità di seguirlo. E Damone dice anche che il Tauro, il generale di Minosse, è stato ucciso nel corso di una battaglia navale da lui avviata nel porto, quando Teseo stava per prendere il largo. Ma, secondo il racconto di Filocoro, Minosse aveva bandito i giochi funebri, e poiché ci si aspettava che il Tauro sbaragliasse tutti i suoi avversari, per questo era malvisto. Il suo cattivo carattere ha reso odioso il suo potere, e fu accusato di troppa intimità con Pasife. Pertanto, quando Teseo ha chiesto il privilegio di combattere contro di lui, Minosse acconsentì. E poiché era costume a Creta che anche le donne potessero assistere ai giochi, Arianna era presente, e fu colpita dall’aspetto di Teseo, e fu colma di ammirazione per la sua prestanza, quando vinse tutti i suoi avversari.
Anche Minosse ne fu contento, soprattutto per la vittoria sul Tauro e per l’averlo umiliato.
Per questo restituì a Teseo gli ostaggi, e gli rimise il tributo alla città.
Clidemo dà un resoconto particolareggiato e ampio di questi eventi, risalendo ai tempi antichi.
C’era, dice, un decreto comune a tutti gli Elleni, secondo il quale nessuna trireme poteva uscire da alcun porto con un equipaggio superiore a cinquanta uomini.
L’unica eccezione fu fatta per Giasone, che prese il mare con una trireme carica di uomini per cacciare i pirati.
Ora, quando Dedalo fuggì con una nave, alla volta di Atene, Minosse, violando il decreto, lo inseguì con le sue navi da guerra e fu scagliato da una tempesta sulle coste della Sicilia, dove trovò la morte.
E quando Deucalione, il figlio, che era in guerra contro gli Ateniesi, inviò messi per chiedere la restituzione di Dedalo minacciando, in caso di rifiuto, di mettere a morte i giovani che Minosse aveva preso come ostaggi, Teseo gli rispose diplomaticamente, dicendo che Dedalo era suo cugino, congiunto per sangue, essendo figlio di Merope, figlia di Eretteo. Ma intanto si accinse a costruire una flotta, parte in patria, nella città di Timetadi, lontano dalla rotta abituale per gli stranieri, e parte, sotto la direzione di Pitteo, a Trezene, volendo che il suo proposito rimanesse segreto. Quando le sue navi furono pronte, partì, prendendo Dedalo e alcuni esuli da Creta come sue guide, e dal momento che nessuno dei Cretesi sapeva del suo disegno, ma pensavano che le navi che si stavano avvicinando fossero amiche, Teseo si impadronì del porto, sbarcò i suoi uomini, e raggiunse Cnosso, sorprendendo i nemici.
Diede loro battaglia all’ingresso del Labirinto, uccise Deucalione e la sua scorta. E poiché Arianna era ora al governo della città, fece con lei un trattato di pace, ricevette di nuovo i giovani ostaggi, e stabilì l’amicizia tra gli Ateniesi e i Cretesi, che giurarono di non riprendere più le ostilità.
[20] Ci sono molt...

Indice dei contenuti

  1. Collana
  2. Frontespizio
  3. Copyright
  4. Indice
  5. Introduzione di Giulio Guidorizzi
  6. Il racconto del mito di Silvia Romani
  7. Genealogia
  8. Variazioni sul mito di Gabriele Dadati
  9. Antologia
  10. Per saperne di più
  11. Piano dell’opera
Stili delle citazioni per Arianna

APA 6 Citation

Romani, S., & Dadati, G. (2021). Arianna ([edition unavailable]). Pelago. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3165648/arianna-le-insidie-dellamore-pdf (Original work published 2021)

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Romani, Silvia, and Gabriele Dadati. (2021) 2021. Arianna. [Edition unavailable]. Pelago. https://www.perlego.com/book/3165648/arianna-le-insidie-dellamore-pdf.

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Romani, S. and Dadati, G. (2021) Arianna. [edition unavailable]. Pelago. Available at: https://www.perlego.com/book/3165648/arianna-le-insidie-dellamore-pdf (Accessed: 15 October 2022).

MLA 7 Citation

Romani, Silvia, and Gabriele Dadati. Arianna. [edition unavailable]. Pelago, 2021. Web. 15 Oct. 2022.