PROLOGO1
Idio vi salvi, benigni uditori,2
quando e’ par che dependa
questa benignità da lo esser grato.3
Se voi seguite di non far romori,4
noi vogliàn che s’intenda
un nuovo5 caso in questa terra6 nato.
Vedete l’apparato,
qual or vi si dimostra:7
quest’è Firenze vostra;8
un’altra volta sarà Roma o Pisa :9
cosa da smascellarsi per le risa.10
Quello uscio che mi è qui in su la man ritta,11
la casa è d’un dottore
che imparò in sul Buezio legge assai;12
quella via che è colà in quel canto fitta,13
è la via dello Amore,14
dove chi casca non si rizza mai.15
Conoscer poi potrai
a l’abito d’un frate16
qual priore o abate17
abiti el tempio che all’incontro è posto,18
se di qui non ti parti troppo tosto.19
Un giovane, Callimaco Guadagni,20
venuto or da Parigi,
abita là in quella sinistra porta.
Costui, fra tutti gli altri buon compagno,21
a’ segni e a’ vestigi22
l’onor di gentilezza e pregio porta.23
Una giovane accorta24
fu da lui molto amata,
e per questo ingannata
fu, come intenderete, e io vorrei
che voi25 fussi ingannate come lei.26
La favola Mandragola27 si chiama:28
la cagion voi vedrete
nel recitarla, com’i’ m’indovino.29
Non è el componitor di molta fama;30
pur, se vo’ non ridete,
egli è contento di pagarvi il vino.31
Un amante meschino,32
un dottor poco astuto,33
un frate mal vissuto,34
un parassito di malizia el cucco,35
fien questo giorno36 el vostro badalucco.37
E se questa materia non è degna,
per esser pur leggieri,
d’un uom che voglia parer saggio e grave,38
scusatelo con questo: che s’ingegna
con questi van pensieri
fare el suo tristo tempo più suave,39
perché altrove non have
dove voltare el viso:40
ché gli è stato interciso41
monstrar con altre imprese altra virtue,42
non sendo premio alle fatiche sue.43
El premio che si spera44 è che ciascuno
si sta da canto e ghigna,
dicendo mal di ciò che vede o sente.45
Di qui depende, senza dubbio alcuno,
che per tutto traligna
da l’antica virtù el secol presente;46
imperò che47 la gente,
vedendo ch’ognun biasma,48
non s’affatica e spasma49
per far con mille sua50 disagi un’opra
che ’l vento guasti o la nebbia ricuopra.51
Pur se credessi52 alcun dicendo male53
tenerlo pe’ capegli
e sbigottirlo o ritirarlo in parte,54
io lo ammonisco55 e dico a questo tale
che sa dir male anch’egli,
e come questa fu la sua prim’arte;56
e come, in ogni parte
del mondo ove el «sì» sona,57
non istima persona,58
ancor che facci sergeri59 a colui
che può portar miglior mantel di lui.60
Ma lasciàn pur dir male a chiunque vole:61
torniamo al caso nostro,62
acciò che non trapassi troppo l’ora.63
Far conto non si de’ delle parole,
né stimar qualche mostro
che non sa forse s’e’ si è64 vivo ancora.65
Callimaco esce fuora
e Siro con seco ha,
suo famiglio,66 e dirà
l’ordin di tutto:67 stia ciascuno attento,68
né per ora aspettate altro argumento.69
ATTO PRIMO
SCENA PRIMA
CALLIMACO, SIRO1
CALLIMACO Siro, non ti partire. Io ti voglio un poco.2
SIRO Eccomi.
CALLIMACO Io credo che tu ti maravigliassi della mia sùbita partita3 da Parigi, e ora ti maravigli,4 sendo io stato qui già un mese sanza fare alcuna cosa.5
SIRO Voi dite el vero.
CALLIMACO Se io non ti ho detto infino a qui quello che io ti dirò ora,6 non è stato per non mi fidare di te, ma per iudicare7 le cose che l’uomo8 vuole non si sappino sia bene non le dire, se non forzato.9 Pertanto, pensando io di potere avere10 bisogno della opera tua,11 ti voglio dire el tutto.12
SIRO Io vi sono servidore;13 e servi non debbono mai domandare e padroni14 d’alcuna cosa, né cercare alcuno loro fatto,15 ma quando per loro medesimi la dica...