Satire
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Satire

Ludovico Ariosto, Cesare Segre

  1. 144 pagine
  2. Italian
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Satire

Ludovico Ariosto, Cesare Segre

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Le Satire dell'Ariosto, di forte influenza oraziana, sono un testo originale sia per l'inusitato utilizzo della terzina dantesca in una serie di componimenti epistolari, sia per l'abbandono del tono predicatorio e moralistico tipico della tradizione della satira dai tempi di Giovenale, a vantaggio di un andamento piú affabile e cordiale. I travagli personali, mescolati a divertenti quadretti narrativi, sfociano in profonde riflessioni sulla vita senza mai alcun momento di enfasi o toni troppo gravi. Questo ne fa una delle opere piú piacevoli fra i classici della letteratura italiana. Cesare Segre cominciò ad occuparsi di un'edizione delle Satire dell'Ariosto per Einaudi alla morte di suo zio Santorre Debenedetti (1948), che aveva impostato il lavoro con l'assistenza del nipote. L'edizione uscí, dopo infinite vicissitudini, nel 1987 ed è stata molte volte ristampata. Ora ne proponiamo una versione aggiornata sulla base delle ultimissime correzioni d'autore e della nuova introduzione fatta uscire da Segre per l'edizione francese delle Belles Lettres nel 2014, l'anno stesso della morte dello studioso. Una sola la variante testuale, ma molti cambiamenti nelle note, nella nota al testo e nella bibliografia.

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Informazioni

Editore
EINAUDI
Anno
2021
ISBN
9788858436431
Argomento
Letteratura
Categoria
Poesia

Note

Satira I.

Quando si diffuse la notizia (agosto 1517) che il cardinale Ippolito, vescovo di Agria (Eger) in Ungheria, avrebbe dovuto stabilirsi personalmente in quei paesi, l’Ariosto, invitato ad accompagnarlo quale suo familiare, rifiutò. Il Cardinale se n’ebbe a male, e minacciò di togliere al poeta benefici o beni secolari precedentemente largitigli. La partenza, stabilita per il 18 ottobre, avvenne il 25. La satira, certo posteriore all’8 settembre, dato che l’Ariosto si dichiara entrato nel quarantaquattresimo anno, e anteriore alla seconda satira, del novembre-dicembre, deve essere stata scritta negli ultimi giorni prima della partenza del Cardinale, o forse anche dopo: si noti infatti che il Poeta considera la corte come già stabilita ad Agria. La situazione è analoga a quella dell’Epist. I, VII, 1-36 di Orazio, con cui vi sono rapporti diretti, specialmente per l’apologo finale.
1. Alessandro, il piú giovane dei fratelli dell’Ariosto, seguí Ippolito d’Este (il signor del v. 4) in Ungheria, come pure Ludovico da Bagno, nobile mantovano, amico e parente dell’Ariosto, di cui tenne a battesimo il figlio Virginio; dal 1506 era segretario del Cardinale.
2. La corte aveva sede in Agria, che è la moderna Eger.
3. Coltiva (lat.).
4. Anche se dicesse.
5. Concerto; cfr. Petrarca, Rime, CLVI, 10; CCCXXIII, 44.
6. Espressione dantesca (Inf., X, 93).
7. Frode.
8. Ciascuna delle ragioni addotte era sufficiente per trattenermi; cfr. cap. X, 24: «m’avesse avuto di tener balia».
9. Peggioramento.
10. Cfr. v. 155.
11. Se la diagnosi del Valentino e del Postumo è stata giusta, anche un lieve peggioramento mi ucciderebbe. Il Valentino è Giovanni Andrea Valentino da Modena, medico e familiare di Ippolito, che seguí in Ungheria. Di Guido Silvestri detto il Postumo, poeta latino e volgare, medico della corte di Ippolito, fece l’Ariosto un superbo elogio nel Fur., XLII, 89.
12. Rimedi: cfr. sat. V, 88.
13. Non si adatta.
14. Stufe, ma col valore di “camere riscaldate”. Come nota Capra, «il “fastidio delle stufe” è un topos preletterario ben stabilito nella conversazione cortigiana estense, da Pandolfo Collenuccio ad Antonio Costabili».
15. Mi ci sottraggo.
16. Chi, come altrove nell’Ariosto: sat. II, 270; III, 268; V, 53, 154; VII, 76.
17. Dalle stufe.
18. Qui, come nell’espressione costà sotto il polo (v. 35), c’è una reminiscenza dei versi: «Talis Hyperboreo septem subiecta trioni Gens effrena virum Riphaeo tunditur Euro», Virgilio, Georg., III, 381. I Latini chiamavano «Riphaei» dei monti non ben determinati in Scizia. Le «montagne Rife» sono citate per il loro gelo in Purg., XXVI, 43, e come luogo di provenienza degli ippogrifi in Fur. IV, 18, 7.
19. Cfr. nota 26.
20. Cosí chiamava Tibullo il “falerno”, II, I, 27, cioè “forte”, che laggiú si beve a inviti (cfr. Della Casa, Galateo, XXIX: «Lo invitare a bere, la qual usanza, siccome non nostra, noi nominiamo con vocabolo forestiero, cioè far brindisi»); esso gli sarebbe peggio che veleno (tòsco).
21. Zenzero; cfr. Fur., XXXIV, 46, 4.
22. Proibisce.
23. Luoghi appartati.
24. Cuoco del cardinale Ippolito ricordato piú volte nei registri di spese.
25. L’Ariosto avrà la possibilità di scegliere tutti i cibi che preferisca... tra quelli comperati per il seguito (la famiglia, col valore latino). Francesco di Siviero era lo «spenditore» incaricato di fare gli acquisti per la famiglia cardinalizia.
26. Secondo la vecchia teoria umorale, le affezioni bronchiali erano conseguenza di eccesso di flemma nel cervello; occorreva evitare, ché lo favorivano, i cibi piccanti e i vini (cfr. sat. II, 53-54).
27. Il suo acquisto non venga approvato.
28. Ridotto a vivere di pane e acqua, diventerei cosí iracondo da venire a lite con gli amici ogni momento (alli dui motti: ogni due parole).
29. Immagina l’Ariosto che qualcuno degli amici gli consigli di acquistarsi i cibi a sue spese. Lo «scotto» era il prezzo di un pasto consumato all’osteria: l’Ariosto anticipa qui l’immagine dei vv. 86-87. Per tua “tuoi” cfr. Fur., XIX, 102, 4 (AB tuoi). Fare l’ostería significa per lo piú allestire cibi per venderli ad altri; qui invece l’Ariosto i cibi li avrebbe procurati a se stesso. Ma purtroppo il suo disgraziato servizio di cortigiano (la mala servitude) non gli rendeva abbastanza per poterlo fare: il suo stipendio annuale era di lire 240.
30. Corporazione (lat.).
31. Son parole di Apollo e delle Muse; l’Ariosto interrompe il loro discorso: è inutile che gli ricordino i doni e gli emolumenti del Cardinale, perché non è in premio dei suoi lavori di poesia (per voi) che egli li ha ricevuti.
32. Il bisticcio sul nome del Colosseo, di cui era diffusa la forma Culiseo, è tutt’altro che nuovo: si trova nel Burchiello, nel Pistoia, nel Berni; cfr. Commedie, p. 1030.
33. Il Cardinale non vuole che si considerino come degne di premio le lodi poetiche rivoltegli dall’Ariosto; gli sembra piú meritevole un lungo viaggio compiu...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Prefazione
  4. Bibliografia
  5. Nota al testo
  6. Satire
  7. Satira I
  8. Satira II
  9. Satira III
  10. Satira IV
  11. Satira V
  12. Satira VI
  13. Satira VII
  14. Note
  15. Il libro
  16. L’autore
  17. Dello stesso autore
  18. Copyright
Stili delle citazioni per Satire

APA 6 Citation

Ariosto, L. (2021). Satire ([edition unavailable]). EINAUDI. Retrieved from https://www.perlego.com/book/3427265/satire-pdf (Original work published 2021)

Chicago Citation

Ariosto, Ludovico. (2021) 2021. Satire. [Edition unavailable]. EINAUDI. https://www.perlego.com/book/3427265/satire-pdf.

Harvard Citation

Ariosto, L. (2021) Satire. [edition unavailable]. EINAUDI. Available at: https://www.perlego.com/book/3427265/satire-pdf (Accessed: 15 October 2022).

MLA 7 Citation

Ariosto, Ludovico. Satire. [edition unavailable]. EINAUDI, 2021. Web. 15 Oct. 2022.